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Le Paralimpiadi Invernali - le gare riservate agli atleti disabili – sono in programma dal 10 al 19 marzo 2006. Torino si sta quindi preparando ad un grande evento, che dal punto di vista organizzativo richiede tanto impegno e tanto lavoro. Innanzitutto occorre affrontare il problema generale dell’accessibilità: i lavori in corso e quelli che inizieranno nei prossimi mesi dovranno necessariamente garantire la massima fruizione di tutte le strutture da parte dei disabili, non solo dei palazzetti, degli impianti che saranno sede di gara, ma anche di tutte le infrastrutture di collegamento, dei trasporti, dei marciapiedi, dei ristoranti, degli alberghi, dei luoghi di intrattenimento. Non dimenticando che il viaggiatore con problemi di handicap sta creando un nuovo, grande business nel mercato turistico.

Erail 19 giugno 1999 quando, a Seul, l’Assemblea del CIO assegnava a Torino e alle sue valli l’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2006: ciò significava che il capoluogo piemontese si assumeva l’onere di ospitare, come ogni città designata dal Comitato Olimpico Internazionale, anche le Paralimpiadi Invernali - le gare riservate agli atleti disabili - nella fattispecie in programma dal 10 al 19 marzo 2006.

Il 27 dicembre 1999 a Torino nasceva così il TOROC, acronimo ufficiale che identifica il Comitato per l’Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006 (Torino Organising Committee XX Olympic Winter Games). In questi cinque anni di intenso lavoro il Comitato Organizzatore ha posto le basi per la realizzazione di una edizione speciale dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali.

È importante affrontare subito una questione terminologica e spiegare che il prefisso “para” di “Paralimpico” sta per parallelo, volendo intendere così la stretta relazione, non solo temporale, tra i Giochi per i disabili e quelli per normodotati, anche se in origine era nato in riferimento al termine paraplegici, nei primi anni gli unici partecipanti a questo tipo di gara.

La crescita del movimento paralimpico è comunque ben esemplificata dai numeri: più di 4000 atleti provenienti da 123 nazioni ai Giochi Paralimpici estivi di Sydney 2000; oltre 500 partecipanti da 36 paesi alle Paralimpiadi invernali di Salt Lake City 2002. Ma come nasce il movimento paralimpico e lo sport per disabili in genere?

È necessario tornare un po’ indietro nel tempo.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci si accorge che i tradizionali metodi di riabilitazione non sono più sufficienti per le necessità mediche e psicologiche del civili e dei soldati con disabilità.

Su richiesta del Governo britannico, il Dr. Ludwig Guttmann, neurologo e neurochirurgo immigrato dalla Germania, crea nel 1944 un Centro per Lesioni spinali presso l’ospedale di Stoke Mandelville, in Gran Bretagna.
Primo ad intravedere nello sport un’efficace attività riabilitativa, Guttman pensa di utilizzare il tiro con l'arco, il gioco delle bocce e successivamente il basket in carrozzina quali attività sportive per i mutilati ed i lesionati midollari, permettendo al disabile di potenziare maggiormente l'equilibrio del corpo e il controllo della carrozzina.
Grazie ai risultati ottenuti, il 28 luglio del 1948 viene inaugurata a Londra la prima edizione dei “Giochi di Stoke Mandeville”, riservati ad atleti su sedia a rotelle; quattro anni dopo nascono, sempre in Gran Bretagna, i primi “Giochi Internazionali per Disabili”.

