SAPIO, acronimo di Società
Anonima Produzione Idrogeno e
Ossigeno, è nata nel 1922 per produrre
e commercializzare idrogeno e ossigeno
ottenuti già allora dalla dissociazione
elettrolitica dell’acqua.
Nel corso di oltre ottantacinque anni di
vita sono state sviluppate molteplici e
diverse tecnologie che, mediante l’impiego
di ossigeno e idrogeno, contribuiscono
a ridurre l’impatto ambientale
delle principali attività umane.
In relazione ai costanti incrementi di
richiesta di energia da parte delle
industrie, e di conseguenza ai costanti
aumenti di emissioni di CO2 e di altri
inquinanti nell’atmosfera dovuti alla
combustione di prodotti fossili quali
benzina, olii pesanti, metano, Sapio
grazie al proprio know how ha sviluppato
negli ultimi anni la possibilità di
ricavare o di produrre energia con le
proprie tecnologie ed i propri gas,
riducendo o eliminando completamente
le emissioni nocive in atmosfera.
Due esempi:
Essendo la molecola priva di carbonio,
si elimina infatti alla base il problema
della produzione di CO e CO2 nella combustione, avendo come prodotto
finale emesso in atmosfera solo vapore
acqueo.
Restano ancora da risolvere alcuni
problemi pratici nell’utilizzo dell’idrogeno
come vettore di energia: infatti la
sua molecola contiene più energia, in
peso, rispetto a qualsiasi altra sostanza,
ma poiché è l’elemento più leggero in
natura, si pongono scelte importanti
per quanto riguarda le caratteristiche
del suo stoccaggio.
Come si può vedere nella tabella, l’elevato
potere calorifico dell’idrogeno
misurato in kcal/kg, diventa poi molto
basso quando si va a considerare il
potere calorifico in kcal/mc.
Alla luce di quanto sopra, si è iniziato
a studiare a livello europeo e mondiale
come utilizzare su larga scala l’idrogeno,
come sostituto dei carburanti
attuali per l’autotrazione.
L’inquinamento ambientale riguarda
oggi in particolare le grandi città, in
cui gli inquinanti atmosferici industriali,
che arrivano dai camini delle
fabbriche e delle centrali termoelettriche
vicine alle città, si sommano a
quelli provenienti dal riscaldamento
degli edifici e dal traffico veicolare.
Per poter ridurre l’inquinamento globale,
sono state introdotte misure
molto restrittive sulle emissioni in
atmosfera, passando da combustibili
pesanti a combustibili sempre più leggeri
e con contenuti sempre più bassi
di zolfo.
Per quanto riguarda l’inquinamento
da autoveicoli, questo viene misurato
normalmente con l’emissione in
gr/km della CO2 derivante dalla combustione
all’interno del motore.
Dopo avere ridotto quest’ultima dagli
iniziali 300 gr/km e più, agli attuali
140/160 gr/km, sui piccoli motori ci
si è resi conto che non si può comunque
scendere a livelli molto inferiori
rispetto agli attuali con soli accorgimenti
costruttivi quali l’iniezione
common rail, le marmitte catalitiche,
il filtro FAP, ma bisogna intervenire
alla base sostituendo o modificando
gli attuali combustibili fossili, benzina,
gasolio, GPL, metano.
L’idea di SAPIO è stata quella di rivolgere
la propria attività di ricerca all’utilizzo
dell’idrogeno, che consentirebbe
di proporre veicoli caratterizzati da
emissioni di CO2 pari a zero.
La tabella sopra riportata è indicativa
delle diverse strade studiate per poter
utilizzare adeguatamente le caratteristiche
dell’idrogeno:
Il mezzo
deve essere dotato anche di un
sistema di accumulatori elettrici
importante.
Al momento i mezzi
in sperimentazione ricevono
l’80/90% dell’energia elettrica
necessaria da accumulatori elettrici
a bordo ed il 10/20% dell’energia
dalle fuel cells a idrogeno.
Migliorie importanti si attendono
sia da fuel cells a più elevato rendimento,
che da accumulatori al
litio molto più leggeri degli attuali
accumulatori al piombo.
Un reale sviluppo dei veicoli a idrogeno
non può prescindere dalla costruzione
di infrastrutture per la sua distribuzione
sull’intera rete stradale. La
realizzazione di un numero di stazioni
di rifornimento sufficienti per consentire
l’introduzione sul mercato di un
numero significativo di veicoli, si è stimato,
arriverebbe a costare circa mille
miliardi. Tuttavia esistono già esempi
virtuosi: in California è stata costruita
una rete di rifornimento per l'idrogeno
che alimenta qualche centinaia di
prototipi di automobili.
