SOLO UOMINI CHE AIUTANO ALTRI UOMINI

art13Una realtà associativa forte e radicata, che propone iniziative nel campo dell’assistenza socio-sanitaria a favore degli ammalati di cancro e dei loro familiari. Con una attenzione particolare all’assistenza domiciliare.
Intervista a Flavio Ferrari, Amministratore Delegato Cancro Primo Aiuto Onlus

La Onlus Cancro Primo Aiuto è nata nel 1995 in memoria del senatore Walter Fontana e ha fatto proprio il suo motto “Siamo solo uomini che aiutano altri uomini”.


Dott. Ferrari, quali sono gli obiettivi di Cancro Primo Aiuto?
L'Associazione non ha scopo di lucro e propone iniziative nel campo dell’assistenza socio-sanitaria a favore degli ammalati di cancro e dei loro familiari. Cancro Primo Aiuto si distingue per questo: tra le sue preoccupazioni c’è principalmente la cura dei malati che spesso non sanno dove sbattere la testa. Sostenuta da circa 150 sponsor, tra enti pubblici, associazioni imprenditoriali e soprattutto aziende private, l’associazione estende la sua azione nell’ambito territoriale dell'intera Lombardia - in circa cinquanta strutture sanitarie in cui si è consolidata una collaborazione - e ha collegamenti anche con il “Gaslini” di Genova e l'Istituto Oncologico del Mediterraneo di Catania.

Nel corso dell’ultimo anno hanno avuto rapporti con la Onlus oltre 33mila pazienti per un totale di quasi 65mila prestazioni. Sono più di quaranta i collaboratori sostenuti economicamente dalla Onlus e oltre un centinaio i medici volontari collegati a Cancro Primo Aiuto.


Come è strutturata e quali figure operano nella vostra associazione?
Cancro Primo Aiuto è organizzata in modo molto simile a un’impresa con un team davvero molto snello. Ha un amministratore delegato che porta avanti le tante iniziative della Onlus e un Consiglio di Amministrazione che ha soprattutto un ruolo di indirizzo.

Si avvale poi di una segreteria composta da tre persone e da alcuni collaboratori esterni, in particolare per quel che riguarda la comunicazione.


Ci può descrivere alcuni dei più importanti progetti portati avanti da Cancro Primo Aiuto?
Sono diverse le iniziative che contraddistinguono l’operato di Cancro Primo Aiuto. Il più conosciuto, e quello che meglio contraddistingue le attività della Onlus, è senza dubbio il “Progetto Parrucche”. L’obiettivo di questo fondamentale progetto, che consiste nel regalare una parrucca alle donne sottoposte a chemioterapia, è quello di ridare un po' di serenità alle ammalate di cancro: perché è ormai evidente come una parrucca possa aiutare a ridurre il trauma della perdita dei capelli.

Nato nel 2009 all'Ospedale di Sondalo, già poco tempo dopo, con quasi 500 richieste nelle strutture ospedaliere dove la Onlus era presente, era diventato evidente come la parrucca fosse un vero e proprio bisogno delle donne che si sottopongono a chemioterapia.

Così negli anni successivi il progetto ha fatto un vero e proprio salto di qualità. È stato fatto un accordo con un importante produttore di parrucche, che ha realizzato uno specifico catalogo con una trentina di prodotti, tagli e colori diversi secondo le esigenze delle malate che si rivolgono ai nostri centri. Inoltre, sono aumentate le strutture ospedaliere che hanno creato al proprio interno uno spazio dove le ammalate vengono aiutate e sostenute – spesso anche da esperti acconciatori che si prestano volontariamente insieme alle volontarie di altre associazioni che collaborano con Cancro Primo Aiuto - nella scelta della parrucca, del modello e del colore, in maniera da evitare alle donne questo impegno che può essere fonte di ulteriore dolore e disagio.

art13_bNel corso degli anni si è esteso a diversi ospedali e, per poter mettere a disposizione il progetto anche alle donne che sono in cura presso strutture sanitarie dove questo servizio non esiste, a Seregno è stato aperto un Centro Parrucche. A fine 2014 anche la Regione Lombardia ha riconosciuto il valore della parrucca nel cammino verso la guarigione di una donna: così ha deliberato di sostenere le iniziative come quella di Cancro Primo Aiuto attraverso uno specifico contributo economico.

Questo ha reso possibile l'estensione del progetto ad altre aree e strutture sanitarie lombarde e i risultati sono stati significativi: ad oggi sono state distribuite gratuitamente oltre 10.000 parrucche.

