Il progetto “PINOCCHIO
– Casa delle Arti e dei Mestieri per adolescenti
con disabilità psichica” prevede la sperimentazione
di modelli di intervento sociale innovativi, il trasferimento
di buone prassi e una auspicata assimilazione degli strumenti
proposti nella legislazione corrente bielorussa, al fine
del raggiungimento dell’obiettivo principale: il
superamento della istituzionalizzazione psichiatrica di
bambini e ragazzi con problemi psichici o con disagio
sociale.
È un’azione-pilota che vuole favorire la
deistituzionalizzazione dei bambini con oligofrenia ospiti
dell’Internato di Begoml, attraverso lo sviluppo
di percorsi di arte-terapia, che confluiscano in happening
teatrali pubblici di sensibilizzazione. Le buone prassi
elaborate saranno trasferibili in analoghe situazioni.
Inoltre, si vogliono prevenire situazioni di disagio sociale
e di medicalizzazione per i bambini con oligofrenia, attraverso
animazione di comunità e disseminazione di metodologie
di intervento sociale già sperimentate in Italia
da diversi anni.
Sono previsti laboratori di recitazione, musica, danza,
falegnameria, scenografia, sartoria teatrale, informatica
e video rivolti ai bambini con disabilità.
Il 30 Ottobre 2004, è stata ufficialmente inaugurata
a Begoml la prima Casa-famiglia per adolescenti con disabilità
psichica in Bielorussia. Infatti, le case-famiglia finora
aperte sono rivolte a bambini e giovani senza disabilità.
Una associazione di volontariato “integrata”
italiana e l’impegno in Bielorussia
L’Associazione
Volontari “Il Cavallo Bianco” è nata
nel 1988 dall’incontro tra giovani con e senza disabilità
mentali e/o disagio psichiatrico, come ipotesi di laboratorio
permanente delle diversità sul territorio.
Le diversità fisiche, psichiche, sensoriali, culturali,
politiche, religiose, etniche ed economiche non sono considerate
come motivo di discriminazione ed emarginazione, ma divengono
occasione di scambio reciproco e crescita comune, nell’ascolto
dell’altro. I giovani con e senza disabilità
dell’Associazione sono persone che cercano di vivere
quotidianamente una cittadinanza partecipata, individuando
i problemi del territorio e proponendo concretamente delle
soluzioni di convivenza pacifica ed interculturale.
L’Associazione Volontari “Il Cavallo Bianco”
opera per un graduale passaggio da una mentalità
diffusa che vede la persona con disabilità come
oggetto di assistenza, ad una cultura nuova che riconosca
il valore di ogni diversità, valorizzando la persona
con disabilità come soggetto di cittadinanza attiva.
L’Associazione Volontari “Il Cavallo Bianco”,
costituita da volontari con e senza disabilità,
è una associazione “integrata”, che
non prevede una distinzione tra operatori ed utenti. I
volontari con e senza disabilità propongono delle
attività a favore del territorio nei settori della
cultura, dell’ambiente e dell’accoglienza
di persone in difficoltà (diverse dai volontari
svantaggiati dell’Associazione).
Tutte le attività culturali svolte intendono promuovere
l’integrazione sociale e culturale di persone con
disabilità, sia attraverso la sensibilizzazione
sui temi dell'emarginazione e dell'intolleranza, sia attraverso
l'inserimento nelle attività di persone con diverse
abilità.
Dal 1995 a tutt’oggi, alcune famiglie dell’Associazione
accolgono dei bambini bielorussi provenienti dall’Internato
per persone con oligofrenia di Begoml. I legami instaurati
dalle famiglie con i bambini dell’Orfanotrofio di
Begoml, soprattutto in considerazione della particolarità
dei minori bielorussi ospitati (bambini con disabilità
psichiche e mentali), hanno coinvolto gradualmente l’intera
Associazione in azioni umanitarie sul territorio bielorusso.
In particolare, l’Associazione ha rilevato nel tempo
che molti bambini di Begoml, ancor prima della maggiore
età, vengono trasferiti in ospedali psichiatrici
a lunga degenza, dove trascorreranno il resto dei propri
giorni. Avendo visitato tali luoghi e conoscendo personalmente
alcuni dei bambini ivi internati, si è deciso di
avviare un primo esperimento di Casa-famiglia per ragazzi
con disabilità psichica. Infatti, è stata
rilevata in Bielorussia una carenza assoluta di alternative
abitative e di integrazione sociale e lavorativa all’internamento
manicomiale.