Nel 1960 l'Italia, che ospita le Olimpiadi a Roma, è promotrice dei primi “Giochi Paralimpici”, che vedono la partecipazione di 400 atleti provenienti da 23 nazioni diverse.
Nel 1976 la città svedese di Örnsköldsvik organizza le Olimpiadi Invernali e inaugura la prima edizione invernale delle Paralimpiadi.
Nel 1982, il Comitato di Coordinamento Internazionale dell’organizzazione mondiale per lo sport disabile (ICC) è incaricato di coordinare l’organizzazione dei Giochi Paralimpici rappresentando le organizzazioni partecipanti, in collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e le altre organizzazioni globali.
Il 22 settembre 1989 nasce così il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), un nuovo organismo governativo internazionale rappresentante degli sport per atleti con disabilità. Ufficialmente l’IPC ha assunto i pieni poteri dopo le Paralimpiadi di Barcellona, nel 1992 e sette anni dopo apriva la propria sede principale a Bonn, in Germania, con uno staff permanente. Oggi l’IPC raggruppa 155 nazioni membri, rappresentate attraverso i Comitati Paralimpici Nazionali (NPCs), e cinque organizzazioni (IOSDs): CPISRA, IBSA, INAS-FID, ISMWSF e ISOD, specifiche per gli sport più diffusi, come il tennis o il basket. Sono quindi ormai più di quarant’anni che lo sport disabili, al più alto livello agonistico, vede organizzate le sue massime manifestazioni a pochi giorni di distanza (due settimane) dai Giochi dei Cinque Cerchi, per di più nelle stesse località e nei medesimi impianti sportivi. Una differenza rispetto ai Giochi per normodotati riguarda invece il numero delle discipline oggetto di gara, che per i disabili sono solo cinque. Ciononostante le medaglie da assegnare sono molte di più, dato che per ogni sport si cimentano tre tipologie di atleti: i sitting (paraplegici e in generale persone che necessitano di una carrozzina), gli standing (amputati o poliomielitici) e i blind (ipovedenti e non vedenti).


Ecco dunque i cinque sport che saranno protagonisti alle Paralimpiadi di Torino 2006, con l’indicazione delle località in cui saranno ospitati:


Sci alpino
Le specialità dello sci alpino sono quattro: discesa libera, super-G, slalom gigante e slalom.

L'equipaggiamento degli atleti varia a seconda del tipo di handicap: i paraplegici utilizzano sci normali e possono gareggiare con o senza l’ausilio di una protesi; gli atleti amputati di gamba usano dei bastoncini adattati, chiamati stabilizzatori; gli atleti non vedenti sono guidati nella discesa da accompagnatori (le “guide”) che con segnali vocali lungo il tracciato indicano il percorso da seguire.
Le gare della disciplina regina degli sport invernali saranno di scena a Sestriere, una delle stazioni sciistiche più celebri del Piemonte e non solo.



Biathlon
La gara di biathlon si svolge lungo un anello di 2,5 chilometri ripetuto tre volte, per un totale di 7,5 chilometri di fondo.

Durante il percorso gli atleti si fermano per due serie di tiri in cui hanno a disposizione cinque colpi per centrare un bersaglio posizionato a dieci metri di distanza.
Per ogni bersaglio mancato si aggiunge 1 minuto al tempo di gara. Gli atleti non portano la carabina, che viene invece consegnata già pronta al poligono. Le carabine per i non vedenti sono equipaggiate con occhiali collegati ad un sistema auricolare electro-acustico che aumenta di intensità quando il fucile è posizionato nel punto corretto per colpire il bersaglio.


Sci di fondo
Lo sci di fondo è l'espressione più antica delle discipline invernali.
Durante le Paralimpiadi si svolgono le gare di staffetta e le gare individuali, sia in tecnica libera sia in tecnica classica.
Gli atleti competono su distanze che variano tra 2,5 e 20 chilometri.
L’equipaggiamento degli atleti varia ancora a seconda del tipo di handicap: i paraplegici utilizzano uno slittino, attrezzo specifico per questa categoria che viene comunemente definito “sitting”; gli amputati fanno uso di sci normali e possono gareggiare con o senza l’ausilio di una protesi; gli atleti non vedenti sono guidati lungo il percorso dalle guide attraverso segnali vocali. La cittadina di Pragelato farà da scenario a queste due discipline di fatica e precisione.



Sledge Hockey
È la versione paralimpica dell'hockey su ghiaccio.

Ha debuttato a Lillehammer 1994, diventando immediatamente una delle attrattive principali per il pubblico. Le squadre sono composte da sei giocatori, compreso il portiere.
Il gioco è molto veloce: ogni partita dura 45 minuti, suddivisa in tre tempi da 15.

