Divulgare la scienza

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Il linguaggio della ricerca: divulgare la scienza... un gioco da ragazzi!!

Gli studenti che dal 2004 hanno seguito “Il linguaggio della ricerca” sono diventati “divulgatori di notizie” mentre apprendevano alcune novità dal mondo della ricerca. Gli interventi dei ricercatori che commentano la loro esperienza.

Trasformare i giovani in “comunicatori scientifici” è la peculiarità di questo progetto di divulgazione: il suo percorso prevede, con il valore aggiunto del bilinguismo (italiano ed inglese), lezioni ed esercitazioni su temi scientifici, oggetto di ricerche “vive” in questo momento, alle quali si affiancano incontri con esperti nelle tecniche della divulgazione.

Il gruppo di ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Area della Ricerca di Bologna, che partecipa al progetto richiede infatti agli studenti un “prodotto” finale che può assumere le forme più svariate e dettate dalla creatività dei giovani. Il progetto è nato da un’idea di Carla Ferreri e negli ultimi anni è stato coordinato e gestito da Mila D’Angelantonio. I ricercatori coinvolti sono: S. Albertazzi, N. Armaroli, L. Bellucci, L. Capotondi, U. Corda, M. D'Angel - antonio, A. Degli Esposti, C. Ferreri, G. Marconi, F. Tampieri, A. Torreggiani, V. Vitale, A. Zanelli, N. Zitellini. Le tematiche trattate vanno dalla chimica alla biochimica, dalla fisica alla matematica alle scienze della terra. I ricercatori provengono dagli Istituti ISAC (Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima), ISMAR (Istituto di Scienze Marine) ed ISOF (Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività).

Altri protagonisti fondamentali del progetto sono gli insegnanti, perché gli ottimi risultati ottenuti sono dovuti al loro entusiastico impegno e desiderio di aggiungere nuovi contenuti al loro programma scolastico. In questi anni di attività hanno partecipato al progetto circa venti scuole di Bologna, Imola ed anche della regione (Cesena e Modena): Liceo linguistico e pedagogico “Laura Bassi”, Liceo Ginnasio “L. Galvani”, Licei scientifici “Copernico”, “Sabin”, “Righi”, “Fermi”, “Rambaldi Valeriani” (Imola), “S. Alberto Magno”; ITIS “Belluzzi” e “Aldini Valeriani”, ITC “Rosa Luxemburg” ed “E. Mattei” (San Lazzaro di Savena), Liceo Classico “M. Minghetti” ed “Alfieri”, Licei “Manzoni” e “Montalcini” della Fondazione Malavasi, Liceo classico, scientifico e linguistico del “Collegio San Luigi”, ITAS “Garibaldi” di Cesena, I.I.S. “Archimede” di San Giovanni in Persiceto, I.I.S. “Luosi” e Liceo classico “Pico” di Mirandola (MO). I lavori divulgativi finora raccolti arrivano quasi a 300.

Da un questionario anonimo, proposto a studenti ed insegnanti, è emerso che il progetto “serve” per far conoscere il CNR (solo il 38% degli studenti era al corrente dell’esistenza del CNR prima delle lezioni); gli studenti hanno gradito il contatto con noi e giudicato positivamente l’importanza della loro opera divulgativa; tutti gli insegnanti ritengono che il progetto apporti innovazione ed aggiornamento alla loro attività professionale; la proposta è giudicata molto positivamente e gradita come approccio nuovo ed interdisciplinare alle materie scientifiche. Per dare agli studenti la padronanza delle necessarie competenze giornalistiche e divulgative, ci si è avvalsi in passato della collaborazione dell’Ufficio Stampa del CNR e di giornalisti di un quotidiano locale (“Il domani di Bologna”).

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Da quest’anno è iniziata una collaborazione con il Rotary International – Gruppo Felsineo, nelle persone di Francesco Piazzi, esperto in linguistica della divulgazione, e di Paola Rubbi, notissima giornalista del TG3 dell’Emilia Romagna. Gli esperti in tecniche della divulgazione sono: Francesco Piazzi e Paola Rubbi (Rotary International – Gruppo Felsineo); la redazione del quotidiano locale de “Il Domani di Bologna” (in particolare Nicola Cappellini e Silvestro Ramunno); Rita Bugliosi dell’Ufficio Stampa del CNR. "Il linguaggio della ricerca" si pone con questo approccio innovativo nell'ambito del rapporto fra scienza e società mettendo in comunicazione il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica. Coinvolge gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di ogni tipologia in un percorso di apprendimento della divulgazione scientifica nelle due lingue, italiano ed inglese, cercando anche di rendere familiare ed attraente il lavoro della ricerca scientifica.

Durante l’anno scolastico si organizzano: convegni annuali con la premiazione dei lavori maggiormente aderenti alle aspettative del progetto, con mostra e proiezione di tutto il materiale meritevole; incontri e di - scussioni fra ricercatori ed insegnanti, seminari di divulgazione. La partecipazione a giornate di studio, come quella organizzata dal Premio Sapio per la divulgazione scientifica il 21 ottobre 2008, è stata una bellissima esperienza condivisa da Mila D'Angelantonio con studenti ed insegnanti del Liceo Ginnasio “L. Galvani” e Scientifico “N. Copernico” di Bologna, e dell’ITAS “G. Garibaldi” di Cesena.

Il progetto è stato presentato con successo anche in altri ambiti e convegni. Il bilinguismo che caratterizza “Il linguaggio della ricerca” è fondamentale perché spinge i giovani verso la comunicazione in più ambiti linguistici, così come richiesto alle nuove generazioni che nascono cittadine dell’Europa. In tal modo si profilano ai giovani anche orizzonti lavorativi poco praticati che, proprio in ambito europeo, richiedono competenze tecnico- scientifiche in settori multidisciplinari. In questi anni si sono ottenuti pregevoli articoli divulgativi e la creatività e fantasia degli studenti hanno portato alla produzione anche di filmati, pagine web, presentazioni di diapositive, fumetti e poster. I prodotti di maggior pregio sono riportati nel sito www.bo.cnr.it/linguaggiodellaricerca, ove sono reperibili anche tutte le altre informazioni. Mediante lavori multimediali ed articoli i ragazzi hanno provocato, in tutti coloro che li hanno visti, quella stessa emozione che il progetto vuole muovere in essi per motivarli ad amare la scienza e la sua diffusione mediante questo particolare percorso.

Gli interventi dei colleghi (di seguito riportati), che hanno commentato la loro esperienza nel progetto, sono testimonianza di questo sentire. Per concludere, Carla Ferreri desidera evidenziare il coinvolgimento dei ricercatori anche come esempio per i giovani di un tipo di professione che si svolge con grande passione, sino al punto da indurre alcuni studenti ad inventare un nuovo significato per l’acronimo del CNR, che diventa Crediamo Nella Ricerca.