È impensabile infatti
che una persona affetta da cecità possa scolpire
delle opere utilizzando il marmo o la pietra, eppure
è reale… abbiamo visto scolpire in Piazza
Martiri FELICE TAGLIAFERRI!
Come è impensabile che una persona possa ballare
non avendo le braccia, essenziali per l’equilibrio..
eppure SIMONA ATZORI si è esibita sul palco del
Teatro Comunale di Modena, incontrando poi i carpigiani
nel “Caffè letterario” presso Villa
Chierici raccontando la sua storia. Insieme a lei Antonella
Ferrari, attrice professionista della soap “Cento
Vetrine” di Canale 5, affetta da sclerosi, entrambe
intervistate da una giornalista del TG2!!!
Come sempre la realtà supera quello che
immaginiamo possibile. Questo è quello che il
Festival vuole comunicare, l’evidenza che il limite
umano, di qualsiasi natura esso sia, non ha la forza
di vincere sulla grandezza umana a meno che una persona
non abbia già deciso di perdere in partenza!
È questo che ci ha colpito per esempio di Enrico
Beruschi, incontrato casualmente a Milano il quale ci
ha raccontato che, ad un certo punto della sua vita
ha dovuto decidere se scoraggiarsi della sua “mascella
un pò strana” o sfidare quel limite accettandolo
e addirittura utilizzandolo per il suo lavoro!! È
per questa simpatia che ci ha destato che gli abbiamo
proposto di venire a Carpi e lui ha accettato con baldanza
di buttarsi con noi in questa avventura!
I ragazzi della Cooperativa Nazareno quest’anno
hanno proposto tre spettacoli:
- SOGNO DI UNA NOTTE AL CHIAR DI LUME
realizzato presso il bosco di Villa Delfini di Cavezzo;
- MASSIMILIANO KOLBE presso l’ex
Campo di Concentramento di Fossoli realizzato insieme
agli studenti dell’istituto Meucci e Cattaneo
di Carpi;
- IL SIGNOR TAZZINA work shop rivolto
ai bambini delle scuole elementari realizzato presso
la Biblioteca “Il falco magico”.
Ci è stato chiesto: cosa riescono a comunicare
i ragazzi sopra un palcoscenico?
Rispondiamo: Che è bello essere se stessi ….
e che non c’è nessun limite che impedisca
la realizzazione dei propri desideri; infatti, se esistono
vuol dire che sono profezia di una soddisfazione, altrimenti
sarebbero errori tragici della natura!!
I disabili sono innanzitutto uomini e donne come noi
incamminati alla ricerca della felicità, e ci
comunicano che la strada esiste anche se è diversa
da quella che ci si era immaginati!!
È possibile la libertà dentro la costrizione
della malattia, è possibile la letizia dentro
il dolore, è possibile la speranza dentro lo
scoraggiamento… insomma è possibile e bello
essere se stessi partendo da quel che si ha, non facendo
la “conta” di quello che manca!! È
quello che gli artisti ci comunicano guardandoli sul
palcoscenico!!!
Ci è stata posta un’altra domanda: chi
li osserva dalla platea continua a sentirli diversi?
Rispondiamo: Si! …Perché sono diversi,
come tutti….. La diversità non può
essere un ostacolo, è una obiezione per chi misura
il valore dell’altro solamente partendo da quel
che vede non è disposto a cambiare sguardo se
la realtà mostra una cosa diversa da quel che
uno pensava prima.
Una persona di fronte ad un disabile, come di fronte
al proprio figlio, deve essere disposto a cambiare per
accorgersi realmente di lui e sentire la diversità
non come obiezione ma come ricchezza….e cambiare
è un sacrificio perché implica il cedere
a ciò che si è visto piuttosto che rimaner
fissati sulle proprie convinzioni.
Il festival nasce per questo, abbiamo invitato la città
ad accorgersi di qualcosa di nuovo nell’orizzonte
del “già saputo” …
Quasi
per scherzo, quasi per gioco
Siamo mossi da sincero stupore e gratitudine
per aver visto in questi anni formarsi una realtà
di popolo intorno alla nostra esperienza.
