Vai direttamente ai contenuti

Copertina della rivista

grafica

 

In equilibrio, tra semplicità e rigore

Per chiunque si occupi di comunicazione scientifica il problema di fondo è uno solo: come riuscire ad essere divulgativi, illustrando le cose con semplicità ad un grande pubblico senza rinunciare al rigore e alla serietà che deve essere la caratteristica principale di qualunque informazione scientifica.




Quasi tutti i giornali del mondo hanno un supplemento scientifico. A volte si tratta di un paio di pagine alla settimana, altre, come nel caso di Tuttoscienze de La Stampa, di un vero e proprio supplemento di otto pagine, estraibile e collezionabile. Tuttoscienze nacque nel 1981 da una straordinaria intuizione dell'allora direttore de “La Stampa” Giorgio Fattori, che vide nella scienza, con molti anni di anticipo su tutti gli altri, un fantastico mezzo per creare un legame con i lettori. Non c'è alcun dubbio che la richiesta di conoscenza scientifica da parte della gente comune sia aumentata nel corso degli anni, al punto che i giornali dovrebbero forse ormai avere una pagina quotidiana dedicata a questi argomenti, così come ci sono pagine per l'economia, gli spettacoli, la politica e la cronaca. Come questi temi, anche la scienza è infatti ormai entrata a fare parte della nostra vita quotidiana: dagli studi sulle cellule staminali ai mutamenti climatici, dai satelliti che trasmettono la partita di Champions all'ultimo modello di telefonino o di forno a micro-onde, alle fibre ottiche che ci consentono un accesso veloce a Internet, la nostra vita dipende sempre di più da oggetti realizzati grazie a scoperte o a innovazioni scientifiche delle quali vorremmo sapere di più.

Per chiunque si occupi di comunicazione scientifica il problema di fondo è uno solo: come riuscire ad essere divulgativi, illustrando le cose con semplicità ad un grande pubblico senza rinunciare al rigore e alla serietà che deve essere la caratteristica principale di qualunque informazione scientifica. Non è una operazione facile e non sempre ha successo. Spesso, l'eccesso di semplicità rischia di essere contestato dagli esperti e l'eccesso di rigore rende i concetti difficilmente comprensibili a chiunque non sia uno scienziato. I giornalisti che si occupano di divulgazione scientifica camminano sempre su un filo dal quale è facile cadere da una parte o dall'altra se non si mantiene un fermo equilibrio nelle scelte e nella trattazione degli argomenti.

Un altro problema da affrontare è la selezione delle notizie di carattere scientifico che ogni giorno arrivano nelle redazioni di tutti i giornali. Non sempre queste notizie hanno una reale importanza, ma spesso sono supportate da una campagna di marketing che le impone all'attenzione dei media mondiali con un effetto a cascata difficilmente arginabile. Dietro ai laboratori di ricerca, alle università, alle aziende farmaceutiche, si muovono interessi economici considerevoli, che riguardano la ripartizione dei finanziamenti pubblici e privati e l'utilizzo commerciale dei brevetti. Gli uffici stampa di questi istituti sono molto bravi nell'annunciare meravigliose scoperte che cambieranno il destino dell'umanità o cureranno malattie incurabili, ma non sempre agli annunci corrisponde una svolta reale nella ricerca scientifica. Anche in questo campo, il compito dei divulgatori dovrebbe essere quello di distinguere che cosa è importante da quello che non lo è, evitando di creare nel pubblico inutili illusioni o nei malati crudeli aspettative.

Da qualche anno, la ricerca scientifica ha trovato un nuovo strumento attraverso il quale esprimersi: la rete di Internet. Il web è largamente usato dagli stessi scienziati, che hanno ora la possibilità di pubblicare le loro ricerche direttamente online senza passare attraverso le forche caudine della revisione editoriale da parte di una rivista scientifica, che poteva finora accettare o respingere il lavoro decidendone il destino. Il ricercatore, dopo avere pubblicato le proprie tesi online, può accettarne la revisione da parte di altri colleghi sparsi per il mondo e discuterne con loro. Grazie al web, i contenuti scientifici si sono liberati dalla schiavitù della carta e della costosa distribuzione nelle librerie e sono di sponibili a tutti gratuitamente. Il rischio evidente è che la mancanza di una verifica a priori della qualità dei contenuti permetta a informazioni non sufficientemente controllate di espandersi nella rete prima che qualcuno le possa correggere.

Ma è evidente, nonostante tutti i rischi, che il futuro dell’informazione scientifica sarà sempre più legato al web, anche grazie alle enormi possibilità di espansione della conoscenza attraverso link ad argomenti correlati che Internet può offrire. I siti della Nasa e di molte università americane sono ormai eccellenti per ricchezza di contenuti, semplicità di linguaggio e disponibilità di filmati, fotografie e materiale didattico. Anche i giornali, nei prossimi anni, dovranno accentuare la transizione della loro informazione scientifica verso il web, che consente una divulgazione più immediata, completa e divertente. Ma anche se, come qualcuno sostiene, la carta sparirà nel giro di pochi anni per essere sostituita dall’informazione elettronica, ci sarà sempre bisogno di qualcuno che aiuti il lettore fornendogli gli strumenti necessari a capire e a selezionare il vero dal falso tra l’enorme materiale disponibile.