Il carcinoma della mammella rimane ad oggi la principale causa
di morte per cancro nelle donne, nonostante i notevoli progressi
ottenuti sia nella diagnosi che nella terapia. Questa ricerca
illustra il rivoluzionario ruolo di piccole ma potenti molecole
regolatorie nella biologia del carcinoma alla mammella e
all’ovaio, e le importanti implicazioni per l’identificazione di
nuovi strumenti diagnostici e di terapie innovative.
Il carcinoma della mammella rimane
ad oggi la principale causa di morte
per cancro nelle donne, nonostante i
notevoli progressi ottenuti sia nella
diagnosi che nella terapia. Nonostante
lo studio dei profili di espressione
genica, volti a determinare le alterazioni
molecolari caratteristiche dei tumori
umani, abbiano fornito la maggior
parte dei nuovi bio-marcatori con possibili
applicazioni nell’ambito diagnostico,
di sviluppo di nuovi farmaci, e
di nuove terapie mirate, non hanno
elucidato in modo esaustivo tutti i
meccanismi all’origine dei tumori,
incluso il tumore alla mammella. Ciò
suggerisce che il processo di tumorigenesi
possa avvenire attraverso meccanismi
nuovi o non ancora completamente
caratterizzati.
Recentemente, una nuova classe di
piccole molecole di RNA non codificanti,
noti come microRNA (miR o
miRNA), capaci di regolare l’espressione
genica attraverso il legame con
sequenze regolatorie (3’UTR) su RNA
messaggeri bersaglio, è stata associata a
diverse malattie umane, incluso il cancro.
L’espressione dei microRNA,
infatti, è alterata in diversi tipi tumorali,
incluso il tumore della mammella,
di cui ho descritto la prima
“microRNA signature” specifica nel
2005 (Iorio MV et al., Cancer Res
2005), in collaborazione con il laboratorio
del Dr. Carlo Croce (Ohio State
University, Columbus, OH, USA),
autore di numerosi studi pionieristici
nel campo dei microRNA. Un crescente
numero di evidenze sperimentali
ha mostrato come i microRNA
abbiano un ruolo causale nel processo
di tumorigenesi, agendo come una
nuova classe di oncogeni, molecole
che promuovono la proliferazione e la
sopravvivenza del tumore, od oncosoppressori,
che al contrario ostacolano
la crescita cellulare incontrollata, a
seconda delle molecole che sono in
grado di regolare.
Tuttavia, nonostante
gli incoraggianti progressi ottenuti negli ultimi anni, che dimostrano il
coinvolgimento dei microRNA nella
biologia del tumore della mammella,
la conoscenza dei meccanismi molecolari
in grado di spiegare la loro funzione
in questa neoplasia è ancora incompleta.
Tra i microRNA potenzialmente rilevanti
nel carcinoma mammario,
abbiamo identificato il miR-205. Da
un’analisi in silico, attraverso l’utilizzo
di diversi programmi bioinformatici,
dei putativi bersagli del miR-205,
abbiamo individuato il recettore tirosin-
chinasico HER3, che esercita un
ruolo estremamente importante nella
tumorigenesi mediata dall’oncogene
HER2, membro della stessa famiglia
recettoriale. La co-espressione dei due
membri della famiglia è un fattore
indicativo di prognosi negativa: l’eterodimero
HER2/HER3 rappresenta
infatti l’unità di trasduzione del segnale
più importante della famiglia HER.
Tale eterodimero ha un ruolo cruciale
nella proliferazione, essendo responsabile
dell’attivazione del meccanismo
di sopravvivenza mediato dalle chinasi
PI3K (fosfatidil-inositolo 3 chinasi) ed
Akt, di critica importanza nel processo
di tumorigenesi.
Per questi motivi,
considerando l’importanza del recettore
HER3 nella sopravvivenza e proliferazione
del carcinoma mammario,
e l’evidenza sperimentale che suggerisce
il coinvolgimento del miR-205 in
questa neoplasia, abbiamo valutato la
possibile regolazione di questa proteina
da parte del miR-205. Il nostro studio
dimostra che il miR-205 regola
negativamente l’espressione del recettore
HER3 in un modello in vitro:
l’espressione ectopica di questo
microRNA in una linea cellulare di
carcinoma mammario caratterizzata
da bassi livelli endogeni di miR-205,
causa infatti una riduzione nell’espressione
di HER3, e l’effetto regolatorio
osservato è mediato dalla diretta interazione
del microRNA con una specifica
regione nel 3’UTR del suo messaggero
bersaglio. Dal momento che il
recettore HER3 ha un ruolo chiave
nell’attivazione delle vie di trasduzione
del segnale che mediano sopravvivenza
e proliferazione in cellule di carcinoma
mammario, il nostro interesse si
è focalizzato sullo studio del ruolo del
miR-205 in questi meccanismi.
