Sezioni Tematiche

Editoriale

Una scuola di qualità, una scuola attenta a ciascuno

Dalla disabilità alla diversa abilità

La parola alle Strutture Sanitarie

La parola alle Associazioni

La parola alle Aziende

Spazio Riabilitazione

La parola ai Medici





 
La mobilità autonoma

Quando si parla di disabilità in genere, il concetto di mobilità è inscindibile da quello di autonomia, nel senso che assicurare la mobilità e quindi l'accessibilità dei luoghi da parte di un disabile significa consentirgli di muoversi da solo, senza bisogno di dipendere da un aiuto esterno. Infatti, è evidente che un cieco che si avvale di un accompagnatore non ha problemi nei suoi spostamenti, come non ne avrebbe un disabile motorio che viaggiasse su una portantina sorretta da quattro robusti giovanotti o che accettasse di essere spostato a braccia, come un qualsiasi bagaglio.

La mobilità autonoma, poi, dipende da tre fattori: la motricità, intesa come capacità fisica di spostare il proprio corpo, l'orientamento, inteso nel senso di capacità di finalizzare i propri spostamenti a degli obiettivi previsti e voluti, e la percezione degli ostacoli e dei pericoli.

Orbene, il disabile motorio è capace di orientarsi e di evitare gli ostacoli, ma difetta nella motricità, mentre al contrario il cieco non ha problemi di motricità ma può incontrare gravi difficoltà nell'orientamento e nella percezione.
Questa affermazione, che potrebbe sembrare ovvia e irrilevante, merita invece una attenta considerazione, dato che non fa parte del bagaglio culturale della maggior parte delle persone. Da un lato, infatti, capita spesso che occasionali accompagnatori di non vedenti si sforzino di sollevare quasi di peso i loro assistiti nella salita o addirittura nella discesa di scale, come se il problema fosse di natura muscolare e non semplicemente percettivo e cioè di fargli individuare il primo gradino; d'altro canto, si ritiene da parte del grosso pubblico che dove siano presenti ampi spazi e non vi siano trabocchetti, il cieco possa spostarsi da solo senza problemi, trascurando il fatto che per lui uno dei nodi centrali è quello dell'orientamento e quindi di capire verso dove dirigersi.

E' in continuo aumento il numero dei non vedenti, soprattutto giovani, che aspirano a potersi muovere da soli, senza dover condizionare le proprie uscite alla disponibilità di accompagnatori, sempre più difficili a reperire e in ogni caso fortemente limitativi della propria privacy.

Il fatto che attualmente non siano molti i ciechi disposti a muoversi da soli dipende in gran parte dalla presenza delle cosiddette barriere percettive e cioè dalla mancanza di "accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo" a non vedenti ed ipovedenti, come recita una legge già da tempo in vigore.

Foto 1: Pulsante per attivare il segnale acustico in corrispondenza del verde semaforico (norma CEI 214-7).
Per consentire al disabile visivo di raggiungere il pulsante, le piastrelle con i canaletti del codice "rettilineo" devono condurlo fino al bordo del marciapiede, a 40 cm dal palo semaforico.
Foto 2: I canaletti che sbarrano il marciapiede non servono in realtà al cieco che ha già effettuato l’attraversamento e che,
in ogni caso, troverebbe facilmente il muro da seguire successivamente; sono invece indispensabili per consentire al non vedente che sta percorrendo il marciapiede di individuare il punto adatto all’attraversamento della strada.

Foto 3: Roma, Santa Croce in Gerusalemme. Tutte le aree basilicali di Roma sono state dotate di percorsi tattili Loges.

Foto 4: Percorso tattile nel nuovo aeroporto di Atene. Il linguaggio LOGES è stato utilizzato in tutti gli aeroporti italiani ristrutturati. Per gli interni, il materiale ideale con cui realizzare i percorsi è la gomma, che può anche essere incollata sul pavimento preesistente.

Foto 5: I canaletti indicano il percorso da seguire, mentre la striscia gialla recante delle semisfere a rilievo indica il simbolo di pericolo utilizzato in tutto il mondo. Foto 6: Milano, Stazione Dateo. Apposizione del codice di "pericolo valicabile" prima di una scala in discesa. Tale codice è una variante di quello di pericolo assoluto o "arresto/pericolo" e prevede una minore larghezza delle piastrelle.


Foto 7: Le piastrelle in grès come quelle utilizzate su questo scivolo, presentano la migliore riconoscibilità al tatto e risultano molto resistenti, purchè posate con le tecniche giuste.

Foto 8: Codice rettilineo. Ad ogni passo del cieco, il dislivello esistente fra la parte sporgente e quella incavata dei canaletti trapezoidali gli dà conferma del suo corretto allineamento rispetto al percorso guidato. Inoltre i canaletti possono essere usati come binario per la punta del bastone. Foto 9: Le semisfere del codice di pericolo sono molto ben percepibili
sotto i piedi proprio a causa della curvatura della loro parte superiore:
ciò garantisce l’immediata riconoscibilità di questo segnale che è fondamentale per l’incolumità di chi non vede.

I problemi ambientali

E' comune esperienza che l'ambiente urbano nel quale tutti noi ci dobbiamo muovere è irto di ostacoli e di insidie; per un disabile visivo l'ambiente può essere così ostile da rendere praticamente inutili le sue capacità di orientamento e gli ausili personali che possa utilizzare, come il bastone bianco o il cane-guida.