L'attrezzatura degli atleti è costituita da slittini dotati di due lame fissate a una distanza tale da consentire il passaggio del disco. Per spostarsi gli atleti usano due stecche con una punta in metallo sull'estremità inferiore, capace di fare presa sul ghiaccio; l'altra estremità è invece a forma di mezzaluna in modo da poter colpire il disco con efficacia. All'interno di ogni squadra vengono formati tre gruppi, a seconda delle differenti abilità funzionali, a cui vengono assegnati da uno a tre punti.

La somma dei punti dei giocatori in campo non deve superare i 15, altrimenti la squadra avversaria può chiedere all'arbitro di fermare il gioco: questa regola è indispensabile per assicurare la massima partecipazione di tutti gli atleti. L’hockey entusiasmerà il suo pubblico a Torino, nella sede ristrutturata del più antico spazio espositivo della città.



Curling
Il curling su carrozzina debutterà alle Paralimpiadi di Torino 2006.

Si pratica su un campo ghiacciato e consiste nel far scivolare blocchi di pietra dotati di manico, detti stone, in modo che si arrestino su un bersaglio disegnato sul ghiaccio, detto house.

Ogni squadra è composta da 4 giocatori, che possono essere uomini o donne (questa è l’unica disciplina mista); il curling è riservato agli atleti in carrozzina e sarà ospitato al nuovo Palazzo Polifunzionale del Ghiaccio di Pinerolo, a 40 Km da Torino. Già, le strutture.

Croce e delizia di ogni Comitato Organizzatore perché, se da un lato portano forse via le maggiori risorse economiche, dall’altro lasciano, ad Olimpiadi terminate, importanti eredità alle comunità locali, in termini di impianti e occupazione.


Questo aspetto però ci conduce al problema generale dell’accessibilità: i lavori in corso e quelli che inizieranno nei prossimi mesi dovranno necessariamente garantire la massima fruizione di tutte le strutture da parte dei disabili; parliamo quindi non solo dei palazzetti, degli impianti che saranno sede di gara, ma anche di tutte le infrastrutture di collegamento, dei trasporti, dei marciapiedi, dei ristoranti, degli alberghi, dei luoghi di intrattenimento.

E tutto questo dovrà essere pronto ben prima del 10 marzo 2006, data d’inizio delle Paralimpiadi: non si considera mai, infatti, che il viaggiatore con problemi di handicap sta creando una nuova, golosa fetta nel mercato turistico; questo è forse un trend all’inizio nel nostro paese, ma attivissimo già da parecchi anni nel resto d’Europa. È doveroso quindi considerare l’arrivo di questo tipo di turisti anche per il via dei Giochi Olimpici, dal febbraio 2006.

Da questo punto di vista però il Toroc non è partito da zero. Grazie all’esperienza dei Campionati Mondiali di sci, svoltisi a Sestriere nel 1997, in qualche modo si è già a buon punto. Su Torino invece la situazione è più complessa: rispetto a Nagano o Salt Lake City (le ultime due città sedi delle Olimpiadi Invernali) il territorio interessato è molto più esteso e pone qualche problema in più. Gli esperti in materia comunque, sottolineano come per le costruzioni già esistenti, nel 90% dei casi, con interventi normalissimi, si possano superare molti problemi di accessibilità, senza costruire per forza strutture ad hoc (ad es. entrate secondarie), che possono sì - talvolta - trasformarsi in vere e proprie barriere culturali.

Come in molte delle faccende umane, quindi, spesso è solo una questione di mentalità e buon senso. A Torino, comunque, si respira grande fiducia, al punto che, tra chi organizza i Giochi Paralimpici del 2006, circola una battuta singolare: che le Olimpiadi in realtà non saranno altro che l’ultimo test-event, evento prova, per le Paralimpiadi…


 
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A cura di
Silvia Bruno
Delegata Provinciale FISD (Federazione Italiana Sport Disabili) - Torino
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