Bambini
bielorussi con disabilità: gli orfanotrofi e il
futuro negato
L’Italia ospita ogni anno circa 30.000 bambini bielorussi
nell’ambito di una importante azione di prevenzione
sanitaria da eventuali malattie derivanti dal vivere in
aree contaminate dalla radioattività conseguente
all’incidente nucleare di Chernobyl.
L’azione umanitaria, che vede impegnate le famiglie
italiane e numerose strutture di volontariato, si configura
oggi come una opportunità di sviluppo socio-economico
sia per l’Italia sia per la Bielorussia.
I bambini e i giovani ospitati in Italia sono ormai un
gruppo di risorse bilingue, con una attitudine ad interpretare
e integrare due culture e a facilitare, quindi, le iniziative
di sviluppo produttivo, economico e sociale. Essi rappresentano,
infatti, un “canale” potenziale per stabilire
una base di integrazione e sviluppo economico fra i due
Paesi.
Un’Europa sociale significa un’Europa dove
le persone con esperienze di disabilità fisica
o sensoriale, disagio psichiatrico, differenti culture
e differenti abilità sono importanti membri comunitari
le cui esperienze possono dare un importante contributo
innovativo. Tutti noi dobbiamo imparare come costituire
una società, in cui i diritti possono realmente
essere accessibili per tutti, per vivere in una migliore
e più ricca società.
Le statistiche bielorusse ci rammentano che ad oggi sono
circa 30.000 i bambini dichiarati “orfani sociali”
e, di questi, circa 29.100 hanno problemi fisici e mentali.
Questi bambini hanno bisogno di essere costantemente seguiti,
hanno bisogno di interventi riabilitativi, medico-sociali,
psicologico-educativi, per avere una possibilità
d’inserimento nella società.
Nella Repubblica di Bielorussia, esistono 77 scuole internato
per 12.120 bambini e 12 internati speciali per bambini
dichiarati “oligofrenici”.
La scuola di Begoml è uno dei 12 internati speciali
bielorussi ed è stato selezionato perché
ha rapporti con l’Associazione Volontari “Il
Cavallo Bianco” da circa 10 anni.
Attualmente, l’Internato di Begoml ospita circa
140 bambini dai 6 ai 17 anni, di cui quasi tutti con gravi
problemi di comunicazione con il mondo adulto, ma allo
stesso tempo con un disperato bisogno di attenzione ed
affetto. Questi bambini crescono con una povertà
emozionale, sono freddi negli affetti e aggressivi con
i propri simili: superare questi problemi è una
delle missioni di Begoml.
Un aiuto alla risoluzione dei suddetti problemi è
dato dai viaggi in Italia fatti da questi bambini. Si
è riscontrato che, il vivere in famiglie che li
amano, li aiuta a maturare psicologicamente, ad avere
più fiducia e sicurezza in se stessi: tutto ciò
è alla base della formazione di una persona completa.
L’istruzione, l’affetto, l’amicizia,
la fiducia nei propri simili compensa l’isolamento
della società e favorisce la conferma dei propri
diritti di cittadino. In tal modo, i bambini hanno esempi
da seguire e acquisiscono regole di comportamento nella
società: non è esagerato affermare che molti
bambini hanno trovato in Italia una vera famiglia.
La conclusione delle ricerche degli educatori bielorussi
dell’Internato di Begoml è che i bambini
hanno emozioni positive, quando partecipano ad attività
che gradiscono, come il cucito, il taglio, il ricamo o
l’artigianato, o ad attività artistiche come
il canto, il ballo o il teatro.
Gli educatori dell’Internato di Begoml affermano
che l’esperienza di tanti anni di lavoro mostra
loro che, nonostante gli innumerevoli sforzi di tutto
il corpo insegnante per recuperare socialmente questi
“orfani” con oligofrenia alla vita, spesso
i risultati non sono positivi. Le cause sono tante.
È difficile inserirli nell’ambito lavorativo:
negli ultimi 4 anni, la cifra ufficiale di inserimenti
nel mondo del lavoro si è dimezzata. Gli educatori
bielorussi hanno necessità di aiutarli a trovare
un lavoro, che si adatti alle loro capacità e,
tenendoli sotto controllo, che li aiuti a vivere dignitosamente.
