Ilprogetto Njord è un’azione
di supporto finanziata dalla CEE DGXIII - Programma
Applicazioni Telematiche per anziani e disabili, finalizzata
a proporre sistemi di valutazione orientati sia alle
esigenze degli utenti sia allo sviluppo, progettazione,
implementazione e uso di componenti e sistemi domotici.
Al progetto, coordinato da KTH1, hanno collaborato oltre
a ICIE2 vari partner3 e subcontractor4 europei che hanno
integrato culture, competenze e professionalità per
indagare sull’uso dei differenti metodi di valutazione
dell’ambiente domotico con particolare riguardo all’impatto
sulla qualità di vita di anziani e disabili.
Il
risultato finale è stato un manuale o guida finalizzato
non solo a capire, valutare, selezionare e usare differenti
metodi di valutazione, ma anche ad applicare operativamente
i risultati della valutazione stessa. Tale manuale,
denominato EAS (Evaluation Approach System), è costituito
da una struttura semplificata in cui differenti tipi
di metodi sono descritti e commentati. L’EAS è uno strumento
che ha la funzione di guida a coloro che si occupano
di domotica sia per la comprensione, la valutazione
e l’uso dei metodi di valutazione dal punto di vista
degli utenti, sia per l’interpretazione dei risultati
della valutazione stessa. In una valutazione dell’ambiente
domotico orientata all’utente è importante determinare
quali categorie si intendono considerare. Tre sono le
principali categorie su cui la valutazione può focalizzarsi:
l’usabilità, l’utilità, la qualità di vita.
Il sistema di approccio alla valutazione EAS fornisce
una struttura logica di facile comprensione in cui sono
sperimentati diversi metodi di valutazione. Il manuale
EAS suggerisce l’uso di strumenti valutativi che considerano
il punto di vista degli anziani e dei disabili un elemento
essenziale della valutazione stessa, inducendo i diversi
professionisti a considerare i bisogni, le aspettative
e i desiderata degli utilizzatori di un determinato
prodotto o servizio. L’esigenza di un tale strumento
di valutazione nasce da molteplici fattori fra cui il
crescente numero di anziani, il fatto che le persone
preferiscono stare nelle proprie abitazioni e la nascita
di innumerevoli prodotti e servizi. Il progetto, oltre
ad essere di interesse della Commissione in quanto azione
di supporto, è orientato principalmente verso coloro
che sono coinvolti nello sviluppo, nella progettazione
e nell’uso di sistemi e componenti domotici per anziani
e disabili: fornitori di prodotti e servizi, organizzazioni
e autorità responsabili per lo sviluppo di politiche
orientate alle persone con ridotte possibilità e al
miglioramento della qualità della loro vita.
Il concetto “qualità di vita” è al centro dell’interesse
di professionisti di diverse discipline. Si parla di
qualità di vita in relazione alla salute5, all’ambiente,
all’abitare, alle scelte individuali. Parlano di qualità
di vita sociologi, filosofi, medici e politici. Identica
considerazione vale per il concetto di “valutazione”:
sempre di più tra i professionisti si sta diffondendo
la pratica dell’utilizzo dei metodi di valutazione in
relazione ai processi produttivi, ai risultati, al gradimento
dei clienti. Alcune domande si pongono: è possibile
valutare il livello della qualità di vita di un gruppo
di persone? E’ possibile valutare la qualità di vita
di una singola persona? Esistono indicatori validi per
misurare la qualità di vita?6
Quali relazioni esistono tra qualità di vita, partecipazione,
soddisfazione e qualità percepita?
Quale relazione si può (deve) creare tra professionista,
prodotto e utente? Quali le analogie e quali le differenze
quando i professionisti coinvolti sono di diverse discipline,
quando il prodotto è un servizio o un aiuto o una cura
della persona, quando l’utente è un anziano o un disabile
in condizioni di fragilità anche cognitiva, ma anche
con un sostegno di relazioni familiari e amicali?
