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Dal 23 al 31 Maggio la città di Carpi ha ospitato la V edizione del Festival Internazionale delle abilità differenti, dal titolo “Accenti di vita vera”.
Sono proprio questi accenti di vita vera che quest’anno siamo andati a “scovare” per offrire loro una visibilità ed una valorizzazione adeguata. È proprio questo che ci ha mosso nel lavoro di questi anni. Tra noi ed intorno a noi abbiamo scoperto delle perle che rischiavano di confondersi nel deserto dell’indifferenza ed abbiamo deciso di raccoglierle e farle vedere a tutti con lo stupore e l’entusiasmo tipico dei bambini quando si accorgono di qualcosa di grande e impensabile.

È impensabile infatti che una persona affetta da cecità possa scolpire delle opere utilizzando il marmo o la pietra, eppure è reale… abbiamo visto scolpire in Piazza Martiri FELICE TAGLIAFERRI!
Come è impensabile che una persona possa ballare non avendo le braccia, essenziali per l’equilibrio.. eppure SIMONA ATZORI si è esibita sul palco del Teatro Comunale di Modena, incontrando poi i carpigiani nel “Caffè letterario” presso Villa Chierici raccontando la sua storia. Insieme a lei Antonella Ferrari, attrice professionista della soap “Cento Vetrine” di Canale 5, affetta da sclerosi, entrambe intervistate da una giornalista del TG2!!!

Come sempre la realtà supera quello che immaginiamo possibile. Questo è quello che il Festival vuole comunicare, l’evidenza che il limite umano, di qualsiasi natura esso sia, non ha la forza di vincere sulla grandezza umana a meno che una persona non abbia già deciso di perdere in partenza! È questo che ci ha colpito per esempio di Enrico Beruschi, incontrato casualmente a Milano il quale ci ha raccontato che, ad un certo punto della sua vita ha dovuto decidere se scoraggiarsi della sua “mascella un pò strana” o sfidare quel limite accettandolo e addirittura utilizzandolo per il suo lavoro!! È per questa simpatia che ci ha destato che gli abbiamo proposto di venire a Carpi e lui ha accettato con baldanza di buttarsi con noi in questa avventura!

I ragazzi della Cooperativa Nazareno quest’anno hanno proposto tre spettacoli:

- SOGNO DI UNA NOTTE AL CHIAR DI LUME realizzato presso il bosco di Villa Delfini di Cavezzo;
- MASSIMILIANO KOLBE presso l’ex Campo di Concentramento di Fossoli realizzato insieme agli studenti dell’istituto Meucci e Cattaneo di Carpi;
- IL SIGNOR TAZZINA work shop rivolto ai bambini delle scuole elementari realizzato presso la Biblioteca “Il falco magico”.

Ci è stato chiesto: cosa riescono a comunicare i ragazzi sopra un palcoscenico?
Rispondiamo: Che è bello essere se stessi …. e che non c’è nessun limite che impedisca la realizzazione dei propri desideri; infatti, se esistono vuol dire che sono profezia di una soddisfazione, altrimenti sarebbero errori tragici della natura!!
I disabili sono innanzitutto uomini e donne come noi incamminati alla ricerca della felicità, e ci comunicano che la strada esiste anche se è diversa da quella che ci si era immaginati!!

È possibile la libertà dentro la costrizione della malattia, è possibile la letizia dentro il dolore, è possibile la speranza dentro lo scoraggiamento… insomma è possibile e bello essere se stessi partendo da quel che si ha, non facendo la “conta” di quello che manca!! È quello che gli artisti ci comunicano guardandoli sul palcoscenico!!!
Ci è stata posta un’altra domanda: chi li osserva dalla platea continua a sentirli diversi?
Rispondiamo: Si! …Perché sono diversi, come tutti….. La diversità non può essere un ostacolo, è una obiezione per chi misura il valore dell’altro solamente partendo da quel che vede non è disposto a cambiare sguardo se la realtà mostra una cosa diversa da quel che uno pensava prima.
Una persona di fronte ad un disabile, come di fronte al proprio figlio, deve essere disposto a cambiare per accorgersi realmente di lui e sentire la diversità non come obiezione ma come ricchezza….e cambiare è un sacrificio perché implica il cedere a ciò che si è visto piuttosto che rimaner fissati sulle proprie convinzioni.
Il festival nasce per questo, abbiamo invitato la città ad accorgersi di qualcosa di nuovo nell’orizzonte del “già saputo” …

