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“Il riso fa buon sangue” non è solo un detto popolare: studi scientifici dimostrano che la terapia del sorriso ha importanti benefici sulla salute dei bambini, contribuisce a forti riduzioni dello stato d’ansia sia nei genitori sia nei piccoli, influisce positivamente sul sistema immunitario, rafforzandolo, e sulla riduzione del dolore. Il buonumore aumenta la produzione di endorfine e la produzione di anticorpi da parte dell’organismo e quindi “dà una mano” ai farmaci e agli interventi dei medici.I “Dottor Sorriso”, veri e propri professionisti della risata “terapeutica” hanno, come missione, portare il sorriso dove c'è la sofferenza, per far dimenticare il dolore e la tristezza dell’ambiente ospedaliero, ma anche per aiutare a guarire.
Sono passati dieci anni da quando è stata costituita la Fondazione Aldo Garavaglia “Dottor Sorriso” (www.dottorsorriso.it), in memoria di Aldo Garavaglia, industriale di Rho (MI), da sempre parte attiva e finanziatore di numerose iniziative sociali.
Seguendo lo slogan “Aiutiamo i bambini a non sentirsi in ospedale”, la Fondazione Garavaglia è riuscita a diffondere la comicoterapia (o terapia del sorriso) in Italia e ad inviare in modo continuativo propri clown, vestiti da medici, in una ventina di centri ospedalieri pediatrici (a Milano e provincia, Roma, Napoli, Modena, Padova, Como e provincia, Varese e provincia), e in tre istituti di riabilitazione lombardi (a Cesano Boscone, Pavia e Bosisio Parini).

Nelle prossime settimane, i “Dottor Sorriso” della Fondazione Aldo Garavaglia inizieranno le loro visite, continuative, anche nei reparti pediatrici degli ospedali di Alessandria e di Novara, e nel reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo.


La terapia del sorriso
I “Dottor Sorriso” hanno, come missione, portare il sorriso dove c'è la sofferenza, non solo per far ridere, per far dimenticare il dolore, la noia, la solitudine e la tristezza dell’ambiente ospedaliero, ma anche per aiutare a guarire.
Già, perché “Il riso fa buon sangue” non è solo un detto popolare, ma ha un fondo di verità.

I benefici della terapia del sorriso, praticata in presenza e con la partecipazione attiva dei medici clown, sono stati dimostrati da studi scientifici, condotti per sei mesi in alcuni ospedali lombardi, nei quali erano operanti proprio clown della Fondazione Aldo Garavaglia “Dottor Sorriso”.
La terapia del sorriso contribuisce a forti riduzioni dello stato d’ansia sia nei genitori sia nei bambini; i piccoli dormono meglio, più a lungo e fanno meno ”brutti sogni” rispetto agli altri.

Inoltre, influisce positivamente anche sul sistema immunitario, rafforzandolo, e sulla riduzione del dolore: il buonumore aumenta la produzione di endorfine (ormoni che innalzano la soglia del dolore) e la produzione di anticorpi da parte dell’organismo stesso. Pur non sostituendo le cure, quindi, il buonumore “dà una mano” ai farmaci e agli interventi dei medici.

La terapia del sorriso è contagiosa. Lo scorso 7 dicembre, il Sindaco di Milano, Gabriele Albertini, ha consegnato l'Ambrogino, massima benemerenza civica, alla Fondazione Aldo Garavaglia “Dottor Sorriso”, con la motivazione: “Camici bianchi sì, ma con parrucca e naso finto. Sono i volontari della Fondazione Aldo Garavaglia e per tutti sono i Dottor Sorriso. Le loro magie, giochi di prestigio, giochi e barzellette entrano da anni nei reparti di pediatria milanesi. Sono pillole di sorrisi, sono la cura contro lo sconforto, la paura della malattia. Migliaia di piccoli pazienti sono loro riconoscenti per aver portato anche in corsia o nella stanza di un ospedale gioia e allegria". Il riconoscimento è stato motivo di orgoglio, grande soddisfazione ed ovviamente di sprone, per la Fondazione, a sviluppare l’attività dei “Dottor Sorriso”, confidando anche in un più ampio sostegno morale e finanziario da parte di tutti.


La professionalità dei “Dottor Sorriso”
I “Dottor Sorriso” sono veri clown: non si tratta di medici vestiti da pagliacci, ma di professionisti della risata, opportunamente preparati per lavorare a contatto con persone che vivono un momento difficile. Non devono solo fare spettacolo, ma interagire coi bambini, perché fare il clown in pediatria non è come stare in teatro: occorre creare un rapporto diretto con ogni bambino.

