L'erezione è determinata dall'afflusso di sangue all'interno dei
corpi cavernosi del pene attraverso le arterie peniene, controllata
dal sistema nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico)
ed è modulata da stimoli provenienti dai centri corticali
superiori.
I corpi cavernosi del pene ricevono fibre dal parasimpatico sacrale
(S2-S4) attraverso i nervi pelvici, e dal simpatico toraco-lombare
(D12-L2) attraverso i nervi ipogastrici; le afferenze sensitive provenienti
dalla cute del pene (in particolare dal glande) sono veicolate
dai nervi pudendi
(radici posteriori di S2-
S4).
Dopo una lesione
midollare nell'uomo le
funzioni sessuali risultano
sempre molto
compromesse.Si può verificare, infatti,
un completo sconvolgimento
delle funzioni
dell'apparato
genitale: sia la funzione
erettiva che quella eiaculatoria sono sempre deficitarie (a volte addirittura
assenti), con notevoli compromissioni
della potenza sessuale.
Inoltre viene quasi sempre alterata (o abolita) la sensibilità orgasmica.
E' opportuno comunque ribadire che esistono grosse variabilità individuali
legate al livello e alla completezza della lesione midollare, nonchè
alcune possibilità terapeutiche che verranno dettagliatamente illustrate
in seguito.
"Potrò ancora avere dei rapporti sessuali?" E' una delle domande che il medico si sente rivolgere più frequentemente
dai pazienti ricoverati in Unità Spinale: ciò non stupisce, soprattutto se si pensa che i giovani
rappresentano purtroppo un'alta percentuale dei pazienti mielolesi, a causa dei sempre più frequenti incidenti
stradali.
La frequenza e l'importanza della domanda sono anche figlie della cultura moderna, dove la sessualità
riveste un ruolo molto importante e delicato: da un terzo alla metà della popolazione degli Stati Uniti vorrebbe
migliorare la propria soddisfazione sessuale.
Al di là delle argomentazioni particolari che analizzeremo in seguito, la risposta di fondo a questa domanda
è che, pur in presenza di una lesione spinale, si possono trarre dalla sessualità notevoli gratificazioni,
anche
grazie alle nuove conoscenze,
all'educazione e alla comunicazione:
il piacere non necessariamente
diminuisce, in alcuni casi addirittura
aumenta.
La sessualità è il raggiungimento
comune del piacere fisico; nonostante
per alcuni sia limitata al coito, è importante
sapere che esistono pratiche sessuali
alternative altrettanto soddisfacenti.
Nelle lesioni complete la sensazione orgasmica
è presente nel 20% circa dei casi: si
tratta comunque di una
sensazione atipica e si
accompagna frequentemente
a segni di disreflessia
autonomica.
Nei
restanti casi l'orgasmo è
assente e rappresenta
per il mieloleso una
menomazione molto
grave.
In questi casi è molto
importante assistere il
paziente a crescere
nella propria capacità
di organizzare il sesso
in modo creativo e
confortevole, cercando
di vicariare, con
altre esperienze, alla
assenza di sensibilità
genitale.
E'
necessario che il paziente sperimenti nuove possibilità
sessuali, soluzioni diverse
per l'eccitamento e la risposta
sessuale (fantasie erotiche, stimolazione
di zone erogene genitali
ed extragenitali, esplorazione
di sensazioni intime, ricerca del
senso erotico in attività stimolanti
come il massaggio, la musica,
i messaggi verbali, le riviste o
le proiezioni erotiche), tecniche
di autostimolazione per riprendere
fiducia nel proprio corpo.
Di fondamentale importanza è il
ruolo della partner per "rassicurare"
con la propria presenza
attiva e consapevole e per partecipare
all'atto sessuale vero e
proprio mediante approcci e
modalità diverse finalizzate al
raggiungimento del massimo
piacere di entrambi (alternative
sessuali al coito, posizioni di
maggior piacere, attività preliminari,
uso di vibratori).
In molte occasioni, inoltre, può
essere utile un supporto psicologico
individuale o di coppia.
Generalmente il disagio psicologico
legato al possibile deficit
delle funzioni sessuali è il più difficile
da gestire. Nervosismo,
stress e orgoglio possono diminuire
la comunicazione, i tentativi
e le risposte sessuali.
La paura
e le preoccupazioni sono tra le
cause più frequenti di perdita di
erezione negli uomini e diminuiscono
la responsività sessuale
nelle donne.
