Sostenibilità ambientale, risparmio
energetico, fonti rinnovabili: sono
parole chiave per la Regione
Piemonte, capisaldi nei quali crediamo
e cui attribuiamo un elevato valore
politico e strategico. Lo diciamo e
scriviamo con grande convinzione. Lo
dicono le nostre politiche ambientali
ed energetiche, ma lo dice, anche e
prima di tutto, la nostra visione del
problema: crediamo nelle azioni concrete,
come crediamo che un percorso
– per quanto ambizioso e impervio - si
costruisca un passo alla volta, camminando
nella direzione di marcia: per
questo non amiamo le deroghe e le
proroghe. Fermarsi, spostare a domani
il termine per raggiungere i risultati,
rimandare, serve forse a placare ansie,
ma non serve a prendersi carico dei
problemi.
Ogni volta che vince una
proroga o una deroga, perde un pò
della nostra credibilità: la Regione
Piemonte è consapevole di questo.
Come è consapevole della difficoltà
delle sfide che abbiamo di fronte, di
quanto siano ambiziose e impegnative.
Ma lo sguardo sui problemi deve
essere questo, altrimenti i problemi
rimarranno sempre tali e non diventeranno
mai soluzioni.
La riduzione delle emissioni inquinanti
e la continua diminuzione della disponibilità
di fonti fossili, soprattutto
a causa della crescita della domanda, ci
impone linee rigorose ed efficaci nel
campo della politica energetica.
Gli
scienziati impegnati su questi temi
sono ormai concordi su molti aspetti
dello scenario che abbiamo di fronte,
primo tra tutti l’esaurimento delle
fonti energetiche fossili, e in particolare
il petrolio. Il dibattito è aperto sulla
data in cui ciò avverrà, ma non sul
fatto che prima o poi estrarremo l’ultimo
barile.
Bene, cosa ci dicono gli scienziati? Sir
David King, già consigliere personale
del primo ministro inglese sui temi
scientifici e che mi piace citare anche
perché nel 2007 è stato insignito della
laurea ad honorem dalla nostra
Università di Torino, a proposito delle
sfide che ci troveremo ad affrontare
nel XXI secolo pone in evidenza 5
grandi questioni: la crescita della
popolazione, la distribuzione delle
risorse, l’ambiente, le malattie infettive
e il cambiamento del clima.
Temi sul tavolo dei governi di tutti i
Paesi, che certamente sono da affrontare
insieme, favorendo lo sviluppo di
politiche di cooperazione, avendo
anche il coraggio di imprimere netti
cambi di rotta. Sir King intravvede
due priorità:
1) sganciarsi dalla dipendenza
da fonti energetiche fossili;
2) puntare sulle rinnovabili e su strategie
di efficienza energetica.
Il Piemonte ha scelto esattamente questa
strada: incentivare progetti di efficienza
energetica e di razionalizzazione
dei consumi, puntare sulla diversificazione
delle risorse e incrementare
l’utilizzo delle fonti rinnovabili, come
gli impianti a biomassa, i solari, i termici,
i fotovoltaici e, in misura ridotta
anche la salvaguardia dell’ecosistema
dei fiumi, gli impianti idroelettrici.
Riferendosi solo al programma operativo
regionale i fondi europei stanziati
dalla Regione Piemonte per il periodo
2007-2013 ammontano a 270 milioni
di euro: una cifra importante che si sta
già traducendo in azioni e progetti
concreti. Oltre 6 milioni di euro sono
stati poi stanziati per sostenere economicamente,
con prestiti a tasso zero e
nell’ambito di un fondo rotativo, alcuni
interventi che perseguono obiettivi
di utilizzo dell’energia rinnovabile e
scopi formativi.
Oggi la potenza fotovoltaica
installata in Piemonte è di
6,15 MW (nell’ultimo anno siamo
passati da 595 a 899 impianti in esercizio),
con una producibilità di circa
6.800 MWh pari allo 0,3 per mille
della complessiva produzione regionale
di energia elettrica, che corrisponde
a circa 21.500 GWh. I progetti già
finanziati favoriranno l'installazione di
circa altri 4,5 MW, che si stima di far
arrivare a oltre 6 MW con gli altri progetti
in fase di valutazione. Sulla base
di questo trend e delle indicazioni del
piano operativo regionale, entro il
2010 la potenza installata in Piemonte
con impianti fotovoltaici potrà superare
i 30 MW.
In questa direzione va anche il protocollo di intesa firmato dai presidenti
della Regione Piemonte, Mercedes
Bresso, e della Regione Puglia, Nichi
Vendola, per la cooperazione tra le
due regioni nella produzione di energia
da fonti rinnovabili.
