Trasformare i giovani in “comunicatori
scientifici” è la peculiarità di questo
progetto di divulgazione: il suo
percorso prevede, con il valore
aggiunto del bilinguismo (italiano ed
inglese), lezioni ed esercitazioni su
temi scientifici, oggetto di ricerche
“vive” in questo momento, alle quali
si affiancano incontri con esperti
nelle tecniche della divulgazione.
Il gruppo di ricercatori del CNR
(Consiglio Nazionale delle Ricerche),
Area della Ricerca di Bologna, che
partecipa al progetto richiede infatti
agli studenti un “prodotto” finale che
può assumere le forme più svariate e
dettate dalla creatività dei giovani.
Il progetto è nato da un’idea di Carla
Ferreri e negli ultimi anni è stato
coordinato e gestito da Mila
D’Angelantonio.
I ricercatori coinvolti sono:
S. Albertazzi, N. Armaroli, L. Bellucci,
L. Capotondi, U. Corda, M. D'Angel -
antonio, A. Degli Esposti, C. Ferreri,
G. Marconi, F. Tampieri, A.
Torreggiani, V. Vitale, A. Zanelli, N.
Zitellini.
Le tematiche trattate vanno dalla chimica
alla biochimica, dalla fisica alla
matematica alle scienze della terra. I
ricercatori provengono dagli Istituti
ISAC (Istituto Scienze dell’Atmosfera
e del Clima), ISMAR (Istituto di
Scienze Marine) ed ISOF (Istituto
per la Sintesi Organica e la
Fotoreattività).
Altri protagonisti fondamentali del
progetto sono gli insegnanti, perché
gli ottimi risultati ottenuti sono
dovuti al loro entusiastico impegno e
desiderio di aggiungere nuovi contenuti
al loro programma scolastico.
In questi anni di attività hanno
partecipato al progetto circa venti
scuole di Bologna, Imola ed anche
della regione (Cesena e Modena):
Liceo linguistico e pedagogico “Laura
Bassi”, Liceo Ginnasio “L. Galvani”,
Licei scientifici “Copernico”, “Sabin”,
“Righi”, “Fermi”, “Rambaldi Valeriani”
(Imola), “S. Alberto Magno”; ITIS
“Belluzzi” e “Aldini Valeriani”, ITC
“Rosa Luxemburg” ed “E. Mattei”
(San Lazzaro di Savena), Liceo
Classico “M. Minghetti” ed “Alfieri”,
Licei “Manzoni” e “Montalcini” della
Fondazione Malavasi, Liceo classico,
scientifico e linguistico del “Collegio
San Luigi”, ITAS “Garibaldi” di
Cesena, I.I.S. “Archimede” di San
Giovanni in Persiceto, I.I.S. “Luosi” e
Liceo classico “Pico” di Mirandola
(MO).
I lavori divulgativi finora raccolti
arrivano quasi a 300.
Da un questionario anonimo, proposto
a studenti ed insegnanti, è emerso
che il progetto “serve” per far conoscere
il CNR (solo il 38% degli studenti
era al corrente dell’esistenza del
CNR prima delle lezioni); gli studenti
hanno gradito il contatto con noi e
giudicato positivamente l’importanza
della loro opera divulgativa; tutti gli
insegnanti ritengono che il progetto
apporti innovazione ed aggiornamento
alla loro attività professionale;
la proposta è giudicata molto positivamente
e gradita come approccio
nuovo ed interdisciplinare alle materie
scientifiche.
Per dare agli studenti la padronanza
delle necessarie competenze giornalistiche
e divulgative, ci si è avvalsi in
passato della collaborazione
dell’Ufficio Stampa del CNR e di
giornalisti di un quotidiano locale
(“Il domani di Bologna”).
Da quest’anno
è iniziata una collaborazione
con il Rotary International – Gruppo
Felsineo, nelle persone di Francesco
Piazzi, esperto in linguistica della
divulgazione, e di Paola Rubbi, notissima
giornalista del TG3 dell’Emilia
Romagna.
Gli esperti in tecniche della divulgazione
sono: Francesco Piazzi e Paola
Rubbi (Rotary International –
Gruppo Felsineo); la redazione del
quotidiano locale de “Il Domani di
Bologna” (in particolare Nicola
Cappellini e Silvestro Ramunno);
Rita Bugliosi dell’Ufficio Stampa del
CNR.
"Il linguaggio della ricerca" si pone
con questo approccio innovativo nell'ambito
del rapporto fra scienza e
società mettendo in comunicazione il
mondo della scuola e quello della
ricerca scientifica. Coinvolge gli studenti
delle scuole secondarie di
secondo grado di ogni tipologia in un
percorso di apprendimento della
divulgazione scientifica nelle due lingue,
italiano ed inglese, cercando
anche di rendere familiare ed attraente
il lavoro della ricerca scientifica.
Durante l’anno scolastico si organizzano:
convegni annuali con la premiazione
dei lavori maggiormente
aderenti alle aspettative del progetto,
con mostra e proiezione di tutto il
materiale meritevole; incontri e di -
scussioni fra ricercatori ed insegnanti,
seminari di divulgazione. La partecipazione
a giornate di studio, come
quella organizzata dal Premio Sapio
per la divulgazione scientifica il 21
ottobre 2008, è stata una bellissima
esperienza condivisa da Mila
D'Angelantonio con studenti ed
insegnanti del Liceo Ginnasio
“L. Galvani” e Scientifico
“N. Copernico” di Bologna, e
dell’ITAS “G. Garibaldi” di Cesena.
Il progetto è stato presentato con
successo anche in altri ambiti e
convegni.
Il bilinguismo che caratterizza “Il linguaggio
della ricerca” è fondamentale
perché spinge i giovani verso la
comunicazione in più ambiti linguistici,
così come richiesto alle nuove
generazioni che nascono cittadine
dell’Europa. In tal modo si profilano
ai giovani anche orizzonti lavorativi
poco praticati che, proprio in ambito
europeo, richiedono competenze tecnico-
scientifiche in settori multidisciplinari.
In questi anni si sono ottenuti pregevoli
articoli divulgativi e la creatività
e fantasia degli studenti hanno portato
alla produzione anche di filmati,
pagine web, presentazioni di diapositive,
fumetti e poster. I prodotti di
maggior pregio sono riportati nel sito
www.bo.cnr.it/linguaggiodellaricerca,
ove sono reperibili anche tutte le altre
informazioni.
Mediante lavori multimediali ed articoli
i ragazzi hanno provocato, in
tutti coloro che li hanno visti, quella
stessa emozione che il progetto vuole
muovere in essi per motivarli ad
amare la scienza e la sua diffusione
mediante questo particolare percorso.
Gli interventi dei colleghi (di seguito
riportati), che hanno commentato la
loro esperienza nel progetto, sono
testimonianza di questo sentire.
Per concludere, Carla Ferreri desidera
evidenziare il coinvolgimento dei
ricercatori anche come esempio per i
giovani di un tipo di professione che
si svolge con grande passione, sino al
punto da indurre alcuni studenti ad
inventare un nuovo significato per
l’acronimo del CNR, che diventa
Crediamo Nella Ricerca.