La qualità di vita è un concetto ampio che comprende
fattori fisici, psicologici, sociali, economici; fa
riferimento a valori culturali, religiosi, etnici. Questo
insieme subisce un’ulteriore metabolizzazione nel vissuto
individuale, nelle componenti culturali, caratteriali
e umane di ciascuna persona. La qualità di vita è aspettativa
e percezione soggettiva7. Nell’ambito dell’assistenza
sociale e sanitaria c’è una sempre crescente attenzione
alla necessità del coinvolgimento dell’utente finale
nella definizione di programmi e modalità di cura e
assistenza. Questa attenzione deve essere ampliata quando
si fa riferimento alla introduzione di nuove tecnologie
che incidono sulle abitudini, sugli stili di vita. I
mutamenti “ambientali” che apportano, positivi e negativi,
non possono essere disgiunti dai risultati immediati
che il loro utilizzo teoricamente può garantire. Se
queste nuove tecnologie entrano nello spazio più intimo
della persona, il proprio ambiente domestico, come nel
caso della domotica, la valutazione d’impatto deve essere
il più attenta e approfondita possibile.
Il singolo prodotto o servizio, quando entra perde la
sua specificità iniziale per essere assorbito nell’ambiente
umano e abitativo di una persona. Anche se è un prodotto
orientato all’utente, con questi deve rapportarsi e
confrontarsi. Se questo confronto richiede energie e
sforzi superiori o diversi da quelli che l’utente può
o è disponibile a dare, genera stress e rifiuto. I mutamenti
da apportare sono culturali e operativi. I primi riguardano
in particolare i professionisti, che accanto ad una
pratica interdisciplinare devono acquisire una mentalità
che li pone “al servizio” dell’utente. I secondi risiedono
nella metodologia di lavoro. Se non è possibile definire
gli indicatori di una qualità di vita soggettiva occorre
operare per costruire criteri, indicatori, protocolli
e procedure che permettano all’utente o a chi per lui,
di poter sempre e in qualsiasi modo esprimersi su tutto
ciò che lo riguarda.
Questo consentirebbe di verificare costantemente se
i progetti, le proposte e gli interventi incidono, migliorandola,
sulla sua qualità di vita o producono altri effetti
forse anche negativi. Porre l’utente finale come soggetto
al centro del processo valutativo significa uscire anche
dall’ambiguità economicistica di vedere il destinatario
di un servizio o un prodotto per la persona, esclusivamente
come cliente. La domotica indirizzata alle persone anziane
e ai disabili non può essere valutata solo in termini
di prodotti e servizi orientati ad una particolare categoria
di clienti. La domotica diviene strumento di risposta
in un servizio alla persona e come tale ne assorbe le
finalità, le caratteristiche e i requisiti di qualità.
Il cliente che intende far ricorso ad un “servizio alla
persona” chiede a quel servizio flessibilità, capacità
di personalizzarsi e adattarsi. La valutazione di un
prodotto e di un servizio domotico non può limitarsi
alla verifica dell’efficacia del processo produttivo
e organizzativo. Deve porsi l’obiettivo di cogliere
e rispettare quella percezione della casa e dell’ambiente
domestico di cui il destinatario è portatore e le sue
aspettative di miglioramento della sua qualità di vita.
Partecipazione nella valutazione non significa solo
chiedere all’utente di rispondere alle domande predisposte
dall’esperto. Significa prioritariamente chiedere, relativamente
a quel prodotto o sistema domotico, chi l’ha voluto
e per quale scopo e se l’utente era consenziente o preferiva
qualcosa d’altro. Appropriati metodi di valutazione
possono supportare quindi lo sviluppo e la diffusione
di tecnologie e servizi per anziani e disabili che siano
in armonia con i valori etici e sociali.
È evidente che un’analisi esaustiva delle qualità di
un ambiente domotico presuppone l’uso di una combinazione
di diversi metodi al fine di ottenere una visione completa
di tutti gli aspetti di un sistema o di un ambiente
domotico. Ciascun metodo può cogliere infatti alcuni
ma non tutti gli aspetti di un sistema domotico in relazione
alle esigenze degli utilizzatori. L’obiettivo è quindi
la diffusione e l’utilizzo dei metodi di valutazione
al fine di rendere i sistemi domotici più efficienti,
usabili e accettati dagli utilizzatori finali. La fase
di sperimentazione del progetto Njord è consistita nell’applicazione
di differenti metodi di valutazione ad alcuni interventi
residenziali selezionati in Italia, Francia e Svezia,
con l’obiettivo di fornire delle esemplificazioni concrete
del Manuale EAS e dimostrare l’appropriatezza di ciascun
metodo ad indagare sulle qualità che si è scelto di
considerare nella valutazione. I metodi usati nell’attività
sperimentale sono fra loro complementari, più di un
metodo infatti è stato applicato in uno stesso intervento
residenziale al fine di realizzare una valutazione esaustiva.
