Sezioni Tematiche

Editoriale

Promuovere
le Diverse Abilità

Pensare... per Tutti

Progetti per una Vita più Facile

Tecnologia
& Riabilitazione


Testimonianze

L'Opinione

L'Intervento

 
 
Un progetto di formazione professionale alle attività artistiche rivolto a pazienti seguiti dal Dipartimento di Salute Mentale dell’USL Bologna Nord. La scommessa di realizzare una compagnia teatrale stabile, grazie al lavoro comune di operatori, artisti, allievi, istituzioni, è stata vinta; il successo più grande è il cambiamento della vita di persone che hanno trovato, grazie all’attività artistica, uno spazio prezioso di condivisione e comunicazione, dando un senso nuovo alla propria esistenza. Un percorso complesso e appassionante che testimonia il valore dell’impegno contro i pregiudizi. Applausi lunghissimi ad ogni spettacolo.
Sono passati ormai più di tre anni da quando l’idea di proporre un percorso formativo alle attività artistiche per persone seguite dal Dipartimento di Salute Mentale dell’USL Bologna Nord era soltanto un progetto. Ciò che ha permesso la realizzazione di questo complesso ed emozionante lavoro, potrebbe essere raccontato in tanti modi e da tanti punti di vista. Potrebbe essere visto come un viaggio, affinché il valore dell’esperienza possa assumere il ruolo di protagonista e trasmettere quella grande spinta trasformativa che ha caratterizzato la complessiva realizzazione del percorso. Ci si potrebbe soffermare sui significati terapeutici e riabilitativi che questa attività ha assunto per le persone che hanno chiesto l’aiuto di un servizio di salute mentale e che si sono poi ritrovate a seguire un corso di teatro o di arte burattinaia e interrogarsi sul significato del termine “miglioramento” , sia soggettivo che oggettivo, delle condizioni e della qualità di vita di queste persone. Si potrebbero evidenziare gli aspetti organizzativi, la metodologia, gli strumenti utilizzati, e tutto ciò che ha reso concretamente possibile lo strutturarsi di un terreno fertile, per permettere e garantire ad un gruppo di persone di lavorare insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune: la realizzazione di un prodotto artistico e culturale spendibile per quella preziosa relazione e scambio umano che avviene tra chi produce e chi fruisce di un’opera d’arte. Per chi vive e lavora quotidianamente alla realizzazione di un progetto che diventa realtà è spesso difficile cogliere l’essenza di ciò che ha permesso, nonostante tutte le difficoltà incontrate, il raggiungimento dell’obiettivo. Soprattutto quando la scommessa è basata sull’incontro del mondo dell’arte con quello della salute, mentale, si potrebbe aggiungere, oppure lasciare che il termine salute coinvolga tutto ciò che è compreso in uno stato generale di equilibrio della persona. Questa scommessa, promossa dal Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’USL Bologna Nord (Dott. Filippo Renda), di realizzare una compagnia teatrale stabile ha coinvolto tutto il Servizio e in particolare un gruppo di operatori della salute mentale, un gruppo di artisti professionisti, un gruppo di allievi, un ente di formazione professionale. Questi i protagonisti diretti dell’esperienza ma la scommessa ha coinvolto indirettamente, e non per questo in misura minore, il Direttore Generale dell’Azienda USL Bologna Nord (Dott. Angelo Giovanni Rossi), che ha condiviso e partecipato fin dalle prime fasi del progetto; gli assessorati della formazione, della sanità e della cultura, che hanno sostenuto e investito in questo progetto, i familiari che hanno seguito gli allievi con partecipazione ed entusiasmo in tutto il percorso formativo; il pubblico che ha fruito degli spettacoli con emozione ed ha restituito, con l’applauso ad ogni rappresentazione, gioia, emozione e soddisfazione per il lavoro svolto.

