La
mobilità autonoma, poi, dipende da tre fattori:
la motricità, intesa come capacità fisica
di spostare il proprio corpo, l'orientamento, inteso
nel senso di capacità di finalizzare i propri
spostamenti a degli obiettivi previsti e voluti, e la
percezione degli ostacoli e dei pericoli.
Orbene, il disabile motorio è capace di orientarsi
e di evitare gli ostacoli, ma difetta nella motricità,
mentre al contrario il cieco non ha problemi di motricità
ma può incontrare gravi difficoltà nell'orientamento
e nella percezione.
Questa affermazione, che potrebbe sembrare ovvia e irrilevante,
merita invece una attenta considerazione, dato che non
fa parte del bagaglio culturale della maggior parte
delle persone. Da un lato, infatti, capita spesso che
occasionali accompagnatori di non vedenti si sforzino
di sollevare quasi di peso i loro assistiti nella salita
o addirittura nella discesa di scale, come se il problema
fosse di natura muscolare e non semplicemente percettivo
e cioè di fargli individuare il primo gradino;
d'altro canto, si ritiene da parte del grosso pubblico
che dove siano presenti ampi spazi e non vi siano trabocchetti,
il cieco possa spostarsi da solo senza problemi, trascurando
il fatto che per lui uno dei nodi centrali è
quello dell'orientamento e quindi di capire verso dove
dirigersi.
E' in continuo aumento il numero dei non vedenti, soprattutto
giovani, che aspirano a potersi muovere da soli, senza
dover condizionare le proprie uscite alla disponibilità
di accompagnatori, sempre più difficili a reperire
e in ogni caso fortemente limitativi della propria privacy.
Il fatto che attualmente non siano molti i ciechi disposti
a muoversi da soli dipende in gran parte dalla presenza
delle cosiddette barriere percettive e cioè dalla
mancanza di "accorgimenti e segnalazioni che permettono
l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi
e delle fonti di pericolo" a non vedenti ed ipovedenti,
come recita una legge già da tempo in vigore.
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Foto 1: Pulsante
per attivare il segnale acustico in corrispondenza
del verde semaforico (norma CEI 214-7).
Per consentire al disabile visivo di raggiungere
il pulsante, le piastrelle con i canaletti del codice
"rettilineo" devono condurlo fino al bordo del marciapiede,
a 40 cm dal palo semaforico. |
Foto 2: I canaletti
che sbarrano il marciapiede non servono in realtà
al cieco che ha già effettuato l’attraversamento
e che,
in ogni caso, troverebbe facilmente il muro da seguire
successivamente; sono invece indispensabili per
consentire al non vedente che sta percorrendo il
marciapiede di individuare il punto adatto all’attraversamento
della strada. |
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Foto 3: Roma,
Santa Croce in Gerusalemme. Tutte le aree basilicali
di Roma sono state dotate di percorsi tattili Loges.
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Foto 4: Percorso
tattile nel nuovo aeroporto di Atene. Il linguaggio
LOGES è stato utilizzato in tutti gli aeroporti
italiani ristrutturati. Per gli interni, il materiale
ideale con cui realizzare i percorsi è la gomma,
che può anche essere incollata sul pavimento preesistente.
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Foto 5: I canaletti
indicano il percorso da seguire, mentre la striscia
gialla recante delle semisfere a rilievo indica
il simbolo di pericolo utilizzato in tutto il mondo. |
Foto 6: Milano, Stazione Dateo.
Apposizione del codice di "pericolo valicabile"
prima di una scala in discesa. Tale codice è una
variante di quello di pericolo assoluto o "arresto/pericolo"
e prevede una minore larghezza delle piastrelle.
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Foto 7: Le
piastrelle in grès come quelle utilizzate su questo
scivolo, presentano la migliore riconoscibilità
al tatto e risultano molto resistenti, purchè posate
con le tecniche giuste.
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Foto
8: Codice rettilineo.
