Il protocollo di intesa su Porto Marghera è stato firmato il 14 dicembre 2006 da Ministero dello Sviluppo Economico, istituzioni venete (Regione, Provincia e Comune), organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, imprese (Eni, Ineos, Sapio, Solvay, Arkema) e Unindustria Venezia. Come ha sottolineato in quell’occasione il Ministro Bersani “l’accordo consente di definire la volontà univoca di istituzioni regionali e locali, dei soggetti sociali e delle imprese, sul futuro di Porto Marghera e, quindi, anche di una parte fondamentale della chimica italiana e delle sue nuove prospettive”.
Diversi gli interventi previsti dal Protocollo, che hanno l’obiettivo di:
• mantenere a Porto Marghera condizioni di certezza gestionale per le imprese che lì operano, che si coniughino con le esigenze di tutela dell’ambiente a partire dal ciclo integrato della Petrolchimica;
• garantire una politica di sviluppo sostenibile in grado di produrre una significativa riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive del territorio;
• garantire la continuità produttiva e la competitività delle attività chimiche a partire dal ciclo del cloro attraverso il bilanciamento cloro CVM-PVC;
• mantenere i livelli occupazionali. In queste pagine, il punto di vista degli attori protagonisti dell’intesa.