Da alcuni anni la Polizia Stradale si è fatta promotrice, all’interno del Progetto nazionale ICARO del Ministero dell’Interno e del Ministero della Istruzione, di numerose iniziative in molte Città italiane per sollecitare l’attenzione della popolazione verso i problemi della Prevenzione degli incidenti stradali e per stimolare l’impegno attivo in particolare dei giovani e delle scuole in questa opera.
Sono stati realizzati degli strumenti video divulgativi, sono state promosse mostre di auto e moto della polizia nuovissime e d’epoca, sono stati realizzati dei bus attrezzati con strumenti informativi per il coinvolgimento attivo di quanti li possono visitare ed utilizzare.
In particolare sono stati realizzati un gran numero di incontri con alcuni giovani delle scuole medie per stimolare una riflessione sulla possibilità di prevenire gli incidenti con un comportamento più sicuro e cauto sulla strada.
Questa campagna è rivolta ai giovani non solo perché in questa fascia di età spesso si rilevano le percentuali maggiori di incidenti, e purtroppo i più gravi, ma anche perché è in questa età che possono esser costruiti e consolidati i comportamenti giusti e positivi che poi si potranno mantenere in tutta la vita. Ed anche perché sono in realtà spesso i giovani stessi che hanno la possibilità di assumere un ruolo attivo di stimolo per comportamenti adeguati da parte degli stessi adulti (e dei genitori e familiari in particolare).
Tutti conosciamo la numerosità degli incidenti della strada nel nostro Paese (pensiamo a quelli definiti del “sabato sera”), delle percentuali dei decessi, le conseguenza gravissime che ne derivano; sappiamo come gli indici statistici dicano che, se pur si assiste ad una riduzione del numero totale degli incidenti dopo l’adozione della Patente a Punti, non sembrano ridursi i decessi e gli incidenti più gravi.
Sappiamo come l’adozione del casco e delle cinture di sicurezza non abbia ridotto le conseguenze più gravi come le lesioni midollari ed il coma, che anzi sembrano quasi accrescersi in rapporto alla capacità della medicina di affrontare anche le situazioni più drammatiche.
Quindi è molto giusto questo impegno della Polizia Stradale per far crescere consapevolezza e responsabilità diretta perché la campagna di prevenzione non può certo esser condotta solo dai “pubblici ufficiali”, ma deve esser sempre più un impegno volenteroso e quotidiano di tanti.
Un aspetto molto significativo e qualificante di queste iniziative è stato quello di affidare proprio ad alcuni giovani, che purtroppo hanno subito sulla loro pelle le gravi conseguenze di incidenti stradali, il ruolo di comunicare agli altri loro coetanei come si possa e si debba cercare di prevenire questi tragici eventi.
I giovani molto spesso sono maturi per accettare seriamente e serenamente questi messaggi molto crudi, ma la comunicazione deve esser adeguata e confacente ai loro parametri per giungere per così dire “a destinazione” evitando il rischio di “prediche” sterili.
Sono stati ideati due diversi percorsi informativi, uno rivolto ai più piccoli con occasioni divertenti di coinvolgimento, con momenti di gioco e di rappresentazione animata, ed un altro rivolto invece ai ragazzi più grandi puntando all’informazione, al coinvolgimento ed alla riflessione. Sono stati preparati dei video con interviste ad alcuni ragazzi che hanno subito gravi conseguenze per le funzioni motorie, cognitive, lavorative e relazionali a seguito di incidenti: questi ragazzi ricordano le loro esperienze, ricordano gli eventi che hanno causato l’incidente, gli errori, le leggerezze e le imprudenze che sono stati commessi da loro o dai loro amici e compagni di “sventura”.
Ancora più importante è che in questi incontri sono presenti di persona alcuni di questi ragazzi, della stessa Città in cui si tiene l’incontro per dare concretamente e crudamente la misura di come questi problemi possano purtroppo in ogni momento toccare tutti. E’ la rappresentazione di quanto il problema, il rischio, e la sua gravità siano concreti e vicini.
Il messaggio principale da trasmettere è che tutti possiamo fare sempre qualcosa di buono, o di sbagliato per noi stessi e per gli altri; nessuno deve sentirsi fuori dal problema come se mai lo dovesse toccare. Invece questi dolorosi eventi accadono quando meno te lo aspetti, anche senza alcuna colpa propria ma per colpe ed errori di altri che ti coinvolgono. Molto più spesso accadono perché non si è posta attenzione nella guida, nelle regole della circolazione ed ai limiti di velocità.
La manifestazione del 12 Marzo 2005 a Pavia
Una di queste importanti occasioni di incontro per gli studenti delle scuole medie è stata realizzata ad esempio nel Teatro Politeama di questa Città, grazie all’impegno della Dottoressa Simonetta Lo Brutto, Comandante della Polizia Stradale di Pavia: hanno partecipato oltre 300 giovani che hanno seguito con grande attenzione gli interventi ed hanno anche partecipato molto intensamente al dibattito.
Hanno preso parte la stampa locale, il mondo della Scuola e le autorità cittadine per sottolineare l’importanza dell’occasione, ma l’elemento di spicco è stata veramente la grande partecipazione dei giovani.
Partecipazione che si è concretizzata per tutta la giornata anche nella Piazza Vittoria dove era stata allestita la mostra delle auto e moto storiche, dei mezzi speciali informativi e dove gli Agenti della Polizia erano a disposizione di tutti per informazioni e domande.