Il progetto “PINOCCHIO – Casa delle Arti e
dei Mestieri per adolescenti con disabilità psichica”
mira a rafforzare la società civile, migliorando
la condizione degli emarginati in Bielorussia.
Inoltre, il progetto è costituito da una serie
di attività, che nell’insieme mirano a consolidare
le capacità delle organizzazioni non profit e non
governative locali, che lavorano nel settore sociale in
Bielorussia.
La proposta progettuale ha rilevanza, in quanto riguarda
il sostegno alla reintegrazione sociale di gruppi emarginati
della popolazione locale, attraverso attività innovative
appropriate, quali ad esempio formazione; trasferimento
di know-how tecnico specifico; pubblicazione di manuali,
opuscoli, procedure consigliate; incontri per fare crescere
la coscienza della popolazione locale e/o delle autorità;
acquisto di apparecchiature specifiche e formazione sul
relativo uso.
Le attività ipotizzate dal progetto
Il progetto “PINOCCHIO – Casa delle Arti e
dei Mestieri per adolescenti con disabilità psichica”
prevede le seguenti attività, che si svolgeranno
in Bielorussia, principalmente nel territorio di Begoml:
1. LABORATORI per bambini orfani con disabilità
psichica e per educatori bielorussi
- laboratorio teatrale
- incontri di psicomotricità
- laboratori artigianali in falegnameria, scenografia,
sartoria teatrale
- laboratorio di alfabetizzazione informatica
- laboratorio di videoripresa.
2. FORMAZIONE ÈQUIPE LOCALE DI COORDINAMENTO
- tutoraggio e affiancamento degli educatori
bielorussi durante le attività
- seminari di formazione per educatori e operatori sociali
bielorussi
- animazione di comunità, attraverso diffusione
materiali e incontri pubblici.
3. ACQUISTO E RISTRUTTURAZIONE CASA, ADEGUAMENTO
E DOTAZIONE DI PRESIDI per la sperimentazione di un modello-pilota
di casa-famiglia.
4. FOLLOW UP SOCIO-SANITARIO
- valutazione ex-ante, in itinere e finale da
parte del team di base italo-bielorusso
- schede socio-sanitarie dei bambini bielorussi con disabilità
coinvolti
- schede di attestazione della professionalità
raggiunta dagli educatori bielorussi coinvolti.
5. PRODUZIONE DI MATERIALE E VERIFICA
- produzione video
- pubblicazione relativa all’esperienza
- sito Internet
- manuale di buone prassi e metodologie nell’intervento
sociale.
L’analisi
della situazione problematica e le metodologie di intervento
ipotizzate
Il progetto “PINOCCHIO – Casa delle Arti e
dei Mestieri per adolescenti con disabilità psichica”
continua ed approfondisce le attività avviate fin
dal 1995 tra l’Associazione Volontari “Il
Cavallo Bianco” e l’Internato per bambini
oligofrenici di Begoml, che, partendo dall’accoglienza
dei bambini bielorussi nelle famiglie italiane, hanno
avuto il duplice scopo dell’integrazione sociale
e culturale di persone con disabilità e della promozione
di modalità culturali e di comunicazione sociale,
che coniugassero insieme tradizione letteraria e teatrale,
innovazione tecnologica ed impegno civile e sociale. Begoml
è un villaggio a 100 chilometri da Minsk. Il villaggio
ha poche migliaia di abitanti ed ospita un Internato,
dove vivono circa 140 bambini dai 6 ai 17 anni. L’Orfanotrofio
di Begoml è un internato per bambini oligofrenici.
All’uscita dall’Internato (al compimento del
17° anno di età oppure a conclusione del ciclo
di nove classi), i ragazzi vengono indirizzati in scuole
professionali. Pertanto, non sono più seguiti dall’Internato
di Begoml. Le scuole professionali sono in grandi centri
abitati, immensi rispetto al villaggio di Begoml, a cui
sono abituati i giovani ospiti dell’Internato.
Le scuole professionali sono rivolte a giovani dai 17
ai 21 anni, senza disabilità. Pertanto, i ragazzi
di Begoml vengono integrati in un contesto di “normalità”,
dopo avere vissuto per oltre 10 anni in un contesto protetto.
Il dopo-Begoml è duro per molti ragazzi, che, probabilmente,
avrebbero bisogno di un distacco meno drastico e più
lento.