Il viaggio è iniziato più di tre anni fa con la progettazione di due corsi di formazione, uno per le “Arti Burattinaie” e l’altro per le “Attività Teatrali”, in cui è stata prevista la partecipazione di due gruppi di pazienti ad un programma formativo articolato, realizzato da professionisti riconosciuti nei rispettivi ambiti artistici, con una organizzazione predefinita e stabile per orari, sedi e materie delle lezioni. Per entrambi i corsi si è realizzata una fase preliminare, molto importante e delicata, rappresentata dalla “selezione” dei partecipanti: trattandosi di persone seguite dai Servizi di Salute Mentale dell’Azienda USL Bologna Nord, la prima segnalazione è stata affidata agli operatori aventi in carico la persona. In seguito sono stati effettuati colloqui di selezione con i coordinatori artistici di entrambi i corsi, la responsabile e coordinatrice del progetto, gli operatori che avrebbero seguito gli allievi durante tutto il percorso formativo. In tali colloqui, è stato valutato soprattutto il livello motivazionale e attitudinale delle persone segnalate, al di là delle categorie diagnostiche o di sintomatologie cliniche.

Un’altra fase importante, preliminare all’inizio dei corsi, è stata la formazione dei gruppi di lavoro, costituiti sia da operatori della salute mentale che da operatori dell’arte. Per entrambi si trattava di una esperienza completamente nuova e questo ha comportato, come spesso accade di fronte alle novità, il complesso intreccio di aspettative appassionanti, di entusiasmo, di ansie, di insicurezze, di coraggio e di paura.

Sebbene ognuno di noi riconosceva nel proprio ruolo le specifiche funzioni e competenze professionali, era chiaro che si stava prospettando per tutti un modo diverso, nuovo, di svolgere il proprio lavoro.
Il primo anno di formazione alle “Arti Burattinaie”, attivato nel dicembre 1998 e finanziato direttamente dall’Azienda USL Bologna Nord, ha previsto attività laboratoriali per la ricerca e la realizzazione del progetto drammaturgico, nella quale tutto il gruppo di lavoro ha collaborato alla stesura del testo messo in scena; la costruzione dei burattini e dei loro costumi (“buratto”), attraverso l’insegnamento di tecniche di scultura, pittura, nozioni di sartoria e scenografiche, la costruzione di tutti gli elementi necessari alla realizzazione di uno spettacolo per burattini; l’insegnamento di tecniche di animazione del burattino e di recitazione, anche attraverso esercizi di improvvisazione; la costruzione della “baracca” da parte di tutto il gruppo di lavoro attraverso l’insegnamento di elementi di falegnameria, sartoria, illuminotecnica; l’organizzazione di alcuni spettacoli eseguiti da artisti burattinai professionisti per un pubblico infantile e partecipazione da dietro la “baracca” di tutto il gruppo di lavoro, al fine di favorire la conoscenza di questo tipo di arte. Infine, la fase di allestimento dello spettacolo che ha comportato una intensificazione degli incontri per la realizzazione delle prove. La realizzazione del progetto formativo è avvenuta sotto la direzione artistica di Tinin Mantegazza e grazie alla preziosa collaborazione della burattinaia Elena Baredi e dello scultore Natale Panaro.