Quasi per scherzo, quasi per gioco
Siamo mossi da sincero stupore e gratitudine per aver visto in questi anni formarsi una realtà di popolo intorno alla nostra esperienza.
Tutto è cominciato quasi per scherzo, quasi per gioco con una piccola e scalcinata compagnia che si è lanciata sul palco nel ‘94 con “Don Chisciotte” e abbiamo visto che non era male “questi ragazzi ci sanno fare!”.
Così abbiamo deciso di seguirli cercando degli strumenti per valorizzare questo tentativo.

Una sarta e un regista li abbiam trovati…così è nata la Compagnia del Centro Emmanuel. Ma il fascino del sipario ha iniziato a catturare l’attenzione di altri e poi di altri ancora .. così è nata un’altra “scalcinata” Compagnia anzi, “distonica e dislessica”, come ama definirsi, la Yorik Spettacoli che quest’anno si è lanciata con “Sogno di una notte al chiar di lume” che si è svolto in un bosco di una villa ottocentesca.
Poi la voce si è diffusa e abbiamo scoperto che altre compagnie si erano buttate in questa strana avventura artistica. Le abbiamo cercate, invitate e …. sono venute: così è nato il “Festival delle Abilità Differenti” che da subito ha assunto un orizzonte internazionale.

Ma il festival non è solo teatro! In questi anni abbiamo assistito alla nascita di altre forme espressive interessanti come l’arte, la musica, la danza, la poesia tentativi estetici reali attraverso i quali questi ragazzi “fanno vedere al mondo di che pasta sono fatti”.
Il primo mondo che si è accorto di questo sono stati i bambini, evidentemente facilitati dalla loro semplicità. Abbiamo proposto all’interno delle scuole elementari diverse iniziative tra cui un laboratorio di costruzione di burattini con messa in scena di uno spettacolo, condotto da educatori e persone affette da disturbo mentale ed un laboratorio di lavorazione della creta, condotto da uno scultore affetto da cecità.

Il festival di quest’anno è stato ricchissimo di eventi: una decina di spettacoli teatrali, un convegno importante sul tema “disabilità e mercato del lavoro”, vari “caffè letterari” di cui uno dal titolo “La persona teme quando non conosce: uno sguardo alla malattia mentale attraverso il cinema”, che si è svolto presso un caffè della città, diversi work shop rivolti ad operatori ed ospiti dei centri socio-riabilitativi, seminari, laboratori artistici per bambini condotti dagli ospiti del nostro centro, un corso di formazione per insegnanti delle scuole superiori sul tema “le ragioni dell’educare contro la sindrome del burn out”….., e tante altre proposte legate da una precisa proposta culturale.

Il titolo di ogni edizione sintetizza l’offerta culturale che vogliamo proporre alla gente. Due anni fa abbiamo aperto il festival con “Liberi, diversi, figli” per sottolineare la necessità che ci sia qualcuno che ci riconosca figli come condizione per la nascita dell’”Io”, cioè della personalità e riconoscere questo è talmente necessario nella vita che quando manca è come se mancasse il respiro e quindi la propria identità.
La successiva edizione “Portatori di grandezza” ha voluto sottolineare la grandezza inesorabile dell’uomo e soprattutto di quei “liberi, diversi, figli” che, per il solo fatto di esserci, costringono chi li incontra ad accorgersi che la realtà grida un Oltre, restituendo così alla realtà stessa quella Misteriosità e Alterità, normalmente censurata dalla frenesia della vita.

Il titolo della prossima edizione che si svolgerà in primavera sarà “liberamente tratto…”.

Con il Festival desideriamo offrire ad ogni uomo brutto o bello, magro o grasso, più o meno intelligente, la possibilità di dire “Io” perché la vita riprenda il suo corso e il disagio non soffochi l’anima dell’uomo.
È solo da una personalità così che si sprigiona una energia creativa capace di cambiare la civiltà costruendo qualcosa di stabile e duraturo cioè una realtà di popolo.

Invitiamo i lettori a visitare il nostro sito www.nazareno-coopsociale.it e a mandare contributi



 
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Di Maila Quaglia
Cooperativa Sociale Nazareno

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