Su 84 ricerche candidate al Premio Sapio per la Ricerca Italiana 50 riguardano medicina e salute, 20 riguardano ambiente ed energia. Seguono matematica, economia, fisica.
I ricercatori hanno voglia di far conoscere
alla comunità scientifica, ma
anche ai non addetti ai lavori, ciò su
cui stanno lavorando, l’importanza
del loro impegno, che è finalizzato
alla scoperta di nuove soluzioni, per la
salute, per la sostenibilità ambientale,
per il miglioramento della qualità della
vita.
Un impegno che richiede molto tempo
e risorse, ma senza il quale non ci
può essere crescita e sviluppo.
Una delle finalità del Premio Sapio
2010 è quella di divulgare il lavoro
dei ricercatori italiani e mettere a disposizione
della comunità scientifica
e imprenditoriale tutte le 84 ricerche
pervenute perché possano essere applicate,
sviluppate e portate avanti.
Un piccolo ma importante segnale in
un momento certamente non facile
per la ricerca nel nostro Paese, per dire
quanto essa sia fondamentale, quanto
debba essere sostenuta e incentivata.
Sono soprattutto i ricercatori che
operano nel settore ambiente/energia
e medicina/salute a concorrere ai 4
Premi Junior, al Premio Industria e
al Premio Territoriale che verranno
assegnati quest’anno.
Basta una scorsa ai contenuti di questi
lavori per rendersi conto che si tratta
di risultati di eccellenza, che porteranno
ad applicazioni significative in settori
fondamentale per la qualità della
vita di tutti.
In attesa di conoscere i nomi dei
vincitori, ricordiamo le Giornate di
Studio del Premio Sapio 2010, che
hanno fatto registrare un grande successo,
per pubblico e qualità degli
interventi; sono stati 3 appuntamenti
di alto livello che grazie allo spessore
dei contributi hanno permesso di far
emergere spunti e indicazioni davvero
preziosi per tutti coloro che vi hanno
preso parte.
La conoscenza come risorsa economica:
l’Italia può fornire oggi esempi
concreti, esportabili in altre realtà
nazionali?
Una delle possibili risposte è stata data
durante la prima Giornata di Studio,
tenutasi alla Villa Reale di Monza.
Questo il contenitore scelto per presentare
ufficialmente alla comunità
nazionale e internazionale alcuni progetti
innovativi che stanno tracciando
linee guida esportabili nell’intero Paese
che dimostrano come sia possibile
affrontare la crisi economica investendo
sulle uniche risorse oggi inesauribili
sulle quali puntare e sulle quali costruire
il futuro, cioè cultura, conoscenza e
formazione.
Tra questi la Fondazione
del Polo Universitario di Monza e Brianza. A illustrare il progetto è
stato il Prof. Marco Baldoni, Assessore
all’Università, Ricerca scientifica e
Salute del Comune di Monza e Presidente
del Consiglio di Coordinamento
dei Corsi di Laurea in Odontoiatria
e Igiene dentale dell’Università degli
Studi di Milano Bicocca: “Nel territorio
di Monza e Brianza, il progetto
di potenziamento in ambito medico ha
come obiettivo la creazione di un Polo
Biomedico: una cittadella della salute
e della formazione sanitaria, che attraverso
la collaborazione con aziende porti
alla creazione di una piattaforma telematica
di gestione della sanità nel territorio,
di una piattaforma biotecnologica
per studi genetici e consenta lo sviluppo
dell’ingegneria tissutale, di materiali
biocompatibili e di nanotecnologie per il
delivery di farmaci”.
Nel corso della Giornata di Studio a
Monza si è parlato anche di altro progetto
all’avanguardia, il Centro per
l’innovazione e il trasferimento tecnologico
agro-alimentare.
“La Facoltà di Agraria - ha spiegato
la Prof. Laura Piazza, docente della
Facoltà di Agraria dell’Università degli
Studi di Milano - è oggi nelle condizioni
di trasferire le proprie competenze a
supporto delle imprese della filiera agroalimentare
della Provincia di Monza e
Brianza per potenziare i legami tra il
mondo dell’industria e quello della ricerca.
