Sezioni Tematiche

Editoriale

Una scuola di qualità, una scuola attenta a ciascuno

Dalla disabilità alla diversa abilità

La parola alle Strutture Sanitarie

La parola alle Associazioni

La parola alle Aziende

Spazio Riabilitazione

La parola ai Medici





 
Dal primo febbraio 2004 è in vigore la legge che garantisce il diritto di accesso tramite le tecnologie info-telematiche alle fonti di informazioni pubbliche.
In molti si chiederanno cosa significhi e soprattutto per quale motivo è necessaria una legge sull’argomento.
Innanzi tutto è necessario chiedersi cosa significa “web accessibile”.
Il web, nato oramai nel secolo scorso, è il sistema di comunicazione che si è maggiormente sviluppato negli ultimi anni ed è diventato uno strumento di uso comune tra le persone di ogni età: gli appuntamenti vengono confermati tramite e-mail, ci si incontra la sera a parlare con amici (magari mai visti di persona) e a discutere di cose serie oppure solamente per passare una serata in allegria.

Non conoscendosi, di fatto in questi incontri siamo tutti uguali: non vi dico il mio stupore quando circa due anni fa, dialogando in chat con una persona, ho scoperto che era non vedente: questo mi ha fatto subito sorgere una serie di domande (ma come è possibile, che tecnologie si utilizzano, ecc. ecc.) e da quel momento ho iniziato ad appassionarmi del tema dell’accessibilità del web scoprendo che già dal 1999, un consorzio chiamato W3C (World Wide Web Consortium) aveva rilasciato delle linee guida per sviluppare i siti web in modo che fossero accessibili, ossia fruibili dal maggior numero di utenti qualsiasi fosse la loro disabilità.

Rendere un sito web accessibile è di fatto sia un fatto etico che tecnico del tutto naturale. Chiunque abbia conoscenza degli standard e delle raccomandazioni internazionali per quanto riguarda lo sviluppo di contenuti per il web (le raccomandazioni del Consorzio W3C) sa come sia necessario garantire l’accesso alle proprie creazioni web al maggior numero di utenti possibili che accedono ai contenuti con diverse tecnologie di navigazione: browser di diversi produttori, palmari o tramite ausili (tecnologie assistive).

Il progetto del W3C dedicato all’accessibilità si chiama WAI (Web accessibility Initiative) che contiene diverse iniziative le cui tre di maggior importanza sono le seguenti:

- Web Content Accessibility Guidelines (Linee Guida per la creazione di contenuti accessibili);

- Authoring Tools Accessibility Guidelines (Linee Guida per la creazione di
  strumenti di sviluppo accessibili);

- User Agent Accessibility Guidelines (Linee Guida per la creazione di
  programmi utenti accessibili).

Come si capirà, per garantire la piena accessibilità al maggior numero di utenti possibili non è solamente necessario sviluppare i contenuti in modo che siano totalmente fruibili ma è necessario fornire gli utenti con disabilità o impossibilitati all’utilizzo delle normali tecnologie (es: utenti che lavorano in ambienti ove non possono distogliere lo sguardo da particolari strumentazioni e quindi necessitano della “lettura” dei contenuti) di programmi utente accessibili.

Al fine inoltre di integrare l’utente con disabilità nel mondo dello sviluppo dei contenuti e del web e quindi nel mondo del lavoro del futuro è necessario che gli strumenti di sviluppo siano creati rispettando le indicazioni ATAG che garantiscono sia l’utilizzo di tali strumenti agli utenti con disabilità che la generazione di codice accessibile.
Il problema dell’accessibilità del web diventa ancora più serio se i servizi pubblici e di pubblica utilità non sono accessibili in particolar modo ad utenti con disabilità. Poniamo ad esempio che il sig. Bianchi - con gravi disabilità fisiche e psichiche - desideri ottenere della documentazione dal proprio comune, ad esempio per partecipare ad un bando di gara di assegnazione di alloggi popolari. Il sito web del comune dovrà garantire un linguaggio semplice e chiaro per consentire al sig. Bianchi di poter ottenere ciò che cerca. Pensiamo ora al sig. Rossi, non vedente dalla nascita, e alla sua necessità di accedere al proprio conto corrente bancario: se il sito web della propria banca non è accessibile tramite tecnologie assistive (in questo caso dei software di lettura dello schermo) il sig. Rossi non potrà accedere alle importanti informazioni sul saldo del suo conto corrente e dovrà (alla faccia della privacy) richiedere il supporto di un familiare o conoscente per ottenere tale informazione.

