Già da alcuni anni le cellule staminali
vengono utilizzate con successo nella cura delle leucemie.
Molti ritengono che in futuro il loro impiego potrà
estendersi anche ad altri settori della Medicina quali
la Cardiologia e la Neurologia. Le aspettative degli scienziati
sono molte, ma per raggiungere i traguardi più
ambiziosi la ricerca deve fare ancora molta strada. Questi
temi sono stati al centro di un importante convegno tenutosi
lo scorso 15 Ottobre presso l’Università
degli Studi di Milano. L’incontro, intitolato “Workshop
on stem cell and tumor tissue banking” ha celebrato
anche la nascita a Milano di un centro avanzato per la
raccolta e la conservazione di materiale biologico, un
futuro punto di riferimento per la Ricerca italiana ed
europea.
A
che punto si trovano le ricerche sulle cellule staminali?
Quale impatto avranno sulla medicina di domani? Cosa sta
facendo l’Italia in questo campo? Questi sono alcuni
dei temi del congresso scientifico tenutosi nell’Ottobre
scorso all’Università di Milano, per la sesta
edizione del Premio Sapio. Importanti personalità
del mondo scientifico italiano ed internazionale hanno
preso parte all’evento, offrendo a ricercatori e
studenti l’opportunità di approfondire molti
argomenti di interesse nel campo delle Biotecnologie e
della Medicina.
Il programma della giornata si è articolato in
due parti. La prima, presieduta da Paolo Rebulla (Milano
Cord Blood Bank e Cell Factory, Università di Milano)
si è incentrata sui risultati raggiunti nel campo
delle cellule staminali e sulle prospettive future nella
ricerca clinica e di base. La seconda parte, presieduta
da Jim Vaught (National Cancer Institute), è stata
dedicata all’Oncologia e al ruolo strategico delle
biobanche nella ricerca. Questo convegno, infatti, è
stato organizzato in concomitanza con la nascita a Milano
di BioRep, un centro avanzato per la raccolta e la conservazione
di materiale biologico, concepito per offrire molteplici
servizi di supporto alla Ricerca Medica e di Base.
Cellule Staminali: studi e prospettive
I progressi scientifici nel campo delle cellule staminali
e i dibattiti che ne conseguono trovano oggi larga eco
nei mass-media.
Ma cosa sono le cellule staminali? E perché suscitano
tanto interesse?
Le cellule staminali si trovano nell’embrione, nel
cordone ombelicale e in alcuni tessuti dell’adulto
e si caratterizzano per il fatto di essere cellule non-differenziate.
Dividendosi, esse possono dar luogo ad altre staminali
oppure a cellule destinate a differenziarsi in modo irreversibile.
Grazie a questa proprietà, si pensa che possano
essere utilizzate per riparare organi o tessuti umani
danneggiati.
La Cardiologia è uno dei settori della Medicina
maggiormente interessati al possibile impiego di staminali:
alcune applicazioni sperimentali prevedono ad esempio
l’impiego di queste cellule per la cura dell’infarto
del miocardio.
Anche la Neurologia nutre molte aspettative. La scoperta
di staminali cerebrali fa infatti intravedere la possibilità
di curare un giorno malattie gravi e diffuse come l’Alzheimer
od il Parkinson. Gli addetti ai lavori invitano però
alla prudenza: il campo delle cellule staminali costituisce
senza dubbio una meravigliosa opportunità per la
ricerca, ma è un campo giovane, in cui scoperte
e smentite si susseguono senza sosta. Quello che per ora
si può dire con certezza è che le cellule
staminali sono una vera grande opportunità, perché
già si prestano ad uno spettro molto ampio di studi
e sperimentazioni, che vanno dai trapianti all’analisi
farmacologica, fino alla riproduzione in laboratorio di
particolari patologie, per studiarne l’evoluzione.
Un altro contributo nel campo della Neurologia è
stato portato da chi da anni conduce ricerche sul Morbo
di Canavan. Questa rara malattia genetica colpisce in
età infantile, con sintomi molto gravi: ipotonìa,
difficoltà di movimento, cecità, crisi epilettiche.
I pazienti muoiono di solito in età adolescenziale.