Abbiamo confermato la capacità di
questo microRNA di inibire la proliferazione
in un modello cellulare di
carcinoma mammario, e tale effettbiologico osservato è probabilmente
dovuto all’inibizione da parte del
microRNA del segnale di sopravvivenza
mediato da PI3K/Akt, attivato a
valle dell’eterodimero HER2/HER3,
come suggerito dalla riduzione dei
livelli della forma attiva (fosforilata)
del mediatore Akt in seguito ad
espressione ectopica del miR-205
nelle cellule in analisi. Il coinvolgimento
del miR-205 nella regolazione
del pathway di sopravvivenza a valle
del recettore tirosin-chinasico HER3
ci ha suggerito un suo possibile ruolo
nel modulare la responsività ad inibitori
tirosin-chinasici (TKI), come
Gefitinib e Lapatinib, agenti antitumorali
usati nel trattamento del carcinoma
mammario. Recenti scoperte
hanno infatti dimostrato che HER3
ha un ruolo cruciale nello sviluppo di
resistenza al trattamento con TKI. Tali
farmaci sono capaci di bloccare l’attività
tirosin-chinasica di uno o più sottotipi
di recettori (come EGFR ed
HER2), bloccando di conseguenza le
cascate di trasduzione del segnale a
valle (tra cui quella mediata dall’Akt):
tuttavia, l’effetto risulta essere tran -
sitorio e sembra che il recettore
HER3, privo di attività chinasica, sia
in grado di mediare la riattivazione del
pathway, creando così una via di salvataggio
dall’azione dei TKI. Nel presente
lavoro abbiamo dimostrato che
l’introduzione del miR-205 in cellule
di carcinoma mammario, modulando
l'espressione di HER3, e spegnendo di
conseguenza la via mediata da Akt, è
in grado di contrastare i meccanismi
di resistenza al trattamento mediati
dal recettore, ristabilendo così l’effetto
pro-apoptotico (induzione di morte
cellulare) dei farmaci utilizzati. La
reintroduzione del miR-205 induce
infatti un aumento di apoptosi in cellule
trattate con Gefitinib o con
Lapatinib.
In conclusione, sulla base
degli esperimenti condotti, abbiamo quindi evidenziato un nuovo oncosoppressore
nel carcinoma della mammella,
miR-205, capace di interferire
con la proliferazione cellulare mediata
dai recettori della famiglia HER, ed in
grado di aumentare la responsività a
trattamento con inibitori tirosin-chinasici
(TKI).
Nuovi dati preliminari recentemente
ottenuti dimostrano inoltre come il
miR-205 abbia un forte ruolo oncosoppressivo
non solo in un modello
overesprimente HER2, ma anche in
un modello di carcinoma mammario
triplo negativo. Questo sottogruppo
include tumori alla mammella che
non esprimono nè i recettori ormonali
(recettore per gli estrogeni e per il
progesterone), nè HER2, e che risultano
molto aggressivi da un punto di
vista clinico e caratterizzati da un
fenotipo estremamente sdifferenziato.
Non essendo stati ancora identificati
specifici marcatori, per questo sottogruppo
tumorale non esiste ancora, ad
oggi, una specifica ed efficace terapia
mirata. I microRNA potrebbero sia
fornire le informazioni biologiche
mancanti, necessarie per spiegare il
comportamento di questo sottotipo di
tumori, sia rappresentare un possible
strumento o bersaglio per una terapia
specifica. In particolare, abbiamo
recentemente dimostrato come il
miR-205 sia in grado di inibire sia la
proliferazione che la migrazione in
modelli in vitro di tumori tripli negativi,
sia la crescita in vivo in modelli
murini, probabilmente attraverso la
modulazione di molecole coinvolte
nei processi di proliferazione, adesione,
migrazione, invasione.
In conclusione, possiamo affermare
che i microRNA sono probabilmente
le “pedine mancanti” nella biologia
dei tumori umani, nuove molecole
regolatrici in grado di influenzare praticamente
tutti i processi cellulari e
molecolari noti, modulando l’espressione di un’ampia varietà di molecole
bersaglio. Per questa ragione, si sta ad
oggi valutando ed investigando il possibile
utilizzo di queste piccole molecole
ad RNA come terapia innovativa,
nel tentativo di modulare la loro
espressione nei tumori. In particolare,
si stanno attualmente elaborando
approcci per reintrodurre microRNA
la cui espressione è persa nel tumore, o
viceversa inibire microRNA oncogenici
utilizzando specifiche molecole
antisenso, cercando di aumentare la
stabilità dei composti e di ottimizzare
il raggiungimento dell’organo bersaglio.
Dopo le iniziali osservazioni dell’associazione
tra microRNA e tumori
umani, questo campo di ricerca sta
crescendo in modo incredibilmente
rapido, suscitando l’interesse dell’intera
comunità scientifica internazionale.
Nel prossimo futuro, lo sforzo dei
ricercatori coinvolti in quest’ambito
sarà sicuramente volto all’elucidazione
dei meccanismi molecolari in cui i
microRNA sono coinvolti, e alla validazione
del loro potenziale sia come
biomarcatori che come strumenti o
bersagli di terapie innovative.