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Il nostro Paese è al primo posto in Europa per la qualità degli interventi di trapianto di organi. Questo è quanto emerge dal bilancio dell’attività di trapianto del 2005 effettuato dal Centro Nazionale Trapianti. Un record che oltre a farci onore rivela che i pazienti trapiantati in Italia stanno meglio di quelli degli altri Paesi europei.
Ilnostro Paese ha ottenuto questa prestigiosa certificazione di qualità da parte del Collaborative Transplant Study (CTS) di Heidelberg che, dopo aver messo a confronto tutti i dati europei, ha posto l’Italia al vertice. Un successo che si aggiunge ad altre importanti conferme: siamo primi in Europa nel trapianto di tessuti e cellule staminali emopoietiche, nel trapianto di intestino, multiviscerale, nel programma di split e secondi nel programma di trapianto di pazienti HIV. Risultati ottenuti anche grazie al costante controllo e monitoraggio dell’attività, garantiti attraverso il più avanzato sistema di raccolta dei dati, il migliore programma di audit e di sicurezza.

Organi ::..
Il Centro Nazionale Trapianti ha raccolto ed elaborato i dati sulla donazione e il trapianto di organi e tessuti relativi all’anno 2005, evidenziando che l’Italia mantiene il secondo posto fra le grandi nazioni europee per numero di donatori.

Nel 2005, infatti, i donatori effettivi nel nostro Paese sono stati 21 per milione di persone, come lo scorso anno.

A livello regionale, invece, il quadro è più variato. In generale, si nota un incremento nelle regioni del Centro-Nord e una diminuzione in quelle del Centro-Sud.

Per quanto riguarda i trapianti, nel 2005 sono stati effettuati, compresi i combinati, 3177 interventi (1.671 di rene, 1.053 di fegato, 344 di cuore, 97 di polmone, 87 di pancreas, 5 di intestino, 2 multiviscerale) a fronte di un numero complessivo di pazienti in lista d’attesa pari a 9.235 (6.538 per il trapianto di rene, 1.683 per il fegato, 696 per il cuore, 197 per il pancreas e 273 per il polmone).

Come le donazioni, anche per l’attività di trapianto negli ultimi anni si è registrato un aumento costante (si è passati da 2386 nel 2000 ai 3217 nel 2004), tuttavia non ancora sufficiente a soddisfare la crescente domanda dei pazienti in lista d’attesa, un effetto dovuto alla crescita dell’offerta.


Tessuti ::..
Nonostante il trapianto di tessuti sia meno conosciuto rispetto a quello di organi, si tratta di un settore che ha conosciuto negli ultimi anni una forte espansione. I dati relativi alla donazione e al trapianto di tessuti provengono dalle Regioni e dall’analisi dell’attività delle strutture sanitarie pubbliche dedicate alla conservazione e distribuzione di tessuti umani per il trapianto, le banche dei tessuti. In Italia esistono banche che conservano e distribuiscono tessuti corneali, cutanei, vascolari, cardiaci e muscoloscheletrici. Il trend delle donazioni di tessuti è in aumento dal 2001, infatti il numero di donatori di cute, osso e vasi ha subito un incremento nel 2005 rispetto agli anni precedenti, mentre si è registrata una leggera diminuzione dei donatori di valvole e una invece più significativa per quanto riguarda i donatori di cornee. Un andamento simile si riscontra anche per il numero di trapianti. A partire dall’agosto del 2004 il Centro Nazionale Trapianti ha sviluppato un programma di audit (verifiche ispettive) per verificare la rispondenza dell’attività delle banche dei tessuti ai requisiti della Direttiva Europea 2004/23. Oggi tutte le banche dei tessuti italiane hanno concluso l’iter di verifica con esito positivo e per la maggior parte di queste è già stata rilasciata la certificazione. Un importante traguardo per la sicurezza e trasparenza del sistema dei trapianti del nostro Paese.


Cellule
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Quando si parla di trapianto di cellule ci si riferisce alle cellule staminali emopoietiche. Queste sono cellule non differenziate, che non hanno cioè ancora una funzione stabilita all’interno dell’organismo stesso. Le staminali, in generale, sono in grado di produrre altre cellule staminali e contemporaneamente un altro tipo di cellule destinate invece a differenziarsi e a dar vita a tessuti e organi come, tra gli altri, i muscoli, il cuore, il fegato, le ossa. Le cellule staminali ematopoietiche sono invece capaci di creare i cosiddetti elementi figurati del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Queste cellule vengono comunemente prelevate dal midollo osseo e dal sangue del cordone ombelicale e trapiantate tramite trasfusione in pazienti affetti da gravi malattie ematologiche. In Italia ci sono 16 banche attive che conservano e distribuiscono unità di sangue del cordone ombelicale e al 31 dicembre 2005 le unità conservate su tutto il territorio nazionale sono state 37.298. Il Centro Nazionale Trapianti effettua un servizio di counselling telefonico (propedeutico ad ottenere l’autorizzazione dal Ministero della Salute) alle future madri che fossero intenzionate ad esportare all’estero il proprio sangue cordonale. Per quanto riguarda l’altra fonte di staminali emopoietiche, il midollo osseo, nel 2005 in Italia si sono registrati oltre 11.700 nuovi donatori, con un’età media di 29 anni e quasi equamente distribuiti nei due sessi (51% femmine, 49% maschi).


Conservazione del sangue cordonale all’estero
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Nel nostro Paese non si può conservare il sangue del cordone ombelicale, in apposite banche, per uso personale o per i propri figli, eccetto i casi specifici in cui un fratellino del nascituro non sia già affetto da una malattia curabile solo con le staminali presenti nel cordone stesso. Le unità di sangue cordonale donate dalle partorienti vengono infatti messe a disposizione dell’intera comunità italiana. Negli ultimi mesi si è detto e scritto molto circa la questione della conservazione in Italia o all’estero del sangue cordonale, principalmente a causa della decisione di personaggi famosi di conservarlo in apposite banche estere (private e a pagamento). Non si è detto però che, a livello pratico, anche con la donazione allogenica del sangue cordonale (l’unica consentita in Italia), qualora si dovesse presentare la necessità di rientrarne in possesso, la probabilità di ritrovare il proprio cordone è altissima, pari circa al 97-98%. Tuttavia da quasi un anno, il 7 aprile 2005, un’Ordinanza Ministeriale ha stabilito che i cittadini italiani possono decidere di esportare il sangue del cordone ombelicale in banche estere per un utilizzo terapeutico personale. Prima dell’autorizzazione all’esportazione, da richiedersi al Ministero della Salute, deve però essere effettuato un percorso di counselling con personale qualificato del Centro Nazionale Trapianti. Dalla data dell’Ordinanza ad oggi gli interventi di counselling effettuati dal CNT sono stati 170, di cui 86 dall’inizio del 2006. Di questi, 60 hanno proseguito con la richiesta di attestazione dell’avvenuto counselling e solo 33 hanno proseguito l’iter fino alla richiesta di autorizzazione al Ministero della Salute. Il counselling consiste in un colloquio effettuato da personale qualificato con le mamme che intendono esportare il proprio cordone. Questo importante strumento ha lo scopo di individuare i motivi che spingono i genitori a voler conservare il sangue cordonale per il proprio figlio e, al tempo stesso, informare le coppie sulla reale utilità della donazione allogenica.
 
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Abrogare il divieto per le banche private di conservare il sangue del cordone ombelicale

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Attività di donazione e trapianto in Italia nel 2005

 

A cura di:

Erica Villa
Centro Nazionale Trapianti

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