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“La nostra missione è quella di prenderci cura della salute dei bambini. Questo significa in primo luogo assicurare il più alto livello qualitativo possibile di prestazioni sanitarie Ma non basta Per i bambini, soprattutto per loro, bisogna fare di più. Bisogna fare tutto il possibile perché la permanenza in Ospedale, breve o lunga, sia la meno pesante possibile, sotto il profilo fisico e psicologico Garantire spazi adatti, la possibilità di giocare e studiare, di crescere culturalmente Di non avere paura, di non soffrire. Ecco, tutto questo è per noi un impegno quotidiano”. Così il direttore Generale dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, Franco Riboldi, riassume la “filosofia” in cui si inquadra l’attività di questa struttura sanitaria pubblica, amata e apprezzata in Toscana e non solo Siamo convinti che questa attenzione – dice Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Franco Riboldi - migliora anche la capacità complessiva di cura

Alla base del progetto sta la Carta dei diritti dei Bambini in Ospedale, elaborata da quattro Ospedali italiani (Meyer, Burlo Garofolo, Bambin Gesù, Gaslini). La Carta approfondisce alcune tematiche ed allarga il campo degli impegni delle strutture di ricovero, non solo nello sviluppare al suo interno la sensibilità nei confronti della persona bambino, ma nell’acquisire sempre di più la capacità di interagire e collaborare con tutti gli attori che hanno rilevanza nel suo percorso di crescita.

Sotto il profilo dei servizi concreti primo in Italia, il Meyer ha cercato di garantire ai piccoli pazienti la massima continuità della vita quotidiana, ad esempio assicurando la presenza costante di un familiare durante il ricovero. Mentre sono già a buon punto lavori per la costruzione della nuova sede, la cui conclusione è prevista per il 2004, continuano gli interventi per migliorare gli ambienti “storici” di via Luca Giordano, nel cuore della città, con colori e arredi accattivanti e per garantire una serie di attività indispensabili per i bambini: gioco, animazione, studio, spettacoli.


Il gioco e l’animazione
Le sale di attesa sono arredate in modo allegro e confortevole, anche grazie all’intervento di donazioni e sponsorizzazioni.
In molti reparti sono allestiti angoli gioco, e associazioni di volontariato realizzano quotidianamente attività di divertimento. Tutte le stanze sono dotate di televisori e videoregistratori. “Pescando” in una inedita “banca della voce”, i bambini possono ascoltare una serie di cassette su cui i volontari hanno registrato fiabe e racconti.

Ma il cuore di queste attività è senz’altro la ludoteca, una costruzione a vetri addossata al corpo centrale dell’Ospedale, che contiene una serie di “meraviglie”. In Ludoteca, infatti animatori specializzati della Cooperativa Arca organizzano giochi e laboratori creativi, sia in sede che nei reparti, sei giorni su sette. Gli scaffali sono stracolmi di giochi e giocattoli sempre rinnovati ed è disponibile un computer collegato a Internet per navigare nei siti più belli dedicati ai bambini, primo fra tutti il sito web dei bambini dell’Ospedale Meyer, La Presa della Pastiglia. Protagonisti di questo luogo magico sono Bruno “lo zozzo”, un bambino un po’ scavezzacollo, e Giovanni, il suo inseparabile maialino virtuale, frutto della fantasia dello scrittore e illustratore Simone Frasca.

Le avventure di questa coppia, in verità un po’ eccentrica per un ambiente ospedaliero (e per questo ancora più divertente e stimolante per i bambini) sono anche il canovaccio dell’omonima trasmissione radiofonica che il circuito radio nazionale Blusat 2000, attraverso l’emittente Radio Toscana Network, trasmette ogni domenica su decine di stazioni italiane. Nella bella stagione i bambini possono giocare anche nel giardino della Magnolia interno all’Ospedale, che dispone di un parco giochi attrezzato.

La clown terapia in Italia ha mosso i primi passi proprio al Meyer.
Quasi ogni giorno i clown professionisti e specializzati della Cooperativa Soccorso Clown, che si ispira al metodo della Clown Care Unit del Big Apple Circus di New York, con tecniche speciali riescono ad attrarre l’attenzione dei bambini e a ridurre in loro il carico di ansia e paura.

La loro presenza viene anche richiesta, di tanto in tanto, dal Servizio di Terapia del Dolore dell’Ospedale, che utilizza quando è possibile la gradevole “anestesia” della distrazione e della risata. I giochi e gli scherzi dei clown allentano la tensione anche per i genitori e gli stessi operatori sanitari. E quando i clown non ci sono ecco arrivare gli amici a quattro zampe, un gruppo di cagnolini protagonisti degli “Incontri con gli animali”, felicemente sperimentati nel 2002 e nel 2003 prima nel giardino e poi anche nei reparti.


Viva la musica, l’arte, il teatro
In rianimazione, con chitarra, oboe e voci, va bene la canzone dei pesciolini. Nel corridoio di attesa al Pronto Soccorso meglio il Valzer del moscerino, un super-classico per chitarra, voci e strumentini. In clinica pediatrica III° il suono magico è quello dei bastoni cavi pieni di semi: agitandoli e rovesciandoli si sente un fruscio, come le dita leggere della pioggia sulle foglie. Summertime invece fa ambiente in ludoteca, dove i due sax tenore e il contrabbasso possono lanciarsi in improvvisazioni jazz. La musica penetra nel Meyer, lo avvolge in una rete di suoni e di incanto che rapisce i bambini, strappa il sorriso al genitore più ansioso, al medico e all’infermiere più affaccendato. Dopo un intero anno di formazione, un gruppo di musicisti specializzati ha iniziato quest’anno la sua attività in tutti i reparti e spazi dell’Ospedale.

