E’ stato anche inteso come una occasione, per
il movimento della disabilità, per chiedere azioni
politiche ed impegni legislativi sulle questioni che
riguardano la disabilità specialmente per le
prossime elezioni Parlamentari Europee.
I Parlamentari Europei hanno convenuto che l’evento
appartiene ai rappresentanti delle organizzazioni delle
persone disabili e che non deve essere percepito come
una celebrazione convenzionale.
Nel 1993 si tenne il primo Parlamento delle Persone
con Disabilità, anch’esso tenuto in una
seduta Plenaria del Parlamento Europeo e fu un grande
successo. Il 1993 fu anche l’anno delle Regole
Standard per le Pari Opportunità per le Persone
con Disabilità, l’anno del primo Giorno
Internazionale e del primo Giorno Europeo delle Persone
con Disabilità. La nostra speranza è che
questo Evento tenuto in novembre possa essere in grado
di ripetere quella storica esperienza e diventare pietra
miliare per la prossima decade ed oltre.
Nel
2003 gli Stati Membri e i Paesi dell’Accesso hanno
celebrato con migliaia di eventi l’Anno Europeo
che è divenuto il luogo dove il movimento europeo
delle Persone con Disabilità ha dimostrato di
essere interlocutore valido e qualificato per le questioni
che lo riguardano.
Ed ecco allora che il Parlamento Europeo delle Persone
con Disabilità è da considerarsi nuovamente
un evento storico perché ha permesso di inserire
una propria Risoluzione all’interno delle iniziative
del Parlamento Europeo sull’ Anno 2003.
Inoltre ha permesso di far adottare sempre al Parlamento
Europeo un Manifesto, proposto dal Movimento Europeo
della Disabilità, riguardante le prossime elezioni
parlamentari del 2004 e contenente suggerimenti e proposte
di impegni da riportare nei manifesti dei partiti politici.
Da queste due giornate scaturirà un Verbale di
Conferenza nel quale saranno incluse sia le testimonianze
delle Persone con Disabilità in Europa che la
presentazione di esempi di “buone prassi”
dei Parlamenti nel sostenere le istanze riguardanti
la disabilità (per esempio attraverso organismi
come l’Intergruppo della Disabilità).
Queste affermazioni così positive sull’evento
del 10-11 novembre non possono nascondere le difficoltà
che comunque le persone con disabilità e le loro
organizzazioni hanno incontrato, difficoltà che
nell’Anno Europeo dedicato a loro aumenta l’amarezza
per i traguardi non raggiunti.
A livello Europeo solo 3 Stati Membri hanno ratificato
entro i termini prescritti la Direttiva Eu 78/2000 sulla
non discriminazione nei luoghi di lavoro. Altri non
hanno terminato l’iter legislativo per raggiungere
la ratifica, altri ancora non l’hanno nemmeno
iniziato. Inoltre quei 3 Stati che parrebbero così
“in regola”, hanno modificato nell’impianto
del decreto di ratifica alcuni passaggi importanti della
direttiva. Fortunatamente la Commissione vigila e sono
iniziati controlli di natura giuridica su questi Paesi.
Fino ai primi giorni di dicembre la Commissione Europea
negava all’ EDF la emanazione di una Direttiva
Specifica sulla Disabilità, una Direttiva che
proibisce ogni discriminazione verso le persone con
disabilità in tutti gli ambiti di vita. Solo
dopo una pressante azioni di lobby la Commissaria Anna
Diamantopoulou ha promesso che tale Direttiva verrà
emanata. Ci possiamo fidare della Commissaria, una donna
molto pragmatica, che non ha paura delle difficoltà
che una Direttiva di questo genere farà sorgere
negli Stati Membri più di quelli che la Direttiva
di non discriminazione nei luoghi di lavoro ha evidenziato.
Per
quanto riguarda il livello nazionale l’Anno Europeo
si chiude con alcuni dati molto sconfortanti. L’articolo
14 della legge di riforma del lavoro (legge Biagi) che
permette alle imprese di soddisfare l’obbligo
dell’inserimento lavorativo delle persone con
disabilità attraverso convenzioni con le cooperative
sociali; il decreto di ratifica della Direttiva Eu 78/2000
che non rispetta il testo del documento europeo; la
Legge Finanziaria che all’art 42 pone pesanti
ostacoli al ricorso ad accertamenti di invalidità
(al momento non sappiamo se i nostri emendamenti sono
stati accolti); sempre la legge finanziaria che taglia
del 30% la dotazione al Fondo Sociale, così come
il suo impiego improprio (mille euro per la nascita
del secondo figlio), che sottrae risorse ai servizi
indispensabili per le persone con disabilità.
Nonostante questi dati negativi su come si è
concluso l’Anno Europeo, mi sento comunque di
sottolineare la positività dell’Evento
del Parlamento delle Persone con Disabilità che
ha preceduto la Comunicazione delle Commissione EU sul
piano di azione in materia di disabilità (COM
650 del 30.10.2003), che ha concluso i 10.000 eventi
organizzati in tutta Europa, che ha riaffermato il modello
sociale e l’approccio di diritto sulle questioni
che toccano le persone disabili. Un approccio che suggerisce
alla società la necessità di rimuovere
le discriminazioni, di sostenere l’uguaglianza
di opportunità, di migliorare la qualità
di vita delle persone svantaggiate.
Il 2004 con sé porta tutti gli impegni che nel
2003 il Movimento delle Persone con Disabilità
ha lasciato alla comunità civile e alle organizzazioni
di persone con disabilità e loro familiari.
Alla comunità civile vengono consegnate nuove
motivazioni e compiti per combattere le discriminazioni
delle persone con disabilità. Ad essa chiediamo
anche di superare comportamenti e atteggiamenti pubblici
negativi, che rappresentano le maggiori barriere per
assicurare che le persone con disabilità siano
considerate a pieno titolo membri della società
Gli Stati e le Istituzioni Internazionali vengono chiamati
a confrontarsi con le implicazioni operative dell’etica
umana universale e a considerare la democrazia e la
partecipazione politica dei cittadini come metodo naturale
del buon governo.
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