SAPIO su questo fronte è impegnata
con diversi progetti legati alla ricerca di nuovi sistemi di produzione idrogeno
sia elettrolitici che catalitici a basso
costo e ad alta resa, nonché a sviluppare
tutti i sistemi di stoccaggio e distribuzione
dell’idrogeno sia a bordo
veicolo che nelle stazioni di rifornimento.
Giova a questo punto citare come
esempio uno dei principali progetti di
ricerca che ha visto il Gruppo Sapio
partner tecnologico di diversi Enti
pubblici e privati: il Progetto per
Torino che ha portato alla realizzazione
del primo Autobus ad idrogeno italiano
alimentato con Fuel Cell.
Oltre che in numerosi altri progetti
per l’applicazione dell’idrogeno nel
settore automotive, come quelli che
prevedono la realizzazione e la sperimentazione
di veicoli ibridi alimentati
a Fuel Cell (Neo e H2Kart), Sapio è
stata coinvolta nel Progetto Europeo
Zeroregio per la realizzazione della
parte idrogeno di una stazione di
rifornimento multicombustibile, oltre
che nei principali progetti proposti
nell’ambito di Hydrogen Park a Porto
Marghera.
E’ stato inoltre realizzato ad Arezzo il
primo Idrogenodotto per la distribuzione
dell’idrogeno a diverse utenze
industriali in area urbana.
Autobus a idrogeno con fuel cell di Torino
Tutti i progetti per la mobilità sostenibile,
si inseriscono nell’ambito delle
iniziative proposte dalla Comunità
Economica Europea per ridurre l’inquinamento
atmosferico secondo differenti
scenari di sviluppo: nei prossimi
25 anni i veicoli a idrogeno passeranno
da un 3% minimo ad un 30%
del totale del parco veicoli, per fare poi
un ulteriore salto dal 40% al 75% nei
prossimi 40 anni.
L’obiettivo finale è molto ambizioso:
SAPIO per prima crede in questo
futuro ed investe in risorse umane,
ricerca e sviluppo tecnologico una
grossa parte delle proprie forze per
dare un contributo positivo al raggiungimento
dei target prefissati a
livello europeo e italiano.
Gas refrigeranti di nuova generazione nel
settore automobilistico
Un importante progetto vede impegnati Arkema e Gruppo Sapio
Di particolare interesse i risultati
della ricerca realizzata in collaborazione
tra Arkema, gruppo attivo a
livello internazionale nel settore
dei prodotti chimici per l’industria, alcuni partner automobilistici
e Gruppo Sapio, per lo sviluppo
del progetto HFO-1234yf.
A presentarlo - nel corso della
Giornata di Studio Ambiente svoltasi
a Torino il 21 ottobre nell’ambito
del Premio Sapio per la
Ricerca Italiana - è stato
Cristhophe Maldeme, Business
Manager MAC & Low GWP
Products di Arkema.
L'utilizzo dell'HFO-1234yf (tetrafluoropropene/
idrofluoruro-olefine),
in sostituzione dei refrigeranti
attualmente in uso, nei sistemi di
condizionamento dell'aria negli
autoveicoli, risponde all’esigenza
di ridurre le emissioni inquinanti e
quindi l’impatto ambientale sul
riscaldamento globale.
Il refrigerante per climatizzatori
auto HFO-123yf è infatti il candidato
preferito in Europa a sostituire
l'R-134a, gas elencato nel
Protocollo di Kyoto come pericoloso
per il surriscaldamento globale,
che sarà ufficialmente al bando
dal 2011 per tutti i nuovi modelli
di auto.
Il progetto che vede impegnati
Arkema e Gruppo Sapio nasce
quindi dalla volontà di dare una
risposta concreta, di sperimentare
soluzioni tecnologiche che consentano
di rispettare le indicazioni del Protocollo di Kyoto e i limiti
stabiliti dalla Commissione
Europea.
"I gas Fluorurati hanno dimostrato
la loro abilità nel seguire l'evoluzione
delle regolamentazioni
proponendo nuove soluzioni tecniche
capaci di limitare l'impatto
del loro utilizzo sull'ambiente" -
ha dichiarato Maldeme - "Le
evoluzioni generali dei regolamenti
e le specifiche esigenze del mercato
hanno portato ad una limitazione
del numero delle applicazioni
ma allo stesso tempo, a molecole
la cui complessità tecnologica produttiva è notevolmente aumentata.
Nel rispetto della Direttiva
Europea che impone l'utilizzo di
refrigeranti con un GWP inferiore
a 150 per le nuove piattaforme a
partire dal 2011 e degli sviluppi
condotti dai produttori dell'industria
automobilistica sull'HFO
1234yf, questo prodotto è oggi il
precursore di quella che sarà la 4a
generazione di Gas refrigeranti.
Questo risultato mostra l'importanza
di un impegno forte dell'industria
chimica nello sviluppo di
refrigeranti che implichino alte
finalità tecnologiche."