Tale patologia è dovuta ad una mutazione nel gene
dell’enzima Aspartociclasi, che provoca un accumulo
di acido N-acetilaspartico nel cervello. L’équipe
impegnata in questa ricerca ha messo a punto un protocollo
clinico per trasferire copie funzionali del gene nelle
cellule nervose, utilizzando un vettore virale e raccogliendo
risultati iniziali incoraggianti. E’ questo il primo
esempio di terapia genica applicata ad una malattia degenerativa:
la sfida è ora quella di ricreare il tessuto cerebrale
nelle aree danneggiate utilizzando le cellule staminali.
Le prime sperimentazioni sui pazienti verranno avviate
entro i prossimi diciotto mesi.
Di grande interesse sono anche le ricerche condotte sull’impiego
di cellule staminali dermiche e cerebrali nella cura delle
lesioni spinali da trauma. Sembra che nei ratti sottoposti
al trapianto di staminali, pur rimanendo le lesioni iniziali,
si possano ripristinare alcune funzioni motorie. E’
bene sottolineare che questi risultati, pur incoraggianti,
si riferiscono solo a modelli animali e pertanto vanno
presi con le dovute cautele.
Le speranze che la medicina ripone nella cura con le staminali
sono molte, ma bisogna essere prudenti per evitare di
generare entusiasmi troppo precoci o aspettative fuori
luogo: servirà ancora del tempo prima di arrivare
a molte applicazioni terapeutiche e vi è ancora
molto lavoro da fare nel campo della ricerca.
Su di un punto gli scienziati sono concordi: lo sviluppo
di queste nuove terapie nel prossimo futuro porrà
la necessità di infrastrutture in grado di stoccare
cellule e tessuti umani con elevati standard qualitativi
e con la garanzia di immediato reperimento. Paolo Rebulla,
in particolare, ha sottolineato l’importanza della
corretta conservazione di questo materiale biologico per
la ricerca e la terapia.
Banche
di materiali biologici
Nel corso del convegno si è parlato anche delle
nuove frontiere delle Biotecnologie applicate allo studio
dei tumori.
E’ emerso con chiarezza nel corso delle relazioni
che la conservazione di cellule e tessuti è una
necessità primaria anche nel campo della ricerca
oncologica.
Riportando l’esperienza delle tissue-bank statunitensi
(NIH-NCI), si è parlato dei mutamenti della ricerca
scientifica a livello globale e della necessità
crescente, da parte di istituzioni di ricerca pubbliche
e private, di usufruire di grandi criobanche.
Tale necessità comporta una notevole mobilitazione
di finanziamenti per potenziare e modernizzare le infrastrutture
esistenti o per costruirne di nuove.
Un momento importante della giornata è stato quello
della presentazione al pubblico di BioRep, il più
grande centro italiano per il deposito e la conservazione
di materiale biologico. Il progetto, che punta a diventare
una realtà di riferimento a livello europeo, è
supportato da due grandi aziende italiane che operano
nel settore dei gas criogenici e delle basse temperature
e nasce in collaborazione con il Coriell, uno dei più
prestigiosi istituti americani che si occupano di criopreservazione.
Si tratta di un centro tecnologicamente all’avanguardia,
in grado di garantire la raccolta e lo stoccaggio di cellule
e tessuti con elevati standard di sicurezza e di fornire
servizi integrati di Biologia Cellulare e Molecolare.
BioRep darà risposta alle numerose e crescenti
esigenze della ricerca scientifica in ambito universitario,
biomedico e industriale.
Anche l’Italia si trova quindi in prima linea in
un settore strategico di grande interesse. Come ha infatti
sottolineato Marco Pierotti dell’Istituto Nazionale
Tumori Milano “Con la Genomica possiamo decifrare
tutto del paziente e il materiale biologico è come
le fondamenta su cui bisogna costruire questa casa. Conservando
e mettendo a disposizione della comunità scientifica
questo materiale, rendiamo le biotecnologie applicabili
a una concretezza clinica e non le lasciamo all’interno
dell’astrattezza accademica”.
Cosa
sono le cellule staminali
Le cellule staminali si caratterizzano per il fatto di
essere cellule non-differenziate; non possiedono cioè
caratteristiche funzionali e strutturali specializzate.
Durante il ciclo vitale di un organismo esse possono dividersi
senza limite, dando luogo ad altre staminali oppure a
cellule destinate a differenziarsi in modo irreversibile.