“Sono anni che la musica è entrata nel nostro ospedale – spiega il direttore generale dell’Azienda Meyer Franco Riboldi – ma questa esperienza costituisce un vero e proprio salto di qualità. La musica al Meyer è diventata una presenza giornaliera, un elemento che integra il nostro progetto di promozione della salute e che arricchisce il clima di accoglienza e sostegno che vogliamo assicurare a bambini, genitori e operatori”.
Per sviluppare il progetto il Meyer ha cercato e coinvolto attraverso la sua Fondazione partner importanti: l’Associazione Athenaeum di Firenze, che ha curato il percorso formativo dei musicisti e ora gestisce l’attività con 51 ore di presenza settimanale dei musicisti per 52 settimane l’anno, il Centre musiciens intervenant di Selestat, Strasburgo, l’associazione parigina Musique e Santé di Parigi. Sponsor socialmente orientati (Finemiro, Ignesti, Marsh, Simonetta e Fisac CGIL) con la loro disponibilità rendono possibile sotto il profilo economico l’intervento culturale.

Ma perché la musica in ospedale? “Per i bambini il di più non è mai troppo – spiega il professor Paolo Busoni, primario della Rianimazione del Meyer e convinto sostenitore del progetto. Anche in ospedale il problema della qualità dell’ambiente dove ci si cura o si lavora è essenziale. Accanto all’eccellenza delle prestazioni sanitarie occorre garantire anche una alta qualità della vita in Ospedale. La musica può aiutarci a centrare questo obiettivo. Una musica fatta da professionisti che si integrano con l’ambiente, che sanno fare qualcosa di più che suonare in un angolo mentre gli altri lavorano. Una musica che non venga percepita come un elemento di disturbo ma come un aiuto a migliorare l’ambiente e renderlo più confortevole”.

Considerazioni che si possono estendere anche alle altre sezioni, Meyer Arte e Meyer Teatro, in cui si articola il progetto Meyer Cultura, vincitore, tra l’altro, l’anno scorso del premio nazionale di Confindustria Impresa e Cultura. Nell’ambito di Meyer Arte vengono periodicamente organizzate esposizioni di artisti impegnati nel campo dei temi cari all’infanzia: sono state ospitate al Meyer le opere di Francesco Altan (la sua dolcissima Pimpa) Andrea Rauch, Simone Frasca, Sophie Fatus (i suoi elegantissimi gatti). Meyer Teatro invece coordina e gestisce un vero e proprio programma di spettacoli teatrali, in collaborazione con il Teatro della Pergola e non solo.


Ma bisogna anche studiare
Spesso i bambini e i ragazzi sono costretti a trascorrere in ospedale periodi prolungati. Ecco l’importanza del sostegno didattico offerto ai piccoli degenti, nell’aula appositamente attrezzata e nei reparti, da insegnanti della scuola elementare e del ciclo della media inferiore e superiore.


La Cooperazione Internazionale

Capofila delle attività di cooperazione internazionale in campo sanitario, il Meyer ospita annualmente numerosi bambini provenienti da paesi che non possono assicurare loro cure adeguate alle patologie che presentano. Dal 1999 al 2002 il Meyer ha preso in carico circa 270 piccoli pazienti arrivati dalle aree del Mediterraneo e del Sud Est Europeo, Albania, Kosovo, Russia e Bielorussia, Romania, mentre gemellaggi e accordi sono stati conclusi con la Libia, la Palestina, lo Yemen. Bambini e genitori vengono ospitati dalle associazioni di volontariato che collaborano con il Meyer a questo progetto, mentre l’Ospedale fornisce, oltre al percorso di cura, anche un servizio di mediazione culturale.


La Fondazione
Molte di queste attività vengono realizzate grazie all’impegno della Fondazione Meyer, una istituzione nata per volontà dell’Ospedale e presieduta dallo stesso Direttore Generale, che si è assunta tra gli altri anche il compito della raccolta di fondi destinati a finanziare la ricerca, all’acquisizione di nuove apparecchiature e al sostegno dei progetti culturali e di accoglienza. Nel 2002 sono stati raccolti 1.205.865 euro: “E’ la cifra più alta realizzata da quando il Meyer ha iniziato su basi organizzate e costanti l’attività di fund raising” annota Carlo Barburini, direttore della Fondazione Meyer. I donatori sono stati 1427. In media il Meyer ha ricevuto quasi 4 donazioni al giorno (per ogni giorno dell’anno) e la media aritmetica di tali donazioni è di circa 3.300 euro giornalieri.


Il Nuovo Meyer

Entro il 2004 il Meyer si trasferirà dall’attuale sede (quella attuale è del 1884) a Villa Ognissanti, un ex complesso ospedaliero in corso di ristrutturazione, a cui verrà affiancato un avveniristico padiglione, con 6 sale operatorie e il piano degenze per circa 120 posti letto, suddivisi in camerette a uno o due letti, tutte con servizi e letto per il genitore. Il tutto circondato da un parco secolare, aperto alla città, dove sono previsti interventi di arte ambientale e spazi per giochi e animazioni. Inutile dire che il nuovo ospedale nasce già strutturalmente adeguato alle esigenze di accoglienza dei bambini e delle famiglie e che i nuovi spazi consentiranno lo sviluppo delle attività avviate.

Info:
www.meyer.it



 
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Susanna Cressati
Ufficio Stampa Azienda Ospedaliera Meyer, Firenze
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