Al termine di questa prima fase il gruppo si è dato un nome, Compagnia Senza Sipario, e ha presentato, con grande emozione, lo spettacolo “Roba da gatti” nel maggio 1999, presso il “Centro Minguzzi” di Bologna. Gli applausi, al termine della rappresentazione, da parte del pubblico, numeroso, e composto anche da familiari e operatori del nostro Centro di Salute Mentale, sono stati il segno che la prima scommessa era stata vinta. A questa prima rappresentazione sono seguite numerose repliche: a giugno presso il Palazzo dei Congressi di Bologna, in occasione del convegno internazionale “Star bene in ospedale”, davanti a centinaia di spettatori; a luglio, nella piazza di Gatteo Mare (CE), in occasione della “Festa della Micizia” e presso la scuola elementare di Pieve di Cento (BO), in occasione della festa conclusiva dei campi solari. L’offerta dello spettacolo ad un pubblico di bambini ha permesso l’incontro emozionante tra il gruppo e i piccoli che, alla fine dello spettacolo, curiosi di conoscere i burattini protagonisti della storia, vanno dietro la baracca insieme agli allievi. Nell’agosto ‘99 lo spettacolo è stato replicato all’interno di un importante incontro per gli artisti del teatro di figura: il Festival di Sorrivoli, affrontando il confronto con altri burattinai professionisti.
Nel luglio 2000 gli allievi del corso di formazione alle arti burattinaie, con il coordinamento artistico di Vittorio Zanella, hanno rappresentato un nuovo spettacolo, la fiaba sinfonica “Pierino e il lupo” nata dal talento musicale di Sergej Prokofiev, nella piazza centrale di Budrio (BO), in occasione della rassegna “Burattinando in Provincia”, a cui sono seguite diverse repliche nei comuni del territorio aziendale.

Il corso per la formazione alle “Attività Teatrali” viene attivato nel maggio 1999, grazie all’approvazione e al finanziamento, da parte dell’Assessorato alla Formazione Professionale, del progetto. L’azienda, infatti, incarica l'ente di formazione EFESO di presentare, alla Provincia di Bologna, una richiesta di finanziamento nell'ambito del piano provinciale per la formazione professionale 1999, per la realizzazione di un corso di 600 ore, rivolto a persone in carico al DSM dell'Azienda USL Bologna Nord. Il progetto prevedeva l’utilizzo di artisti professionisti che, con il loro lavoro di formazione, permettessero a ciascun partecipante di acquisire competenze nelle capacità espressive, mimiche e vocali, per l'interpretazione scenica di testi teatrali, di uso e modulazione della voce in rapporto allo spazio e in rapporto all'oggetto di comunicazione, capacità di relazione fisica con lo spazio e sviluppo delle possibilità espressive ritmiche e dinamiche del corpo, capacità di lettura di testi drammatici in rapporto alla possibilità di metterli in scena.

Sono stati, inoltre, previsti insegnamenti atti a sviluppare l'acquisizione di tecniche specifiche come, ad esempio, sartoria teatrale e scenografia, importanti per garantire ad ogni partecipante una formazione di base, per poter essere in grado di far parte di una compagnia teatrale in maniera produttiva e costruttiva.

La realizzazione del complesso programma formativo è stata affidata al regista teatrale Nanni Garella, nel ruolo di coordinatore tecnico delle attività artistiche, rendendo possibile sia l'articolazione delle materie necessarie al raggiungimento degli obiettivi formativi, sia il coinvolgimento degli artisti professionisti idonei alle docenze del corso. Nel maggio 1999 hanno avuto inizio le lezioni per un gruppo di 12 allievi, accompagnati per tutto il percorso da operatori del CSM e da docenti professionisti, impegnati per tre giorni alla settimana, per cinque ore al giorno. La compagnia sceglie il nome di Urziburzi.

Nel gennaio 2000, a conclusione di questo primo anno di formazione, gli allievi realizzano, insieme a giovani attori professionisti e a due infermieri del servizio, il loro primo debutto presso il Teatro Stabile “Arena del Sole” di Bologna, con lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, replicato per tre sere consecutive, raccogliendo un generoso consenso del pubblico e della critica.

Per la realizzazione del secondo anno di formazione, l’Azienda USL Bologna Nord incarica, nell’aprile 2000, l’ente di formazione FUTURA di presentare alla Provincia di Bologna una richiesta di finanziamento, sempre nell’ambito del piano provinciale per la formazione professionale, per il progetto “Teatro e Burattini: Allievi in scena”, articolato in due sottoprogetti: “Urziburzi: realizzazione di una compagnia teatrale”, di 600 ore e “Senza Sipario: realizzazione di una compagnia di burattinai”, di 400 ore.
Nel luglio 2000 hanno avuto inizio le lezioni del corso relativo alle attività teatrali per un gruppo di 14 allievi (9 allievi del precedente anno e 5 allievi inseriti nel gruppo dopo aver seguito un corso propedeutico con le materie del primo anno, realizzato dagli stessi docenti e finanziato dall’Azienda USL Bologna Nord), organizzate nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 14.00 alle 19.00, presso la sala “Dafni Carletti” di Pieve di Cento, messa a disposizione dal Comune e dall’Azienda.

