Il ruolo di Agenas, l’Agenzia nata per svolgere un ruolo di collegamento e di supporto decisionale, sia per il Ministero della Salute sia per le Regioni, sulle strategie di sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale.
In premessa, è opportuno ricordare
che il Servizio sanitario nazionale,
istituito con la legge 23 dicembre
1978, n. 833, si colloca oggi, a distanza
di più di 30 anni, ai primi posti tra
i sistemi sanitari dei paesi occidentali
(statistiche OCSE, elaborate secondo
il criterio della qualità, correlata alla
sostenibilità finanziaria).
Si tratta di un riconoscimento importante,
dal momento che il sistema
pubblico universalistico, ancor più
nell’attuale situazione di crisi economica
e sociale, rinsalda un principio
di solidarietà tra cittadini e Stato e di
solidarietà tra cittadini, poiché garantisce
una presa in carico complessiva
dei bisogni dei cittadini.
Dobbiamo considerare, inoltre, che il
sistema sanitario italiano esprime una
valenza positiva anche sotto il profilo
economico, in quanto alla lunga è
quello a costi minori, giacché è dimostrato
che i sistemi assicurativi o misti
hanno costi maggiori, tanto che, non
a caso, diversi paesi europei e gli stessi
Stati Uniti si stanno orientando verso
sistemi simili al nostro; esso, inoltre,
produce innovazione e lavoro e può
costituire un “traino” per lo sviluppo
economico e tecnologico.
Proprio per quanto attiene allo sviluppo
tecnico-scientifico, nodo cruciale di
ogni sistema sanitario, voglio ricordare
il ruolo che oggi svolge AGENAS,
l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari
regionali.
L’Agenzia, nata per
svolgere un ruolo di collegamento e
di supporto decisionale sia per il Ministero
della salute sia per le Regioni
sulle strategie di sviluppo del Servizio
sanitario nazionale, ha registrato negli
anni un progressivo accrescimento di
compiti, favorito anche dalla circostanza
che gli indirizzi che riceve sono
emanati dalla Conferenza Unificata,
cioè dall’organismo che racchiude
tutti i livelli territoriali di governo
della Repubblica.
Questi indirizzi le
assegnano sinteticamente la funzione
di “supporto tecnico - operativo alle
politiche di governo condivise tra
Stato e Regioni per lo sviluppo e la
qualificazione del Servizio sanitario
nazionale”. Inoltre, all’Agenzia è stato
espressamente riconosciuto dalla finanziaria
per il 2008 il ruolo di organismo
tecnico-scientifico del Servizio
sanitario nazionale.
I compiti dell’Agenas, inizialmente limitati
- si fa per dire - alla valutazione
comparativa dei costi e dei rendimenti
dei servizi, alla segnalazione delle
disfunzioni e degli sprechi, si sono,
con il passar del tempo, arricchiti di
nuove funzioni nel settore della valutazione
delle tecnologie sanitarie,
attraverso le attività di HTA (Health
Technology Assessment), cioè di programmi
che ricoprono un significato
strategico per il miglioramento
della qualità dei servizi in una logica
di sostenibilità del sistema sanitario.
L’Agenzia, con le sue attività di HTA,
è promotrice di un approccio ampio
all’introduzione ed alla valutazione
dell’innovazione tecnologica, che si
realizza mediante diverse iniziative
di collaborazione con il Ministero
della salute, con le Regioni, con i più
importanti network internazionali
(INAHTA, Euroscan, EunetHTA).
L’impegno dell’Agenzia nella valutazione
delle tecnologie sanitarie è
andato crescendo nel tempo, al pari
della maturazione nel Paese della consapevolezza
dell’esigenza di potenziare
tali capacità di valutazione, operando,
con funzioni di coordinamento,
in diverse Regioni e presso alcune
strutture sanitarie dove già operavano
nuclei di valutazione delle tecnologie.
Venendo in contatto con queste
diverse esperienze, ci si è sempre più
resi conto che esiste un problema di
omogeneità metodologica, che parte
anche dall’omogeneità linguistica,
rispetto alla quale l’unico metodo è
quello che in Agenzia abbiamo cominciato
a chiamare il metodo HTA,
sulla valutazione delle tecnologie sanitarie.
In sostanza, non si tratta di sovrapporre
un’attività di valutazione o di
coordinamento alle attività regionali
già esistenti, ma di riuscire a collegarle
fra loro, utilizzando anche tecniche
di auto coordinamento regionale, che
sono ben descritte nelle norme, ma
che concretamente non si attuano o
sono molto difficili da verificarsi nella
realtà.