Con questa proposta si intende offrire
una assistenza alle industrie del territorio,
comprese le piccole e medie imprese,
per migliorare le loro potenzialità tecnologiche
utilizzando risultati e concetti
della ricerca scientifica di base e applicata
che possono comportare prospettive
promettenti per le aziende coinvolte.
La
Facoltà di Agraria riconosce la centralità
della formazione alla cultura dell’innovazione
nel settore agro-alimentare e, a
tal fine, propone di erogare un servizio
di lifelong learning, in linea con il Programma
d’azione comunitaria nel campo
dell’apprendimento permanente”.
La ricerca di nuove fonti energetiche
è equivalente all’esplorazione geografica
del XVI secolo.
Lo ha detto Antonella De Ninno
dell’ENEA di Frascati a Pisa, presso la
Suola Normale Superiore, in occasione
della Seconda Giornata di Studio del
Premio Sapio, che ha fatto emergere i
punti di forza di aziende, istituzioni,
strutture di ricerca che si stanno impegnando
sul fronte dell’innovazione
tecnologica per mettere a punto
e sperimentare tecnologie e metodi
all’avanguardia nel settore energia.
Il Convegno organizzato in collaborazione
con IIT@NEST Center for Nanotechnology
Innovation della Scuola
Normale Superiore di Pisa - ha voluto
mettere a confronto le soluzioni di
produzione energetica che oggi si prospettano
nel nostro Paese, per diminuire
la dipendenza dalle fonti fossili;
indagare il contributo di nuovi sistemi
di energia alternativa; analizzare il ruolo
delle nanotecnologie nello sviluppo
di sistemi innovativi e più efficienti,
sia nel fotovoltaico che nello stoccaggio
dell’idrogeno; mettere in luce le
potenzialità e le problematiche insite
nell’utilizzo del nucleare.
Spiega Fabio Beltram, Direttore Laboratorio
NEST e Direttore Scuola
Normale Superiore di Pisa: “La Scuola
Normale Superiore da tempo è attiva nel
settore della nanoscienza e nanotecnologia,
una delle nostre principali linee di
sviluppo. In questi anni la Normale ha
molto investito in questo settore attraendo
così il Consiglio Nazionale delle
Ricerche e l’Istituto Italiano di Tecnologia
per la costituzione del polo NEST, il
National Enterprise for nanoScience and
nanoTechnology, un primario centro di
ricerca e formazione di grande impatto
in diversi ambiti della nanoscienza.
Proprio presso il NEST, una delle linee
di ricerca promosse da IIT è diretta alle
applicazioni della nanotecnologia per
l’immagazzinamento dell’energia”.
L’innovazione a tutela della salute.
La terza Giornata di Studio è stata organizzata
in collaborazione con la Regione
Lazio e dedicata alle esperienze
di innovazione nel settore della salute.
Per il settore della sanità utilizzare
tecnologie all’avanguardia significa favorire
la diminuzione dei costi a vantaggio
dell’efficienza e della qualità:
a Roma, Sala Tirreno della Regione
Lazio, si è parlato quindi di sviluppo
delle capacità di governance dei processi
assistenziali, di gestione del rischio
clinico, di assistenza domiciliare,
proponendo - attraverso il contributo
di autorevoli relatori - esperienze e
possibili strategie per garantire tutela e assistenza di elevata qualità ai pazienti,
abbattendo nel contempo gli sprechi.
Particolare spazio è stato dedicato
all’approfondimento del concetto di
sicurezza in ambito sanitario con la
presentazione di esperienze di eccellenza
a livello nazionale.
A offrire un quadro chiaro della situazione
oggi in Italia è Elisa Romano Clinical Risk Manager - Staff Direzione
Generale ASL 5 “Spezzino”, Regione
Liguria: “Quasi tutti gli episodi di
MALASANITA’ vengono attribuiti ai
Professionisti della Sanità. In Italia in
20 anni di attività un medico chirurgo
ha ottanta possibilità su cento di ricevere
un avviso di garanzia o di essere citato in
giudizio per lesioni. Circa 15.000 medici
all’anno vengono accusati di “malpractice”,
ma i 2/3 vengono assolti. Per
paura delle denunce di malpractice, molti
giovani si tengono lontani da specializzazioni
complesse come la chirurgia.
