Dal
17 al 28 settembre 2004 si svolgeranno ad Atene i Giochi Paraolimpici.
Il 2003, in vista di questo importante evento, è stato
ricchissimo di appuntamenti agonistici validi per la qualificazione:
7.000 Atleti con ritardo mentale provenienti da 160 Paesi hanno
gareggiato in Irlanda in 18 diverse discipline sportive riportando
23 ori, 21 argenti e 10 bronzi. Le Nazionali italiane delle
circa 30 discipline sportive curate dalla Federazione Italiana
Sport Disabili si sono distinte in tutto il mondo conquistando
decine di medaglie. Ma un altro successo è stato ottenuto:
una nuova normativa introduce agevolazioni per gli atleti disabili
per un più facile accesso allo sport e l’attribuzione
di pari dignità degli atleti paraolimpici, cui sono riconosciuti
premi economici equipollenti a quelli previsti per gli atleti
olimpici. Un passo importante verso una nuova cultura.
Il 2003 ha presentato un fitto calendario
di appuntamenti agonistici validi per la qualificazione
ai Giochi Paraolimpici di Atene 2004 che si svolgeranno,
immediatamente dopo i Giochi Olimpici, dal 17 al 28 settembre
del prossimo anno.
L'International Paralympic Committee (l’organismo
internazionale che gestisce il paralimpismo) aveva annunciato
nell’anno pre-paraolimpico un programma incredibile
con le 13 federazioni internazionali delle varie discipline
sportive chiamate in campo ad allestire più di
15 manifestazioni tra Campionati del Mondo, Europei, Giochi
Panamericani, Asiatici ed Africani, che vedranno impegnati
i top atleti a caccia di un visto per Atene.
La Federazione Italiana Sport Disabili, anche quest'anno,
ha inviato le proprie Nazionali in tutto il mondo: nell’atletica
leggera, tennistavolo, tiro a segno, scherma, ciclismo,
vela, tiro con l’arco, equitazione e molte altre
discipline sportive (sono circa 30 gli sport curati dalla
Fisd); gli Azzurri hanno incrementato il palmares italiano
con decine e decine di medaglie conquistate sul suolo
europeo e su quello d’Oltre Oceano, mentre la Nazionale
di basket, per la prima volta nella storia, ha conquistato
a Sassari il titolo all’Europeo per Nazioni qualificandosi
(non accadeva da vent’anni) ai Giochi di Atene.
Sul fronte della disabilità mentale, il 2003 era
l’anno dei Giochi Mondiali estivi di Special Olympics
International, il movimento creato da Eunice Kennedy,
che per la prima volta si è svolto fuori dagli
Stati Uniti approdando nell’europea Dublino.
Le persone con ritardo mentale sono 180 milioni nel mondo
e 1 milione in Italia. Nella maggioranza dei casi il ritardo
mentale è lieve o lievissimo e ciò rende
possibile l’inserimento nella società e nel
mondo del lavoro.
Così 7.000 Atleti con ritardo mentale provenienti
da 160 Paesi hanno gareggiato in Irlanda in 18 diverse
discipline sportive riportando 23 ori, 21 argenti e 10
bronzi, medaglie sportive vinte tra l’entusiasmo
e i festeggiamenti che fanno da cornice agli eventi di
Special Olympics dove sull’agonismo prevale la gioia
di fare sport per stare insieme ed acquisire quelle capacità
di relazionarsi essenziali poi nella vita di tutti i giorni.
Insomma, una stagione da incorniciare per gli atleti disabili.
Ma la novità più importante dell’anno
proviene dal Senato. E’ infatti Legge la “Promozione
e sviluppo dello sport per le persone disabili”,
che prevede la trasformazione della Federazione Italiana
Sport Disabili in Comitato Italiano Paraolimpico, “con
maggiori poteri di vigilanza e coordinamento”. Per
la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva di
base ed agonistica delle persone disabili, sarà
erogato alla Fisd un contributo straordinario di 500.000
euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005. La normativa
introduce inoltre agevolazioni per gli atleti disabili
per un più facile accesso allo sport e l’attribuzione
di pari dignità degli atleti paraolimpici, cui
sono riconosciuti premi economici equipollenti a quelli
previsti per gli atleti olimpici.
