I nuclei di molti elementi possiedono delle proprietà
magnetiche. Tra questi elementi, per esempio, c’è
l’idrogeno che è presente praticamente in
tutti i composti.
Quando un composto viene messo all’interno di un
campo magnetico, ogni atomo di idrogeno può essere
distinto dagli altri a causa della interazione della sua
magnetizzazione con il campo magnetico esterno.
Tale interazione sarà diversa da ogni altro atomo
di idrogeno. Il termine Risonanza Magnetica Nucleare significa
infatti studiare le “risonanze”, che in termini
più semplici equivale a dire studiare le energie
di tutti i nuclei grazie all’uso di un campo magnetico.
Quindi, grazie a questa tecnica, se si introduce all’interno
di un campo magnetico un composto contenente molecole
anche molto complesse, quali una proteina o un enzima
del nostro organismo, sarà possibile riconoscere
ogni atomo di questa molecola.
Questo
principio fisico è stato utilizzato negli ultimi
cinquanta anni per una infinità di applicazioni.
La più famosa è forse la Risonanza Magnetica
a cui i pazienti si sottopongono negli ospedali e che
permette di individuare tumori o altre patologie nei primissimi
stadi di evoluzione, quando nessun altro metodo si rivela
efficace.
Vi sono una infinità di altre applicazioni estremamente
importanti: è possibile per esempio utilizzare
questa tecnica per ottenere le strutture delle proteine.
Conoscere la struttura delle proteine è indispensabile
per permettere ai genetisti ed ai medici di elaborare
strategie per combattere le malattie. Sempre attraverso
la Risonanza Magnetica Nucleare è inoltre possibile
studiare come un farmaco interferisce con il funzionamento
dei nostri enzimi allo scopo di combattere le malattie:
è per questo motivo che la Risonanza Magnetica
Nucleare è largamente applicata nelle industrie
farmaceutiche.
Non si tratta però di una tecnica utile solo ai
medici o ai biologi: essa è infatti utilizzata
nell’individuazione delle sofisticazioni alimentari,
soprattutto per quanto riguarda alimenti importanti per
la nostra nutrizione quali il vino, l’olio, la pasta,
i succhi di frutta, le carni e le uova.
In
questo scenario complesso, il Centro di Risonanze Magnetiche
Nucleari dell’Università di Firenze (CERM),
è uno dei laboratori più importanti al mondo
grazie alla strumentazione unica di cui è dotato.
Un Centro di ricerca gioiello per l’Università
italiana, in cui lavorano quasi cento giovani scienziati
provenienti da ogni angolo del mondo.
Argomento principale delle ricerche che si sviluppano
al CERM è la biologia strutturale, ovvero quella
parte della chimica biologica che si occupa di capire
come sono fatte le proteine e gli enzimi e come la loro
struttura sia correlata alla funzione biologica.
Proprio di questi aspetti hanno discusso gli scienziati
riuniti a Firenze nel Meeting del Premio SAPIO, organizzato
assieme al CERM ed al Gruppo Nazionale di Discussione
di Risonanze Magnetiche (GIDRM), intitolato “Innovazioni
nella spettroscopia NMR di molecole di interesse biologico”.
Coloro che, da ogni parte del Nord e del Centro Italia,
sono venuti a Firenze per partecipare a questo incontro,
hanno potuto ascoltare le relazioni di alcuni scienziati
tra i più noti al mondo. La tradizione di questo
Meeting che, non a caso, è diventato uno degli
avvenimenti più attesi dagli scienziati italiani,
prevede infatti, che siano invitati almeno due scienziati
di fama mondiale, provenienti dai laboratori di avanguardia
di tutto il mondo. Quest’anno sono stati protagonisti
il Prof. Angela Gronenborn ed il Prof. Lucio Frydman,
provenienti rispettivamente dall’Istituto per la
Salute Pubblica Statunitense di Washington e dall’Istituto
Weizman di Rehovot, in Israele. Assieme a loro sono intervenuti
anche molti altri scienziati italiani provenienti da varie
Università ed Istituti di Ricerca.
Si
è parlato delle più recenti scoperte in
questo settore e di come sia ancora possibile, soprattutto
grazie agli avanzamenti tecnologici che sono avvenuti
nel corso degli ultimi anni, sviluppare tecniche di studio
ancora più potenti per permettere a medici e biologi
di avere tutti gli elementi possibili per elaborare nuove
strategie di sviluppo di farmaci o nuove terapie contro
le malattie importanti del nostro tempo.
Per noi scienziati, ogni occasione di incontro è
estremamente importante per confrontarci, apprendere,
capire. Il fatto che un’azienda privata abbia deciso
di investire il suo tempo ed il suo denaro nella promozione
di avvenimenti scientifici come le “giornate di
studio del Premio SAPIO” è veramente degno
di nota e di encomio.
A SAPIO va tutta la nostra gratitudine e l’augurio
che queste Giornate NMR possano continuare ancora per
molti anni.
|
|
A cura di:
|
Prof. Ivano Bertini
Direttore CERM, Università di Firenze
Prof. Mario Piccioli
Comitato Organizzatore Locale Sapio Meeting,
Università di Firenze
|
|