Risultato?
Tra dieci anni mancheranno
i chirurghi…La medicina difensiva costa
fino a 10 miliardi l’anno. Diventa
imperativo migliorare la qualità e la
sicurezza dell’assistenza attraverso un
modello organizzativo in grado di gestire
un’enorme quantità di informazioni
favorendone anche la rapida diffusione
e persone particolarmente motivate, atte
a comprendere il notevole cambiamento
culturale alla base del progetto”.
Altro tema oggetto del dibattito è
stato quello dell’assistenza e cure
domiciliari, un settore importantissimo,
che dovrebbe essere sempre di
più implementato perché garantisce
ai pazienti la qualità delle cure in ambito
familiare e quindi una migliore
qualità della vita. Un settore nel quale
opera da anni Life Cure, azienda di
Sapio Life dedicata ai servizi di Assistenza
Domiciliare Integrata.
“La nostra lunga esperienza - ha spiegato Filippo Lintas, Responsabile Medico
Life Cure, Gruppo Sapio - nel
campo dell’assistenza domiciliare ci conferma
quanto sia importante questo tipo
di servizio per i pazienti che sono affetti
da particolari patologie, come coloro che
sono sottoposti a ventilazione meccanica
a lungo termine.
L’Assistenza Domiciliare ad Alta Intensità
offre la possibilità di raggiungere una
qualità di vita soddisfacente sia per il paziente,
sia per la sua famiglia, mediante
il trattamento dei sintomi e l’attenzione
ai problemi psicologici e sociali.
Inoltre, permette un risparmio particolarmente
consistente per le casse del
Servizio Sanitario Nazionale: il costo
di una giornata di degenza in ospedale
(in unità di terapia intensiva o sub
intensiva) è in media superiore a quello
di una giornata in regime di assistenza
domiciliare. Altro vantaggio dell’ospedalizzazione
domiciliare è la riduzione di
probabilità di contrazione di infezioni
nosocomiali, complicanza sempre più frequente
e grave dell’assistenza sanitaria”.
Una esperienza esemplare di servizi di
qualità unita a riduzione dei costi è
stata realizzata da Sapio Life in Germania
dove il team Sapio Life tedesco ha
pensato, costruito, inaugurato il centro
IBC creando un esempio di modello
operativo dedicato che riduce di
due terzi i costi di degenza ospedaliera
e consente di superare i limiti strutturali
del domicilio del singolo paziente.
IBC è una struttura atta ad ospitare
per brevi, medi e lunghi periodi, pazienti
con malattie neurodegenerative
ai diversi stadi e pazienti dipendenti
per la parte respiratoria da ventilatori
polmonari che, una volta stabilizzati,
vengono dimessi dagli ospedali. IBC è
in grado di ospitare trenta pazienti, è
dotata di equipaggiamento atto a garantire
le stesse cure di una stazione
di sub-intensiva respiratoria a pazienti
ventilatore-dipendenti. “Una esperienza
che ha avuto un grande successo in
Germania - ha detto Filippo Lintas - e
che vorremmo poter realizzare anche in
Italia”.
Adesso è arrivato il momento forse più
atteso: la valutazione delle candidature
pervenute da parte dei ricercatori e dei
docenti e la scelta degli studi più meritevoli,
alle quali verranno assegnati i 4
Premi Junior, il Premio Industria 2010
e il Premio Territoriale Brianza.
Le ricerche presentate rappresentano il
meglio degli studi che si stanno portando
avanti nel nostro Paese in settori
fondamentali per la qualità della vita
e passi avanti fondamentali nel campo
dell’innovazione.
Una testimonianza concreta del lavoro
che i ricercatori compiono, restando
nel loro Paese; tantissimi “cervelli”
non in fuga, ma che scelgono di rimanere
in Italia, per dare un contributo
fondamentale al suo sviluppo e alla sua
crescita.