Nasce, quindi, la necessità di approntare dei percorsi
e delle iniziative, che favoriscano gradualmente la piena
e consapevole integrazione lavorativa e sociale dei ragazzi
di Begoml, fino al raggiungimento dell’autonomia
personale e all’acquisizione di uno status adeguato.
Il progetto “PINOCCHIO – Casa delle Arti e
dei Mestieri per adolescenti con disabilità psichica”
prevede l’implementazione di un sistema che, a partire
dall’Internato di Begoml, sviluppi un luogo che
sia contemporaneamente un laboratorio artigianale-tecnologico-espressivo
e casa-famiglia per i bambini/ragazzi bielorussi.
Attraverso le attività proposte, si vuole sottoporre
alla Bielorussia ed all’Europa, il problema della
deistituzionalizzazione dei bambini bielorussi ospiti
degli Internati e dell’inserimento lavorativo e
sociale degli stessi.
Per favorire la loro professionalizzazione e la loro autonomia
personale, si utilizzerà l’arte-terapia,
affiancando alle tradizionali attività di recitazione,
musica e danza, quelle artigianali di falegnameria, scenografia
e sartoria teatrale. Una delle attività che verranno
sviluppate sarà legata a percorsi di recupero delle
residue capacità dei bambini disabili attraverso
l’utilizzazione delle nuove applicazioni informatiche
e tecnologiche.
Inoltre, si sperimenterà un primo modello di coltivazione
agricola in serra.
Altri scopi pratici del progetto sono da ricercare nella
necessità avvertita dal partenariato di una rete
(in Bielorussia, in Italia e in Europa) tra le Associazioni,
gli Enti locali e la gente del territorio. Si ritiene
che, prioritariamente rispetto ai dibattiti e alle grandi
riflessioni comuni, sia necessario proporre alla gente
comune occasioni di incontro: attraverso l’aggregazione
nella festa, in giornate aperte anche agli emarginati,
si può cominciare ad arginare la paura del diverso,
che poggia le sue basi nella non-conoscenza dei problemi
sociali.
È importante arrivare alla fine di
ogni tappa del percorso alla organizzazione di una grande
festa (l’happening teatrale e culturale).
Il progetto “PINOCCHIO – Casa delle Arti e
dei Mestieri per adolescenti con disabilità psichica”
diviene allora un “work in progress”, cioè
un’occasione per porsi e porre delle domande ragionevoli;
per rendersi conto dell’impossibilità ontologica
di risposte definitive e della necessità di approntare
un proprio apparato personale e collettivo di interscambio
dialettico, nel recupero della memoria storica e della
specie.
L’attenzione alla diversità della persona
con disabilità psichica ovvero con disagio psichiatrico
vuole essere uno spunto per una riflessione più
globale sulla diversità e sulla peculiarità
di ogni persona umana.
Il Laboratorio non vuole essere un’isola felice,
una fuga dalla realtà. Pur dando ampio spazio alla
ricerca interiore e alle dinamiche di gruppo, si insinuerà
sul territorio, come problema e proposta politica nel
senso ampio del termine.
L’esperienza odierna in Italia spinge a cercare
il confronto con la società attraverso un prodotto
finito di qualità. La sfida culturale è
però, in ambito laboratoriale, quella di offrire
all’esterno un prodotto finito di qualità
inteso come processo in corso, come divenire.
Si ritiene che, nell’epoca dell'usa e getta, sia
venuta meno l’attenzione a ciò che c’è
dietro l’oggetto, soprattutto alle persone con una
propria dignità umana. Ecco allora l’importanza
di presentare il processo come prodotto, per ridare pregnanze
significanti diverse alle cose e alle persone che quelle
cose hanno prodotto.
Il
Protocollo di Intenti
È stato predisposto un Protocollo di Intenti, che
è stato approvato e firmato da Istituzioni pubbliche
e private bielorusse e italiane.
In tal senso, soprattutto le Amministrazioni Pubbliche
coinvolte, si impegnano a valutare gli obiettivi raggiunti
e ad assimilarne i risultati in riferimento ad una graduale
deistituzionalizzazione dei minori con disabilità.