Ad ogni passo del cieco, il dislivello esistente
fra la parte sporgente e quella incavata dei canaletti
trapezoidali gli dà conferma del suo corretto allineamento
rispetto al percorso guidato. Inoltre i canaletti
possono essere usati come binario per la punta del
bastone. |
Foto 9: Le semisfere
del codice di pericolo sono molto ben percepibili
sotto i piedi proprio a causa della curvatura della
loro parte superiore:
ciò garantisce l’immediata riconoscibilità di questo
segnale che è fondamentale per l’incolumità di chi
non vede. |
I problemi ambientali
E' comune esperienza che l'ambiente urbano
nel quale tutti noi ci dobbiamo muovere è irto
di ostacoli e di insidie; per un disabile visivo l'ambiente
può essere così ostile da rendere praticamente
inutili le sue capacità di orientamento e gli
ausili personali che possa utilizzare, come il bastone
bianco o il cane-guida.
Pur senza pretendere utopistiche trasformazioni dei
nostri centri urbani in oasi felici, è quanto
meno lecito chiedere con estrema forza che vengano applicate
le norme esistenti in tema di pedonalità urbana
e vengano prontamente introdotti quei nuovi accorgimenti
previsti dalla normativa specifica concernente l'eliminazione
delle barriere percettive; tali interventi, fra l'altro,
se eseguiti nel corso di lavori di costruzione o di
rifacimento, richiedono costi spesso irrilevanti e comunque
presentano un'utilità estesa a tutta la collettività.
Le norme a
favore della pedonalità urbana.
Si tratta in questo caso di norme comuni di comportamento,
contenute in leggi dello Stato, quali il Codice della
Strada e i Regolamenti di polizia municipale.
Marciapiedi totalmente occupati da veicoli, da tavolini
di bar e ristoranti, da merci esposte alla vendita,
da vasi di fiori e piante ornamentali, ecc, costringono
spesso tutti i pedoni a scendere nella sede stradale
con grave pericolo per la propria sicurezza; ma ciò
per un cieco è ancora più rischioso.
Le barriere
percettive
Mentre l'esigenza di eliminare le barriere architettoniche
di tipo fisico è ormai ben chiara nella mente
di progettisti e tecnici e sono ben chiari anche gli
interventi da porre in essere a tale scopo, come la
predisposizione di rampe o il corretto dimensionamento
di porte, ascensori e servizi igienici, molto meno diffusa
è la consapevolezza che le norme impongono anche
l'eliminazione delle barriere architettoniche di tipo
percettivo o sensoriale e cioè di predisporre
dei segnali che siano percepibili da chi non vede e
lo guidino: lo prevede espressamente l'art. 1.2.c del
D.P.R. 503/96. Ugualmente meno conosciute sono le modalità
pratiche da seguire per raggiungere questo scopo.
Gli ausili fondamentali per favorire la mobilità
autonoma e la sicurezza di chi ha problemi di vista
sono sostanzialmente i dispositivi acustici degli impianti
semaforici e le speciali piastrelle inserite nella pavimentazione
di marciapiedi, piazze o spazi interni degli edifici
che possono essere percepite sotto i piedi e con il
bastone bianco e indicano alcuni punti essenziali, come
attraversamenti pedonali, scivoli, fermate dei mezzi
di trasporto, ingressi di uffici pubblici o altri luoghi
di pubblico interesse o che avvisino dell'esistenza
di pericoli.
Per le persone con ridotte capacità visive, i
cosiddetti "ipovedenti", è necessario
che le piastrelle in parola presentino un forte contrasto
cromatico rispetto alla restante pavimentazione, oltre
ad un sistema di illuminazione pubblica che tenga conto
delle loro esigenze.
Foto
10: Una mappa tattile non è la riproduzione
a rilievo di una mappa creata per chi vede, dato
che il senso del tatto ha caratteristiche profondamente
diver-se e talora opposte a quello della vista.
Nello stesso tempo è necessario tenere in considerazione
le esigenze dei numerosissimi ciechi che non conoscono
il braille, impiegando anche caratteri alfabetici
a rilievo.
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Foto
11: I canaletti trapezoidali dei percorsi
tattili sono stati testati anche da persone su sedie
a ruote che hanno constatato di non riceverne alcun
fastidio.
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Perché
suona?
