Ogni anno, nel mese
di maggio, si svolge a Carpi in provincia di Modena il
“Festival delle abilità differenti”, una rassegna di spettacoli,
esperienze, momenti di riflessione e scambio sull’universo
della disabilità. Le ragioni del Festival, il resoconto
sull’edizione appena conclusa, i temi per il 2007…
L’ottava edizione del Festival
delle Abilità Differenti ha chiuso il sipario. Con l’ultimo
applauditissimo spettacolo del Centro Emmanuel “Il miracolo
a Teofilo”, anche l’edizione 2006 va in archivio. Missione
compiuta. Cara Beltà ti abbiamo visto e toccato con mano,
abbiamo capito che sei altro dagli spot ossessivi e dai
modelli imposti. Ti cerchiamo incessantemente ma non ti
possiamo creare, perché in ognuno di noi “è già scritto
un potenziale di bellezza immenso” come ricordava Franco
Palmieri attore e regista, intervenuto insieme a Mariagrazia
Figini, presidente F.O.A.M (Federazione Opere Accoglienza
Minori) all’incontro conclusivo domenica 14 maggio a Villa
Chierici. Cos’è l’arte se non il rendere visibile l’invisibile,
“un indicatore di Dio” e l’uomo, ogni uomo abile o diversamente
abile, strumento di questo mistero. “Mettiti gli occhiali”,
viandante distratto di questo tempo, con le lenti di quell’educazione
che ci fa capaci di cogliere la realtà nel profondo.
La
disabilità cambia l’esperienza, è vero quello che ha detto
Mariagrazia Figini e ancor più straordinario cogliere
qui la bellezza, perché “c’è sempre un altro che completa
la bellezza in me”.
La bellezza è nella ricerca continua, è nel riconoscere
nell’istante ciò che accade.
Si vola alto pur rimanendo aderenti alla realtà di ciascuno.
La dimostrazione arriva in diretta nelle parole commoventi
di un padre di un figlio disabile, una vita di lavoro
nei campi e di fatica, non ha incontrato don Giussani
e nemmeno è riuscito a leggere più di una pagina dei suoi
scritti eppure le sue parole valgono un festival: “Mi
specchio nella bellezza di mio figlio, mi specchio nella
bellezza della testimonianza di amore degli operatori,
nella carezza e nel bacio che riservano a mio figlio e
a tutti gli altri ragazzi”. Niente da aggiungere, nemmeno
dagli autorevoli relatori.
Solo il tempo di una citazione dantesca (Purgatorio 19)
ad esplicitare nel grido del falcone affamato il nostro
incessante desiderio di bellezza: “Quale ‘l falcon, che
prima a’ pié si mira, / indi si volge al grido e si protende/
per lo disio del pasto che là il tira, / tal mi fec’ io”.
Chiude Sergio Zini, presidente della Cooperativa Nazareno
e rilancia. Ricorda le parole chiave dei festival precedenti,
vocaboli eterni che riconducono a un Tu, alla possibilità
concreta di incontrare “almeno un Tu nell’universo”. E
siamo già al Festival delle Abilità Differenti 2007.
OFFERTA
CULTURALE ::..
L’uomo, ciascun uomo, possiede un inestirpabile desiderio
di bellezza e di verità, una sete struggente.
Questo straordinario motore che non può essere spento,
se non attraverso modalità violente e disumane, lo spinge,
con forza e senza sosta, a cercare quel che desidera:
è il vettore della speranza.
L’uomo che lotta per non recidere la propria umanità,
attende sempre, è come una sentinella alle soglie della
città: tutti i particolari che arrivano dalla realtà divengono
fonte di attrattiva, segni degni di attenzione.
La cultura dominante sembrerebbe circoscrivere la possibilità
di far esperienza della bellezza in poche e, spesso, banali
categorie, tutte ripiene di oggetti predefiniti.
Il desiderio inalienabile dell’uomo, questa sua sete di
cielo, dovrebbe accontentarsi di ricevere risposte da
consumare subito, transitorie e spesso insignificanti!?
Mentre il nostro lavoro ci insegna che l’esperienza della
bellezza è sempre possibile, in qualsiasi condizione verta
l’uomo, quando qualcosa ci colpisce, ci attrae e ci parla
di un significato: non può essere costretta ed inserita
in piccoli contenitori. L’uomo anela un senso che non
sa ghermire con le proprie energie; l’anima non è soddisfatta
da una cosa o da un’altra, ma dalla profondità ultima,
da un “più in là” che è oltre ciò che i cinque sensi percepiscono.
La bellezza ci parla di ciò che cerchiamo, dell’essere
amati e voluti. E’ guardare con stupore il rosso intenso
di un tramonto, che dilata il cuore e commuove perché
si offre a noi, perché ci accorgiamo che è lì per noi!