Il Protocollo è stato approvato e firmato da:
- Presidente e Vice Presidente Provincia di Docksciezi
– Bielorussia
- Sindaco di Comune di Begoml – Bielorussia
- Direttore Internato di Begoml – Bielorussia
- Consigliere Delegato dal Sindaco per le politiche dell’Handicap
- Comune di Roma
- Presidente e Consigliere delegato per i gemellaggi IX
Municipio Comune di Roma
- Dirigente 27° Circolo Didattico Scuola “Giovanni
Cagliero” – Roma
- Parroco Parrocchia S. Stanislao – Roma
- Presidente Associazione Volontari “Il Cavallo
Bianco” - Roma. Il Protocollo è stato
approvato e firmato nel mese di Luglio 2004 ed è
stato successivamente trasmesso al Dipartimento Aiuti
Umanitari della Repubblica di Bielorussia (Minsk) che,
a seguito dell’istruttoria burocratica prevista,
ha concesso al progetto l’opportunità di
poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste
dalla legislazione bielorussa per gli aiuti e gli interventi
umanitari.
Il Protocollo è stato anche trasmesso all’Ambasciata
Italiana in Bielorussia (Minsk) e al Consolato della
Repubblica di Bielorussia in Italia (Roma), istituzioni
a cui è stato presentato ufficialmente in apposite
riunioni.
Nel mese di Luglio 2004, inoltre, è stato aperto
un apposito conto bancario in Bielorussia dedicato al
progetto sul quale è stata depositata immediatamente
l’intera somma necessaria per l’acquisto
della struttura da adibire a Casa-famiglia.
Nel mese di Settembre 2004, è stata acquistata
una bellissima casa di circa 160 mq. (con giardino,
orto, stalla, garage e bagno russo) presso il villaggio
di Begoml.
Successivamente, si è proceduto alla selezione
degli operatori da impegnare nelle attività della
Casa, all’acquisto di arredi e mobili, ad un primo
approvvigionamento alimentare, alle pratiche burocratiche
per il trasferimento nella Casa di alcuni ragazzi attualmente
internati in ospedale psichiatrico.
Il 30 Ottobre 2004, è stata ufficialmente inaugurata
a Begoml la Casa-famiglia, alla presenza anche di alcuni
rappresentanti dell’ Associazione.
Il 2 Dicembre 2004, è stata organizzata una presentazione
pubblica del progetto a Roma, in Campidoglio, alla presenza
del Consigliere Delegato dal Sindaco del Comune di Roma
per i problemi dell’handicap, Dott.ssa Ileana
Argentin.
Oltre ai partner bielorussi firmatari del Protocollo
di Intenti e alle attrici Maria Grazia Cucinotta e Lunetta
Savino, hanno partecipato all’importante iniziativa:
- Aleksej Scripko, Ambasciatore Repubblica di Bielorussia
in Italia
- Mauro Valeri, Comitato Minori Stranieri (organismo
interministeriale Ministeri Welfare, Esteri, Giustizia
e Interno)
- Augusto Battaglia, Commissione Affari Sociali Camera
dei Deputati
- Massimo Bonfatti, Responsabile progetto “Humus”
– Legambiente
- Laura Cialè, Dirigente Scolastico 27° Circolo
Didattico “Giovanni Cagliero”.
Il progetto è stato finanziato dalla FONDAZIONE
PFIZER (oltre che da diverse famiglie italiane, che
versano mensilmente un proprio contributo a titolo di
adozione a distanza).
Testimonial dell’iniziativa è l’attrice
MARIA GRAZIA CUCINOTTA.
Si può partecipare e adottare a distanza la
Casa-famiglia in Bielorussia, impegnandosi a versare
un contributo
mensile di almeno 10,00 (dieci/00) Euro, per almeno
tre anni.
c/c 23437/11 Banca di Roma – Ag. 14 –
Piazza Cesare Cantù – Roma
ABI 3002 - CAB 05029 – PIN “Q”
intestato a
Associazione Volontari “Il Cavallo Bianco”
Via G. Mantellini n. 8 – 00179 Roma
causale: Casa-famiglia Bielorussia
Per informazioni: info@ilcavallobianco.it
ULTERIORI INFORMAZIONI
(tra cui il testo del Protocollo di Intenti
e l’intero Progetto)
SI POSSONO TROVARE SUL SITO INTERNET
DELL’ASSOCIAZIONE VOLONTARI “IL CAVALLO
BIANCO”
in costante aggiornamento sulle iniziative in Bielorussia
e sulle attività in Italia
www.ilcavallobianco.it
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