Meno noto perché limitato ad alcune aree territoriali specifiche, ma altrettanto fondamentale per molti pazienti, è il “Progetto Trasporto”. Infatti, una delle problematiche che interessa i malati che vivono in località di montagna è quella di raggiungere le strutture ospedaliere dove curarsi. Una difficoltà ancor più accentuata per coloro che hanno un cancro, visto che sono costretti a recarsi in ospedale per lunghi cicli di chemioterapia o, soprattutto, radioterapia: non sempre si hanno a disposizione amici o parenti che possano dedicare a questo impegno magari intere giornate, perché le distanze sono significative.

Per ovviare a questa situazione, Cancro Primo Aiuto ha dato vita a un servizio di trasporto dei malati, dall’abitazione all’ospedale.

Il progetto è presente da diversi anni in Alta Valtellina e poi si è esteso anche in Valcamonica.

L’associazione brianzola si impegna ad acquistare i veicoli (auto o pulmini) necessari al trasporto e a sostenerne economicamente la manutenzione, mentre le associazioni locali assicurano i volontari per guidare i mezzi. Ce ne sarebbero, poi, diversi altri.

Un accenno, però, va fatto almeno all’impegno di Cancro Primo Aiuto sul fronte dei macchinari, che si è fatto più deciso in questi ultimi anni. Numerosi, infatti, gli ecografi regalati a diversi ospedali lombardi, ma sono state particolarmente rilevanti le raccolte fondi per l’acquisto di nuovi acceleratori lineari, portate avanti per quelle strutture sanitarie che lamentavano macchinari troppo vecchi e superati: così sono stati aiutati l’Ospedale di Sondrio, l’Ospedale Manzoni di Lecco, l’Ospedale San Gerardo di Monza e l’Ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo. Per non dire gli interventi di costruzione o di ampliamento di hospice, com’è successo a Morbegno, a Giussano e all’Ospedale Sacco di Milano.


Che cos’è “Medica Etica”?
Si tratta di un poliambulatorio voluto dall’associazione Cancro Primo Aiuto per ampliare i suoi servizi a favore dei malati oncologici e non solo.

In particolare, vuole offrire un supporto, un secondo parere, un referente, che accolga e recepisca la persona nella sua totalità, riesca a comprenderla e con questa comprensione, possa indicare la strada più giusta, attraverso gli specialisti e le tecniche più consone per affrontare il problema.

Diverse le attività già implementate e altre che si stanno avviando.

Il primo ad essere operativo è stato il servizio di terapia del dolore affidato al dottor Fabio Rubino, direttore per le cure palliative negli hospice valtellinesi: un’attività che non è limitata ai malati oncologici, ma che si rivolge anche ad altre forme di sofferenza.

Già attivi sono anche il servizio di sostegno psicologico, supportato dalle psicologhe che già collaborano con Cancro Primo Aiuto, e il servizio del “secondo parere”: i pazienti, cartelle cliniche alla mano, potranno presentarsi allo sportello di Seregno per sottoporre la loro situazione e richiedere uno specifico parere ai medici dell’associazione brianzola.

Comunque, saranno presto avviate delle collaborazioni con medici di varie discipline che già sono vicini all’associazione e si sta studiando la possibilità di promuovere degli screening su tematiche vascolari e metaboliche.


Un altro importante ambito nel quale CPA opera è quello dell’assistenza domiciliare: quanto sono importanti oggi questi servizi e soprattutto la loro qualità?
art13_dÈ un tema che è sempre stato particolarmente a cuore alla nostra associazione.

Basti dire della stretta collaborazione con hospice e associazioni che si occupano di portare le cure palliative alle case dei malati oncologici.

Però, proprio perché in Lombardia esistono già realtà che affrontano questo tema e portano avanti molto bene il servizio, Cancro Primo Aiuto ha deciso di non dar vita a un servizio proprio, bensì di aiutare chi già lo svolge bene.

Vanno in questo senso, infatti, le numerose donazioni di mezzi, in particolare autovetture, da mettere a disposizione di medici e infermieri per raggiungere le abitazioni dei pazienti.

Solo negli ultimi due anni sono state regalate delle auto all'Associazione meratese Fabio Sassi che gestisce l'Hospice “Il Nespolo” di Airuno (Lc), alla Fondazione ANT di Brescia, all’Associazione Cure Palliative di Bergamo e all’Hospice Santa Maria delle Grazie Fondazione don Gnocchi di Monza.


Quali competenze e quali servizi vengono assicurati dalla partnership con Life Cure?
A proposito di assistenza domiciliare, abbiamo toccato con mano come Life Cure sia davvero un’eccellenza in questo settore. Per cui ci siamo mossi affinché quest’eccellenza sia conosciuta e riconosciuta dai vari enti, in modo che sempre più pazienti che hanno bisogno dei servizi di Life Cure ne possano usufruire.



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