Le scelte e le direttrici di sviluppo di Ansaldo Energia ed Ansaldo Fuel Cells nelle rinnovabili.
Il cambiamento in atto è tangibile e
la sfida che la nuova situazione che si
sta andando a definire ci propone, va
accettata per poter validamente competere
negli anni a seguire.
Il fattore-tempo diviene una delle determinanti
del successo. Come nello
sport non conta solo far bene, ma farlo
nel tempo disponibile.
Se si osservano, infatti, i dati relativi
al peso sul PIL mondiale delle diverse
economie, dal 1985 al 2009, si vede
come l’Europa dei 27 sia passata dal
30% al 26%, gli USA dal 28% al
25%, mentre Cina ed India sono cresciuti
dal 2,5% a quasi il 10%.
In termini di crescita, India e Cina,
ma anche Qatar, Oman, Libia, Marocco,
Angola, Bangladesh hanno
avuto tassi superiori al 5% annuo.
La quota industriale del PIL va riducendosi
in tutti i paesi europei ed in
Nord America, con l’Italia nell’intorno
del 20% e gli USA verso il 13%.
In tutto ciò, il PIL dei paesi occidentali
più sviluppati è crollato nei tempi
più recenti per la crisi finanziaria
ed i tempi di riallineamento ai valori
ante-crisi sono differenziati da paese
a paese e, nel caso italiano, superano
i 3 anni.
Il debito pubblico italiano condiziona
la ripresa del nostro paese, essendo
esso comunque (in % sul PIL) ben
più elevato anche degli USA, nonostante
la recente drammatica crescita
di Washington.
Le vendite al dettaglio sono cresciute
negli ultimi tre anni di oltre il 50% in
Cina e si sono ridotte di oltre il 30%
in USA.
La popolazione cinese, indiana ed
africana surclassa in numero quella
europea, latino-americana (comunque
in crescita) e nord-americana con
tassi di crescita relativa in un secolo
trascurabili nel vecchio continente,
apprezzabili in Nord America e Cina
ed elevatissimi in Africa, America Latina
ed India.
Gli ultrasessantacinquenni crescono
da 10 milioni del 1990 con un valore
a tendere di 2,5 Miliardi nel 2050.
I consumi di energia crescono costantemente,
raddoppiando il valore del
1980 entro il 2015, ma l’uso del carbone
e delle rinnovabili è destinato a
pesare sempre più nella produzione,
oltre al nucleare.
Peraltro, i kWh prodotti nei paesi
non-OECD passeranno dalla metà
ad una volta e mezza di quelli OECD
tra gli anni ’80 ed il 2030.
L’impatto crescente del carbone e la
crescita dei consumi fanno prevedere
un incremento delle emissioni
di CO2 nella atmosfera che, se non
contenuto con azioni specifiche, porterebbe
ad una crescita del 50% tra il
2004 ed il 2030. Un obiettivo condiviso
è contenere i rilasci in atmosfera,
mentre ridurlo appare eccessivamente
ambizioso.
Guardare avanti è necessario, per non
trovarsi ad inseguire gli altri. In passato
ci sono stati numerosi casi di sottovalutazione
in ogni campo.
Per poter competere si deve agire su
ogni fronte. Di certo, la produttività
e gli indirizzi di sviluppo saranno
fattori critici di successo, ma anche la
energia giocherà un ruolo fondamentale,
in quanto la relativa disponibilità
ed il connesso costo di approvvigionamento
peseranno non poco sulle
possibilità di crescita e sulla qualità
della vita dell’Italia.
Nell’energia, nei prossimi anni, i
combustibili fossili avranno sempre
un ruolo predominante, ma rinnovabili,
waste-to-energy e nucleare
avranno un peso crescente.
Nei paesi più industrializzati gli impianti
dovranno essere sempre più
flessibili operativamente, ridurre le
emissioni, utilizzare componentistica
a ridotto contenuto energetico e
si andrà verso una sempre maggiore
integrazione di impianti distribuiti e
centralizzati con esperienze-pilota di
integrazione territoriale ed applicazioni
di sistemi CCS (Carbon Capture
and Storage).
Nei Paesi in sviluppo le potenze installate
cresceranno con fattori incrementali
più marcati ed il focus
sarà meno centrato su flessibilità ed
emissioni e maggiormente orientato
alla valorizzazione delle disponibilità
locali.
