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Il Parlamento Europeo ha ospitato lo scorso 10-11 novembre, nell’ Emiciclo di Bruxelles, un evento dedicato alle Persone con Disabilità. Dal pomeriggio del 10 novembre alla fine della mattinata dell’11 novembre erano presenti 200 delegati ufficiali, composti da persone con disabilità e familiari di persone con disabilità non in grado di rappresentarsi da sole, provenienti da 28 Paesi e 100 osservatori, in rappresentanza di organizzazioni della disabilità di tutta Europa.L’Evento ha segnato il 10th anniversario delle Regole Standard e l’Anno Europeo delle Persone con Disabilità.Il Parlamento delle Persone con Disabilità (EPDP) è stata una opportunità per il Parlamento Europeo per dimostrare il suo supporto all’agenda sulla disabilità e per iniziare il dialogo con i rappresentanti delle organizzazioni su concrete azioni per e dopo l’Anno Europeo 2003.

E’ stato anche inteso come una occasione, per il movimento della disabilità, per chiedere azioni politiche ed impegni legislativi sulle questioni che riguardano la disabilità specialmente per le prossime elezioni Parlamentari Europee.

I Parlamentari Europei hanno convenuto che l’evento appartiene ai rappresentanti delle organizzazioni delle persone disabili e che non deve essere percepito come una celebrazione convenzionale.

Nel 1993 si tenne il primo Parlamento delle Persone con Disabilità, anch’esso tenuto in una seduta Plenaria del Parlamento Europeo e fu un grande successo. Il 1993 fu anche l’anno delle Regole Standard per le Pari Opportunità per le Persone con Disabilità, l’anno del primo Giorno Internazionale e del primo Giorno Europeo delle Persone con Disabilità. La nostra speranza è che questo Evento tenuto in novembre possa essere in grado di ripetere quella storica esperienza e diventare pietra miliare per la prossima decade ed oltre.

Nel 2003 gli Stati Membri e i Paesi dell’Accesso hanno celebrato con migliaia di eventi l’Anno Europeo che è divenuto il luogo dove il movimento europeo delle Persone con Disabilità ha dimostrato di essere interlocutore valido e qualificato per le questioni che lo riguardano.

Ed ecco allora che il Parlamento Europeo delle Persone con Disabilità è da considerarsi nuovamente un evento storico perché ha permesso di inserire una propria Risoluzione all’interno delle iniziative del Parlamento Europeo sull’ Anno 2003.


Inoltre ha permesso di far adottare sempre al Parlamento Europeo un Manifesto, proposto dal Movimento Europeo della Disabilità, riguardante le prossime elezioni parlamentari del 2004 e contenente suggerimenti e proposte di impegni da riportare nei manifesti dei partiti politici.

Da queste due giornate scaturirà un Verbale di Conferenza nel quale saranno incluse sia le testimonianze delle Persone con Disabilità in Europa che la presentazione di esempi di “buone prassi” dei Parlamenti nel sostenere le istanze riguardanti la disabilità (per esempio attraverso organismi come l’Intergruppo della Disabilità).

Queste affermazioni così positive sull’evento del 10-11 novembre non possono nascondere le difficoltà che comunque le persone con disabilità e le loro organizzazioni hanno incontrato, difficoltà che nell’Anno Europeo dedicato a loro aumenta l’amarezza per i traguardi non raggiunti.

A livello Europeo solo 3 Stati Membri hanno ratificato entro i termini prescritti la Direttiva Eu 78/2000 sulla non discriminazione nei luoghi di lavoro. Altri non hanno terminato l’iter legislativo per raggiungere la ratifica, altri ancora non l’hanno nemmeno iniziato. Inoltre quei 3 Stati che parrebbero così “in regola”, hanno modificato nell’impianto del decreto di ratifica alcuni passaggi importanti della direttiva. Fortunatamente la Commissione vigila e sono iniziati controlli di natura giuridica su questi Paesi.

Fino ai primi giorni di dicembre la Commissione Europea negava all’ EDF la emanazione di una Direttiva Specifica sulla Disabilità, una Direttiva che proibisce ogni discriminazione verso le persone con disabilità in tutti gli ambiti di vita. Solo dopo una pressante azioni di lobby la Commissaria Anna Diamantopoulou ha promesso che tale Direttiva verrà emanata. Ci possiamo fidare della Commissaria, una donna molto pragmatica, che non ha paura delle difficoltà che una Direttiva di questo genere farà sorgere negli Stati Membri più di quelli che la Direttiva di non discriminazione nei luoghi di lavoro ha evidenziato.

Per quanto riguarda il livello nazionale l’Anno Europeo si chiude con alcuni dati molto sconfortanti. L’articolo 14 della legge di riforma del lavoro (legge Biagi) che permette alle imprese di soddisfare l’obbligo dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità attraverso convenzioni con le cooperative sociali; il decreto di ratifica della Direttiva Eu 78/2000 che non rispetta il testo del documento europeo; la Legge Finanziaria che all’art 42 pone pesanti ostacoli al ricorso ad accertamenti di invalidità (al momento non sappiamo se i nostri emendamenti sono stati accolti); sempre la legge finanziaria che taglia del 30% la dotazione al Fondo Sociale, così come il suo impiego improprio (mille euro per la nascita del secondo figlio), che sottrae risorse ai servizi indispensabili per le persone con disabilità.

Nonostante questi dati negativi su come si è concluso l’Anno Europeo, mi sento comunque di sottolineare la positività dell’Evento del Parlamento delle Persone con Disabilità che ha preceduto la Comunicazione delle Commissione EU sul piano di azione in materia di disabilità (COM 650 del 30.10.2003), che ha concluso i 10.000 eventi organizzati in tutta Europa, che ha riaffermato il modello sociale e l’approccio di diritto sulle questioni che toccano le persone disabili. Un approccio che suggerisce alla società la necessità di rimuovere le discriminazioni, di sostenere l’uguaglianza di opportunità, di migliorare la qualità di vita delle persone svantaggiate.

Il 2004 con sé porta tutti gli impegni che nel 2003 il Movimento delle Persone con Disabilità ha lasciato alla comunità civile e alle organizzazioni di persone con disabilità e loro familiari.

Alla comunità civile vengono consegnate nuove motivazioni e compiti per combattere le discriminazioni delle persone con disabilità. Ad essa chiediamo anche di superare comportamenti e atteggiamenti pubblici negativi, che rappresentano le maggiori barriere per assicurare che le persone con disabilità siano considerate a pieno titolo membri della società

Gli Stati e le Istituzioni Internazionali vengono chiamati a confrontarsi con le implicazioni operative dell’etica umana universale e a considerare la democrazia e la partecipazione politica dei cittadini come metodo naturale del buon governo.



 
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Luisella Bosisio Fazzi
Presidente CND - Consiglio Nazionale sulla Disabilità

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