Il Premio Sapio per la Ricerca Italiana,
nella sezione dedicata alle Tecniche Analitiche per la
Ricerca, ha affrontato il tema del Doping sviscerandolo
nei diversi aspetti analitici, normativi e giuridici,
senza però perdere di vista il fatto che oggi è,
anche e soprattutto, un problema di natura sociale.
Il
mondo dello sport viene spesso coinvolto da fenomeni analoghi
a quelli che interessano il mondo sociale, dove la droga
è una triste realtà.
La pratica del doping, intesa come uso di sostanze o di
metodi in grado di migliorare artificiosamente la prestazione
fisica, è ormai considerata dall’opinione
pubblica una realtà diffusa, radicata nel costume
contemporaneo al pari delle altre forme di abuso, quali
farmaci, alcool, fumo, ecc., che tristemente caratterizzano
la società moderna.
Una chiara documentazione della gravità della problematica
è costituita dall’indiscriminato uso di qualsiasi
tipo di sostanza della più svariata natura, a volte
proveniente da veri e propri laboratori di ricerca più
o meno clandestini, con comprensibili e spesso disastrose
conseguenze sull’organismo.
L’evoluzione dei tempi e le sollecitazioni dei media
hanno influenzato la concezione generale dello sport,
che non riguarda più solo l’aspetto agonistico,
ma è diventato un fenomeno di massa collegato al
divertimento e quindi al tempo libero.
La diffusione dello sport, infatti, è riconducibile
agli ottimi risultati funzionali che la pratica sportiva
determina sull’uomo e ad un atteggiamento esistenziale
portato al salutismo.
Nella sua evoluzione, il concetto di salute non riguarda
solo l’assenza di malattia e il benessere psico-fisico,
ma anche la bellezza e la prestanza fisica, esasperando
in tal modo la finalità della pratica sportiva,
che diventa, anche a livello dilettantistico, esibizione
della propria forma per l’affermazione individuale,
sviluppando ansie arriviste e carrieriste caratterizzanti
la società contemporanea.
Si
perseguono la vittoria e il successo ad ogni costo, nella
ricerca esagerata del denaro e dell’attenzione dell’opinione
pubblica.
Non solo gli atleti di fama, ma molto spesso anche i ragazzi
giovani, si convincono di poter superare i propri limiti
ricorrendo al doping, un espediente che può portare
più velocemente al successo, ma causare nel contempo
danni irreparabili al fisico e soprattutto alla psiche.
Il doping si configura sempre come modifica artificiale
delle prestazioni e come pratica gravemente nociva alla
salute.
Diventa così importante predisporre e attuare strumenti
di educazione sanitaria, di prevenzione e di controllo
per salvaguardare la leale competitività e la tutela
sanitaria delle attività sportive. Assume quindi
molta importanza il contributo derivante dallo sviluppo
tecnologico delle metodologie analitiche da usare in fase
di antidoping, per dimostrare l’assunzione di sostanze
proibite.
La ricerca in tale ambito deve portare a metodiche che
possano ampliare il campo d’indagine e diminuire
i tempi e i costi analitici al fine di consentire un maggior
controllo sull’uso indiscriminato di sostanze e
metodi proibiti, ma soprattutto al fine di estendere i
controlli antidoping agli sport minori e a molte attività
sportive a livello dilettantistico, che per ora sfuggono
ad ogni controllo.
Il continuo miglioramento delle procedure Antidoping,
sia di tipo analitico che organizzativo, può efficacemente
contrastare il diffondersi del fenomeno Doping, se convenientemente
supportato da un’informazione corretta ed da un’educazione
scientifica continuativa di tutti coloro che praticano
sport.