Per evitare ulteriori complicazioni
è consigliabile evitare i rapporti
sessuali nei primissimi
periodi dopo l'inizio della rieducazione:
una severa disabilità
motoria e sfinteriale può determinare
delle grosse frustrazioni
molto dannose per il morale del
paziente ed il buon esito del
trattamento riabilitativo.
E' anche estremamente importante
che il paziente venga
messo al corrente della sua
situazione al momento opportuno,
tenendo ben presente, per
l'uomo, che la ricomparsa dell'erezione
può essere più tardiva
rispetto alla riacquisizione dell'autonomia
vescico-sfinterica e
intestinale (soprattutto nei paraplegici
con lesione bassa).
Il problema della sessualità si
complica ulteriormente per i
"single" per i quali è necessario
iniziare una relazione con una
nuova partner.
Per chiunque è
importante l'aspetto fisico, come
primo approccio nei confronti di
qualcuno che non si conosce, e,
spesso, anche una persona sana
si sente fisicamente inadeguata o
poco piacevole.
E' facile quindi
immaginare cosa questo possa
voler dire per un mieloleso in cui
la disabilità è subito evidente,
per esempio, per via della carrozzina;
è importante recuperare
la fiducia e continuare ad
avere cura di se e del proprio
corpo sia per piacere di più agli
altri, ma anche e soprattutto per
la propria autostima.
Nonostante la "presenza" della
carrozzina si deve
continuare ad uscire
e fare, nei limiti
del possibile, ciò
che si faceva prima
per conoscere
nuove persone,
nuovi ambienti e
quindi ricevere
nuovi stimoli.
Nonostante l'handicap,
la seduzione
per un mieloleso
è ancora possibile;
stabilito il primo contatto,
tutto dipende
da come i due partners
affronteranno la
vita sessuale ed il
problema della procreazione.
Si è visto
che nei soggetti più
giovani, in cui l'esperienza
sessuale è
minore, la riconversione
ad una sessualità
che "comprenda"
l'handicap
è facilitata.
La lesione midollare
compromette notevolmente
la funzionalità
erettiva.
Nei giorni immediatamente
successivi
ad un danno midollare,
durante la fase
di shock spinale,
non è possibile ottenere
l'erezione.
Una volta terminata
la fase di shock spinale,
si osserva la
ripresa dell'attività
riflessa midollare con
quadri clinici diversi
a seconda del livello
di lesione.
Nelle lesioni con
integrità del centro parasimpatico
sacrale (S2-S4), è possibile
osservare la ripresa di erezioni
cosiddette "riflesse", ottenute
mediante la stimolazione
(durante il coito, la masturbazione
o altro) del pene, in particolare
del glande: la validità e la
durata delle erezioni riflesse può
anche essere la medesima che il
paziente osservava prima dell'insorgenza
della mielolesione, ma
molto più frequentemente si
nota un andamento di tipo bifasico,
costituito da una prima fase
in cui l'erezione è completa, o
quanto meno valida per dare inizio
al coito, seguita, una volta
avvenuta la penetrazione,
da un calo di intensità tale
da costringere il soggetto
ad interrompere l'atto sessuale.
Le erezioni cosiddette psicogene
si presentano
più frequentemente nei
pazienti con lesione nel
centro sacrale: sono ottenute
a seguito di stimoli di
varia natura (soprattutto
visivi, ma anche uditivi ed
emozionali, "eroticamente
significativi") ma con
assenza di risposta alla stimolazione
cutanea peniena.
Le erezioni, mediate dall'attivazione
del centro
simpatico toraco-lombare
(controllato direttamente
dai centri corticali), sono
comunque di validità e
durata molto inferiori
rispetto alle erezioni riflesse
e consentono solo
raramente rapporti sessuali
soddisfacenti.
Nelle lesioni tra i due centri
(toraco-lombare e
sacrale) sono possibili sia
erezioni riflesse che psicogene,
mentre non si osserva
alcuna attività erettiva
quando entrambi i centri
sono lesi.
In caso di lesione completa,
inoltre, non si avrà,
durante il coito, alcuna
sensazione orgasmica.
Se la lesione non è completa
si possono osservare
sia erezioni riflesse che
psicogene, come pure la
persistenza di sensibilità
coitale e orgasmo.