La complessità e la delicatezza del legame che viene a crearsi tra il bambino e il “Dottor Sorriso” richiede, da parte di quest’ultimo, una professionalità di altissimo livello. Non si nasce clown, ma lo si diventa grazie all’esperienza e soprattutto attraverso una formazione specifica per impadronirsi delle tecniche d’improvvisazione e di divertimento clownesco, finalizzata a “preparare” i clown al contatto con i bambini ospedalizzati. La loro professionalità è in continua crescita, mediante stage, incontri con primari, psicologi ed altri clown professionisti.

Tatto, sensibilità, riguardo, premura, ma anche prudenza, sono le doti fondamentali dei “Dottor Sorriso”, che coinvolgono nelle loro visite bambini, genitori, ma anche tutto il personale ospedaliero. In effetti, la presenza dei “Dottor Sorriso” negli ospedali non viene percepita come un’intrusione dai veri medici, ma al contrario, come parte integrante del programma ospedaliero in quanto è stato richiesto da loro, in particolare dai primari di pediatria: per questo i “Dottor Sorriso” sono vestiti da medici, con tanto di camici multicolori, nasoni rossi e visi truccati.


Le visite dei “Dottor Sorriso”

Le visite dei “Dottor Sorriso” sono “su misura” per ogni bambino in ospedale. Al pari dei “classici” medici, i “Dottor Sorriso” sono legati al segreto professionale; per di più, prima di sfoderare il loro talento, organizzano sedute informative con le infermiere ed i medici responsabili del reparto, per aggiornarsi sullo stato di salute fisica e psicologica dei singoli piccoli ricoverati.  
La visita non viene mai fatta all’improvviso, ma prima di entrare nelle camere, i clown chiedono sempre l’autorizzazione sia ai genitori sia al piccolo.

  L’arrivo dei “Dottor Sorriso” viene annunciato nel reparto dalla musica di alcuni strumenti: flauti, fisarmoniche e tamburelli.

E’ il primo passo per creare nei piccoli curiosità e meraviglia.

L’ingresso nelle camere non avviene sempre nello stesso modo: i clown possono, per esempio, suonare campanelli immaginari aspettando che il piccolo li inviti ad entrare, oppure fingere di rimanere incastrati nella porta, chiedendo aiuto per liberarsi.

Una volta entrati, i clown si presentano e chiedono al bambino il suo nome, l’età, se va a scuola eccetera, ma senza mai riferirsi alla sua malattia: queste domande servono ai dottor Sorriso per conoscere il carattere del bambino.

In base a questo, infatti possono capire come comportarsi per entrare in sintonia con lui e ottenere i migliori risultati.

Quando il “contatto” è stato stabilito, la stanza si riempie di musica e di bolle di sapone: la speciale “disinfestazione” della stanza proposta dai dottor Sorriso, che invitano il piccolo a far scoppiare le bolle in una sorta di gara.
Dalle valigie dei clown cominciano via via a uscire palline da giocoliere, pupazzi parlanti, oggetti dai mille rumori, strumenti musicali eccetera. E, poi, tanti giochi di magia e sketch improvvisati che trasportano il bambino ricoverato in un mondo di fantasia che gli permetterà di evadere dalla realtà ospedaliera.

Durante lo spettacolo i clown cercano di coinvolgere anche i genitori e il personale medico per portare una ventata di buonumore in tutto il reparto. Prima di uscire, al bambino vengono regalati palloncini modellati a forma di animali e cartoline dei clown.


Le attività internazionali della Fondazione
Oltre alle attività negli ospedali italiani, la Fondazione Aldo Garavaglia “Dottor Sorriso” ha partecipato a diverse missioni internazionali.

Assieme al medico-clown americano Patch Adams, reso famoso dal film con Robin Williams, alcuni “Dottor Sorriso” sono stati in Russia, Ucraina, Siberia, Kosovo e, nel 2002, in Afghanistan.

Alla fine di quest’ultimo viaggio, quasi un mese passato ad alleviare le sofferenze dei bambini ricoverati negli Ospedali di Kabul e di altre città dell'Afghanistan, è stato realizzato un film documentario, "Clown in Kabul", presentato anche alla mostra del cinema di Venezia quest'anno.

Negli ultimi due anni, alcuni “Dottor Sorriso” hanno partecipato a due viaggi umanitari chiamati “Missione Sorriso”, il primo in Israele e nei Territori Palestinesi, il secondo nel Kerala, nella parte meridionale dell’India.

In questi viaggi, lo scopo principale è portare momenti di gioia e donare materiali di prima necessità, in tutti i luoghi raggiunti: orfanotrofi, centri di riabilitazione, ospedali, scuole.

 
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A cura della:
Fondazione Aldo Garavaglia “Dottor Sorriso” Onlus
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