E’ necessario tener conto inoltre che la popolazione sta invecchiando e uno dei maggiori problemi in età avanzata è dato dall’ipovisione: siti web che non consentono il ridimensionamento dei caratteri saranno inaccessibili a questi utenti. Il problema, come si noterà, è ancor più grave se il servizio inaccessibile è un servizio pubblico: tutti i cittadini devono avere ugual diritto di accesso alle informazioni, in particolar modo i cittadini che non hanno altra modalità - se non quella telematica - per ottenere tali informazioni.

Nel corso dell’anno 2003 si è sentito molto parlare di accessibilità del web e di disabilità. Il motivo è legato alla proclamazione dell’anno europeo del disabile da parte dell’Unione Europea con chiusura dell’anno coincidente alla chiusura del semestre europeo di presidenza italiana dell’Unione.
L’Unione Europea già dal 1999 ha iniziato dei progetti di promozione del diritto di accesso ai servizi info-telematici (in particolar modo dei siti web) da parte degli utenti con disabilità: già da anni quindi l’Unione Europea auspica l’applicazione del progetto WAI del W3C, definito come lo “standard de facto” per l’accessibilità del web all’interno del progetto europeo che come finalità ha l’abbattimento delle barriere telematiche, ossia della info-esclusione: il progetto eEurope 2002 che richiedeva un adeguamento dei siti web pubblici già per la fine del 2002.
In Italia il primo documento “utile” relativamente all’applicazione del progetto eEurope è una circolare ministeriale del 13 marzo 2001, emanata dal Ministro per la Funzione Pubblica con un titolo impegnativo: “Linee Guida per l'organizzazione, l'usabilità e l'accessibilità dei siti Web delle Pubbliche Amministrazioni”.

La direttiva contiene indicazioni per la costruzione dei siti Web delle amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1, comma 2, del D.Lgs. n. 29/93, ed è indirizzata a chiunque all'interno delle indicate amministrazioni abbia responsabilità collegate alla progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi informativi basati sulle tecnologie del Web. Obiettivo della direttiva è fornire indicazioni sugli aspetti più importanti che riguardano le reali fruizioni dei siti Web nelle amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento al contesto organizzativo, all'usabilità del Web, all'accessibilità delle informazioni. Il documento principalmente vuole focalizzare l’attenzione delle pubbliche amministrazioni sulla comunicazione ente-cittadino per renderla chiara e comprensibile come richiesto dalle direttive comunitarie nonché di riqualificare il personale coinvolgendolo “in modo creativo”. La limitazione di questa circolare è la non obbligatorietà di adeguamento ma “l’invito” ad uniformarsi alle linee guida nonché alla richiesta di applicazione delle WCAG 1.0 limitatamente ad alcuni punti delle linee guida. Nel documento purtroppo non vengono richiamate le ATAG 1.0 raccomandazione W3C del 3 febbraio 2000 per l’accessibilità dei sistemi di sviluppo per il web. Come ben sappiamo nelle amministrazioni pubbliche - e non solo - è necessaria la presenza di una legge che obblighi l’applicazione di determinati standard altrimenti viene lasciato tutto alla discrezione del dirigente responsabile: nel 2003, meno del 2% dei siti internet della Pubblica Amministrazione hanno applicato queste indicazioni e alla data odierna non mi risulta l’esistenza di alcun strumento di sviluppo in lingua italiana che sia conforme alle ATAG 1.0.

