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L'esperienza significativa di uno studente disabile...

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Il Centro "Paolo VI" o.n.l.u.s. offre trattamenti di Riabilitazione Sanitaria di tipo residenziale, diurna e ambulatoriale per qualsiasi patologia psichiatrica in età evolutiva e per patologie neuromotorie per minori e per adulti.
Nell’ambito dei vari approcci riabilitativi diversificati per tipologia di ospiti, il Centro “Paolo VI” propone, per i bambini con sindrome autistica, un modello di intervento che si caratterizza per l’integrazione tra interventi specifici per il disturbo autistico e i classici interventi dei terapisti della riabilitazione.

Il“Servizio di Valutazione e Cura dell’Autismo”, da alcuni anni è impegnato nello sviluppo di modalità di intervento a favore dei bambini con autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo che si articola in interventi a carattere residenziale, semiresidenziale ed ambulatoriale, interventi a domicilio, interventi di formazione dei genitori (parent training), interventi nell’ambito delle Istituzioni scolastiche Il nostro Modello d’Intervento Integrato, che ha come obiettivo elevare in massimo grado il livello di indipendenza e autonomia delle persone con Disturbo generalizzato dello Sviluppo, si avvale nel percorso diagnostico dei seguenti strumenti e metodi:
- Diagnosi Clinica DSM IV / ICD –10
- Griglia Valutativa C.A.R.S
- Test B.S.E.
- CH.A.T.(Checklist For Autism in Toddlers)
- GARS (Gilliam Autism Rating Scale)
- Profilo Funzionale
- TEST DI LEITER
- Test TINV
- P.E.P.-R - A.A.P.E.P.
- Profilo Funzionale Autonomie di base
- Valutazione Neuropsicologica
- Valutazione Tratti Psicopatologici (V.A.P.-H; “E’ Autismo?”).


Approfondimenti Diagnostico-Valutativi e Indagini Strumentali:
- Valutazioni di tipo Bio Medico: Vega Test;
- Valutazioni delle intolleranze alimentari;
- Investigazione disbiosi,
- RMN, TAC, EEG, per i quali ci avvaliamo della collaborazione di Centri e Cliniche specializzate.

Il Modello d’Intervento Integrato che si concretizza nell’”obiettivo indipendenza”, si avvale delle seguenti metodologie:
- Metodologia TEACCH;
- Comunicazione Alternativa Aumentativa;
- Sviluppo di Abilità di Coping, Problem Solving, Planning e Autodeterminazione;
- Stimolazioni Sensoriali;
- Interventi Biologici (valutazione e terapia delle disbiosi);
- Interventi Psicofarmacologici;
- Play Training;
- Interventi classici di Riabilitazione: Psicomotricità, Logopedia, Musicoterapia, Terapia occupazionale.

Il Direttore Sanitario Centro "Paolo VI" è il dott. Gianluigi De Agostani Neuropsichiatria infantile e i responsabili del Servizio di Valutazione e Cura dell’Autismo sono la dr.ssa Laura Farinotti, Medico Neuropsichiatra Infantile e il sottoscritto. L’équipe educativa è composta da: Simona Borelli, Simona Bracco, Daniela Freggiaro, Lorella Mantoan, Silvia Magnone, Stefania Valceschini.

Il Servizio di Valutazione e Cura dell’Autismo, ha rapporti di collaborazione con Strutture ed Associazioni quali: La Nostra Famiglia, ANGSA, ASL 22 di Verona, Neuropsichiatria di Siena, Clinica ACES - San Diego California.

Il nostro modello di lavoro identifica come finalità generali dell’intervento:
L’indipendenza e l’autodeterminazione All’interno delle quali vanno considerate:
- la qualità della vita
- il livello di adattamento
- la normalizzazione e l’integrazione
- l’attenzione al ciclo di vita ed ai bisogni

L’INDIPENDENZA viene intesa in tre diverse accezioni:
- indipendenza dall’assistenza
- indipendenza nella vita quotidiana
- indipendenza nella società.

L’indipendenza dall’assistenza può essere definita come: “Raggiungere l’autonomia nelle pratiche di base della cura personale ed essere liberi dalla necessità di aiuto costante per: alimentazione, igiene personale, svestirsi, vestirsi, controllo sfinterico, funzioni comunicative elementari, spostamento e locomozione”

Gli interventi mirati per lo sviluppo dell’indipendenza dall’assistenza sono:
- Intervento psicoeducativo che si ispira all’approccio cognitivo-comportamentale e relazionale ed è particolarmente indicato per lo sviluppo di abilità di autonomia personale.
- Intervento di C.A.A. particolarmente indicato per lo sviluppo di abilità di comunicazione di base.
- Intervento di facilitazione e modificazione ambientale che si basa su di un’organizzazione facilitante dell’ambiente nella quale è fondamentale una riorganizzazione ambientale ispirata a principi di facilitazione con l’utilizzo di icone, che in quanto stimoli ad alto livello di permanenza aiutano i bambini ad etichettare e riconoscere gli utilizzi degli ambienti e degli spazi.

L’indipendenza nella vita quotidiana può essere definita come: “Essere liberi dalla necessità di aiuto costante per: autonomia personale avanzata, collaborazione in ambiente domestico, sviluppo di capacità occupazionali, gestione del tempo libero, abilità socio - relazionali di base, capacità comunicative funzionali.

Gli interventi mirati per lo sviluppo dell’indipendenza nella vita quotidiana sono:
- intervento psicoeducativo
– metodologia teacch del lavoro indipendente
- comunicazione facilitata sul piano concreto – si/no, scelta multipla, completamento parole/frasi, lettura/scrittura funzionale, ecc.
- comunicazione alternativa aumentativa da utilizzare in situazioni di bisogno.