In questo contesto, Ansaldo Energia
(con oltre 175’000 MW installati
in più di 90 paesi e con oltre 4000
addetti nel mondo) si pone l’obiettivo
di disporre di un portafoglio di
prodotti completo ed innovativo per
consentire al paese di disporre delle
soluzioni tecnologiche necessarie.
Come agire nel campo della produzione
di energia, a breve termine?
• Vanno aumentate la “fuel flexibility”
e la “operation flexibility”,
aumentando, al contempo, la vita
utile e disponendo di soluzioni di
retrofit per realizzare upgrading di
impianti esistenti.
• Vanno migliorati automazione,
controllo, diagnostica, emissioni
di inquinanti, ma anche di CO2
(risentendo anche della pressione
della collettività di fronte ai rischi
del “climate change”).
• Vanno rese disponibili soluzioni
vantaggiose per la CCS e la produzione
distribuita (rinnovabili -
sulle quali l’Italia, col solo “Conto
Energia” già ha reso disponibili 28
Mdi € in 20 anni a copertura di
1200 MW fotovoltaici -, fuel cells -
a partire dalle Molten Carbonate -,
impianti orientati al waste-toenergy
- sia nel settore civile che
industriale).
• Vanno combinate per ciascun
territorio le vocazioni di sviluppo
economico con le fonti energetiche
disponibili in loco e con modalità
di sfruttamento ottimale ed
integrato delle stesse.
Il tutto senza penalizzare la bilancia
tecnologica del paese, per evitare una
dipendenza da soluzioni che potrebbero,
teoricamente, non essere sempre
disponibili in futuro oppure a
prezzi e condizioni svantaggiose.
Ansaldo Energia ha depositato più di 100 domande di brevetto negli ultimi
4 anni e la controllata Ansaldo Fuel
Cells possiede già altri 20 brevetti, ma
la sfida impone ulteriori investimenti
ed accelerazioni.
E’ pertanto necessario che, intorno
allo sforzo da produrre nel settore
della efficienza energetica e delle rinnovabili
(integrazione impiantistica,
sfruttamento di combustibili sintetici
derivanti da recupero di scarti,
valorizzazione di gas a basso potere
calorifico, applicazione delle fuel cells
a carbonati fusi per la cattura della
CO2 e la contemporanea produzione
di energia, riduzione dei consumi nei
processi manifatturieri ed impiantistici
(LCA), sviluppo congiunto di
imprese-università e centri di ricerca
ed enti territoriali di soluzioni compatibili
con il territorio), ci sia consenso
e supporto da parte della collettività
perché gli obiettivi industriali
possano essere pari alle ambizioni che
i mutevoli scenari impongono di
prendere in carico.
A titolo di esempio, le MCFC (Molten
Carbonate Fuel Cells) sono potenzialmente
in grado di proporsi
come concentratore di anidride carbonica,
nel campo della CCS, senza
alcuna penalizzazione energetica perché,
se alimentate da un gas (metano,
biogas, idrogeno, altro) e dai fumi
di una centrale elettrica a ciclo combinato,
possono produrre ulteriore
energia ed al contempo garantire la
cattura della CO2.
Nessuna altra tecnologia oggi permette
ciò, in quanto tutte le sperimentazioni
di altre soluzioni sin qui
sviluppate hanno portato a dover
assorbire notevoli quantità di energia
dalle centrali per separare la CO2; la
conclusione è che, con le “tecnologie
convenzionali” per catturare la CO2 è
necessario produrre energia e dunque
ulteriore CO2.
L’alta percentuale di concentrazione
(>70%), la modularità (che consente
di rendere graduali gli investimenti),
la possibilità di alimentare le MCFC
con bio-combustibili e - ciò che più
conta - la possibilità di incrementare
la resa di una centrale, nuova o esistente,
con ulteriore profittevole energia
elettrica immessa in rete rendono
l’applicazione delle MCFC estremamente
promettente e, in prospettiva,
ausilio potenziale - grazie alla disponibilità
di un tecnologia integralmente
italiana da esportare - al riequilibrio
della bilancia dei pagamenti italiana.
Avere il supporto della collettività
anche per iniziative industriali meno
pubblicizzate e note non è facile. Si
impone un percorso di disseminazione
della informazione e/o di visione
imprenditoriale degli amministratori
della cosa pubblica. Una sfida nella
sfida.
Ma vincerla è essenziale per garantire
un futuro di crescita al Paese,
senza penalizzare l’ambiente o le future
generazioni.