Il programma della manifestazione è stato realizzato, per gli aspetti scientifici e riabilitativi, in collaborazione con i Centri di Riabilitazione della Fonda zione Salvatore Maugeri che sorgono a Montescano ed a Pavia.
Nel Teatro la discussione e gli interventi sono stati centrati sulla presentazione delle esperienze di alcuni giovani lombardi che hanno testimoniato ai presenti gli eventi dolorosi che hanno subito, ma anche la forza che hanno saputo trovare per superare almeno in parte la gravità dei danni con un percorso di intensa riabilitazione.
La dottoressa Caterina Pistarini, direttore del Reparto di Neuroriabilitazione e Unità Spinale della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia, dove questi ragazzi hanno appunto potuto realizzare il loro trattamento riabilitativo fino dalle primissime fasi acute al rientro a casa, ha illustrato gli aspetti essenziali di queste cure per far comprendere a tutti come sia estremamente complesso, difficile e faticoso riprendere anche solo in parte la propria autonomia dopo lesioni così gravi e come questo poi possa segnare gravemente tutta la vita e persino tutta la famiglia.
Elena Tomasoni ha spiegato come sia accaduto l’incidente che le ha spezzato la colonna e le ha modificato totalmente la vita; ha anche dato a tutti i giovani che la ascoltavano la sensazione di quanto sia stata forte la sua energia per ricostruirsi la vita e per venire li a parlare a loro. Elena ha voluto anche dire a tutti che proprio lei partecipò, prima dell’incidente, ad un dibattito come questo ed in quella occasione mai ebbe a pensare che le potesse capitare qualcosa del genere: forse se fosse stata più sensibile alle raccomandazioni rivoltele e più comprensiva, il suo destino poteva esser diverso.

E’ stato poi Davide Colombi a raccontare la propria storia, spiegando come oggi per fortuna sia riuscito persino a costruirsi un lavoro ed una buona qualità di vita, ma a costo di grande impegno e di continue cure riabilitative. Anche Davide ha detto con franchezza ai giovani presenti come l’attenzione, la riflessione personale di ciascuno possa prevenire molti dei gravi incidenti che ci accadono: non dobbiamo mai pensare che sia dovere di altri perché siamo noi i primi a rischiare la vita.
E’ quindi intervenuto Giulio Colombo, Presidente dell’Associazione Lombarda dei Paraplegici, tetraplegico anche lui a causa di un incidente di surf ma che ora riesce, oltre che a lavorare come Avvocato, a svolgere questo ruolo importante per l’Associazione. Giulio ha detto come sia necessario promuovere sia la prevenzione degli incidenti, ma al tempo stesso si debba anche favorire l’integrazione delle persone con disabilità cercando di eliminare ogni tipo di barriera (architettonica ma anche personale, psicologica od economica) perché tutti possano partecipare alla vita della comunità nel modo più completo e libero possibile.
L’Associazione ha inoltre illustrato un progetto che stanno diffondendo in Lombardia per l’educazione dei giovani in particolare in considerazione dei grandi rischi che l’abuso di alcool e la velocità provocano quando ci si mette alla guida. Con molta semplicità e chiarezza la dottoressa Pistarini ha illustrato gli aspetti più importanti delle attività di riabilitazione che in questi casi possono esser anche molto efficaci, ha spiegato quanto sia importante l’impegno morale e fisico, soggettivo e costante per ottenere un vero recupero e come sia indispensabile l’appoggio e la vicinanza anche degli amici oltre che della famiglia per dare coraggio a questi ragazzi che ritornano a costruire il proprio futuro.

Ha anche detto agli studenti, con la necessaria franchezza, che purtroppo ci sono molti altri casi gravissimi, che non possono esser certo mostrati perché sono in condizioni molto peggiori di Elena, di Giulio e di Davide: ma sono veramente tanti e dobbiamo fare tutto il possibile per ridurli al minimo adottando comportamenti più attenti e cauti sia per il nostro bene che per la sicurezza degli altri.
Ci sono stati poi molti interventi dei ragazzi con domande e richieste: tutti però hanno riconosciuto come sia un dovere di tutti impegnarsi per prevenire gli incidenti e ridurne la gravità in ogni modo, ed in particolare come i giovani debbano farsi “promotori” di sicurezza e di comportamenti corretti per tutti.
Prevenzione, cura e riabilitazione debbono andare di pari passo: sempre nelle attività sanitarie ma senza dubbio anche nella consapevolezza collettiva, nella cultura e nell’informazione.
Ha cercato di dimostrarlo e di promuoverlo il Progetto Icaro, mirando a far comprendere come per impegnare tutti nella prevenzione, sia utile mostrare come anche la migliore riabilitazione, che pure può esser garantita nel nostro Paese a tutti, non possa mai neppure lontanamente cancellare i grandi danni che gli incidenti provocano. Quindi sono proprio anche gli esperti di riabilitazione che spingono alla prevenzione, per la conoscenza diretta che hanno di quanto siano grandi queste disabilità, questi dolori e queste tragedie.
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A cura di: |
Alessandro Giustini - Direttore Scientifico Fondazione S. Maugeri-Istituto Scientifico Montescano-
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Caterina Pistarini - Direttore Unità Spinale-Fondazione Salvatore Maugeri-Istituto Scientifico Pavia |
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