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Copertina della rivista

Linee elettriche alta tensione

 

Unire le energie

Il Piemonte ha scelto esattamente questa strada: incentivare progetti di efficienza energetica e di razionalizzazione dei consumi, puntare sulla diversificazione delle risorse e incrementare l’utilizzo delle fonti rinnovabili, come gli impianti a biomassa, i solari, i termici, i fotovoltaici. I fondi europei stanziati dalla Regione Piemonte per il periodo 2007-2013 ammontano a 270 milioni di euro: una cifra importante che si sta già traducendo in azioni e progetti concreti.





Sostenibilità ambientale, risparmio energetico, fonti rinnovabili: sono parole chiave per la Regione Piemonte, capisaldi nei quali crediamo e cui attribuiamo un elevato valore politico e strategico. Lo diciamo e scriviamo con grande convinzione. Lo dicono le nostre politiche ambientali ed energetiche, ma lo dice, anche e prima di tutto, la nostra visione del problema: crediamo nelle azioni concrete, come crediamo che un percorso – per quanto ambizioso e impervio - si costruisca un passo alla volta, camminando nella direzione di marcia: per questo non amiamo le deroghe e le proroghe. Fermarsi, spostare a domani il termine per raggiungere i risultati, rimandare, serve forse a placare ansie, ma non serve a prendersi carico dei problemi.

Ogni volta che vince una proroga o una deroga, perde un pò della nostra credibilità: la Regione Piemonte è consapevole di questo. Come è consapevole della difficoltà delle sfide che abbiamo di fronte, di quanto siano ambiziose e impegnative. Ma lo sguardo sui problemi deve essere questo, altrimenti i problemi rimarranno sempre tali e non diventeranno mai soluzioni. La riduzione delle emissioni inquinanti e la continua diminuzione della disponibilità di fonti fossili, soprattutto a causa della crescita della domanda, ci impone linee rigorose ed efficaci nel campo della politica energetica.

Grafica Gli scienziati impegnati su questi temi sono ormai concordi su molti aspetti dello scenario che abbiamo di fronte, primo tra tutti l’esaurimento delle fonti energetiche fossili, e in particolare il petrolio. Il dibattito è aperto sulla data in cui ciò avverrà, ma non sul fatto che prima o poi estrarremo l’ultimo barile. Bene, cosa ci dicono gli scienziati? Sir David King, già consigliere personale del primo ministro inglese sui temi scientifici e che mi piace citare anche perché nel 2007 è stato insignito della laurea ad honorem dalla nostra Università di Torino, a proposito delle sfide che ci troveremo ad affrontare nel XXI secolo pone in evidenza 5 grandi questioni: la crescita della popolazione, la distribuzione delle risorse, l’ambiente, le malattie infettive e il cambiamento del clima.

Temi sul tavolo dei governi di tutti i Paesi, che certamente sono da affrontare insieme, favorendo lo sviluppo di politiche di cooperazione, avendo anche il coraggio di imprimere netti cambi di rotta. Sir King intravvede due priorità:
1) sganciarsi dalla dipendenza da fonti energetiche fossili;
2) puntare sulle rinnovabili e su strategie di efficienza energetica.

Il Piemonte ha scelto esattamente questa strada: incentivare progetti di efficienza energetica e di razionalizzazione dei consumi, puntare sulla diversificazione delle risorse e incrementare l’utilizzo delle fonti rinnovabili, come gli impianti a biomassa, i solari, i termici, i fotovoltaici e, in misura ridotta anche la salvaguardia dell’ecosistema dei fiumi, gli impianti idroelettrici. Riferendosi solo al programma operativo regionale i fondi europei stanziati dalla Regione Piemonte per il periodo 2007-2013 ammontano a 270 milioni di euro: una cifra importante che si sta già traducendo in azioni e progetti concreti. Oltre 6 milioni di euro sono stati poi stanziati per sostenere economicamente, con prestiti a tasso zero e nell’ambito di un fondo rotativo, alcuni interventi che perseguono obiettivi di utilizzo dell’energia rinnovabile e scopi formativi.

Oggi la potenza fotovoltaica installata in Piemonte è di 6,15 MW (nell’ultimo anno siamo passati da 595 a 899 impianti in esercizio), con una producibilità di circa 6.800 MWh pari allo 0,3 per mille della complessiva produzione regionale di energia elettrica, che corrisponde a circa 21.500 GWh. I progetti già finanziati favoriranno l'installazione di circa altri 4,5 MW, che si stima di far arrivare a oltre 6 MW con gli altri progetti in fase di valutazione. Sulla base di questo trend e delle indicazioni del piano operativo regionale, entro il 2010 la potenza installata in Piemonte con impianti fotovoltaici potrà superare i 30 MW. In questa direzione va anche il protocollo di intesa firmato dai presidenti della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, e della Regione Puglia, Nichi Vendola, per la cooperazione tra le due regioni nella produzione di energia da fonti rinnovabili.

