Secondo la definizione
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per “Riabilitazione”
si intende quell’“insieme di interventi che portano
lo sviluppo di una persona al uso più alto potenziale
sotto il profilo psicologico, sociale, occupazionale
ed educativo, in relazione al deficit fisiologico o
anatomico e all’ambiente”. In ambito strettamente sanitario,
obiettivo della Riabilitazione è ridurre, parzialmente
o totalmente, il “deficit” che rende disabile la persona,
attraverso l’utilizzo di funzioni rimaste integre, per
permetterle di “vivere” al massimo delle sue capacità.
Prima di prescrivere un’attività fisica in un soggetto
anziano occorre comprendere quali sono le funzioni integre,
definire i limiti dell’organismo, individuare, se possibile,
i rischi relativi all’attività fisica, finalizzare la
prescrizione al raggiungimento di un obiettivo, individuare
una strategia d’intervento. Nell’anziano va modulato
il carico dell’attività fisica in base alle capacità
funzionali residue ed alle abilità motorie. Se adeguatamente
stimolati, gli anziani possono aumentare di forza anche
più del giovane. In seguito agli allenamenti di endurance
si riducono i fattori di rischio cardiovascolari. Nel
paziente geriatrico, inoltre, l’intervento riabilitativo
non può prescindere da una valutazione multidimensionale
e da un approccio globale alla persona, cardini della
medicina geriatria.
Le sedi più frequentemente colpite da fratture patologiche
sono le vertebre e, nell’ambito delle ossa lunghe, il
polso e l’estremo prossimale del femore. Naturalmente
l’intervento riabilitativo varia a seconda delle caratteristiche
della frattura e dell’individuo, ma il principio generale
è quello di un approccio intensivo che riduca al minimo
i tempi di immobilizzazione. In generale, un approccio
promettente per questi pazienti è farsi carico attivamente
del loro problema e delle possibili soluzioni. I pazienti
anziani, dopo una attenta valutazione, spesso vengono
inseriti in programmi di prevenzione delle cadute e
programmi di esercizi mirati al recupero della massa
ossea; ciò che si vuole ottenere è una modifica permanente
dello stile di vita e del soggetto. Perché l’anziano
si frattura? I due elementi da considerare sono le cadute
e la fragilità ossea, ed entrambe dipendono dalla forza
e dalla massa muscolare. Esiste una correlazione fra
massa muscolare e massa ossea corticale e fratture:
a parità di massa muscolare si fratturano di più le
donne con maggiore massa ossea. Questo vuole dire che
quando vi è disarmonia fra osso e muscolo aumenta il
rischio di fratture. Esistono evidenze che dimostrano
che quando l’osteoporosi viene diagnosticata precocemente
sono possibili trattamenti farmacologici e non, efficaci
nel ridurre il rischio di frattura. Tuttavia sappiamo
che l’apparato muscolo scheletrico, anche in assenza
di specifiche patologie, va incontro ad un fisiologico
logoramento. Anche se non vi sono fondate prove di evidenza
è opinione condivisa che l’esercizio fisico possa rendere
più lento e meno traumatico tale processo degenerativo,
aiutando la persona anziana a mantenere buone capacità
performanti sia da un punto di vista motorio che delle
capacità cardio-respiratorie. Il consiglio che si può
quindi generalmente offrire alle persone anziane che
non siano affette da particolari situazioni patologiche
è quello di mantenersi attive, anche attraverso un costante
esercizio muscolare ed articolare da svolgersi sotto
la vigile e attenta guida di un fisioterapista.
L’attività
fisica
Per l’organismo di un anziano, l’attività fisica
è di notevole importanza. E’ importantissima la pratica
di un’attività motoria o sportiva, meglio ancora se
all’aria aperta, frequentare corsi collettivi di ginnastica,
per adulti o per anziani, con la possibilità di essere
guidati da insegnanti di educazione fisica qualificati,
che sappiano correggere gli errori di esecuzione o eccessive
pretese nei confronti del proprio corpo, suggerendo
inoltre l’esecuzione degli esercizi più adatti e quindi
quelli più utili allo stato di salute.
L’esercizio che si deve eseguire non è una sfida alle
proprie possibilità. All’opposto esso va affrontato
ascoltando il proprio corpo, fermandosi immediatamente
quando si avvertono delle resistenze o del dolore. L’attività
fisica non significa, infatti, soffrire per ottenere
un risultato ad ogni costo. Il dolore va bandito.
Le finalità vanno individuate invece nella ricerca e
nella progressiva acquisizione di un senso di benessere
e di vitalità; nella opportunità di stimolo e sostegno
reciproco che si può avere con le altre persone con
cui si fa ginnastica.
Consigli generali
Ecco qui, poche e semplici regole da seguire:
- Esercizi graduali ripetuti a più riprese, abbinati
alla respirazione e alla distensione muscolare;
- Sapersi fermare quando si prova dolore, tenendo la
posizione raggiunta per qualche secondo: gli esercizi
sono per tutti, ma è giusto che ognuno li esegua fin
dove può;
- Attività continuativa che permette, con l’allenamento,
il controllo del relativo aumento della frequenza cardiaca
e respiratoria, che è fisiologico;
- Ginnastica di gruppo come occasione di incontro e
di stimolo reciproco al movimento e a concepire diversamente
il rapporto con il proprio corpo.
Di contro ecco gli errori in cui non incappare:
- sforzo eccessivo;
- irrigidimento muscolare;
- passaggio brusco da una posizione a un’altra;
- attività fisica che provoca affanno, aumenta eccessivamente
la frequenza cardiaca e quella respiratoria;
- performance estemporanee;
- attività concepita come lotta individuale.
Il comportamento nelle attività quotidiane
Durante la giornata assumiamo posizioni che
spesso si rivelano dannose per l’economia articolare
della colonna.
Cercheremo, in questa sede, di spiegare le evenienze
più frequenti:
- Stare sprofondati in poltrona sollecita eccessivamente
la regione del collo e delle spalle, favorisce la compressione
delle vertebre lombari e l’accentuarsi delle curvature
della colonna;
- Uno sgabello troppo alto rispetto al piano d’appoggio
costringe a chinarsi in avanti, riducendo l’espansione
toracica e danneggiando la colonna;
- Lavorando a tavolino è bene avvicinare la sedia in
modo da non doversi chinare in avanti;
- Una sedia con schienale anatomico consente di mantenere
le normali curvature della colonna;
- Per raccogliere gli oggetti in terra è bene piegare
le ginocchia e non flettere in avanti la colonna.
Conclusioni
L’attività fisica e/o la riabilitazione si
dimostrano il miglior rimedio per mantenersi in forma
e in ottima salute. L’attività fisica a corpo libero
aumenta il volume della muscolatura e rafforza le articolazioni,
i vari esercizi stimolano le più importanti funzioni
organiche, quali la respirazione e la circolazione sanguigna.
E’ importante, all’interno di ogni seduta, inserire
una fase iniziale di riscaldamento ed una finale di
defaticamento, entrambe caratterizzate da forte attenzione
alla respirazione e alla frequenza degli atti respiratori.
Lo scopo di questa attività è quello di riuscire a convivere
con le proprie difficoltà, ritardare o impedire l’instaurarsi
di altre e non ultimo raggiungere rilassamento e autodistensione,
per mezzo dei quali si riesce a sciogliere le tensioni,
migliorare il proprio rendimento ed eliminare i disturbi
neurovegetativi.
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