Le materie previste, all’interno delle 600 ore, sono state di recitazione, improvvisazione, movimento, educazione musicale, fonetica e dizione, mimo, studio del personaggio, lavoro di gruppo, sicurezza sul lavoro e un periodo di stage. Durante la prima parte del corso, attraverso gli insegnamenti di recitazione, improvvisazione, gruppo, si è lavorato soprattutto sull’integrazione del gruppo stesso (considerando l’inserimento di nuovi allievi rispetto all’anno precedente) e sulla riflessione dell’obiettivo che ci si voleva porre, anche rispetto alla scelta artistica del testo. Dal 20 marzo 2001, gli allievi del corso di formazione alle attività artistiche hanno rappresentato, con attori professionisti, per ventuno sere consecutive, lo spettacolo “Fantasmi” di Luigi Pirandello, presso la “Sala Interaction” dell’Arena del Sole di Bologna. Questa rappresentazione, coprodotta dal Teatro Stabile “Nuova Scena” e dall’Associazione Arte e Salute O.N.L.U.S.(*), ha permesso il confronto con una vera e propria esperienza di lavoro, in qualità di attore teatrale, raggiungendo così uno degli obiettivi più ambiziosi del progetto: il riconoscimento professionale ed economico delle nuove capacità artistiche acquisite dagli allievi.

Nel settembre 2000 hanno avuto inizio le lezioni del corso relativo alle arti burattinaie per un gruppo di 12 allievi, alcuni dei quali avevano seguito il laboratorio nell’anno precedente, organizzate nei giorni di martedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso il “Centro Giovanile” di S. Giorgio di Piano (Sala polivalente del Comune di S. Giorgio). La necessità di un sistema organizzativo stabile e costante (requisiti necessari per la presentazione e realizzazione del sottoprogetto formativo), ha costituito, per questo corso, una novità rispetto al precedente anno, in cui non vi erano dei criteri organizzativi così precisi e predefiniti. Tale assetto ha avuto l’importante significato di “contenitore stabile”, concetto fondamentale per dare agli allievi un preciso senso di prevedibilità e rassicurazione, che ha permesso loro di impegnarsi con maggior facilità e profitto nell’apprendimento di nuove abilità.
Il programma formativo ha previsto insegnamenti quali: recitazione, animazione, costruzione dei burattini, scenografia, drammaturgia, scenotecnica, illuminotecnica, sartoria, di educazione musicale, sicurezza sul lavoro, lavoro di gruppo.

La prima fase del lavoro è stata caratterizzata dalla scelta ed elaborazione del testo drammaturgico (lezioni di drammaturgia) in cui il docente ha proposto una prima fase di “invenzione di storie”, anche gruppali, e una seconda fase di analisi di testi preesistenti, fino alla scelta definitiva del testo da mettere in scena (“I musicanti di Brema”), modificato da alcune rielaborazioni e spunti forniti dagli allievi stessi. In questa prima fase si sono susseguite anche lezioni di materie per l’apprendimento di diverse tecniche per la costruzione dei burattini (con carta di giornale e pasta di legno, con gommapiuma) e di tecniche scenografiche. Nel mesi successivi, terminata l’analisi del testo in senso drammaturgico e mnemonico, vi è stata una maggiore concentrazione sulle lezioni di recitazione e animazione del burattino, elementi di educazione musicale, elementi di sartoria (per imparare a costruire i vestiti dei burattini). Sono proseguite inoltre le lezioni di scenografia e di costruzione del burattino. Per tutti gli insegnamenti è stata prevista una prima parte del lavoro sulle regole generali dell’insegnamento (diverse tecniche di costruzione dei burattini, tecniche scenografiche, regole di recitazione, di movimento, ecc.) e una seconda parte più finalizzata allo specifico spettacolo realizzare. Anche lo sperimentare il lavoro in uno studio di registrazione, per la realizzazione delle canzoni e delle musiche dello spettacolo, ha rappresentato un’esperienza nuova e divertente per tutto il gruppo.

