Il settore energetico ha oggi la necessità di sviluppare nuove e più efficienti soluzioni per proseguire la lotta al surriscaldamento globale. L’ossigeno rappresenta una “materia prima” pregiata per produrre energia elettrica da fonti fossili con limitato impatto ambientale, attraverso innovativi sistemi di autoproduzione.
Il Gruppo Sapio sviluppa e applica,
miglioramenti tecnologici ed energetici
nella produzione primaria e secondaria
e nella distribuzione dei gas tecnici
e delle tecnologie per il loro utilizzo.
Nell’ambito della power generation
l’innovazione tecnologica riguarda in
particolare lo sviluppo e la messa a
punto di soluzioni con combustione
ad ossigeno puro, nonché di innovativi
sistemi on site per l’autoproduzione
di ossigeno.
La power generation, essendo il settore
ritenuto maggiormente responsabile
delle emissioni di CO2 in atmosfera,
è sottoposta a pressanti esigenze di
salvaguardia ambientale e di competitività
industriale.
I cambiamenti climatici e il global
warming, con ripercussioni sull’intero
ecosistema, rappresentano infatti un
problema importante, sia in termini di
grandezza che di probabilità, riconosciuto
ormai quasi all’unanimità dalla
comunità scientifica internazionale.
I gas serra, CO2 in primis, responsabili
di tali fenomeni minacciano non solo la salute e il benessere pubblici
ma anche la sicurezza nazionale
(es. migrazioni da aree destabilizzate
per mancanza di risorse naturali verso
aree stabilizzate).
Il cosiddetto pacchetto Clima-Energia
20/20/20 approvato dalla Commissione
Europea, con una serie di proposte
integrate per la lotta ai cambiamenti
climatici, rappresenta il tentativo
dell’Europa di arrivare ad un accordo
vincolante internazionale Post Kyoto
superando quelli fissati dal protocollo
di Kyoto stesso, mai ratificati da alcuni
stati chiave quali gli Stati Uniti e i principali
paesi emergenti.
Esso individua
tre aree di intervento da raggiungere
entro il 2020: aumento del 20%
rispetto al 1990 dell’Efficienza
Energetica per uso e produzione; 20%
di energia consumata proveniente da
fonti rinnovabili; riduzione del 20%
delle emissioni di gas serra prodotte da
attività industriali con impiego pulito
delle fonti fossili.
Perché tali obiettivi politici si traducano
in risultati concreti, il settore energetico,
ha oggi la necessità di sviluppare nuove e più efficienti soluzioni per
proseguire la lotta al surriscaldamento
globale.
Relativamente a quest’ultimo punto, e
con specifico riguardo al carbone, di
gran lunga la fonte fossile con riserve
mondiali più elevate, utilizzando un
interessante studio eseguito dall’ENEA,
è possibile disegnare una road map
(fig. 1) che individua la progressiva
affermazione nel tempo di nuove tecnologie
pulite, denominate Clean
Coal Technology (CCT), per la produzione
di energia elettrica dal carbone
sulle quali poter attuare la CCS
(acronimo di Carbon Capture and
Storage) ovvero la cattura e il succes -
sivo confinamento della CO2 nel sottosuolo.
La road map individua come tecnologie
più promettenti, per arrivare all’obiettivo
di lungo periodo di “emissioni
zero” quelle ad ossicombustione con la
messa a punto, nel decennio in corso,
di impianti dimostrativi. Cerchiamo
allora di capire meglio che cos’è l’ossicombustione,
impiegata ormai da
decenni, in molti settori quali acciaio, ghisa, vetro, alluminio, cemento,
ambiti industriali nei quali Sapio vanta
un’esperienza molto consolidata. La
combustione è, per definizione, una
reazione chimica tra una specie riducente
(combustibile) e una ossidante
(comburente), che in genere è l’ossigeno
contenuto nell’aria, ma più in generale
può essere qualsiasi composto chimico
con forte potere ossidante (cloro,
fluoro,...).
L’aria, come noto, contiene
in volume il 20,9% di ossigeno, quasi
il 79% di azoto ed una piccola percentuale
di argon (cui si devono aggiungere
differenti altri elementi presenti in
traccia): da un punto di vista chimico,
l’azoto non partecipa alla reazione di
combustione. Al contrario, dal punto
di vista termodinamico, la presenza di
azoto è molto importante: parte dell’energia
chimica rilasciata durante la reazione
viene assorbita dalle molecole di
azoto e fuoriesce dalla camera di combustione
come fumo caldo. Dal punto
di vista produttivo, tale quantitativo di
energia è perso mentre l’energia disponibile
per il processo, generalmente
chiamata “calore disponibile”, risulta
ridotta. L’ossicombustione è una reazione
chimica di ossidazione dove l’ossidante
utilizzato è l’ossigeno puro. In
questo modo, l’assenza dell’azoto
significa maggiore energia disponibile
per il processo.