Tutto è cominciato quasi per scherzo, quasi per
gioco con una piccola e scalcinata compagnia che si
è lanciata sul palco nel ‘94 con “Don
Chisciotte” e abbiamo visto che non era male “questi
ragazzi ci sanno fare!”.
Così abbiamo deciso di seguirli cercando degli
strumenti per valorizzare questo tentativo.
Una sarta e un regista li abbiam trovati…così
è nata la Compagnia del Centro Emmanuel. Ma il
fascino del sipario ha iniziato a catturare l’attenzione
di altri e poi di altri ancora .. così è
nata un’altra “scalcinata” Compagnia
anzi, “distonica e dislessica”, come ama
definirsi, la Yorik Spettacoli che quest’anno
si è lanciata con “Sogno di una notte al
chiar di lume” che si è svolto in un bosco
di una villa ottocentesca.
Poi la voce si è diffusa e abbiamo scoperto che
altre compagnie si erano buttate in questa strana avventura
artistica. Le abbiamo cercate, invitate e …. sono
venute: così è nato il “Festival
delle Abilità Differenti” che da subito
ha assunto un orizzonte internazionale.
Ma il festival non è solo teatro! In
questi anni abbiamo assistito alla nascita di altre
forme espressive interessanti come l’arte, la
musica, la danza, la poesia tentativi estetici reali
attraverso i quali questi ragazzi “fanno vedere
al mondo di che pasta sono fatti”.
Il primo mondo che si è accorto di questo sono
stati i bambini, evidentemente facilitati dalla loro
semplicità. Abbiamo proposto all’interno
delle scuole elementari diverse iniziative tra cui un
laboratorio di costruzione di burattini con messa in
scena di uno spettacolo, condotto da educatori e persone
affette da disturbo mentale ed un laboratorio di lavorazione
della creta, condotto da uno scultore affetto da cecità.
Il
festival di quest’anno è stato ricchissimo
di eventi: una decina di spettacoli teatrali,
un convegno importante sul tema “disabilità
e mercato del lavoro”, vari “caffè
letterari” di cui uno dal titolo “La persona
teme quando non conosce: uno sguardo alla malattia mentale
attraverso il cinema”, che si è svolto
presso un caffè della città, diversi work
shop rivolti ad operatori ed ospiti dei centri socio-riabilitativi,
seminari, laboratori artistici per bambini condotti
dagli ospiti del nostro centro, un corso di formazione
per insegnanti delle scuole superiori sul tema “le
ragioni dell’educare contro la sindrome del burn
out”….., e tante altre proposte legate da
una precisa proposta culturale.
Il titolo di ogni edizione sintetizza l’offerta
culturale che vogliamo proporre alla gente.
Due anni fa abbiamo aperto il festival con “Liberi,
diversi, figli” per sottolineare la necessità
che ci sia qualcuno che ci riconosca figli come condizione
per la nascita dell’”Io”, cioè
della personalità e riconoscere questo è
talmente necessario nella vita che quando manca è
come se mancasse il respiro e quindi la propria identità.
La successiva edizione “Portatori di grandezza”
ha voluto sottolineare la grandezza inesorabile dell’uomo
e soprattutto di quei “liberi, diversi, figli”
che, per il solo fatto di esserci, costringono chi li
incontra ad accorgersi che la realtà grida un
Oltre, restituendo così alla realtà stessa
quella Misteriosità e Alterità, normalmente
censurata dalla frenesia della vita.
Il titolo della prossima edizione che si svolgerà
in primavera sarà “liberamente tratto…”.
Con il Festival desideriamo offrire ad ogni uomo brutto
o bello, magro o grasso, più o meno intelligente,
la possibilità di dire “Io” perché
la vita riprenda il suo corso e il disagio non soffochi
l’anima dell’uomo.
È solo da una personalità così
che si sprigiona una energia creativa capace di cambiare
la civiltà costruendo qualcosa di stabile e duraturo
cioè una realtà di popolo.
Invitiamo i lettori a visitare il nostro sito www.nazareno-coopsociale.it
e a mandare contributi
|