Si tratta di un accordo della durata di cinque anni basato sulla piena condivisione degli obiettivi fissati dall'Unione Europea che prevedono il 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili, una riduzione del 20% di emissione di gas serra, un aumento del 20% di risparmio energetico, linee assunte dalla Regione Piemonte, cui va aggiunto un aumento del 10% di biocarburanti ricavati non da fonti alimentari, ma da cellulosa e residui legnosi. Nel maggio 2008 abbiamo lanciato la campagna “Uniamo le energie” con la quale la Regione Piemonte, raccogliendo l’invito dell’Unione Europea, ha lanciato a tutti - cittadini, associazioni, imprese - con la firma del “Manifesto per l’indipendenza energetica dal petrolio” la sfida di "unire le energie", capitalizzando gli sforzi per ridurre del 20% il consumo energetico e le emissioni di gas serra, puntando ad aumentare del 20% l’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili. Un grande obiettivo, da raggiungere tutti insieme entro il 2020.

graficaContinua purtroppo a esistere nel nostro Paese una scuola di pensiero ancorata al modello del nucleare che pone resistenze allo sviluppo delle energie rinnovabili. Noi crediamo invece che il nucleare sia una scelta pessima, economicamente nefasta, che ha prodotto danni in passato e continuerebbe a produrne in futuro.

La Regione Piemonte ne ha in carico la pesante eredità, stoccando l’80% delle scorie nucleari italiane negli impianti di Saluggia, Trino e Bosco Marengo. Siamo invece convinti che le rinnovabili siano una delle leve del futuro e che si debba recuperare il tempo perso investendo in ricerca, in attività produttive e in formazione, sviluppando progetti interregionali, incentivando lo scambio di buone pratiche tra regioni.

Il 15 giugno 2007 è entrata in vigore la legge regionale n. 13 del 28 maggio 2007 in materia di certificazione e rendimento energetico nell'edilizia, in attuazione di una direttiva dell'Unione Europea (2002/91/CE), e ha come obiettivo quello di conseguire un significativo risparmio energetico nel settore dell'edilizia, i cui consumi costituiscono oltre il 30% del consumo energetico complessivo a livello regionale. Un’altra strada sulla quale abbiamo puntato, laddove i sistemi lo consentono, è il teleriscaldamento, modalità che sfrutta il calore prodotto in prossimità dell'area urbana servita, recuperando energia che altrimenti andrebbe perduta: un’altra azione di risparmio sul consumo di combustibili fossili che prepara Torino a diventare la città più teleriscaldata d’Italia. Per finire un esempio piccolo ma molto significativo sul tema della riduzione dei rifiuti, ci è dato dal nostro progetto di Detersivi self-service. A più di un anno e mezzo dall’installazione della 1^ macchina, nel dicembre del 2006, sono state risparmiate circa 240mila bottiglie di plastica.

Tradotto in parametri ambientali significa che non sono state emesse in atmosfera 40 tonnellate di CO2, si sono economizzati poco più di 600 MWh di energia elettrica e più di 15 tonnellate di plastica. Sono convinto che incentivando una politica di riduzione alla fonte dei rifiuti, importante tanto quanto il recupero della materia, si possano raggiungere performance importanti. Il nostro obiettivo è di scendere del 10 per cento entro il 2012, in pratica 200mila tonnellate in meno di rifiuti prodotti. Il successo del progetto è, in tal senso, un passo significativo.

Per il cittadino, grazie ad una organizzazione produttiva diversa, si tratta di una trasformazione culturale che interviene sulle azioni quotidiane e sugli stili di vita, rendendo la relazione uomo-ambiente più sostenibile, ma che certamente non possiamo dare per scontato trovi facili accoglienze da parte dei cittadini. I più sensibili alle tematiche ambientali accolgono queste opzioni come la possibilità per fare un gesto eco-compatibile in più, ma la tensione culturale deve andare oltre. Tanto più riusciamo a mettere a disposizione opzioni di facile accesso e fruizione, tanto più si ammorbidiranno le resistenze dei più inflessibili.

Come responsabili di politiche pubbliche che, in quanto tali, incidono sulla qualità della vita di intere comunità viviamo l’urgenza di compiere scelte mature e, quanto più possibile, virtuose per l’ambiente e i cittadini; in tal senso un ruolo strategico significativo è giocato anche da una corretta comunicazione.