Musica, arte, letteratura,
cinema e un solo filo conduttore: la “leggerezza”.
Queste in sintesi sono le peculiarità di un progetto curioso
nato da un incontro insolito e per nulla casuale, fra
l’Azienda Ospedaliera di Cremona e la Facoltà di Musicologia
della medesima città.
Stiamo parlando di “Mu.Sa” (Musicologia a favore della
Salute) un progetto socio - culturale finalizzato al miglioramento
della qualità di degenza dei pazienti. Sappiamo bene,
infatti, come sia difficile per chi è ricoverato in una
struttura sanitaria sconfiggere la noia dell’attesa, l’ansia
dettata dalla preoccupazione per la propria condizione
di salute, cercando di riempire i lunghi e vuoti pomeriggi
di un soggiorno vissuto quasi sempre come qualcosa di
“forzato”.
E’ proprio sulla base di tale considerazione e in seguito
ad una iniziale valutazione dei bisogni dei pazienti (Customer
satisfaction, percezione operatori sanitari, ecc.) che
durante gli incontri preliminari fra Direzione sanitaria
e rappresentanti della Facoltà di Musicologia è scaturita
l’idea di una collaborazione sistematica e strutturata
che ha visto una fase sperimentale (febbraio-maggio 2005)
svolgersi in un clima di entusiasmo e di consenso sempre
più consistenti.
Sin dall’inizio la comune intenzione è stata quella di
realizzare interventi non invasivi e rispettosi delle
esigenze dei pazienti e del personale, attraverso una
presenza discreta, mirata a non imporsi nel caso in cui
non risultasse gradita. Piccoli momenti di intrattenimento,
quindi, da realizzarsi all’interno dei singoli reparti,
negli spazi deputati alla ricreazione e all’incontro,
in un clima il più possibile familiare.
Ecco allora che la lettura di alcuni brani tratti da “I
Promessi sposi” e da romanzi e racconti italiani del ‘900,
le “lezioni-concerto” e la proiezione di pellicole d’altri
tempi sono entrate con garbo in quei luoghi che per natura
sono deputati a ben altro (quali ad esempio il Servizio
di medicina trasfusionale e i reparti di Radioterapia,
Pneumologia e Oncologia Medica).
“Partendo
dal presupposto che l’intensificazione dei rapporti fra
strutture sanitarie e città, attraverso forme nuove di
comunicazione e di coinvolgimento, sono fattori importanti
per superare il limite dello spazio ospedaliero, uno spazio
quasi sempre associato all’idea di dolore e alla sofferenza
e per questo vissuto come una condizione di separazione
dalla vita normale - spiega Cornelio Coppini, Direttore
generale dell’Azienda Ospedaliera di Cremona - il progetto
“Mu.Sa” si propone, dove e quando possibile, di restituire
alle persone ricoverate una dimensione più umana e serena”.
Per la Facoltà di Musicologia di Cremona “Mu.Sa” rappresenta
la volontà di portare le proprie competenze al di fuori
delle aule scolastiche: la cultura, la musica, la letteratura,
l’arte, da teoria diventano pratica, incontrando un pubblico
diverso, più impegnativo ma al contempo in grado di entrare
in relazione con gratitudine e grande intensità”, aggiunge
Claudio Vela (Professore ordinario di Filologia italiana
presso la Facoltà di Musicologia di Cremona).
Per l’Azienda Ospedaliera di Cremona, invece – precisa
Ermanna Derelli, Direttore sanitario aziendale e convinta
sostenitrice del progetto – “Mu.Sa” risponde all’esigenza
di costruire processi organizzativi che tengano sempre
più conto dei bisogni complessivi del paziente e che coinvolgano
sia gli aspetti diagnostici, terapeutici e assistenziali
sia quelli emotivi”.
“Non a caso - continua Derelli - lo spirito di tale iniziativa
è dare vitalità ai periodi di degenza e ai tempi di attesa
ospedalieri, che ne sono necessariamente privi, attraverso
una serie di attività organizzate e realizzate con il
coinvolgimento di studenti, docenti ed eventuali ospiti”.
Non va dimenticato infatti che il miglioramento della
qualità della vita per tutti i soggetti che vivono e lavorano
in ospedale ridefinisce il significato e l’immagine sociale
nella percezione soggettiva dell’ospedale stesso; un ospedale
che per rispondere ai moderni criteri di efficacia dovrà
essere non solo efficiente e funzionante ma anche accogliente
e “umanizzato”.
Cosa significa?
Anzitutto rendere partecipi e consapevoli gli utenti di
quanto sta loro accadendo e offrire loro la possibilità
di disporre di spazi e momenti utili ad alleviare la condizione
di malattia e a favorire la socializzazione.
Momenti dai quali possa scaturire una sensazione di benessere
emotivo e psicologico che aiuti e faciliti la cura.
Umanizzazione significa anche creare le condizioni affinchè
i pazienti possano di tanto in tanto distogliere l’attenzione
dalla loro condizione, distrarsi, rivolgere il pensiero
altrove. Grazie al progetto “Mu.Sa” questo a Cremona è
già accaduto.
Da ricordare l’esperienza più che positiva dei concerti
estivi tenuti dall’ensemble “La Girometta” (scuola di
Musica Antica di Venezia) che ha saputo ricreare un’atmosfera
a tratti davvero fiabesca interpretando le esigenze di
un luogo e un pubblico per molti aspetti inconsueti e
gli appuntamenti musicali che si sono svolti in occasione
delle festività natalizie.
In tutto questo va sottolineato che il progetto “Mu.Sa”
sino ad oggi si è autofinanziato, nel senso che i docenti
e gli studenti della Facoltà di Musicologia di Cremona
hanno offerto la loro disponibilità a titolo gratuito
e le strumentazioni necessarie sono state acquistate tramite
il contributo di Associazioni di volontariato e/o di privati.
L’augurio è che altre iniziative di questo tipo possano
avere luogo e divenire parte integrante della vita in
ospedale (noi stiamo già lavorando per la programmazione
di un calendario di eventi che nel 2006 coinvolga anche
altri reparti e servizi). Certo è che per la loro attuazione
e riuscita si rende indispensabile la condivisione e la
partecipazione di tutto il personale sanitario e non solo.
Sostenere
il progetto “Mu.sa”
offrendo il proprio contributo è possibile:
AZIENDA ISTITUTI OSPITALIERI
DI CREMONA BANCA SAN PAOLO IMI C/C N 300009 • CAUSALE:
PROGETTO MUSA |
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A
cura di: |
Stefania Mattioli
Ufficio stampa - Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri”
di Cremona
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