Non tutti i cittadini hanno ben compreso la funzione
e il significato dei suoni emessi da alcuni, ahimè
ancora scarsi, impianti semaforici. Quando appare il
verde, l'impianto inizia ad emettere un "beep"
lento che si trasforma in un "beep" più
veloce quando la luce diventa gialla, come ad incitare
il cieco ad affrettarsi a terminare l'attraversamento.
E' necessario però che l'attivazione del segnale
sonoro non avvenga automaticamente ad ogni ciclo semaforico,
per evitare un inutile inquinamento acustico a danno
delle persone che risiedono o lavorano nella zona. A
tale scopo è prevista la presenza di un pulsante,
(foto 1) posto sul palo che regge il semaforo, e al
quale il non vedente viene guidato mediante le piastrelle
scanalate inserite nella pavimentazione. In tal modo
il suono si produce solo quando è necessario,
probabilmente solo pochi minuti al giorno.
Quei canaletti
sui marciapiedi
Un disabile visivo non ha problemi a seguire
l'andamento di un muro o della parete di un palazzo,
sia toccandolo ogni tanto con la punta del bastone,
sia percependo con l'attento orecchio il suo eco. Non
è quindi assolutamente necessario che le speciali
piastrelle seguano tutto l'andamento di un marciapiede.
E' invece sufficiente che incontri dei segnali che sbarrano
il suo percorso per indicargli in che punto si trova
la fermata di un autobus, le
zebre dell'attraversamento, il semaforo o l'ingresso
di un ufficio pubblico (foto 2).
Diverso è il discorso quando chi non vede si
trova in uno spazio ampio, non delimitato da muri o
da altre "guide naturali": in questo caso
gli viene meno ogni possibilità di orientamento
e ha assoluto bisogno di seguire un percorso che possa
avvertire sotto i piedi o seguendolo, come un binario,
con la punta del bastone bianco. Ciò si può
verificare in spazi esterni, come il sagrato di una
chiesa (foto 3) o in zone interne ad edifici, come atri
di stazioni ferroviarie o di aeroporti (foto 4: Atene),
ospedali, uffici pubblici, banche, impianti sportivi,
ecc.
Un'altra situazione in cui è necessaria la presenza
di un vero e proprio percorso tattile da seguire è
quella in cui sono presenti dei pericoli seri, come
avviene su una banchina ferroviaria o della metropolitana
(foto 5).Un'altra situazione di rischio si verifica
in presenza di scalinate, soprattutto in discesa: per
ovviare a ciò, una precisa disposizione di un
Decreto ministeriale impone di porre prima del primo
gradino una segnalazione percepibile sotto i piedi (foto
6). La stessa segnalazione è prevista in tutti
i casi in cui si passa da una zona pedonale ad una zona
percorsa dai veicoli, quando manca il gradino. Ciò
si verifica in presenza delle rampe costruite per facilitare
la mobilità delle persone su sedia a ruote (foto
7) o, ancora di più, quando il marciapiede si
trova allo stesso livello della strada, con il confine
segnato solo da una striscia bianca. In quest'ultimo
caso questa striscia deve essere resa percepibile a
chi non vede mediante le apposite piastrelle del segnale
di pericolo, lo stesso utilizzato per segnare il bordo
delle banchine ferroviarie.
Un linguaggio sotto i piedi
I segnali tattili non possono essere adottati
a casaccio o in modo diverso da luogo a luogo, da città
a città: ciò equivarrebbe ad utilizzare
una segnaletica stradale non uniforme e quindi causa
di equivoci e confusioni. Ecco quindi il formarsi, attraverso
le esperienze e le prove, di un vero e proprio linguaggio,
con pochi, ma precisi significati.
Così, i canaletti che coprono un tipo di piastrelle
danno l'intuitivo messaggio che darebbe un binario:
"seguimi" e indicano quindi un certo percorso
da effettuare (foto 8); al contrario, delle piastrelle
recanti delle mezze palline a rilievo, piuttosto prominenti
sotto i piedi, invitano a fermarsi e a non procedere
oltre o, quanto meno, a prestare attenzione (foto 9).
