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Intervista a Lucilla Previati - Direttore Parco Regionale del Delta del Po Emilia-Romagna Il Parco Regionale del Delta del Po Emilia-Romagna copre aree considerate tra le più produttive e ricche in biodiversità: possiede, infatti, la più vasta estensione di zone umide protette d'Italia, aree d'eccezionale valore ecologico. E, cosa straordinaria ed encomiabile per chi l'ha gestito, il Parco, fin dalla sua costituzione, ha prestato una particolare attenzione ai bisogni delle persone con diverse abilità, progettando itinerari, percorsi, soluzioni, che consentono ai disabili di godere appieno la bellezza di questo straordinario ambiente naturale.

Direttore, innanzitutto vorremmo conoscere meglio il Parco. Quali sono gli elementi che lo caratterizzano?
E' un territorio ricco di ambienti naturali che ospitano centinaia di specie floristiche e faunistiche, grazie alla diversità degli habitat presenti, che si esprimono con forme ed adattamenti peculiari in relazione alle diverse condizioni chimico-fisiche del suolo e alle condizioni climatiche. Il Parco del Delta ha una conformazione territoriale composita. La particolare geomorfologia del territorio ha permesso l'insediamento di boschi con vegetazione a foglie caduche e sempreverdi. Il tratto fondamentale che lo contraddistingue è costituito dall'acqua: fiume, mare, valle o bacini salini. Elementi di rilievo del paesaggio del Delta sono le Valli e le Zone umide; all'interno del perimetro del Parco si estendono le poche testimonianze in Europa continentale di zone umide di acqua dolce, le Valli di Argenta e Marmorta e gioielli come Punte Alberete, un raro esempio di bosco idrofilo.


Non solo natura, ma anche cultura…
La storia dell'area del Delta del Po è la storia dell'interazione millenaria tra le forze della natura e l'intervento dell'uomo, che ha reso possibile l'esistenza all'interno di un unico territorio di una grande varietà di ambienti e di attrattive culturali che continuano tutt'oggi ad interagire in un contesto sempre mutabile. Cito come esempio la città di Comacchio che, protetta dalla sue Valli, rappresenta una vera testimonianza storica della civiltà lagunare; si sviluppò fin dal periodo longobardo sfruttando la pescosità delle valli circostanti e la fondamentale risorsa del sale. Nelle Valli di Comacchio è attivo un itinerario storico - naturalistico che permette di addentrarsi nello straordinario mondo della "civiltà della palude".


Quando il Parco si è posto il problema della "accessibilità"?
Direi da subito. All'interno della logica di turismo sostenibile nelle aree protette, rientra l'etica dell'accoglienza, intesa come promozione di un turismo per tutti, favorendo l'accesso alle aree protette in particolare delle scolaresche, dei giovani, degli anziani e dei portatori di handicap. Impegnarsi a realizzare una fruibilità generalizzata degli spazi e dei servizi significa favorire il diritto di chiunque alla non-esclusione da un luogo e rispettare quindi un basilare principio costituzionale, tra l'altro non senza risvolti di carattere economico. La finalità da perseguire è quella di potenziare l'autonomia di ciascuno, consentendo l'accesso agevole e la fruizione generalizzata di tutto l'habitat in cui si svolge la nostra esistenza.


Quali problematiche sono emerse?
Per la sua particolare situazione geomorfologica il territorio del Parco si presta, forse più di altri, ad occasioni di visita anche per chi ha esigenze particolari. Quello che può sembrare una limitazione permette tuttavia di fornire ulteriori e diversi "punti di vista" che rendono davvero nuova la "lettura" della natura. Ci siamo subito impegnati ad identificare le esigenze del grandissimo numero di persone con abilità differenti, ragionando in termini di prestazioni diverse da fornire, sia nell'esecuzione di opere che nella fornitura di servizi.


…e avete agito seguendo un progetto che si pone obiettivi davvero ambiziosi…
La finalità generale è quella di permettere la fruizione al Parco anche a persone disabili, perlomeno a quelle strutture e aree in cui sono fin d'ora presenti condizioni sulle quali non è proibitivo operare. Tale obiettivo presuppone, da parte del Parco, la volontà di trasformare la dimensione naturale del proprio territorio, e il relativo valore socio-culturale, da "ostacolo" per i disabili a "occasione" di nuove esperienze e conoscenze. Gli obiettivi concreti che questo progetto intende perseguire sono quelli di un più o meno parziale, in maniera evidentemente dipendente dai budget di sponibili, avvicinamento ad una accessibilità completa che, nel caso ad esempio dei Centri Visita, non dovrà essere limitata alla possibilità fisica di entrare nei centri stessi, ma che dovrà essere anche rapportata alla possibilità di "accedere" al materiale informativo presente. Altro importante obiettivo è quello di realizzare azioni capaci di incontrare e valorizzare quelle che sono realmente le diverse abilità (ad es. tatto e udito al posto della vista) delle persone con disabilità fisiche o sensoriali.


In particolare, quali sono le soluzioni adottate per l'accessibilità e la fruibilità ai non vedenti?
Dopo solo 2 anni dalla costituzione, il Parco in accordo con il Corpo Forestale dello Stato ha potuto mettere a disposizione dei non-vedenti alcune delle sue aree più belle. All'interno del Gran Bosco della Mesola, un polmone verde di circa mille ettari, è stato realizzato un percorso attrezzato: con l'ausilio di una guida tattile e apposite tabelle è possibile conoscere e percepire l'atmosfera dell'ambiente attraverso tutti i sensi per cogliere umori, odori e "voci" del bosco.

Nelle Valli di Argenta, nel Bosco del Traversante - lembo di bosco idrofilo di circa 150 ettari - è stato realizzato un percorso tattile per non vedenti, facilmente fruibile. Nel 2003 è stato inaugurato il "nuovo percorso naturalistico ad occhi chiusi" nella Riserva Naturale dello Stato "Pineta di Marina di Ravenna": una guida tattile che si snoda lungo un tracciato circolare di trecento metri e propone tabelle esplicative. Ma questi sono solo alcuni esempi.


Per i disabili motori, invece, quali soluzioni sono state adottate?
Tutti i Centri Visita e molti dei Musei presenti nell'area del Parco sono facilmente accessibili ai disabili motori; sono accessibili la Salina di Comacchio, la Casa delle Farfalle nella Pineta di Cervia e il Centro di Educazione Ambientale del Castello della Mesola.

Una barca attrezzata rende inoltre possibile effettuare il percorso nelle Valli di Comacchio, con a bordo due postazioni per handicap motori.


Quali sono i vostri prossimi impegni sul fronte dell'accessibilità?
Questo è un impegno costante, perché l'obiettivo, come ho detto prima, è quello di avvicinarci il più possibile ad una accessibilità completa. In particolare, vogliamo implementare il servizio di educazione ambientale per estendere il diritto di partecipazione all'utenza più ampia possibile, progettare e programmare le visite guidate in modo da renderle fruibili anche da parte di persone con deficit motori o sensoriali. Anche il servizio informazioni ai visitatori, compreso quello online su Internet, deve essere in grado di comunicare rapidamente e in un quadro di interattività le informazioni richieste anche alle persone con deficit motori o sensoriali. Inoltre, stiamo operando affinché le strutture ricettive del Parco rispondano a criteri di funzionalità, eco-sostenibilità e fruibilità per tutti, con particolare riferimento alle persone con deficit motori o sensoriali.



 
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Parco Regionale del Delta del Po - Emilia-Romagna

 


Intervista a :

Lucilla Previati

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