Le staminali hanno un ruolo fondamentale nel rimpiazzare,
all’interno dei tessuti, quelle cellule specializzate
che non hanno esse stesse la capacità di dividersi.
Grazie alle loro proprietà, si pensa che le staminali
possano essere utilizzate in medicina per riparare organi
o tessuti umani danneggiati.
Esse si trovano nell’embrione, nel cordone ombelicale
e in alcuni tessuti dell’adulto, per esempio nel
midollo osseo. Le cellule prelevate dal midollo sono,
in effetti, già utilizzate da parecchi anni nella
cura delle leucemie.
Le staminali adulte si trovano però ad un livello
di differenziamento più avanzato rispetto a quelle
embrionali.
Infatti, mentre le staminali embrionali sono pluripotenti
(possono cioè trasformarsi in molte altre cellule
di tessuto umano come, ad esempio, cellule del fegato,
del cuore, delle ossa, del cervello etc.), quelle adulte
si differenziano in genere nei tipi cellulari del loro
tessuto di appartenenza.
Negli ultimi anni, però, si sono raccolte evidenze
che anche le staminali adulte, in opportune condizioni,
possano seguire vie di differenziamento diverse.
Sono intervenuti al convegno “workshop on
stem cells and tumor tissue banking”:
Alberto Albertini (Direttore dell’Istituto di Tecnologie
Biomediche del CNR); Francesco Salamini (Direttore del
Centro di Eccellenza CISI dell’Università
degli Studi di Milano);
Cesare Angelantoni (Presidente di BioRep);
Maurizio Colombo (Vice-presidente del Gruppo Sapio S.r.L.
e Presidente di Sapio Life);
Elena Cattaneo (Dipartimento di Scienze Farmacologiche
e Centro di Eccellenza sulle Malattie Neurovegetative
dell’Università degli Studi di Milano);
Paola Leone (Direttore del Cell & Gene Therapy Center
UMDNJ – Robert Wood Johnson Medical School Department
of Surgery, Division of Neurosurgery, The Cooper Health
System, Camden, USA);
Arnon Nagler (Direttore dell’Hematlogy Bone Marrow
Transplantation and Cord Blood Bank The Chaim Sheba Medical
Center, Tel-Hashomer, Israele);
Paolo Rebulla (Direttore del Dipartimento Servizio Trasfusionale
e Immunologia trapianti - IRCCS dell’Ospedale Maggiore
di Milano);
Biagio Saitta (Associate Professor, The Coriell Institute
for Medical Research, Department of Medicine UMDNJ, Camden,
USA);
Marco Pierotti (Direttore del Dipartimento di Oncologia
Sperimentale dell’Istituto Nazionale Tumori Milano);
Jim Vaught (NCI Biorepositories Director Rockville, MD,
USA);
Aldo Scarpa (Direttore dell’Istituto di Patologia
dell’Università degli Studi di Verona);
Ida Biunno (Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR,
Milano);
Fabio Marazzi (Professore di Diritto Internazionale dell’Università
degli Studi di Bergamo);
Renzo Marchesi (Dipartimento di Energetica del Politecnico
di Milano);
Manuela Maffè (Dipartimento di Energetica del Politecnico
di Milano);
Michael Eckstein (The Coriell Institute for Medical Research,
Camden, NJ, USA); Pasquale De Blasio (BioRep).
BioRep: una biobanca italiana
BioRep (www.biorep.it) è un centro avanzato per
la raccolta, la manipolazione, la conservazione e la distribuzione
di materiale biologico in ambito biomedico e di ricerca.
Nasce dall’impegno congiunto di due grandi realtà
industriali italiane che operano nel settore dei gas criogenici
e delle basse temperature: Sapio Life (società
del Gruppo Sapio) e Angelantoni Industrie. BioRep non
è una semplice biobanca, ma offre un ampio ventaglio
di servizi correlati di biologia cellulare e molecolare
per rispondere alle richieste di Università, Istituti
di Ricerca e Industria.
BioRep, ha siglato un accordo di partnership esclusiva
con il Coriell Institute for Medical Research (Camden,
NJ, USA, www.coriell.org) un centro di riferimento mondiale
per la conservazione di materiali biologici. BioRep ha
sede nella zona Est di Milano, all’interno di un
nascente bioparco in cui si trovano anche CISI (Centro
di Eccellenza), Multimedica, Integrated Systems Enginneerig
(ISE) e Bioskills.