Solare a concentrazione e progetto “Hemosafe®”: due risultati esemplari, testimonianze dell’impegno per l’innovazione da parte dell’impresa.
Fino a non molti anni fa, l’innovazione
era considerata un fatto straordinario.
Oggi è diventata una necessità
quotidiana. L’innovazione è un po’
come la pedalata per un ciclista: serve
non solo per progredire ma anche per
stare in equilibrio.
L’innovazione si origina generalmente
dalla ricerca, sia di processo che di
prodotto. In questo caso, per essere
dei veri leaders di mercato, occorre
un’innovazione radicale più che incrementale,
con prodotti che diano un
vero valore aggiunto e non solo una
riduzione di costi. Al limite, anche
cambiando modelli di business o
applicando tecnologie “core” in nuovi
settori o nuove applicazioni.
Questo è quanto fatto da Angelantoni
Industrie nel settore del “Solare
a concentrazione” (o Solare
Termodinamico), dove abbiamo
applicato le stesse tecnologie dell’alto
vuoto, usate per produrre simulatori spaziali per collaudo di satelliti, a macchine
di processo capaci di depositare
materiali con tecnologia a“film sottile”
su superfici da valorizzare.
Nella controllata Archimede Solar
Energy (ASE) produciamo, con le
macchine di processo suddette realizzate
da Kenosistec (altra società del
Gruppo), tubi ricevitori solari per centrali
termodinamiche a collettori parabolici
lineari. ASE è uno dei tre produttori
al mondo di tubi per questa
tecnologia. I tubi prodotti da
Archimede però operano fino a 550°
usando una miscela di Sali Fusi, contro
i 400° raggiungibili dalla concorrenza
che utilizza Olio Minerale come
fluido termovettore (inquinante ed
altamente infiammabile). Questo
risultato è stato ottenuto grazie ad un
particolare tipo di Coating, chiamato
CERMET, che viene depositato sul
tubo interno di acciaio Inox grazie alle
macchine di “sputtering” con tecnologia a film sottile di Kenosistec.
La tecnologia solare a concentrazione
potrà giocare nei prossimi decenni un
ruolo fondamentale nella produzione
energetica mondiale, sfruttando calore
ad alta temperatura da fonte solare per
produrre quantità significative di elettricità
tramite conversione termodinamica
con cicli completamente rinnovabili
e senza emissione di gas serra, a
costi competitivi.
Un impianto solare termodinamico,
pertanto, è una tipologia di impianto
elettrico che sfrutta la componente
termica dell'energia solare per la produzione
di energia elettrica senza utilizzo
di combustibili fossili.
Secondo il report Global CSP
Outlook 2009 di Greenpeace, Estela e
SolaPaces il solare a concentrazione
nello scenario più favorevole potrà
soddisfare il 7% dei consumi elettrici
mondiali al 2030 e il 25% al 2050.
Avrà pertanto un ruolo determinante nello sforzo alla “decarbonizzazione”
delle economie industrializzate e, con
oltre due milioni di posti di lavoro al
2050, sarà uno dei settori trainanti
della terza rivoluzione industriale ed
energetica.
Il meccanismo di funzionamento è
molto semplice: specchi parabolici concentrano
la luce diretta del sole sul tubo
ricevitore. Dentro il tubo, come quelli
prodotti da ASE, scorre un fluido
(detto fluido termovettore perché adatto
a trasportare calore), che assorbe l'energia
e la trasporta in un serbatoio di
accumulo, necessario se si vuole supplire
ai momenti di scarsa o nulla insolazione
(come la notte). L'accumulo è in
contatto termico con uno scambiatore
di calore che genera vapore; questo
viene utilizzato per muovere turbine
collegate a degli alternatori per produrre
corrente elettrica come nelle centrali
convenzionali.
Come accennato, il tubo ricevitore è
l’elemento del collettore solare parabolico-
lineare che ha la funzione di trasferire
al fluido termovettore l’energia
concentrata dagli specchi parabolici.
I principali componenti che lo costituiscono
sono:
Un altro esempio di innovazione
Un importante esempio di innovazione
radicale nel settore biomedicale è
però dato dal Progetto Hemosafe,
destinato ai Centri Trasfusionali e di
raccolta del sangue.
Vorrei iniziare con una semplice citazione:
“Per contrastare gli errori in medicina, occorre disporre di sistemi
che rendano facile fare le cose giuste e
difficile quelle sbagliate” (da Kohn LT,
Corrigan JM, Donaldson MS (eds)
“Sbagliare è umano: Costruire un
sistema sanitario più sicuro”. National
Academy Press, Washington, 2000).
Il più comune rischio trasfusionale è
collegato ad errori nell’identificazione
di campioni, sacche o pazienti.
Il rischio è abbastanza alto (~1/10,000
trasfusioni), anche se non sempre legato
ad effetti letali.
L’errore di identificazione di campioni,
sacche o paziente è pertanto estremamente
pericoloso.
Il rischio è concentrato soprattutto
durante la trasfusione dove il controllo
non è assistito da sistemi meccanici
elettronici od informatici che costringano
gli operatori ad utilizzare procedure
di sicurezza.
A tutt’oggi, le sacche di sangue sono
conservate in frigoriferi tradizionali
che rappresentano l’apparecchiatura
più comune ed usata nei Servizi
Trasfusionali.
Queste apparecchiature non possono
ovviamente consentire:
Qual’è stata l’idea vincente e che cosa fa Hemosafe:
I risultati pratici in prestigiosi ospedali,
quali il John Radcliffe Hospital di
Oxford, GB, hanno permesso di acquistare 1500 sacche di sangue in
meno in un anno con un risparmio di
circa 375.000 sterline (da Julie Staves,
John Radcliffe Hospital, Oxford).
I dati suddetti sono stati pienamente
confermati in Canada (Callum J,
AABB Abstract, October 2008).
Recentemente abbiamo anche avuto
un test di convalida dal prestigioso
John Hopkins Medical Centre,
Baltimore (USA):
“The average time to remove a unit of
Red Blood Cells was 42 seconds resulting
in an 85% reduction in transit and
retrieval time. A total of 231 units were
dispensed from the HemoSafe®. Daily
stocking of the refrigerator took a mean
of 12 minutes. One hundred and eighteen
of the trained surgical staff successfully
accessed the system. The FMEA
identified 23 possible system failures
ranging from human error induced by
system design to total system breakdown.
While solutions were identified
and procedures implemented to address
each possibility, none of the possible
system failures occurred during the evaluation.
Conclusions: The HemoSafe®
is a new concept for storage and dispensing
Red Blood Cells at distant sites.
Blood distribution is quick, easy and
safe”.
Hemosafe è perciò il risultato, tuttora
in fase di ulteriore sviluppo e miglioramento,
che ha consentito ad
Angelantoni Industrie di fare un
“breakthrough” tecnologico, con
conoscenze nuove e multifunzionali
che ci stanno aprendo mercati impensabili
con i prodotti tradizionali precedenti.
Imprenditori e Managers devono perciò
progettare un cambiamento a
favore della creatività, dell’innovazione
e quindi della ricerca, superando
barriere di culture aziendali tradizionali,
di vecchie strutture e di burocrazia
gestionale.
Solo così potremo essere globali e
competitivi, possibilmente coniugando
lo sviluppo sostenibile con il profitto
delle nostre imprese.