E’ il volto di un amico che regala la propria disponibilità
ad una condivisione, ad un affetto, ad un conforto! Ancora
una volta ci anticipa nell’intuizione il genio leopardiano
che, nel Dialogo di Cristoforo Colombo e Pietro Gutierrez,
fa pronunciare a quest’ultimo: “…Insomma tutti questi
segni raccolti insieme, per molto che io voglia essere
diffidente, mi tengono pure in aspettativa grande e buona…”.
Questa è l’esperienza che desideriamo comunicare: la certezza
che una disponibilità degli occhi e del cuore permette
di riconoscere indizi e tracce preziose, al fine di raggiungere
la meta e trovare soddisfazione, seppur incompiuta, al
proprio desiderio di felicità e verità. Guardare ai segni
della realtà come possibilità di apertura al significato
e non come limiti e prigionie, permette un riposo del
cuore, un conforto quotidiano e carnale che fa muovere
il vettore della speranza e rende dolce l’attesa del compimento.
Riteniamo che tutte le forme dell’arte inseguano, seppur
nascostamente o inconsapevolmente, la grande possibilità
di favorire l’esperienza del Vero e del Bello. Il Festival
Internazionale delle Abilità Differenti è, per noi, occasione
privilegiata di incontro e di conoscenza, al fine di poter
pronunciare con stupore quel: “Cara Beltà...”
FINALITÀ
CULTURALI, ARTISTICHE, PROMOZIONE DEL TURISMO CULTURALE
::..
a) Culturali: 1. Rinnovare l’offerta teatrale, di elevata qualità
artistica, sollecitando produzioni originali, liberamente
tratte da testi classici o creando drammaturgie nuove;
2. favorire uno scambio culturale tra i diversi paesi
attraverso il linguaggio del teatro, incentivando la nascita
di stili comunicativi integrati tra le diverse tradizioni
di repertorio;
3. favorire l’incontro, attraverso scambi di ospitalità,
tra le diverse regioni e paesi nell’ottica della co-produzione.
In particolare, favorire il rispetto delle culture di
provenienza degli artisti, valorizzandone le peculiarità
significative in un’ottica di incontro reale che rispetti
la diversità delle radici;
4. aprire le porte del mercato teatrale ad artisti disabili,
soprattutto i giovani, sollecitando la crescita professionale
degli stessi nel settore artistico, tecnico e organizzativo;
5. sviluppare il carattere interdisciplinare del teatro
innescando un lavoro di rete con le scuole di diverso
ordine e grado e con l’Università, attraverso una collaborazione
proficua nella quale ciascun attore della relazione porta
il suo prezioso contributo.
b) Artistiche:
1. Favorire la qualità artistica delle produzioni teatrali
realizzate da artisti svantaggiati socialmente. Il Festival
possiede una direzione artistica interna la quale ha il
compito di selezionare, secondo un criterio di qualità,
efficacia e creatività, le compagnie che chiedono di partecipare
all’evento. Ogni anno sono circa 100 le richieste di adesione;
2. promuovere l’innovazione nel campo delle forme teatrali
e nelle tecnologie utilizzate durante gli spettacoli dal
vivo con particolare attenzione alla multimedialità;
3. valorizzare e promuovere la ricerca e la sperimentazione
di nuovi stili teatrali;
4. stimolare la nascita di nuovi attori, registi, scenografi,
tecnici, professioni complementari al teatro, attraverso
un lavoro di rete con le scuole superiori della città,
favorendo un ricambio generazionale;
5. affiancare le nuove generazioni ai professionisti del
settore sollecitando la crescita professionale di giovani
attori, tecnici, registi, provenienti da settori diversi
da quello dello spettacolo con particolare attenzione
al mondo dello svantaggio sociale e della disabilità;
6. favorire la visibilità dell’opera teatrale anche al
di fuori degli ambiti istituzionali valorizzando e promuovendo
produzioni realizzate in
contesti originali, alternativi e/o di
riconosciuto valore storico.
c) Promozione turismo culturale:
1. Rendere fruibile l’esperienza teatrale ad un maggior
numero di persone, avvicinando coloro che, per sensibilità
o educazione, sono più lontani da questo mondo come i
giovani, i familiari di persone svantaggiate, le fasce
deboli della popolazione, il mondo dell’associazionismo
e del volontariato e, nello stesso tempo, sensibilizzando
i professionisti del settore dello spettacolo verso questo
mondo;
2. rendere popolari opere teatrali classiche di riconosciuto
valore culturale e storico, dimenticate o sconosciute,
in modo originale rispetto alle ordinarie forme comunicative;
3. favorire la conoscenza del repertorio teatrale contemporaneo
italiano ed europeo;
4. promuovere e diffondere l’esperienza locale sul territorio
nazionale rendendo itineranti le singole produzioni;
5. valorizzare la cultura teatrale attraverso
forme diverse come convegni,
seminari, mostre, work shop, laboratori
rivolti agli studenti ed iniziative
particolari.
Appuntamento a tutti al
Festival Internazionale delle Abilità Differenti
2007 che si intitolerà: “Almeno un Tu nell’universo”