Alla base del progetto
sta la Carta dei diritti dei Bambini in Ospedale, elaborata
da quattro Ospedali italiani (Meyer, Burlo Garofolo,
Bambin Gesù, Gaslini). La Carta approfondisce
alcune tematiche ed allarga il campo degli impegni delle
strutture di ricovero, non solo nello sviluppare al
suo interno la sensibilità nei confronti della
persona bambino, ma nell’acquisire sempre di più
la capacità di interagire e collaborare con tutti
gli attori che hanno rilevanza nel suo percorso di crescita.
Sotto il profilo dei servizi concreti primo in Italia,
il Meyer ha cercato di garantire ai piccoli pazienti
la massima continuità della vita quotidiana,
ad esempio assicurando la presenza costante di un familiare
durante il ricovero. Mentre sono già a buon punto
lavori per la costruzione della nuova sede, la cui conclusione
è prevista per il 2004, continuano gli interventi
per migliorare gli ambienti “storici” di
via Luca Giordano, nel cuore della città, con
colori e arredi accattivanti e per garantire una serie
di attività indispensabili per i bambini: gioco,
animazione, studio, spettacoli.
Il gioco e l’animazione
Le sale di attesa sono arredate in modo allegro e confortevole,
anche grazie all’intervento di donazioni e sponsorizzazioni.
In molti reparti sono allestiti angoli gioco, e associazioni
di volontariato realizzano quotidianamente attività
di divertimento. Tutte le stanze sono dotate di televisori
e videoregistratori. “Pescando” in una inedita
“banca della voce”, i bambini possono ascoltare
una serie di cassette su cui i volontari hanno registrato
fiabe e racconti.
Ma il cuore di queste attività è senz’altro
la ludoteca, una costruzione a vetri addossata al corpo
centrale dell’Ospedale, che contiene una serie
di “meraviglie”. In Ludoteca, infatti animatori
specializzati della Cooperativa Arca organizzano giochi
e laboratori creativi, sia in sede che nei reparti,
sei giorni su sette. Gli scaffali sono stracolmi di
giochi e giocattoli sempre rinnovati ed è disponibile
un computer collegato a Internet per navigare nei siti
più belli dedicati ai bambini, primo fra tutti
il sito web dei bambini dell’Ospedale Meyer, La
Presa della Pastiglia. Protagonisti di questo luogo
magico sono Bruno “lo zozzo”, un bambino
un po’ scavezzacollo, e Giovanni, il suo inseparabile
maialino virtuale, frutto della fantasia dello scrittore
e illustratore Simone Frasca.
Le avventure di questa coppia, in verità un po’
eccentrica per un ambiente ospedaliero (e per questo
ancora più divertente e stimolante per i bambini)
sono anche il canovaccio dell’omonima trasmissione
radiofonica che il circuito radio nazionale Blusat 2000,
attraverso l’emittente Radio Toscana Network,
trasmette ogni domenica su decine di stazioni italiane.
Nella bella stagione i bambini possono giocare anche
nel giardino della Magnolia interno all’Ospedale,
che dispone di un parco giochi attrezzato.
La clown terapia in Italia ha mosso i primi passi proprio
al Meyer.
Quasi ogni giorno i clown professionisti e specializzati
della Cooperativa Soccorso Clown, che si ispira al metodo
della Clown Care Unit del Big Apple Circus di New York,
con tecniche speciali riescono ad attrarre l’attenzione
dei bambini e a ridurre in loro il carico di ansia e
paura.
La loro presenza viene anche richiesta, di tanto in
tanto, dal Servizio di Terapia del Dolore dell’Ospedale,
che utilizza quando è possibile la gradevole
“anestesia” della distrazione e della risata.
I giochi e gli scherzi dei clown allentano la tensione
anche per i genitori e gli stessi operatori sanitari.
E quando i clown non ci sono ecco arrivare gli amici
a quattro zampe, un gruppo di cagnolini protagonisti
degli “Incontri con gli animali”, felicemente
sperimentati nel 2002 e nel 2003 prima nel giardino
e poi anche nei reparti.
Viva la musica, l’arte, il teatro
In
rianimazione, con chitarra, oboe e voci, va bene la
canzone dei pesciolini. Nel corridoio di attesa al Pronto
Soccorso meglio il Valzer del moscerino, un super-classico
per chitarra, voci e strumentini. In clinica pediatrica
III° il suono magico è quello dei bastoni
cavi pieni di semi: agitandoli e rovesciandoli si sente
un fruscio, come le dita leggere della pioggia sulle
foglie. Summertime invece fa ambiente in ludoteca, dove
i due sax tenore e il contrabbasso possono lanciarsi
in improvvisazioni jazz. La musica penetra nel Meyer,
lo avvolge in una rete di suoni e di incanto che rapisce
i bambini, strappa il sorriso al genitore più
ansioso, al medico e all’infermiere più
affaccendato. Dopo un intero anno di formazione, un
gruppo di musicisti specializzati ha iniziato quest’anno
la sua attività in tutti i reparti e spazi dell’Ospedale.
“Sono anni che la musica è entrata nel
nostro ospedale – spiega il direttore generale
dell’Azienda Meyer Franco Riboldi – ma questa
esperienza costituisce un vero e proprio salto di qualità.