L’Unione Europea, attraverso l’estensione del progetto eEurope, ha richiesto con maggior forza l’applicazione di queste linee guida del W3C, anche con una risoluzione del parlamento europeo del 13 giugno 2002.
Non poteva mancare quindi, durante l’anno europeo del disabile, la creazione di una legge sull’accessibilità del web.
La prima iniziativa normativa si è sviluppata nell’arco di un anno ed è stata avviata da IWA/HWG e precisamente dal sottoscritto che ha predisposto una proposta di legge, depositata alla Camera dei Deputati al nr. 3486, presentata a Venezia il 16 dicembre 2002 dagli On. Campa e Palmieri. Tale proposta di legge, recependo le indicazioni dell’Unione Europea, richiedeva l’applicazione dell’intero progetto WAI del W3C ed è stata sottoscritta da oltre 130 parlamentari.

La novità di queste proposte normative sta nel coinvolgimento degli operatori del web. L’associazione IWA/HWG ha predisposto una lista dedicata pdl3486@itlists.org nella quale gli esperti del settore e gli onorevoli firmatari dei progetti di legge hanno scambiato opinioni ed hanno apportato proposte di integrazione al disegno di legge.
Il 15 maggio 2003 il Governo ha presentato un disegno di legge (n. 3978) “Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici” sottoscritto da nove ministri del Governo Berlusconi. Il 19 giugno 2003 i progetti di legge C. 232, C. 494, C. 2950, C. 3486, C. 3713, C. 3845, C. 3846, C. 3862, C. 3978 sono stati uniti nella discussione della commissione IX (Trasporti e Comunicazioni) della Camera dei Deputati con relatore l’onorevole Paolo Ricciotti. Finalmente il 15 ottobre 2003 il testo entra ufficialmente alla Camera e il 16 ottobre viene approvato all’unanimità (306 voti favorevoli su 306 parlamentari presenti) passando quindi al Senato per l’approvazione in VIII commissione (Lavori pubblici, comunicazioni) dove è stato approvato il 17 dicembre 2003. Il testo di legge è stato quindi firmato il 9 gennaio 2004 dal Presidente Carlo Azelio Ciampi e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 13 del 17 gennaio 2004 come Legge nr. 04/2004. L’effettiva entrata in vigore del testo di legge è il 1 febbraio 2004. Considerando i tempi definiti dalla legge per la creazione del regolamento di attuazione, per giugno 2004 è previsto quindi l’inizio dell’adeguamento dei siti web delle pubbliche amministrazioni e gli sviluppatori di siti web dovranno iniziare a seguire le indicazioni del W3C e del regolamento di recepimento che sarà sviluppato dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie: questo garantirà la nascita di siti web di qualità superiore nonché l’accrescimento culturale di chi opera nel web.

IWA/HWG si sta inoltre adoperando - tramite un gruppo di lavoro per l’accessibilità info-telematica nell’industria, commercio e servizi (GLA-ICS) - al coinvolgimento delle realtà produttive per creare la cultura dell’accessibilità anche in questi settori, come auspicato dall’Unione Europea al fine di eliminare non solo le barriere telematiche per l’accesso alla pubblica amministrazione ma finalmente rendere vero il sogno dei fondatori del web: consentire l’accesso al web in modo universale.

E’ da far presente inoltre che già nel 2003 Decreto Legislativo 9 luglio 2003, n. 216 "Attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro" (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 187 del 13 agosto 2003) richiede l’eliminazione della discriminazione diretta ed indiretta nei luoghi di lavoro, nella formazione e nell’accesso al mondo del lavoro anche per gli utenti con disabilità.

Questo significa che già da diversi mesi è possibile ottenere un diritto di formazione e lavoro non solo nel settore pubblico ma anche nel settore privato, diritto che si vedrà rafforzato nella pubblica amministrazione grazie alla legge 04/2004.

 
Cerca nel sito
 
 
Valore della differenza

Nuove rotte per l'inserimento lavorativo

Vela senza barriere

L'accessibilità del web: il diritto di comunicare

Dopo l'Anno Europeo dei Disabili

Una città per chi non vede

 
 

Roberto Scano
IWA/HWG W3C Representative

Segnala tramite email >>