Ecco una breve descrizione dei metodi proposti:
CAUTIC
consiste in interviste strutturate in base a 18 criteri
che identificano il grado di soddisfacimento di un utente
relativamente a determinati prodotti o servizi;
FIDELE
è focalizzato sulla valutazione della
funzionalità di un ambiente domotico e sul grado
di accettabilità di un prodotto e/o servizio;
ENABLER
è basato su criteri che riguardano l’appropriatezza
di un ambiente domotico e la relazione con l’utente;
SELF ASSESSMENT
è un questionario, compilato direttamente
dall’utente, le cui risposte sono individuate
in base a scale di valori;
USABILITY EVALUATION
consiste in una serie di osservazioni fatte
contemporaneamente alla performance dell’utilizzatore;
GO THROUGH
un gruppo multidisciplinare di esperti “va attraverso”
un ambiente domotico e osserva le funzionalità
dei vari sistemi.
Valorizzare e includere negli strumenti valutativi la
volontà espressa dal soggetto destinatario dell’intervento
e il conseguente rispetto della stessa, significa collocare
sullo stesso piano il valore delle opinioni degli utenti,
dei professionisti, degli assistenti informali e rispettare
la volontà dell’utente, ricreare un nuovo rapporto tra
utente, prodotti e sistemi domotici, professionisti,
che acquisiscono un ruolo di “mediatori culturali” 8
e consiglieri e non di autorità indiscusse. La valutazione
non sarà solo orientata all’utente, sulla base dell’opinione
di operatori professionisti e volontari, ma verificherà
i risultati ottenuti nella qualità di vita dell’anziano
e del disabile.
1 KTH – Royal Institute of Technology,
è una delle più grandi università di tecnologia in Svezia
fondata nel 1827.
2 ICIE-ISTITUTO COOPERATIVO PER L’INNOVAZIONE,
è l’Istituto per la ricerca applicata ed il trasferimento
tecnologico ed ha come missione la promozione ed il
coordinamento di iniziative e di attività nel settore
della ricerca, della sperimentazione e del trasferimento
tecnologico in vari settori. ICIE svolge la sua attività
sulla base di una stretta e permanente collaborazione
tra il tessuto produttivo (la domanda) e la ricerca
e sviluppo (l’offerta) sia nella fase propositivo-progettuale
sia nella fase produttiva. I principali settori di attività
dell’ICIE sono: la ricerca (promozione, gestione e realizzazione
di progetti innovativi in ambito nazionale e comunitario);
l’assistenza alla Comunità Europea tramite azioni di
supporto; la consulenza ed assistenza tecnica di progetti
complessi per gli enti locali; la consulenza alle imprese
(organizzazione e qualificazione imprenditoriale).
3 CSTB –Centre Scientifique et Technique
du Bâtiment è un istituto di ricerca che opera nel settore
delle costruzioni in Francia. Danderyd Hospital è uno
dei più grandi ospedali di Stoccolma in Svezia.
4 CNRS – Centre Nationale de la Researche
Scientifique è un istituto di ricerca francese con esperienza
nel settore dei servizi residenziali. GEWA AB è un’industria
svedese che opera nel settore dei componenti per il
controllo ambientale. HFS - Human Factors Solutions
è un centro di ricerca norvegese attivo nella valutazione
dell’uso delle nuove tecnologie negli ambienti per anziani
e disabili. HUSAT è un istituto di ricerca inglese specializzato
nel campo delle ricadute psicologiche e sociali nell’uso
delle nuove tecnologie. NHR – Neurologiskt Handikappades
Riksförbund è un’organizzazione svedese per disabili.
5 Di Giulio P., Morosini P.L. La valutazione
della qualità di vita nel paziente anziano, in “Assistenza
geriatrica oggi”, F.Cavazzuti, G. Cremonini , CEACasa
Editrice Ambrosiana , Milano 1998
6 Focarile F., Indicatori di qualità
nell’ assistenza sanitaria, Centro Scientifico Editore,Torino
1998
7 Goldoni L., Guida alla vecchiaia,
Editori Riuniti-CRS, Roma 1998
8 Goldoni L., La persona al centro
dell’ innovazione tecnologica, IPABoggi 1998,6,13-15. |