Altri segnali che devono essere impiegati lungo un percorso,
soprattutto all'interno degli edifici, sono il codice
di incrocio, che induce a scegliere fra più direzioni
possibili, e il codice di "servizio", che
avvisa il non vedente della presenza nelle vicinanze
di un oggetto che può interessarlo, come una
mappa a rilievo che gli descrive il luogo dove si trova
(foto 10), un telefono pubblico o la macchina per annullare
il biglietto del treno. Questo linguaggio, denominato
"LOGES" (Linea di Orientamento Guida e Sicurezza)
è adottato in Italia in migliaia di luoghi ed
è stato codificato dalle Ferrovie dello Stato
e dalle Poste Italiane.
E' importante sottolineare che il profilo utilizzato
in questi segnali, che negli interni possono essere
costituiti da piastre di gomma, anziché di grès,
come negli esterni, sono stati studiati in modo da non
dare comunque fastidio ai normali pedoni e neppure a
chi ha qualche problema di deambulazione, come le persone
su sedia a ruote o chi ha un momentaneo impedimento
(foto 11) (stampelle).
Foto
12: Il percorso tattile, che prosegue anche
lungo i tre ampi fojer, fanno dell’auditorium
di Roma la prima sala da concerto al mondo totalmente
accessibile ad un cieco non accompagnato. |
Il fiore all'occhiello
La normativa che rende obbligatoria l'installazione
dei segnali per i non vedenti in tutti gli spazi ed
edifici pubblici, ma anche in quelli privati aperti
all'uso del pubblico, ha ormai oltre un decennio di
vita; tuttavia, per ignoranza o per trascuratezza, non
sono molti i Comuni e ancora meno i privati costruttori
che rispettano tali norme, esponendosi anche a pesanti
sanzioni che, in caso di incidenti, possono essere persino
di carattere penale.
Sono da citare come esempi positivi il Comune di Roma,
unica fra le grandi città, e molto parzialmente
Padova e diverse realtà minori (Siena, Montemurlo
(Prato), Rosignano, Mercato Sanseverino, ecc). Lodevoli
e ampie sono invece le iniziative in questo settore
di Trenitalia e delle altre Società del Gruppo
Ferrovie dello Stato e di Poste Italiane S.p.A.: parecchie
decine di stazioni ferroviarie e migliaia di uffici
postali sono già attrezzati, o in procinto di
esserlo, con percorsi tattili e mappe in rilievo. Anche
l'Azienda Trasporti di Milano, la Metropolitana di Roma
e di Napoli, la Circumvesuviana sono da citare fra gli
esempi positivi. Parecchi aeroporti, piccoli e grandi,
sono già stati messi a norma con il LOGES.
Moltissimo è però ancora da fare e a tal
fine è senz'altro importante la diffusione della
conoscenza di questi sistemi presso gli Amministratori
locali, preferendo noi seguire la via della persuasione
anziché quella della Procura della Repubblica.
Ma un segno incoraggiante è venuto recentissimamente
da una struttura dal valore fortemente simbolico: un
"tempio della musica" che è stato additato
come un monumento all'integrazione sociale e al rispetto
dei diritti dei più svantaggiati. Mi riferisco
al capolavoro di uno dei più famosi architetti
del mondo, Renzo Piano, che nel nuovissimo Auditorium
da poco inaugurato a Roma, ha garantito a non vedenti
ed ipovedenti la possibilità di percorrere da
soli gli spazi esterni ed interni della struttura e
di utilizzare tutti i servizi ivi esistenti (bar, biglietteria,
guardaroba, ecc.) fino a giungere nelle tre stupende
sale da concerto; e tutto ciò semplicemente con
l'adozione dei percorsi tattili LOGES e delle mappe
a rilievo (foto 12). Particolarmente suggestiva è
stata poche settimane fa la cerimonia di inaugurazione
di questi ausili, nel corso della quale una bambina
cieca di sette anni ha tagliato il fatidico nastro,
aiutata dal Sindaco di Roma.
Il 2003, anno europeo delle persone disabili, è
terminato e senza aver conseguito risultati esaltanti:
ci attendiamo però che sia iniziato un secolo
nel quale i diritti delle persone svantaggiate siano
pienamente riconosciuti e tutelati.
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