Presentiamo alcune esperienze,
alcuni progetti che rappresentano modi esemplari per dire
che la diversità è una risorsa e non un ostacolo. C’è
una compagnia composta da artisti disabili che recitano,
scrivono opere, si esibiscono riscuotendo applausi e consensi.
Ci sono persone che realizzano “libri parlati” per i non
vedenti. C’è chi va nelle scuole a insegnare il valore
della diversità, a far capire alle giovani generazioni
che ogni persona ha dei limiti, più o meno visibili. C’è
chi organizza corsi per “dimostrare” che sono possibili
nuovi percorsi di integrazione lavorativa anche per chi
è affetto da gravi disabilità motorie. Sono alcuni esempi
dell’impegno che nel nostro Paese si sta dedicando a più
livelli al fine di radicare una nuova cultura: una “cultura
della normalità”, quella cioè che afferma la diversità
di ogni essere umano come condizione normale, quindi risorsa
positiva, come patrimonio multiforme di cultura, capacità,
attitudini di vita.
Educare
alla diversità
Il Progetto Calamaio propone percorsi mirati ad educare
i bambini e i ragazzi alla cultura della diversità. Percorsi
basati sul gioco, per apprendere, in maniera divertente
e critica, il valore del limite, parte integrante dell’essere
umano. La realtà dell’handicap viene presentata concretamente
attraverso animatori disabili che interagendo in modo
attivo con i ragazzi, creano un contesto di scambio e
dialogo. Vengono organizzate attività capaci di evidenziare
le risorse e le capacità della persona disabile, per costruire
e promuovere un'immagine meno stereotipata e più reale,
viva, autentica e quindi meno pietistica e negativa. Il
Progetto Calamaio propone inoltre corsi di formazione
rivolti a insegnanti, educatori, personale delle aziende.
Questo proprio per trasmettere e diffondere una nuova
cultura dell’handicap. di Renata Piccolo Vai all'articolo >>
Il
Servizio del Libro Parlato Ad
oggi gli utenti sono oltre 3.600, di cui 123 ragazzi in
età scolare e 58 universitari; i titoli in catalogo circa
6.300; settimanalmente si spediscono 700/750 “libri” ed
altrettanti se ne ricevono, le cassette registrate sono
oltre 470.000. E’ il Servizio del Libro Parlato per i
non vedenti. A realizzarlo sono volontari, soprattutto
anziani, che dedicano il loro tempo per offrire alle persone
prive della vista uno strumento straordinario per migliorare
la loro qualità della vita. di Pier Riccardo Dazzi
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Fuori contesto Il
teatro come terapia, per superare le proprie paure, i
propri limiti. Ma anche per capire di più se stessi, il
proprio mondo interiore. Chi assiste agli spettacoli dei
“Fuori contesto”, viene immerso in un mondo di emozioni,
di sogni, di fantasie, in cui la diversa abilità degli
attori amplifica il valore dei messaggi, aumenta la profondità
delle sensazioni. E loro, gli attori, non solo interpretano
le opere teatrali, ma anche le scrivono, le creano. Si
esibiscono davanti a tante persone che assistono agli
spettacoli prima con curiosità e poi solo con partecipazione
emotiva, con piacere, con entusiasmo. Perché di fronte
alla forza interpretativa, all’energia, alla carica del
gruppo, scompare ogni barriera. Rimangono gli applausi
per chi ha saputo, nonostante le difficoltà, comunicare
emozioni uniche e insegnare qualcosa di importante sul
valore della diversità.
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La magnifica diversità
dei simili Nei Paesi in
via di sviluppo la persona disabile è doppiamente svantaggiata:
in primo luogo perché si trova a vivere in situazione
di sottosviluppo, e quindi in condizione di non avere
possibilità concrete per far fronte ai suoi bisogni, in
secondo luogo perché non ha neppure le possibilità fisiche
e/o psichiche per affrontare, al pari degli altri, i problemi
esistenziali quotidiani. L’Associazione Volontari Dokita
ONG, sta realizzando alcune iniziative a favore di persone
disabili - bambini e adulti – in Camerun, nelle Filippine,
in India e in Albania, con cure riabilitative psico-fisicoterapiche,
con fornitura di ausili, promuovendo l’integrazione scolastica
e l’inserimento sociale e lavorativo, ma anche informando,
educando, coinvolgendo la società civile a tutti i livelli,
perché il disabile sia considerato non un diverso, ma
un simile, una risorsa della comunità. di Antonella Ciana
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Qui si parla di…
riabilitazione globale Riabilitazione
globale, autonomia, qualità: queste sono le tre parole
d’ordine al Montecatone Rehabilitation Institute
di Imola, uno dei maggiori presidi di Riabilitazione
per mielolesi in Italia. Programmi terapeutici personalizzati
sui bisogni della persona nella sua globalità, che tengono
conto degli aspetti clinici, neuromotori, psicologici,
sociali che caratterizzano ogni paziente; l’autonomia
come obiettivo finale del percorso di riabilitazione,
che deve mettere il soggetto nella condizione di poter
utilizzare al meglio le proprie capacità residue, dipendendo
il meno possibile dagli altri.
Tutto questo, attraverso una serie di servizi all’avanguardia,
supportati da professionalità altamente qualificate, attraverso
il lavoro di un’equipe fortemente motivata. Proprio sul
tema della riabilitazione globale del paziente colpito
da lesione midollare il Montecatone Rehabilitation Institute
promuove una serie di incontri di approfondimento e studio.
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Il
progetto Web Me Too L’avvento delle nuove tecnologie sta
significativamente cambiando le nostre vite e, grazie
ad esse, abbiamo l’opportunità di comunicare superando
i limiti di tempo, distanza e confini geografici. Questo
scenario dove la cultura e le professioni fanno un impiego
sempre maggiore delle tecnologie informatiche, rappresenta
un terreno sul quale, forse per la prima volta, le persone
con disabilità possono confrontarsi alla pari con gli
altri. Il progetto WebMeToo, realizzato presso l’Università
degli Studi di Napoli “Federico II” è finalizzato alla
acquisizione delle competenze professionali per lo sviluppo,
creazione, gestione e manutenzione di portali WEB ed intende
dare una risposta alla domanda di nuovi percorsi di integrazione
per i soggetti affetti da gravi disabilità motorie.
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