Il coordinamento artistico delle diverse fasi è stato affidato a Vittorio Zanella (burattinaio professionista), responsabile dell’allestimento e della messa in scena dello spettacolo. Il gruppo degli operatori che ha seguito gli allievi, durante tutto il percorso, ha avuto un pieno coinvolgimento sia nel programma formativo che nella realizzazione dello spettacolo.
Lo spettacolo “I musicanti di Brema” è stato replicato numerose volte in scuole e piazze del territorio aziendale, in importanti rassegne come “Burattinando in provincia”, in occasioni organizzate anche da altre AUSL regionali, per tutto il periodo estivo del 2001.

Il terzo anno di formazione del corso teatrale, pensato con i medesimi criteri organizzativi e metodologici, presentato alla provincia di Bologna sempre dall’ente di formazione Futura S.p.A., ha previsto per la Compagnia Urziburzi, un corso di specializzazione di circa 300 ore, in cui è stato approfondito il lavoro drammaturgico, di recitazione e improvvisazione, realizzato nel periodo da luglio a febbraio 2002, per poter affrontare con maggiori competenze la preparazione del nuovo spettacolo “I Giganti della montagna” di Luigi Pirandello e le repliche di “Fantami”.

Il percorso formativo della Compagnia Burattinaia Senza Sipario, tutt’ora in corso, permetterà di stabilizzare le competenze apprese e la realizzazione del nuovo spettacolo “La fortuna a chi tocca”.
Le competenze professionali raggiunte dagli allievi in questo, relativamente breve, arco di tempo hanno meravigliato tutti, anche noi operatori che abbiamo seguito il percorso da vicino e quotidianamente. Questa esperienza è stata per tutti motivo di crescita e non meno evidenti sono stati i miglioramenti clinici di molti allievi/pazienti.

Le lezioni hanno permesso una graduale acquisizione delle abilità necessarie alla formazione di un attore teatrale o di un burattinaio. Inizialmente è stato difficile anche per gli allievi stessi definire e comprendere questo nuovo spazio di attività, così diverso dagli ambulatori in cui si svolgono i colloqui oppure in cui si assume la terapia, ma con la presenza di figure così familiari come gli operatori del servizio. I docenti, con il loro compito formativo, e le cose nuove da imparare, provare, sperimentare, sono stati sia per gli allievi che per gli operatori, un prezioso aiuto per definire adeguatamente, giorno dopo giorno, il senso dell’esperienza che tutto il gruppo stava vivendo. D’altro canto, la presenza degli operatori ha permesso ai docenti di superare timori e ansie per l’avvicinamento ad un mondo così nuovo. Gradualmente, oltre ai primi segni evidenti dell’acquisizione di nuove abilità da parte degli allievi e ad una progressiva disponibilità a seguire il percorso formativo, sono nate preziose e intense relazioni affettive. Il rapporto tra operatori, pazienti e artisti professionisti, in collaborazione per la realizzazione di uno scopo comune, ha rappresentato, a nostro parere, una fondamentale e rara occasione di crescita e di scambio delle rispettive realtà ed esperienze, arricchente per tutti i partecipanti all’esperienza. Abbiamo visto crescere, gradualmente ma costantemente, tutti gli allievi di entrambi i corsi. L’impegno, la passione e la professionalità che ognuno ha dimostrato in questi anni, ha permesso loro di superare tutte le difficoltà insite nel complesso processo di formazione e abilitazione. E’ stato sorprendente vedere come in molti di loro siano avvenute profonde modificazioni nel modo di relazionarsi, di parlare, di farsi coinvolgere in una attività, nonostante la presenza di una sofferenza psichica.

