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La casa, il luogo in cui le persone anziane trascorrono la maggior parte del loro tempo, può trasformarsi da confortevole rifugio a spazio pericoloso, pieno di insidie.
Il numero degli incidenti domestici è in costante aumento e interessa in maniera drammatica gli ultrasessantacinquenni, con conseguenze anche molto gravi; gli infortuni dovuti a cadute provocano molto spesso una ospedalizzazione, una forte limitazione nelle attività quotidiane e lunghi periodi di recupero. Tutto questo può essere limitato da una politica di sostegno per il miglioramento degli ambienti domestici, per adeguarli alle esigenze di persone con ridotta autonomia.

Non sono pochi i pericoli che insidiano ogni giorno la vita degli anziani: barriere architettoniche, strade poco illuminate, la criminalità diffusa, ma si rischia anche quando si è in casa. Anzi, è proprio in ambiente domestico che si registra un altissimo numero di incidenti. Basta dare un’occhiata alle cronache dei giornali e ai dati. Secondo quanto riferisce il Piano Sanitario nazionale 2001-2003, il numero degli incidenti domestici è in costante aumento: oltre 3.700.000 nell’anno 1999 rispetto ai 2.700.000 rilevati nel 1988. Ben il 25,6% degli incidentati ha più di 65 anni. Un problema che interessa la generalità della popolazione italiana, ma investe in maniera drammatica le persone anziane. Ma quali sono gli ambienti della casa più a rischio? Secondo l’Istat per gli anziani (65 anni e più) le zone della casa più pericolose sono, come per i bambini, la cucina (39.6%) e il soggiorno o salone (12,9%). Le cause principali degli incidenti sono da attribuire alla presenza di dislivelli, pavimenti sconnessi e scivolosi, fornelli e forni insicuri, arredi ingombranti e pericolosi, impianti non a norma.

Le ferite e le fratture sono le conseguenze più frequenti degli incidenti domestici: riguardano il 43% degli eventi e coinvolgono tutti, giovani e meno giovani, con l’aggravante che negli anziani lo stesso incidente può provocare più lesioni e interessare più parti del corpo. 8 incidenti su 10 provocano conseguenze a danno di gambe, braccia, mani e piedi (81,2%). Le cadute sono gli incidenti con le conseguenze più gravi. Si tratta degli infortuni che più frequentemente provocano una ospedalizzazione, quasi il 15%, ed una forte limitazione nelle attività quotidiane, permanenza a letto, lunghi periodi di recupero che per gli anziani possono durare mesi. Conseguenze pesanti sulla pelle delle persone, ma anche sui conti pubblici. Si calcola una spesa minima di 1200 miliardi annui a carico del Servizio sanitario nazionale per i ricoveri di anziani ultra sessantacinquennni, dovuti a frattura degli arti, soprattutto inferiori.

Gli infortuni domestici sono quindi un problema che non si può più trascurare, vuoi per le forti ricadute economiche e sociali, vuoi perché le cifre che abbiamo citato dovrebbero far arrossire un paese civile. “Gli anziani spesso non hanno neppure la percezione dei pericoli che vivono in casa o più spesso preferiscono ignorarlo; a dirlo è Mario Corsini presidente dell’associazione Abitare e Anziani da tempo impegnata sul fronte della prevenzione. Ignorando il pericolo, gli anziani non si sentono costretti ad eseguire lavori di adeguamento, che potrebbero anche non sopportare sia sul piano economico che psicologico. Ma una buona azione preventiva ed informativa, su larga scala, potrebbe salvare molte vite ed evitare tanti ricoveri”.

Su questo terreno ha cominciato a muoversi anche l’Ada l’organizzazione dei pensionati della Uil, che ha dato vita al progetto “Una casa confortevole, una casa sicura”. Il progetto, partito già nel 2000, consiste in una serie di azioni fra loro complementari: è stata svolta una vasta attività di formazione e informazione, sono stati distribuiti opuscoli informativi e, successivamente, si è passati alla creazione di veri e propri “sportelli sicurezza” dove il cittadino può trovare risposte e servizi. Ma non basta.

“Visto i considerevoli costi economici connessi agli incidenti domestici – sostiene Mario Corsini di AeA- è ragionevole richiedere una politica di sostegno volta al miglioramento degli ambienti domestici, per adeguarli alle esigenze di persone con ridotta autonomia. Si dovrebbero prevedere delle forme di finanziamento per l’acquisto di ausili tecnologici in grado di rendere la casa più sicura, andando oltre i limiti della pur importante legge 104 del ’92 che prevede sostegni ai soli soggetti con gravi disabilità”.
Gli incidenti domestici, insomma, non devono più essere considerati “tragiche fatalità”, ma un problema di dimensioni nazionali che una adeguata politica di prevenzione può sicuramente contribuire a risolvere.
 
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Giusi Colombo
Ufficio stampa AUSER
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