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2003: Anno europeo dei disabili

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Un anno dedicato alla discussione, al confronto, alla promozione di una nuova cultura della diversità. La Commissione Europa e il Forum Europeo dei Disabili hanno scelto di dedicare il 2003 al tema disabilità, organizzando eventi ed iniziative che hanno lo scopo di far emergere proposte e progetti per il miglioramento della qualità della vita delle persone disabili. Difficoltà, discriminazioni, ma anche passi avanti, progressi scientifici e tecnologici, sono al centro dell’interesse di istituzioni e associazioni in tutti i Paesi europei. Molte le iniziative rivolte ai giovani, destinatari di percorsi di educazione alla diversità, per costruire insieme a loro gli strumenti di conoscenza necessari a rendere la nostra società sempre più capace di dare risposte e soluzioni. Nell’Unione Europea ci sono oltre 37 milioni di disabili, 3 milioni in Italia. Persone verso le quali è necessario costruire politiche mirate non all’assistenza ma all’autonomia, perché vengano garantite pari opportunità nella vita di tutti i giorni, nella vita sociale, nel lavoro.
Niente su di noi, senza di noi
La Celebrazione dell’Anno Europeo intende sviluppare un nuovo approccio ed una nuova consapevolezza sulla disabilità, attraverso il riconoscimento delle persone disabili come soggetti detentori di diritti, cittadini e consumatori indipendenti. Dedicare un anno europeo alla disabilità significa allora poter creare un quadro di riferimento per mettere la disabilità al primo posto nelle agende sociali e politiche a tutti i livelli e per avviare un processo politico rapido di cambiamento verso una società che rispetti pienamente i diritti dei disabili. Un Anno dedicato per produrre strumenti per combattere la discriminazione verso le persone con disabilità, promuovere pari opportunità ed inclusione sociale con l’obiettivo di mantenere l’attenzione oltre il 2003.
Di Luisella Bosisio Fazzi – Presidente CND “ Consiglio Nazionale sulla Disabilità
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Sport e disabilità: verso impianti accessibili a tutti
Atleti disabili che gareggiano alla pari con atleti normodotati, ottenendo medaglie e riconoscimenti, persone con difficoltà fisiche o cognitive che praticano regolarmente attività sportiva. Esperienze concrete possibili grazie all’impegno e alla volontà di creare condizioni di pari opportunità, grazie a condizioni ambientali e sociali favorevoli, che facilitano l’emergere di potenzialità e attitudini. Tutto questo deve entrare a far parte degli obiettivi prioritari della nostra società: far sì cioè che ogni persona possa accedere ai luoghi e alle attività di tutti, sentendosi pienamente integrata, senza barriere e discriminazioni.
Di Ileana Argentin - Presidente di Dynamic Air e Consigliere delegato del Comune di Roma per i problemi dell'handicap
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Disabili e lavoro
Nel nostro Paese vi sono ancora 340 mila disabili in cerca di occupazione e iscritti al collocamento. “Il processo di integrazione dei disabili non è stato un cammino facile, ma i passi compiuti sono significativi e hanno tracciato un percorso irreversibile che deve continuare, fino a raggiungere tutte quelle condizioni di pari opportunità, che forse non possono eliminare le disabilità, ma sono in grado di ridurre le situazioni di svantaggio o di handicap. Il diritto al lavoro è una di queste condizioni di pari opportunità che ancora devono essere pienamente raggiunte”.
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