Tutto il percorso formativo, il debutto, le repliche che si sono susseguite numerose e le prove necessarie per ciascuna di esse, sono state motivo di acquisizione, rafforzamento ed esercitazione delle competenze apprese, di sviluppo di un forte e stabile spirito di gruppo della compagnia. Ciascun partecipante ha avuto la possibilità di acquisire ed esercitare competenze quali la capacità di socializzare, di eseguire una attività di gruppo, di comunicare e relazionarsi agli altri attraverso modalità adeguate. Si è andata gradatamente sviluppando la capacità e l’abilità a partecipare ad una attività in cui è possibile condividere con altri divertimento e creatività, attraverso un progetto comune, partecipando ad una impresa collettiva.
Il confronto continuo, anche attraverso periodiche e costanti riunioni con gli operatori che stanno lavorando, con entusiasmo e passione, a questo progetto, ha permesso il rafforzamento di entrambi i gruppi di lavoro, garantendo una graduale e precisa definizione e strutturazione di una metodologia di lavoro più efficace ed efficiente per il raggiungimento degli obiettivi preposti.

In questi anni, per entrambi i corsi, è stato svolto un costante lavoro di gruppo settimanale, più strutturato, con l’obiettivo di creare uno spazio e un tempo per poter verificare ed elaborare l’esperienza attraverso il confronto e la discussione, per affrontare eventuali ansie e paure attivate dal percorso formativo, per facilitare l’integrazione del singolo nella dimensione di gruppo. Il mettersi seduti in cerchio, una volta alla settimana, ha rappresentato l’occasione per poter affrontare i momenti di difficoltà e per poter condividere momenti di gioia e di soddisfazione per i risultati raggiunti, aiutando tutto il gruppo ad approfondire la conoscenza reciproca e facilitando l’accettazione delle singolarità nel raggiungimento di un obiettivo comune. E’ anche in questi momenti che è stato possibile vedere nei mesi e negli anni un processo di trasformazione e di crescita sia individuale che gruppale. Forse inizialmente era persino difficile, per ciascuno, capire che cosa si dovesse fare, tutti così seduti in cerchio: era un gruppo di terapia, visto che la conduttrice è una psicologa? Bisognava parlare dei propri problemi personali? Chi erano poi tutte queste persone nuove? Queste sembravano essere le domande che risuonavano, nello spazio da noi delimitato, nei primi incontri, accompagnate da varie ansie e paure. Ma a poco a poco questo spazio si è trasformato in conoscenza, in possibilità di espressione e comunicazione, in capacità di riflessione. Gli incontri del primo anno sono stati caratterizzati dall’incertezza di poter raggiungere i primi obiettivi: seguire le lezioni, concentrarsi per così tante ore, superare il grande ostacolo dell’imparare il testo a memoria. Ma c’erano anche altri obiettivi, forse meno espliciti, come quello di conoscersi, di imparare a parlare in gruppo, di entrare in relazione con persone nuove (gli operatori, i docenti, i giovani attori, il regista), di creare un gruppo affiatato in cui poter trovare la forza e il coraggio di superare le difficoltà individuali. Al termine del primo anno il momento del gruppo era diventato sempre meno faticoso, era sempre più facile condividere pensieri ed emozioni, riconoscere i propri limiti e tentare di superarli, organizzarsi in modo costruttivo. La costante condivisione dell’esperienza, soprattutto dopo i primi successi, ha permesso lo svilupparsi di quel “sentimento di appartenenza”, bisogno fondamentale per ciascuno, che ha reso evidenti le influenze positive del gruppo anche sui percorsi di crescita individuali. E’ nato, a poco a poco, anche il piacere di condividere in gruppo alcuni traguardi individuali: riuscire a stare di più con gli altri anche al di là del