L’indipendenza nella società può essere definita come: “Essere liberi dalla necessità di aiuto costante per: abilità integranti, spostamenti, uso dei servizi della comunità, attività occupazionale/lavorativa, gestione del tempo libero, abilità sociali, abilità comunicative”.

Gli interventi mirati per lo sviluppo dell’indipendenza nella società sono:
- intervento psicoeducativo
- utilizzo di curricoli di insegnamento strutturati
- potenziamento della comunicazione scritta/verbale/gestuale/ecc. per istruzioni, regole, richieste, ecc.
- sviluppo di abilità di coping, problem solving, planning e autodeterminazione.



Attualmente il percorso riabilitativo si basa sul seguente modello:

L’intervento psicoeducativo si ispira ad un approccio cognitivo-comportamentale e relazionale e sul piano relazionale, cognitivo e prestazionale mira al potenziamento delle:
- abilità di relazione e di comunicazione
- abilità utili a favorire lo sviluppo
- abilità pratiche di vita quotidiana.

Il programma T.E.A.C.C.H.
- T.E.A.C.C.H. è l’acronimo americano di “trattamento ed educazione dei bambini autistici o con handicap della comunicazione”
- il T.E.A.C.C.H. è un programma psicoeducativo ideato da Erik Schopler nel 1971 presso il dipartimento di psichiatria dell’Università di Chapel Hill nella Carolina del nord finalizzato a potenziare le capacità di apprendimento e le autonomie funzionali di base del soggetto autistico.

Prevede una valutazione dello sviluppo fatta attraverso uno strumento: il Psycoeducational Profile-Revised (PEPR Schopler, Reichler) che valuta le seguenti aree:
- Imitazione
- Percezione
- Motricità fine
- Motricità grossolana
- Coordinazione occhio-mano
- Abilità concettuali non verbali
- Abilità concettuali verbali

Ogni area è composta da diversi items, ciascuno dei quali ha tre possibili risultati:
- R (Riesce) 2 punti
- E (Emergente) 1 punto
- NR (Non Riesce) 0 punti

Il programma TEACCH è composto da un eserciziario che prevede una serie di esercizi per ognuna delle aree oggetto della valutazione. Tali esercizi vengono proposti, dal personale educativo, in una situazione di apprendimento strutturato e guidato. E’ inoltre previsto lo sviluppo di abilità di “lavoro indipendente”, grazie alle quali, la persona con autismo apprende a svolgere da sola una serie di attività, di compiti, ma anche di giochi e passatempi.

L’altro metodo utilizzato è l’Augmentative Alternative Comunication (AAC).
A.A.C. è l’acronimo americano di “comunicazione alternativa-aumentativa è una strategia alternativa che permette di mantenere la funzione comunicativa in persone disabili verbali.

I prerequisiti per accedervi sono:
1. forte motivazione a comunicare
2. capacità di simbolizzazione

Le persone che utilizzano la A.A.C.:
1. Imparano a riconoscere la propria esperienza nei contenuti semantico lessicali delle icone proposte
2. Imparano ad organizzare il proprio pensiero tramite un codice esterno.

Nella Comunicazione Alternativa Aumentativa vengono utilizzati simboli iconici che vengono posti su tabelle di comunicazione in modo da poter essere agevolmente indicati e viene sempre utilizzato il doppio codice iconico/ verbale. I principali codici alternativi di comunicazione sono i seguenti:
- PCS (Pictogram Comunication Symbol)
- CPV (Core Picture Vocabulary)
- PIC (Pictogram Ideogram Communication)
- Picsyms
- Bliss Symbol.

La nostra scelta ha privilegiato il PCS (ideato da Roxanna M. Johnson e composto da 709 figure, che rappresentano oggetti, azioni, ambienti, lettere e numeri) in quanto da noi ritenuto di più facile e ampio utilizzo.


Esemplificazioni del PCS
I simboli del PCS consentono di:
1. chiedere
2. rispondere
3. possono essere combinati in semplici frasi.

La terza metodica utilizzata prevalentemente è la Comunicazione Facilitata. La comunicazione facilitata nasce in Australia nel 1986 ed è un metodo attraverso il quale un “facilitatore” (genitore, amico, insegnante, educatore) fornisce supporto fisico ed emotivo alla persona con disabilità che per comunicare indica su di un mezzo “facilitante” (tastiera o altro)

La facilitazione sembra intervenire su due variabili molto importanti:
- ansia da esposizione attraverso il supporto emotivo
- disprassia (incapacità di organizzare il movimento) attraverso il supporto fisico.

La C.F. non è un metodo per insegnare a leggere e scrivere ma aiuta ad esprimere ed organizzare i contenuti di pensiero. La pluralità delle proposte e degli interventi ci sembra essere l’unica possibile risposta alla complessità presentata dai quadri dello spettro autistico che presentano i bambini da noi seguiti e dunque queste considerazioni ci hanno portato ad integrare modelli di lavoro tra loro anche concorrenti e basati su postulati teorici apparentemente poco compatibili, quali:
- La metodologia teacch
- La comunicazione facilitata
- La comunicazione alternativa aumentativa
- La teoria della mente
- La stimolazione sensoriale
- Interventi biologici (valutazione delle disbiosi)
- Il play training
- Interventi tradizionali di riabilitazione.

Così come viene riassunto in questo schema:












 
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A cura di:
Maurizio Pilone
Psicologo Psicoterapeuta

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