Si tratta di un
accordo della durata di cinque anni
basato sulla piena condivisione degli
obiettivi fissati dall'Unione Europea
che prevedono il 20% di produzione
di energia da fonti rinnovabili, una
riduzione del 20% di emissione di gas
serra, un aumento del 20% di risparmio
energetico, linee assunte dalla
Regione Piemonte, cui va aggiunto un
aumento del 10% di biocarburanti
ricavati non da fonti alimentari, ma da
cellulosa e residui legnosi.
Nel maggio 2008 abbiamo lanciato la
campagna “Uniamo le energie” con la
quale la Regione Piemonte, raccogliendo
l’invito dell’Unione Europea,
ha lanciato a tutti - cittadini, associazioni,
imprese - con la firma del
“Manifesto per l’indipendenza energetica
dal petrolio” la sfida di "unire le
energie", capitalizzando gli sforzi per
ridurre del 20% il consumo energetico
e le emissioni di gas serra, puntando
ad aumentare del 20% l’utilizzo di
fonti di energia alternative e rinnovabili.
Un grande obiettivo, da raggiungere
tutti insieme entro il 2020.
Continua purtroppo a esistere nel
nostro Paese una scuola di pensiero
ancorata al modello del nucleare che
pone resistenze allo sviluppo delle
energie rinnovabili. Noi crediamo
invece che il nucleare sia una scelta
pessima, economicamente nefasta, che
ha prodotto danni in passato e continuerebbe
a produrne in futuro.
La
Regione Piemonte ne ha in carico la
pesante eredità, stoccando l’80% delle
scorie nucleari italiane negli impianti
di Saluggia, Trino e Bosco Marengo.
Siamo invece convinti che le rinnovabili
siano una delle leve del futuro e
che si debba recuperare il tempo perso
investendo in ricerca, in attività produttive
e in formazione, sviluppando
progetti interregionali, incentivando
lo scambio di buone pratiche tra
regioni.
Il 15 giugno 2007 è entrata in
vigore la legge regionale n. 13 del 28
maggio 2007 in materia di certificazione
e rendimento energetico
nell'edilizia, in attuazione di una
direttiva dell'Unione Europea
(2002/91/CE), e ha come obiettivo
quello di conseguire un significativo
risparmio energetico nel settore dell'edilizia,
i cui consumi costituiscono
oltre il 30% del consumo energetico
complessivo a livello regionale.
Un’altra strada sulla quale abbiamo
puntato, laddove i sistemi lo consentono,
è il teleriscaldamento, modalità
che sfrutta il calore prodotto in prossimità
dell'area urbana servita, recuperando
energia che altrimenti andrebbe
perduta: un’altra azione di risparmio
sul consumo di combustibili fossili
che prepara Torino a diventare la città
più teleriscaldata d’Italia.
Per finire un esempio piccolo ma
molto significativo sul tema della
riduzione dei rifiuti, ci è dato dal
nostro progetto di Detersivi self-service.
A più di un anno e mezzo dall’installazione
della 1^ macchina, nel dicembre
del 2006, sono state risparmiate
circa 240mila bottiglie di plastica.
Tradotto in parametri ambientali
significa che non sono state emesse in
atmosfera 40 tonnellate di CO2, si
sono economizzati poco più di 600
MWh di energia elettrica e più di 15
tonnellate di plastica. Sono convinto
che incentivando una politica di riduzione
alla fonte dei rifiuti, importante
tanto quanto il recupero della materia,
si possano raggiungere performance
importanti. Il nostro obiettivo è di
scendere del 10 per cento entro il
2012, in pratica 200mila tonnellate in
meno di rifiuti prodotti. Il successo
del progetto è, in tal senso, un passo
significativo.
Per il cittadino, grazie ad
una organizzazione produttiva diversa,
si tratta di una trasformazione culturale
che interviene sulle azioni quotidiane
e sugli stili di vita, rendendo la relazione
uomo-ambiente più sostenibile,
ma che certamente non possiamo dare
per scontato trovi facili accoglienze da
parte dei cittadini. I più sensibili alle
tematiche ambientali accolgono queste
opzioni come la possibilità per fare
un gesto eco-compatibile in più, ma la
tensione culturale deve andare oltre.
Tanto più riusciamo a mettere a disposizione
opzioni di facile accesso e
fruizione, tanto più si ammorbidiranno
le resistenze dei più inflessibili.
Come responsabili di politiche pubbliche
che, in quanto tali, incidono
sulla qualità della vita di intere comunità
viviamo l’urgenza di compiere
scelte mature e, quanto più possibile,
virtuose per l’ambiente e i cittadini; in
tal senso un ruolo strategico significativo
è giocato anche da una corretta
comunicazione.