La musica al Meyer è diventata una presenza giornaliera,
un elemento che integra il nostro progetto di promozione
della salute e che arricchisce il clima di accoglienza
e sostegno che vogliamo assicurare a bambini, genitori
e operatori”.
Per sviluppare il progetto il Meyer ha cercato e coinvolto
attraverso la sua Fondazione partner importanti: l’Associazione
Athenaeum di Firenze, che ha curato il percorso formativo
dei musicisti e ora gestisce l’attività
con 51 ore di presenza settimanale dei musicisti per
52 settimane l’anno, il Centre musiciens intervenant
di Selestat, Strasburgo, l’associazione parigina
Musique e Santé di Parigi. Sponsor socialmente
orientati (Finemiro, Ignesti, Marsh, Simonetta e Fisac
CGIL) con la loro disponibilità rendono possibile
sotto il profilo economico l’intervento culturale.
Ma perché la musica in ospedale? “Per i
bambini il di più non è mai troppo –
spiega il professor Paolo Busoni, primario della Rianimazione
del Meyer e convinto sostenitore del progetto. Anche
in ospedale il problema della qualità dell’ambiente
dove ci si cura o si lavora è essenziale. Accanto
all’eccellenza delle prestazioni sanitarie occorre
garantire anche una alta qualità della vita in
Ospedale. La musica può aiutarci a centrare questo
obiettivo. Una musica fatta da professionisti che si
integrano con l’ambiente, che sanno fare qualcosa
di più che suonare in un angolo mentre gli altri
lavorano. Una musica che non venga percepita come un
elemento di disturbo ma come un aiuto a migliorare l’ambiente
e renderlo più confortevole”.
Considerazioni che si possono estendere anche alle altre
sezioni, Meyer Arte e Meyer Teatro, in cui si articola
il progetto Meyer Cultura, vincitore, tra l’altro,
l’anno scorso del premio nazionale di Confindustria
Impresa e Cultura. Nell’ambito di Meyer Arte vengono
periodicamente organizzate esposizioni di artisti impegnati
nel campo dei temi cari all’infanzia: sono state
ospitate al Meyer le opere di Francesco Altan (la sua
dolcissima Pimpa) Andrea Rauch, Simone Frasca, Sophie
Fatus (i suoi elegantissimi gatti). Meyer Teatro invece
coordina e gestisce un vero e proprio programma di spettacoli
teatrali, in collaborazione con il Teatro della Pergola
e non solo.
Ma bisogna anche studiare
Spesso i bambini e i ragazzi sono costretti a trascorrere
in ospedale periodi prolungati. Ecco l’importanza
del sostegno didattico offerto ai piccoli degenti, nell’aula
appositamente attrezzata e nei reparti, da insegnanti
della scuola elementare e del ciclo della media inferiore
e superiore.
La Cooperazione Internazionale
Capofila
delle attività di cooperazione internazionale
in campo sanitario, il Meyer ospita annualmente numerosi
bambini provenienti da paesi che non possono assicurare
loro cure adeguate alle patologie che presentano. Dal
1999 al 2002 il Meyer ha preso in carico circa 270 piccoli
pazienti arrivati dalle aree del Mediterraneo e del
Sud Est Europeo, Albania, Kosovo, Russia e Bielorussia,
Romania, mentre gemellaggi e accordi sono stati conclusi
con la Libia, la Palestina, lo Yemen. Bambini e genitori
vengono ospitati dalle associazioni di volontariato
che collaborano con il Meyer a questo progetto, mentre
l’Ospedale fornisce, oltre al percorso di cura,
anche un servizio di mediazione culturale.
La Fondazione
Molte
di queste attività vengono realizzate grazie
all’impegno della Fondazione Meyer, una istituzione
nata per volontà dell’Ospedale e presieduta
dallo stesso Direttore Generale, che si è assunta
tra gli altri anche il compito della raccolta di fondi
destinati a finanziare la ricerca, all’acquisizione
di nuove apparecchiature e al sostegno dei progetti
culturali e di accoglienza. Nel 2002 sono stati raccolti
1.205.865 euro: “E’ la cifra più
alta realizzata da quando il Meyer ha iniziato su basi
organizzate e costanti l’attività di fund
raising” annota Carlo Barburini, direttore della
Fondazione Meyer. I donatori sono stati 1427. In media
il Meyer ha ricevuto quasi 4 donazioni al giorno (per
ogni giorno dell’anno) e la media aritmetica di
tali donazioni è di circa 3.300 euro giornalieri.
Il Nuovo Meyer
Entro il 2004 il Meyer si trasferirà dall’attuale
sede (quella attuale è del 1884) a Villa Ognissanti,
un ex complesso ospedaliero in corso di ristrutturazione,
a cui verrà affiancato un avveniristico padiglione,
con 6 sale operatorie e il piano degenze per circa 120
posti letto, suddivisi in camerette a uno o due letti,
tutte con servizi e letto per il genitore. Il tutto
circondato da un parco secolare, aperto alla città,
dove sono previsti interventi di arte ambientale e spazi
per giochi e animazioni. Inutile dire che il nuovo ospedale
nasce già strutturalmente adeguato alle esigenze
di accoglienza dei bambini e delle famiglie e che i
nuovi spazi consentiranno lo sviluppo delle attività
avviate.
Info: www.meyer.it
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