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Un progetto per diffondere la cultura dell’accessibilità nelle tematiche della progettazione sull’ambiente cittadino, insieme agli Istituti Universitari e di Design italiani, introducendo e sostenendo nella loro proposta formativa, un’attenzione maggiore alle esigenze e alle aspettative dei profili di utenza non assimilabili solo all’adulto-medio-sano. L’obiettivo è stimolare un processo culturale che conduca a elaborare naturalmente progetti di qualità per tutti gli uomini: progettare per tutti significa infatti pensare a una città più vivibile e sicura non solo per i bambini, donne incinte, anziani, ipovedenti, persone con handicap temporanei in genere, ma elevare la qualità della vita di tutti i suoi utilizzatori.


Qual è il contesto in cui si inserisce il progetto della casa a comando vocale?
Lo spazio casa si sta progressivamente modificando, sotto la spinta propulsiva dei trend epocali. La casa diviene sempre più ecologica, più sicura, più automatica, più intelligente. Gli impianti si moltiplicano nell’alloggio, ma sono autoregolati, programmabili e facilmente gestibili, in modo da minimizzare i consumi. I meccanismi di controllo sono tali da escludere la possibilità di incidenti domestici, evitare le intrusioni, migliorare lo stato climatico e percettivo degli ambienti interni, attuando forme di inquinamento indoor. Gli impianti, poi, in una casa automatizzata sono “integrati”, in modo da rispondere in maniera coordinata ad un comando semplice che può essere dato a distanza con un telecomando. La domotica, insomma, si sta sviluppando in varie direzioni, facendo convergere all’interno dell’alloggio prodotti dell’elettronica e dell’informatica secondo diverse filosofie dell’abitare e conseguendo obiettivi diversi.
La casa a comando vocale è uno spazio di questo tipo, un nuovo progetto domotico con una specifica filosofia.

In che cosa si caratterizza il Suo progetto?
Questo spazio domestico, che ha come sua peculiarità precipua il sistema vocale per il telecontrollo e la gestione dell’ambiente, può rispondere ad una aspettativa di autonomia domestica dei disabili motori ed in particolare dei soggetti con patologie altamente invalidanti come i distrofici. Tuttavia questo nuovo progetto di interfaccia uomo-macchina è sicuramente rivolto ad ogni tipo di utilizzatore e porta di un step avanti il progetto di una casa automatica, intelligente e sicura.

Garantisce quindi l’autonomia…
E’ opportuno ricordare che il concetto di autonomia per i soggetti altamente invalidati è basato su presupposti diversi rispetto a quelli di una persona normodotata. Autonomia vuol dire compiere delle azioni “quotidiane” senza necessariamente essere supportati da un’altra persona, come poter riflettere davanti all’armadio aperto per scegliere il vestito da indossare, stabilire il trucco che meglio si adatta al vestito, oppure collaborare all’attività domestica riuscendo a controllare che il caffè o l’acqua per la pasta non fuoriescano mentre il convivente è impegnato in altre azioni. Nell’alloggio a comando vocale i particolari dispositivi tecnologici sono integrati agli arredi in modo da consentire un uso a voce alternativo, ma non escludente rispetto a quello comune.

Ci può fare qualche esempio?
La porta diversamente da quelle “speciali” movimentate da braccio automatico, è di tipo qualsiasi ed è apribile con una comune maniglia, ma al tempo stesso può essere movimentata con l’impulso vocale. Le luci, gli elettrodomestici e tutte le parti elettriche sono attivabili contemporaneamente a voce e con i normali interruttori. Questa impostazione progettuale, nell’agevolare l’autonomia domestica dei disabili motori, consente anche l’integrazione tra i vari soggetti che abitano la casa. La tecnologia non è infatti così dichiarata e prevaricante da rendere questo spazio domestico eccessivamente freddo ed “ospedalizzato”; né la soluzione proposta è un prodotto specialistico per una particolare utenza: le soluzioni adottate sono quelle utilizzabili in una qualsiasi abitazione.

Come funziona questa tecnologia?
Il sistema di telecontrollo vocale con semplici comandi come “apri la porta, “spegni la luce”, “rispondi al telefono”, “accendi il televisore”, “spegni il fornello”, consente di movimentare e gestire tutte le parti dell’alloggio, dagli elettrodomestici alle apparecchiature elettroniche, agli elementi di arredo, ecc…Il sistema funziona con un radio microfono che consente di impartire i comandi a un comune PC per Windows ’95 che interagisce con la rete dei dispositivi installati, grazie ad un evoluto protocollo comunicazione. La trasmissione avviene generalmente a onde radio e quindi l’installazione non prevede il passaggio di cavi; la flessibilità del sistema consente, inoltre, l’integrazione con tutti i dispositivi di sicurezza (antifurto, teleassistenza, fughe di gas, ecc…).

Si tratta di un progetto sperimentale. Quali saranno i prossimi passi?
Intendiamo proseguire il progetto attraverso l’allestimento di uno spazio espositivo permanente, in cui sia possibile valutare l’effettiva possibilità di adottare il sistema nel proprio ambiente domestico o di lavoro. Il progetto prevede anche l’interazione con alcune amministrazioni pubbliche per offrire un supporto concreto nell’individuazione della migliore soluzione progettuale alle richieste di vita autonoma che di volta in volta ci arrivano. Questo supporto è articolato in più livelli:
- Collaborare alla realizzazione, da parte dell’amministrazione pubblica, di almeno un ambiente a comando vocale;
- ospitare negli ambienti, per periodi di tempo più o meno lunghi (si può variare dal day hospital ad un periodo di adattamento di un anno), coloro che abbiano subito un trauma specifico ed abbiano la necessità di adattarsi alla nuova condizione psicofisica;
- addestrare i degenti all’uso dei dispositivi presente nell’ambiente;
- valutare le necessità del degente e le modifiche da apportare negli ambienti di proprietà del medesimo;
- seguire un programma di riabilitazione psicofisica;
- formare gli operatori sociosanitari ad una assistenza migliore nei confronti di soggetti con patologie specifiche.
 
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Ileana Argentin Presidente di Dynamic Air e Consigliere delegato del Comune di Roma per i problemi dell’handicap.
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