Vai direttamente ai contenuti

Copertina della rivista

Immagine: Veduta delle ciminiere di Porto Marghera

 

Immagine: Titolo A proposito della riqualificazione di Porto Marghera

La X Biennale di architettura di Venezia, curata da Richard Burdett, ha evidenziato come la realtà urbana del nostro pianeta stia sempre più assumendo i connotati di una metropoli globale, che ospiterà nel 2050 il 75% dalla popolazione mondiale in un habitat in cui i confini formali e strutturali, che un tempo separavano l’hinterland dal contesto urbano, appariranno sempre più sfumati e permeabili.



Fortemente influenzato dalla cultura dell’immateriale che presiede alla nuova società della conoscenza e che tende a sostituire alla produzione di beni tradizionali quella dei servizi ad alta specializzazione, questo processo si pone all’origine della cosiddetta meta-città, realtà duttile e complessa capace di collegare, grazie alle nuove tecnologie, elementi fisicamente distanti interpretando il territorio come continuum ubiquitariamente antropizzato.

Le strategie che ne determinano lo sviluppo vedono ormai, come fattore imprescindibile, la sostenibilità, resa possibile solo dalla concertazione degli interventi tra i vari attori, pubblici e privati, chiamati a bilanciare conservazione e innovazione, salvaguardia ambientale ed esigenze tecnologico-infrastrutturali. Si tratta di un radicale mutamento che ha investito anche il concetto di paesaggio e di paesaggio urbano. Secondo un’accezione fatta propria dal nuovo Codice per i Beni Culturali, al paesaggio appare, infatti, sempre più associato un giudizio di valore di carattere etico, che esprime la consapevolezza di come tutto ciò che è stato prodotto, costruito e modificato dall’uomo sia testimonianza di storia e di cultura.

graficaIn un contesto, però, in cui il progresso e l’adeguamento logistico e infrastrutturale richiedono l’appropriazione di ulteriori vasti brandelli di territorio, l’esigenza di un innalzamento complessivo della qualità della vita pone tra le sue strategie prioritarie le attività di riconversione e riqualificazione, capaci di raccogliere la sfida lanciata nel 2000 dalla Convenzione Europea di Firenze: la creazione, cioè, di nuovi paesaggi in aree compromesse e degradate, che consentano di traslare dal concetto troppo restrittivo di tutela a quello di una vera e propria pianificazione paesaggistica capace di risanare lacune e ferite. In questo contesto, la Regione del Veneto ha accolto - per prima in Italia - le indicazioni del nuovo Codice per i Beni Culturali e il Paesaggio, proponendo la redazione di uno strumento pianificatorio, con valenza paesaggistica, che rilegge l’attuale città-regione grazie al coinvolgimento dei Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare.

In questo nuovo quadro generale la riqualificazione di Porto Marghera appare uno degli interventi di più vasto e impegnativo respiro. Il Piano Strategico elaborato dal Comune nel 2004 interpreta, infatti, Venezia come città vocata ad una dimensione internazionale, in cui la cultura, il turismo, la formazione, la ricerca, l’innovazione e la produzione di servizi devono rendere possibile trasformare in vantaggi caratteristiche ambientali e logistiche di assoluta specificità. In questo contesto, Porto Marghera diventa il logico polmone di espansione, oltre che la “porta” verso quell’Europa dell’Est e dei Balcani con cui il Veneto ormai da anni intrattiene continui e proficui rapporti di sinergia, che si prevede conosceranno ulteriore incremento dall’istituzione dell’Euroregione.

Appare, perciò, a questo punto improcrastinabile la risoluzione dei problemi che storicamente hanno determinato il degrado dell’area e riguardano in primo luogo la chimica, l’idrogeno e l’inquinamento, secondo una rigorosa linea di rispetto dell’ambiente e delle normative internazionali. La Regione ha a questo scopo attivato, nel 1997, una speciale Direzione Progetto Venezia, allo scopo di avviare un progetto radicale di bonifica in collaborazione con l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (ARPAV) e in accordo con Comune, Provincia, Parti Sociali e Ministeri. Dopo questa prima fase di risanamento, la cui fine è prevista per il 2015, Venezia e il Veneto si troveranno a disporre di un vastissimo potenziale urbano, alla cui posizione nevralgica concorrerà la realizzazione di grandi opere infrastrutturali come il passante di Mestre e l’alta velocità.

La salvaguardia di alcune importanti testimonianze di archeologia industriale potrà, dunque, andare di pari passo con una nuova visione d’insieme, centrata sull’offerta logistica dei servizi, dell’innovazione, della ricerca e della cultura, sviluppata in una logica di rete con le analoghe realtà dell’Italia settentrionale e dell’Unione Europea. In analogia con lo sviluppo delle maggiori città del mondo, che hanno conosciuto nuovo slancio dalle politiche di concertazione pubblico-privato e da un dinamismo economico a cui hanno concorso anche l’architettura di qualità e le nuove frontiere della scienza e della tecnologia, la visione che si prospetta è quella di una dimensione urbana plurale, solidale e sostenibile; essa sarà caratterizzata da un mix funzionale in grado di rendere Porto Marghera non solo nuovo polo attrattore di risorse economiche, culturali e umane, ma anche città di residenti stanziali caratterizzata da un’alta qualità della vita grazie alla realizzazione di una moderna edilizia residenziale e di opportuni spazi pubblici e polmoni verdi attrezzati.

immagine: Veduta generale di Porto Marghera