Ma esistono molti altri
effetti derivanti dall’assenza dell’azoto
nella reazione di ossicombustione:
aumento dell’efficienza energetica,
riduzione delle emissioni di NOx; sensibile
riduzione dei volumi dei fumi da
trattare a valle del processo di combustione;
riduzione delle emissioni di
particolato e di incombusti; riduzione
delle emissioni di CO2, legata all’aumento
dell’efficienza energetica.
Non solo.
Come si evidenzia nello
schema di figura 2, nel caso di una
nuova centrale termoelettrica alimentata
a carbone, l’ossicombustione, utilizzata
per esempio con la tecnica del
ricircolo dei gas di combustione, producendo
in ultima analisi come prodotti
della reazione, solo CO2 e vapor
acqueo, consente, attraverso tecnologie
assolutamente consolidate, una facile
separazione e cattura della CO2 stessa.
In questi casi l’ossicombustione rappresenta
di fatto una soluzione Clean Coal
Technology alla quale abbinare, in
maniera vantaggiosa, la Carbon
Capture and Storage con conseguente
raggiungimento dell’obiettivo di emissioni
zero.
Lo sviluppo della CCS, ponendo
parecchi interrogativi legati per esempio
ai costi d’esercizio e di investimento,
più elevati rispetto alle convenzionali
tecnologie di produzione di energia
elettrica senza la cattura e il confinamento
della CO2, comporta un
impegno condiviso di tutti gli attori
coinvolti – politica, industria, banche,
mondo della ricerca – per colmare gli
attuali gap di tipo tecnologico e commerciale
ma anche e soprattutto di
tipo regolamentare, di consenso pubblico
e di accettabilità sociale.
Per quanto concerne gli aspetti tecnologici
legati alla CCS l’impegno del Gruppo Sapio, insieme ad Air
Products, proprio partner in Italia, è
quello di fornire un concreto contributo
allo sviluppo e alla messa a punto
di tecnologie di combustione di tipo
oxycoal e di innovativi sistemi di autoproduzione
di ossigeno, “materia
prima” pregiata per produrre energia
elettrica da fonti fossili con limitato
impatto ambientale (zero emissioni).
La produzione di commodity, per sua
stessa natura, tende ad essere basata su
tecnologie mature che migliorano solo
molto lentamente nel tempo. Nel caso
dell’ossigeno, uno dei prodotti chimici
più diffusi al mondo in volume, c’è
la straordinaria opportunità di ottenere
una sostanziale riduzione dei costi
di produzione. Una rivoluzionaria
quanto innovativa tecnologia di separazione
dell’aria – ITM Oxygen, Ion
Transport Membrane Oxygen – basata
su membrane ceramiche che trasportano
selettivamente gli ioni ossigeno
quando sono portate a lavorare
ad elevate temperature, rappresenta
una via potenzialmente interessante
per ridurre i costi di produzione dell’ossigeno
del 30% rispetto alle più
consolidate tecnologie di distillazione
criogenica.
Il partner di Sapio, Air
Products, ha avviato da tempo negli
Stati Uniti un programma per lo sviluppo
di questa innovativa tecnologia
che consiste innanzitutto nel selezionare
una classe di materiali ceramici ad
elevato passaggio di flusso e selettivi
verso l’ossigeno.
Questi materiali attraverso
un processo elettrochimico ad
alte temperature separano l’ossigeno
dall’aria: l’ossigeno contenuto nell’aria
è ionizzato sulla superficie della membrana
e come ione diffonde attraverso
la membrana stessa ossigeno, formando
nuovamente molecole di ossigeno
sull’altro lato della membrana.
Impurità, soprattutto azoto, viene
invece rigettata dalla membrana. Il
sistema, come illustrato in figura 3
(wafer stack), produce in questo modo
un flusso di ossigeno caldo di ottima
purezza e un off-stream ad elevata
purezza, caldo e in pressione, da cui
può essere estratta molta energia integrandosi
in maniera assolutamente
sinergica con i cicli IGCC (Integrated
Gasification Combined Cycle) o con
quelli ad ossicombustione della power
generation.
I vantaggi della tecnologia ITM
Oxygen si possono riassumere come
segue: singolo stadio di separazione
dell’aria, elevata purezza dell’ossigeno
prodotto, basso salto di pressione sul
lato alta pressione della membrana,
processo ad alta temperatura con forti
sinergie per la power generation (cicli
IGCC e Oxy-CCT) e il Waste to
Energy, bassi CAPEX e OPEX rispetto
alle tecnologie ASU (Air Separation
Unit), miglioramento sostanziale del
bilancio energetico della tecnologia ad
ossicombustione per la produzione di
energia elettrica.
In figura 4 è rappresentato il prototipo
del vessel contenente diverse unità
base della tecnologia ITM (wafer
stack) sul quale sviluppare e ingegnerizzare
l’unita su scala industriale.