“La SLA ti uccide se glielo concedi, ti uccide se i medici non ti informano che puoi continuare a vivere, ti uccide se non puoi scegliere consapevolmente che cosa davvero vuoi fare. Ma vita dignitosa significa essere accudito 24 ore al giorno, perché accanto a me deve sempre esserci qualcuno, che mi aspira la saliva e le secrezioni, che mi sposta mani e piedi, che accende la TV, che mi legge il giornale, che sappia comunicare con me - che muovo solo gli occhi…” (Cesare, malato di SLA)
La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una
malattia degenerativa, come lo sono la
malattia di Parkinson o la malattia di
Alzheimer, in cui degenerano, ovvero
vanno incontro a una precoce perdita
di funzione vitale, selettivamente i
neuroni che comandano i muscoli,
ovvero i neuroni motori o motoneuroni.
Da qui deriva il nome di malattia
del motoneurone [Motor Neuron
Disease – MND della letteratura
anglosassone].
Il deficit muscolare coinvolge tutto
l’organismo (movimento, respirazione,
deglutizione, ecc.) necessitando
dell’assistenza di un team multidisciplinare
che interviene nelle varie fasi
della malattia.
A domicilio chi si fa carico del paziente
è il Caregiver che deve assisterlo in
tutte le sue necessità diventando la
figura indispensabile e insostituibile.
Ma chi sono i Caregiver? Sono io, siete
voi, siamo tutti noi.
Le persone più facoltose possono
identificare figure esterne create ad
hoc, ma la maggior parte delle famiglie
fanno ricorso ai figli o al coniuge
spesso non più in giovane età.
Il Caregiver in realtà rappresenta l’altro
protagonista, o meglio l’altra “vittima”
della malattia, ed è esposto allo
stesso rischio di stress di cui soffrono
gli operatori sanitari (sindrome del
burnout) modificando sostanzialmente
la propria vita - in termini di impatto
della propria vita sociale e privata –
all’insegna della rinuncia.
E’ con questa consapevolezza che
abbiamo pensato di realizzare un libro
fondamentalmente pratico (inizialmente
pensando a un banale manuale)
che potesse seguire e guidare il
Caregiver in tutti le fasi della malattia,
non a caso intitolato: “Dalla parte del
Caregiver: la Sclerosi Laterale
Amiotrofica”.
Il libro, da me curato, si è avvalso della
collaborazione di un team multispecialistico
che ha analizzato la malattia
nelle varie sfaccettature cercando di
garantire la giusta conoscenza, competenza
e supporto a una figura così strategica
come quella del Caregiver.
L’ambizione e la speranza degli autori
è di aver realizzato un testo che, nella
sua semplicità e nella sua praticità,
possa essere di grande aiuto sia per i
pazienti che per le loro famiglie.
Tra le mission del nostro lavoro c’è
infatti anche quella di identificare e
formare il Caregiver; ed è proprio il
“continuum” di questa mission che ci
ha suggerito di accompagnare virtualmente
il paziente anche a domicilio
attraverso le pagine del nostro libro.
Come viene evidenziato nel primo
capitolo (“La comunicazione della
diagnosi”), per una malattia rara come
la SLA è particolarmente necessaria
un’informazione completa con una
buona comunicazione. Il paziente, la
famiglia, gli assistenti familiari, gli
operatori socio-sanitari dei servizi e il
medico di medicina generale hanno
bisogno di conoscere meglio una
malattia che altrimenti apparirebbe
“misteriosa” e pertanto fonte di ansia e di depressione.
Una volta posta la diagnosi, le domande
del paziente e dei suoi familiari
sono fondamentalmente tre:
1) Che malattia è e come evolve (la
“prognosi”)?
2) Come si cura?
3) Quale sarà la qualità di vita a breve
e a lungo termine?
L’informazione (oggetto dei capitoli
del Libro) e la modalità con cui viene
offerta al paziente e ai familiari (la
comunicazione) consentono ai protagonisti
di queste “storie di malattia”
di raggiungere quella consapevolezza
che è fondamentale nella gestione
quotidiana e nelle scelte che devono
essere compiute prima che le criticità
emergano talora nella loro drammaticità.
Superato il primo step (informazione
e comunicazione) il libro entra nella
malattia in tutte le sue sfaccettature,
guidando il Caregiver nella gestione
globale del paziente: dalla ventilazione
all’alimentazione, dalla comunicazione
alla gestione del materiale protesico.