Vi sono numerosi accertamenti,
sia di carattere clinico
che strumentale, che possono
essere effettuati per valutare
l'entità del deficit erettivo:
anamnesi (caratteristiche
dell'erezione,
libido, abitudini sessuali,
malattie associate,
uso di droghe o
farmaci);
esame obbiettivo
urologico e neurologico;
esami di laboratorio
(ormonali, ematochimici
generali);
esame Doppler delle
arterie peniene (per
valutare la funzionalità
circolatoria, di
base e dopo FIC);
esami neurourologici
(riflessi sacrali, potenziali
evocati somatosensoriali,
stimolazione
magnetica corticale,
risposta simpatico
cutanea, velocità
di conduzione motoria
del nervo pudendo,
velocità di conduzione
sensitiva del
nervo dorsale del
pene, elettromiografia
della muscolatura
del piano perineale);
studio urodinamico;
tumescenza peniena
notturna (per valutare
la presenza di erezioni
notturne);
arteriografia delle
arterie peniene;
cavernosografia (per
valutare la morfologia
dei corpi cavernosi
e le loro modificazioni
durante l'erezione);
erezione artificiale o
farmacoerezione
(mediante FIC, a
scopo diagnostico);
visual sex stimulation
(per valutare la risposta
erettiva del
paziente a stimoli di
natura erotica);
test psicologici.
Esistono, allo stato attuale, varie
possibilità di trattamento per i
deficit erettivi del mieloleso.
Le protesi peniene, sono attualmente
poco utilizzate: oltre ai
problemi di accettazione da
parte del paziente e della propria
partner, è necessario segnalare
l'elevata incidenza di complicanze
legate alla presenza della
protesi nei tessuti penieni.
La vacuumterapia è un sistema
meccanico che consente il
richiamo del sangue nei corpi
cavernosi mediante un cilindro
(dove è posizionato il pene)
all'interno del quale viene creato
il vuoto, cioè una pressione
negativa, con una pompa meccanica
o elettrica: l'erezione è
mantenuta per il tempo necessario
al coito applicando una
fascetta elastica alla base del
pene per impedire il deflusso del
sangue.
La Farmacoinfusione Intracavernosa
(FIC) di farmaci vasoattivi
(prostaglandine) rappresenta
la metodica terapeutica
più efficace e diffusa per favorire
la ripresa dell'attività erettiva nel
paziente mieloleso con lesione
S2-S4, mentre l'utilizzazione del
sildenafil (Viagra®) viene consigliata
nelle lesioni superiori a S2.
Prima di riprendere un'attività
sessuale regolare, deve essere
superata la fase di shock spinale,
e vanno risolti, per quanto possibile,
i problemi di natura vescicale
e intestinale.
Il paziente può aumentare l'intensità
delle proprie sensazioni
sessuali concentrandosi sulle
informazioni verbali della partner
circa la natura della stimolazione.
Dopo la lesione spinale
acquistano maggiore importanza
zone del corpo extragenitali,
come labbra e capezzoli, nonchè
sollecitazioni erotiche di natura
visiva.
E' evidente che una lesione midollare
incompleta comporterà una
prognosi migliore: non bisogna
comunque dimenticare che dal
punto di vista clinico le variabili
sono molteplici per cui può capitare
di trovarsi di fronte situazioni
diverse da quelle attese.
Grossa influenza va attribuita
all'equilibrio minzionale e all'integrità
dell'apparato vescico-sfinterico:
le erezioni sono più valide
a vescica piena, ma la
distensione vescicale
può indurre crisi di
disreflessia autonomica
o la comparsa di
fughe di urina durante
il rapporto; anche
l'orgasmo, che è presente
nel 20% circa
dei medullolesi, a
volte si può accompagnare
a crisi di disreflessia autonomica
(nelle mielosioni con
livello superiore a D6).
Per quanto riguarda il rapporto
sessuale vero e proprio si consiglia
generalmente a tutti i mielolesi
la posizione supina, per lo
meno durante i primi rapporti
dopo la lesione: oltre ad essere
la posizione più comoda, è
anche la posizione in cui il senso
di "incapacità fisica" è minore.
Con l'andar del tempo, però, la
maggior parte dei medullolesi
preferisce posizioni in decubito
laterale.
Liberamente tratto da "Blue Book"
di Mauro Menarini
Primario e Coordinatore del Dipartimento di Riabilitazione, Montecatone Rehabilitation Institute, Imola (Bologna)