“E’ una grande vittoria dell’intero
movimento che ho l’onore di rappresentare –
conferma il presidente della Fisd Luca Pancalli che ha
portato avanti il progetto fin dall’inizio della
sua elezione alla guida della federazione (dicembre 2000)
– E’ stata data agli atleti disabili la stessa
dignità degli atleti olimpici ed è stato
compiuto un ulteriore passo in avanti sulla cultura della
disabilità. Inoltre questa nuova veste organizzativa
si era ormai resa necessaria: acquisiamo autonomia organizzativa
e un dinamismo precedentemente sconosciuti – spiega
Pancalli. I rapporti con il CONI rimarranno identici per
tutta la parte relativa all’attività di vertice
e di alto livello, ma acquisirà maggiore forza
la parte promozionale e di diffusione sul territorio della
pratica sportiva tra le persone disabili. Sono inoltre
orgoglioso che il Parlamento abbia riconosciuto allo sport
un ruolo ineguagliabile di integrazione sociale proprio
nell’Anno Europeo delle persone disabili. Sono inoltre
convinto che questa legge darà un’ulteriore
spinta ai nostri atleti che, troppo spesso, si sono sentiti
ai margini del mondo sportivo”.
In
effetti, dal 1960, anno in cui si disputò contestualmente
ai Giochi Olimpici di Roma, la prima edizione dei Giochi
Paraolimpici e, ancor prima, da quando i reduci britannici
della Seconda Guerra Mondiale disputavano le prime corse
in rudimentali carrozzine mentre si trovavano nell’ospedale
civile di Stoke Mandeville, molta strada è stata
fatta. Merito dei progressi della scienza medica, della
tecnologia, degli approfondimenti di fisiatri, specialisti
della riabilitazione e tecnici sportivi che tanto apporto
hanno dato allo studio dello sport applicato alla disabilità
nel corso di questi 40 anni.
Non v’è tema di essere smentiti nell’affermare
che una persona disabile che pratichi attività
sportiva aumenta le aspettative di vita migliorandone
indubbiamente la qualità e potenziando la sua autonomia.
E se il primo step dello sport disabili è la riabilitazione,
la sua evoluzione sta proprio nei Giochi Paraolimpici,
massima espressione del movimento che supererà
i 4.000 atleti d’elite selezionati per i Giochi
di Atene 2004.
In Italia i primi sportivi disabili si sono visti al Centro
Inail di Ostia, cittadina balneare nei pressi di Roma,
grazie alle intuizioni del professor Antonio Maglio, il
primo in Italia ad inserire nei programmi riabilitativi
sedute quotidiane di attività fisica che si trasformarono
presto in veri e propri allenamenti.
La Fisd, dopo il riconoscimento da parte del Coni quale
Federazione Sportiva Nazionale (1990), con la costituzione
quale Comitato Italiano Parolimpico che avverrà
nei prossimi tempi in adeguamento alla legge in questione,
compirà un’ulteriore evoluzione e da questo
momento sarà tutta protesa verso i Giochi di Atene
per quanto attiene lo sport di alto livello, mentre sul
fronte promozionale sono già stati siglati importanti
accordi con le unità spinali dell’Ospedale
Niguarda di Milano e con il nuovo Centro Le Ginestre di
Palermo perché proprio attraverso gli interventi
diretti nei centri di riabilitazione sarà incentivata
l’opera promozionale federale che mira ad un coinvolgimento
di un numero sempre maggiore di persone ed in particolare
di giovani ragazzi disabili che avranno così la
possibilità di migliorare il proprio stato di salute
e, perché no, di coronare un sogno olimpico. Per
garantire infine a tutti i cittadini disabili il diritto
alla pratica sportiva.