L’intenzione originale era quella di
creare un manuale semplice ed estremamente
pratico che potesse essere di
aiuto ai Caregiver dei pazienti portatori
di Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Purtroppo (o per fortuna), come sempre,
ogni volta che si rileggeva l’elaborato
si trovava il modo di aggiungere,
riscrivere e aggiungere ancora, fino a
riconoscere l’ovvietà, ossia che una
patologia multidisciplinare come la
SLA non poteva che essere trattata da
un’équipe multidisciplinare. Il
manuale è stato quindi completamente
stravolto rispetto al disegno iniziale
e i vari capitoli sono stati affidati ai
rispettivi competenti.
I tempi si sono così dilatati fino a
superare la gestazione dell’elefante
asiatico.
Anche il modo di scrivere, inizialmente
confidenziale, è stato stravolto, concludendo
ogni capitolo con un adeguato
materiale bibliografico.
A chi, dunque, è rivolto il libro?
Credo che nonostante tutto rimanga
un manuale con una significativa
valenza di tipo pratico.
Il linguaggio si
è un po’ raffinato diventendo forse in
alcune parti un po’ più difficile.
Qualche capitolo può risultare più
semplice, qualcun altro più complesso;
certo, come tutto, si poteva fare di
più e meglio, ma credo che questo sia
un buon inizio.
Il termine “mission” certo avrebbe
drammaticamente cozzato con il termine
“guadagno” annullando la finalità
intrinseca degli autori. Per tale
motivo, la riconoscenza di tutti quelli
che hanno partecipato alla realizzazione
di questo libro va a SAPIO e
alla sensibilità dei suoi Dirigenti e
Collaboratori, per averne reso possibile
la pubblicazione e per essersi
assunti il nobile e oneroso impegno
della gratuita distribuzione.
Capitolo 19
PER CHI NON HA VOGLIA DI LEGGERE IL LIBRO
RISPOSTE BREVI ALLE DOMANDE PIÙ FREQUENTI
Che cos'è la SLA?
(Cap.2)
La SLA è una malattia degenerativa, come lo sono la
malattia di Parkinson o la malattia di Alzheimer, in cui
degenerano, ovvero vanno incontro a una precoce perdita
di funzione vitale, selettivamente i neuroni che
comandano i muscoli, ovvero i neuroni motori o
motoneuroni. Da qui deriva il nome di malattia del
motoneurone [Motor Neuron Disease - MND della
letteratura anglosassone].
Che cos'è il motoneurone?
(Cap.2)
I motoneuroni sono le cellule nervose che degenerano
nella SLA.
L'encefalo, all'interno del cranio e il midollo spinale,
all'interno della colonna vertebrale, formano il sistema
nervoso centrale; vi si trovano miliardi di cellule nervose,
chiamate NEURONI che, divise in popolazioni
con funzioni specifiche e localizzate in aree determinate
del sistema nervoso attendono alle varie funzioni
dell'organismo umano, per esempio alle funzioni della
mente, come ragionare, ricordare, amare, oppure alle
funzioni sensitive come vedere, gustare i cibi, distinguere
il caldo dal freddo, avvertire dolore. I neuroni
motori o motoneuroni sono responsabili della funzione
motoria. Si dividono in Primo e Secondo
Motoneurone.
Posso averla trasmessa a mio figlio?
(Cap.2)
La malattia non è ereditaria nel 90% dei casi. Nel
rimanente 10% dei casi è familiare e si trasmette di
generazione in generazione con una modalità che è
detta autosomica dominante. Ovvero, il gene responsabile
della malattia o "mutato" sul suo omologo, normale.
Pertanto, ogni figlio di genitore malato avrà il
50% di probabilità di ereditare la malattia, indipendentemente
dal sesso.
Come posso verificare se è ereditaria?
(Cap.2)
È sufficiente un banale prelievo del sangue sul quale
verrà analizzato il DNA ma solo nel caso di positività
alla mutazione SOD1 (responsabile del 20% dei casi
familiari) si ha la certezza di ammalarsi.
Come si fa la diagnosi di SLA?
(Cap.2)
Fin dalla sua descrizione, la diagnosi di SLA si avvale
di:
- criteri positivi, quali la raccolta minuziosa dei sintomi
riferiti dal paziente e l'osservazione attenta dei
segni obiettivi presentati dal paziente;
- criteri negativi, ovvero l'esclusione di altre malattie
non solo neurologiche, ma anche generali, che possano
essere responsabili di quadri clinici simili alla
SLA.
Fortunatamente, il progresso scientifico e tecnologico
degli ultimi anni ha progressivamente ridotto le possibilità
di diagnosi non corrette.
Esiste un farmaco che "cura" la SLA?
(Cap.3)
Allo stato attuale non esistono farmaci in grado di
"curare" la malattia. Le ricerche hanno condotto al
riconoscimento del riluzolo (RILUTEK) come unica
terapia registrata
per la SLA che ha
come indicazione
"il prolungamento
della sopravvivenza
senza tracheostomia
nei
pazienti con
SLA".