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Copertina della rivista

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La scienza in un TG

Il servizio tv deve invogliare, incuriosire, mettere sulla buona strada, senza avere la pretesa di pronunciare una non dimostrabile verità assoluta.






Se guardiamo le curve degli ascolti forniti dai dati Auditel, appare del tutto evidente che i temi scientifici riscuotono nel pubblico dei telegiornali un grande interesse. Sia i servizi dedicati alla medicina, sia quelli al dibattito sul ruolo della scienza nella vita quotidiana, sia ai grandi eventi di astrofisica, c’è un pubblico numeroso e attento. L’attenzione la possiamo evincere dalle mail che spesso, dopo un buon servizio nel Tg, riceviamo dai nostri telespettatori, con richieste di precisazioni, di ulteriori informazioni, talvolta di critiche su come è stato impostato un determinato servizio.

La medicina, è ovvio, riscuote l’interesse primario. Tutti siamo in permanente caccia di quel qualcosa che ci rassicuri sul nostro futuro stato di salute o ci aiuti a risolvere un problema immediato, nostro o di un congiunto. Per questo è davvero importante che il giornalista, possibilmente uno specialista con adeguata preparazione medica, dia sempre la parola ad un medico, ad un ricercatore. Sarà poi suo compito fare di tutto per rendere appetibile il servizio, usando un linguaggio chiaro, scientificamente corretto, ma accessibile al grande pubblico. E’ poi importante usare sempre il condizionale, perché purtroppo è facile in questo delicato settore trasmettere alla gente illusioni. Il dubbio deve essere sempre presente, fino a conclamata prova contraria. Il servizio in un Tg dovrebbe soprattutto spingere la gente interessata ad un determinato problema a informarsi con maggior precisione. In buona sostanza il servizio tv deve invogliare, incuriosire, mettere sulla buona strada, senza avere la pretesa di pronunciare una non dimostrabile Verità assoluta. So bene che spesso così non è, ma in queste mie riflessioni vorrei raccontare quel che si deve fare, dando così per scontato tutto ciò che si deve doverosamente evitare.
Personalmente sono anche convinto che il giornalista non deve essere solo una cassa di risonanza, se non addirittura un porta voce di determinati interessi che stanno dietro a certe clamorose rivelazioni da parte della comunità scientifica.

Non sono uno scientista, culturalmente combatto l’imperversante relativismo e considero il matematico Oddifreddi esattamente come lui ritiene siano i credenti, uomini e donne che hanno una fede nella Verità annunciata dal Cristianesimo: un “cretino”, cioè un “credente” in una verità, la sua.

La scienza ha spesso suonato la gran cassa di formidabili scoperte che avrebbero cambiato il corso della Storia, salvo poi crollare alla prima seria e logica confutazione. Valga l’esempio vergognoso di un ministro dell’Ambiente che, con tanto di dati sbagliati alla mano, ha presentato il suo apocalittico allarme sui cambiamenti climatici in Italia, esponendo il Paese intero ad una figuraccia planetaria davanti ad un comunque un pò confuso consesso politico scientifico alla Fao, l’inutile organizzazione per le problematiche alimentari che da sola consuma milioni e milioni di dollari da quando è stata fondata. Una “casta” che andrebbe senz’altro abolita o perlomeno riformata dalla base.

Detto questo è necessario, a mio parere e sulla base della mia esperienza al vertice di un tg nazionale e popolare come il Tg5, dare sempre più spazio al dibattito scientifico. Ecco, appunto, al dibattito. In modo che l’opinione pubblica sia messa nelle condizioni per informarsi e per dare giusto peso ad una determinata notizia. Troppo spesso i servizi sono confezionati dal cronista di turno, mentre è importante che il giornalista che pure lavora in una tv cosiddetta generalista sia informato e in grado di raccontare correttamente.
Concludo osservando che oggi è già possibile per il pubblico informarsi attraverso una nuova e interessante forma di comunicazione televisiva, costituita dai sempre più numerosi (e spesso molto ben confezionati) canali tematici presenti sulla tv satellitare e digitale terrestre.