I punti di forza e di debolezza evidenziati
inducono ad interpretare come
una opportunità la creazione della
Rete collaborativa Interregionale per
l’HTA (RIHTA), iniziativa promossa
e coordinata dall’Agenas, che porterà
alla condivisione delle esperienze
e dei risultati maturati dai diversi
organismi che in Italia, con tempi e
capacità distinti, stanno effettuando
valutazioni di HTA o attività similari.
In tale ambito, la conoscenza delle
condizioni di operatività delle diverse
realtà, del know-how disponibile e
delle esperienze in atto potrà consentire,
attraverso il confronto continuo
e la condivisione di strumenti metodologici,
lo sviluppo della cultura
dell’Health Technology Assessment
e, soprattutto, favorire l’affermarsi
di pratiche cliniche, gestionali e programmatorie
basate sulle evidenze e
sulla trasparenza.
Attualmente, l’Agenzia sta svolgendo
attività di assessment in particolare
nel settore dei dispositivi medici, a
supporto della Commissione nazionale
per i dispositivi medici. In particolare,
sono stati prodotti i primi tre
report nazionali di HTA riguardanti:
i test rapidi per l’influenza (bed-side),
la protesi totale d’anca e la video capsula
endoscopica. Altri due report,
di recente produzione, riguardano la
protesi di ginocchio e le metodiche
diagnostiche dell’osteoporosi.
Nella produzione dei report la metodologia
adottata è ispirata a principi
di indipendenza e massima trasparenza
in un’ottica di sanità pubblica,
oltre che basata sulle migliori evidenze
disponibili.
Inoltre, è stato avviato il progetto
C.O.T.E. (Centro di Osservazione
delle Tecnologie sanitarie Emergenti)
che si prefigge di mettere a punto
un sistema nazionale di Horizon
scanning, a partire da un’ampia rete
di segnalazione territoriale; nella
fase sperimentale sono coinvolte 11
Università, 12 tra Regioni e Agenzie
Sanitarie Regionali, diverse Società
Scientifiche, tra le quali la FISM (Federazione
Italiana Società Medicoscientifiche)
e la SIFO, 6 industrie,
attraverso Assobiomedica, oltre che
un rappresentante dell’Istituto Superiore
di Sanità e una rappresentanza
del Ministero della Salute.
Il progetto COTE si prefigge di dotare
i decisori, a qualsiasi livello di
governo essi operino (professionisti,
aziende sanitarie, regioni, ministero),
di valutazioni tempestive su tecnologie
emergenti che possono avere un
impatto rilevante, non ancora adottate
dal sistema sanitario o disponibili
per usi clinici solo da breve tempo e
che si trovano generalmente nella fase
di lancio o nella fase iniziale postmarketing.
I vantaggi di sviluppare
quest’attività sono rappresentati, da
un lato, dalle maggiori opportunità di
rendere fruibili ai cittadini le innovazioni,
con rapporto beneficio/rischio
migliore, nonché di stimolare la produzione
di evidenze sulle tecnologie
più promettenti, e dall’altro di meglio
programmare, in ambito economico,
gli investimenti tecnologici.
Lo sviluppo della valutazione delle
tecnologie sanitarie è sicuramente
positivo, nella prospettiva di una maturazione
complessiva della capacità
di governo dell’innovazione tecnologica;
tuttavia, è evidente l’esigenza di
trovare forme di coordinamento per
evitare i rischi di introduzione (o di
aumento) di elementi di iniquità nel
sistema, di disomogeneità metodologica,
di dispersione (duplicazione,
ecc.) e sottoutilizzo di know-how, di
diffusione di valutazioni carenti o di
dubbia affidabilità, del perpetuarsi, a
vari livelli, di comportamenti carenti
di una approfondita valutazione preventiva
e di un monitoraggio delle
scelte tecnologiche, che coinvolgono
interessi e capitali, con rischio di
spreco di risorse economiche e conseguente
freno dell’innovazione e
del miglioramento della qualità dei
servizi.
L’Agenzia, coinvolgendo i diversi
stakeholder e concorrendo alla creazione
di una Rete nazionale che vedrà
nel portale dell’Health Technology
Assessment la piattaforma funzionale,
intende quindi contribuire alle iniziative
volte alla stabilizzazione di funzioni
di HTA a livello regionale e locale
e, allo stesso tempo, promuovere
omogeneità metodologica, condivisione
delle informazioni e diffusione
di strumenti per la programmazione
e valutazione dell’introduzione e della
gestione delle innovazioni tecnologiche.
In particolare poi, le attività di HTA
di Agenas per le Regioni sottoposte
a Piano di rientro (per le quali si è
evidenziata una particolare debolezza
nel governo dell’innovazione tecnologica)
sono indirizzate a svolgere un
ruolo di affiancamento nella valutazione
dei rispettivi parchi tecnologici
e delle condizioni di acquisto.