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Arte, sport, tempo libero. Gran parte di questo numero è dedicato ad argomenti che ci aiutano a conoscere meglio il mondo di ricchezza entro cui vivono tante persone diversamente abili. Persone che hanno trovato la loro strada per esprimersi, per far emergere potenzialità e abilità. Abbiamo scelto di parlare di questi temi perché gettano una luce rivelatrice su ciò che oggi significa “diversa-abilità”. Significa opportunità di utilizzare i propri personali, unici strumenti intellettivi, emotivi, per dare qualcosa, per fare qualcosa. Di utile, per se stessi e per gli altri. Per sentirsi pienamente realizzati, nella vita sociale, nel rapporto con ciò che si è veramente.
E’ una lezione per tutti, una iniezione di ottimismo e di entusiasmo anche per chi magari, “normodotato”, non riesce a trovare la propria dimensione.
Magari non tutto, ma senz’altro molto, moltissimo è possibile se si creano le condizioni culturali adeguate. E se ci sono uomini e donne che con coraggio e determinazione perseguono i propri obiettivi.
Di fronte a chi, nonostante un limite fisico o psichico, riesce ad esprimere con tanta forza una abilità artistica e a trasmettere emozioni così profonde, la maggior parte delle persone non può che riconoscere la sua “disabilità”.

Disorienta accorgersi che chi viene considerato “dis-abile” in realtà è non solo abile ma anche pieno di talento e capacità. Cadono, quindi, barriere e pregiudizi, perché si comprende che è la diversità il vero motore, il vero cardine intorno al quale ruota tutto l’universo umano. Questo numero è ricco di esperienze e testimonianze esemplari: teatro, danza, pittura, tante discipline che rappresentano strumenti di comunicazione, di espressione, di conoscenza della dimensione personale più vera, più autentica.

Affrontiamo anche il tema “sport”, presentando i traguardi che è possibile raggiungere quando si mettono in campo le proprie qualità, diverse e uniche…in attesa delle Paraolimpiadi che si svolgeranno ad Atene nel 2004.

Ma parliamo anche di due esperienze esemplari realizzate presso altrettante strutture ospedaliere italiane: al Meyer lavorano insieme a medici e infermieri, anche musicisti e attori che aiutano i piccoli degenti e i loro familiari a superare ansie e paure; mentre presso il Laboratorio Umoristico di Pomezia si cerca di creare un clima di coinvolgimento, partecipazione, motivazione, altamente positivo per i giovani pazienti. Presentiamo inoltre un articolo sulla “riabilitazione equestre” cioè sul lavoro che un cavallo è capace di svolgere per aiutare bambini e ragazzi con disturbi dello sviluppo. Terapie alternative, destinate a diffondersi sempre di più perché la loro validità è supportata da dati empirici significativi. Perché salute non significa soltanto assenza di malattia, ma anche benessere, serenità, emozioni positive.

E parliamo poi di Tecnothon, il laboratorio che realizza soluzioni tecnologiche innovative per supportare la vita quotidiana delle persone disabili o in difficoltà e del progetto che sta portando avanti la Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia sul fronte della telecardiologia.
Realtà diverse che operano però con la comune finalità di superare l’approccio assistenzialistico alla disabilità, per favorire l’autonomia, per radicare una nuova cultura fondata sulla centralità della persona.

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