corso, poter sperimentare esperienze nuove senza essere travolti da paure e sentimenti angoscianti, riconoscersi maggiori spazi di autonomia, percepire la possibilità di relazioni affettive più stabili e mature. Il graduale processo di cambiamento era ormai visibile e condivisibile: per ciascuno si era come riattivato qualcosa, come se il “motore della vitalità” avesse ripreso a funzionare meglio. Con questo non si vuole dire che il percorso sia stato privo di “crisi”. Per quasi tutti ci sono stati periodi critici, di grande difficoltà, in cui a volte è stato anche necessario interrompere momentaneamente l’attività. Ma quasi sempre sono stati presupposti di crescita e di emancipazione in cui, poter riprendere il progetto formativo e rifare parte del gruppo, hanno rappresentato un aspetto fondamentale. I gruppi del secondo anno sono stati caratterizzati da una maggiore capacità di elaborazione dei compiti da affrontare e delle difficoltà inerenti ad essi. Le discussioni erano centrate principalmente sull’analisi del testo da mettere in scena, sui personaggi, sugli obiettivi del lavoro che si stava svolgendo, sulle difficoltà e dubbi corrispondenti. Era evidente il piacere di stare insieme, di ritrovarsi, il desiderio di organizzare uno “stare insieme” anche al di fuori degli orari di corso, la maggiore capacità di comunicare in gruppo, il poter affrontare con minore difficoltà esperienze e relazioni nuove. Soprattutto nel gruppo degli allievi attori, molte le discussione produttive e costruttive sugli “scalognati” (i personaggi da interpretare nel nuovo spettacolo), sulla costruzione dello spettacolo, sulla nuova esperienza di lavorare con attori professionisti, sul dover affrontare tante repliche consecutive (ventuno) ed essere assunti con un regolare contratto in qualità di allievi attori. Anche i momenti critici sono stati affrontarli con maggiore tranquillità e maturità. Il lavoro del terzo anno ha portato ad un consolidamento del gruppo e all’acquisizione di una sempre maggiore autonomia, sia nella capacità organizzativa che nell’affrontare e risolvere problematiche interne al gruppo. E’ stato possibile analizzare le difficoltà incontrate attraverso il confronto e l’aiuto reciproco, trovando in esse lo stimolo per una continua crescita e progressiva realizzazione personale. Le stimolanti discussioni hanno permesso anche interessanti riflessioni su quale potrebbe essere, attraverso la loro esperienza e le competenze apprese, il proprio contributo per la lotta al pregiudizio sulla malattia mentale. Il processo di cambiamento ha coinvolto, in modo evidente e determinante, molti aspetti della loro esistenza e il loro rapporto con la sofferenza.

Li ringrazio per aver saputo trasformare questa esperienza, con impegno, passione e intelligenza, in una opportunità di ri-progettazione della loro esistenza e per avermi insegnato che questo è il successo più prezioso.

(*)L’Associazione, fondata nel gennaio 2000 anche grazie alle stimolazioni offerte dal progetto complessivo e riconosciuta come O.N.L.U.S. dal 20/06/2000, ha come scopo principale “l’attuazione di iniziative che tendano alla riabilitazione di utenti in carico ai servizi dell’Azienda USL Bologna Nord e delle altre aziende sanitarie e ospedaliere della regione Emilia Romagna, in situazione di svantaggio fisico, psichico o sociale, attraverso l’utilizzo di tecniche artistiche e drammaturgiche, con l’obiettivo di far conseguire abilità, professionalità e conoscenze utili anche ad un inserimento lavorativo, contribuendo alla promozione culturale grazie all’allestimento di spettacoli, mostre ed eventi in cui interagiscono operatori dei servizi, utenti e le loro famiglie ed artisti”.

 
Cerca nel sito
 
 
Arte e Salute Mentale

Il "PSH" Progetto Scuola Handicap a Venezia

 
 
Segnala tramite email >>