Pur senza pretendere utopistiche trasformazioni dei nostri centri urbani in oasi felici, è quanto meno lecito chiedere con estrema forza che vengano applicate le norme esistenti in tema di pedonalità urbana e vengano prontamente introdotti quei nuovi accorgimenti previsti dalla normativa specifica concernente l'eliminazione delle barriere percettive; tali interventi, fra l'altro, se eseguiti nel corso di lavori di costruzione o di rifacimento, richiedono costi spesso irrilevanti e comunque presentano un'utilità estesa a tutta la collettività.

Le norme a favore della pedonalità urbana.
Si tratta in questo caso di norme comuni di comportamento, contenute in leggi dello Stato, quali il Codice della Strada e i Regolamenti di polizia municipale.
Marciapiedi totalmente occupati da veicoli, da tavolini di bar e ristoranti, da merci esposte alla vendita, da vasi di fiori e piante ornamentali, ecc, costringono spesso tutti i pedoni a scendere nella sede stradale con grave pericolo per la propria sicurezza; ma ciò per un cieco è ancora più rischioso.

Le barriere percettive
Mentre l'esigenza di eliminare le barriere architettoniche di tipo fisico è ormai ben chiara nella mente di progettisti e tecnici e sono ben chiari anche gli interventi da porre in essere a tale scopo, come la predisposizione di rampe o il corretto dimensionamento di porte, ascensori e servizi igienici, molto meno diffusa è la consapevolezza che le norme impongono anche l'eliminazione delle barriere architettoniche di tipo percettivo o sensoriale e cioè di predisporre dei segnali che siano percepibili da chi non vede e lo guidino: lo prevede espressamente l'art. 1.2.c del D.P.R. 503/96. Ugualmente meno conosciute sono le modalità pratiche da seguire per raggiungere questo scopo.
Gli ausili fondamentali per favorire la mobilità autonoma e la sicurezza di chi ha problemi di vista sono sostanzialmente i dispositivi acustici degli impianti semaforici e le speciali piastrelle inserite nella pavimentazione di marciapiedi, piazze o spazi interni degli edifici che possono essere percepite sotto i piedi e con il bastone bianco e indicano alcuni punti essenziali, come attraversamenti pedonali, scivoli, fermate dei mezzi di trasporto, ingressi di uffici pubblici o altri luoghi di pubblico interesse o che avvisino dell'esistenza di pericoli.
Per le persone con ridotte capacità visive, i cosiddetti "ipovedenti", è necessario che le piastrelle in parola presentino un forte contrasto cromatico rispetto alla restante pavimentazione, oltre ad un sistema di illuminazione pubblica che tenga conto delle loro esigenze.
Foto 10: Una mappa tattile non è la riproduzione a rilievo di una mappa creata per chi vede, dato che il senso del tatto ha caratteristiche profondamente diver-se e talora opposte a quello della vista. Nello stesso tempo è necessario tenere in considerazione le esigenze dei numerosissimi ciechi che non conoscono il braille, impiegando anche caratteri alfabetici a rilievo.

Foto 11: I canaletti trapezoidali dei percorsi tattili sono stati testati anche da persone su sedie a ruote che hanno constatato di non riceverne alcun fastidio.











Perché suona?
Non tutti i cittadini hanno ben compreso la funzione e il significato dei suoni emessi da alcuni, ahimè ancora scarsi, impianti semaforici. Quando appare il verde, l'impianto inizia ad emettere un "beep" lento che si trasforma in un "beep" più veloce quando la luce diventa gialla, come ad incitare il cieco ad affrettarsi a terminare l'attraversamento. E' necessario però che l'attivazione del segnale sonoro non avvenga automaticamente ad ogni ciclo semaforico, per evitare un inutile inquinamento acustico a danno delle persone che risiedono o lavorano nella zona. A tale scopo è prevista la presenza di un pulsante, (foto 1) posto sul palo che regge il semaforo, e al quale il non vedente viene guidato mediante le piastrelle scanalate inserite nella pavimentazione. In tal modo il suono si produce solo quando è necessario, probabilmente solo pochi minuti al giorno.

Quei canaletti sui marciapiedi
Un disabile visivo non ha problemi a seguire l'andamento di un muro o della parete di un palazzo, sia toccandolo ogni tanto con la punta del bastone, sia percependo con l'attento orecchio il suo eco. Non è quindi assolutamente necessario che le speciali piastrelle seguano tutto l'andamento di un marciapiede. E' invece sufficiente che incontri dei segnali che sbarrano il suo percorso per indicargli in che punto si trova la fermata di un autobus, le
zebre dell'attraversamento, il semaforo o l'ingresso di un ufficio pubblico (foto 2).
Diverso è il discorso quando chi non vede si trova in uno spazio ampio, non delimitato da muri o da altre "guide naturali": in questo caso gli viene meno ogni possibilità di orientamento e ha assoluto bisogno di seguire un percorso che possa avvertire sotto i piedi o seguendolo, come un binario, con la punta del bastone bianco. Ciò si può verificare in spazi esterni, come il sagrato di una chiesa (foto 3) o in zone interne ad edifici, come atri di stazioni ferroviarie o di aeroporti (foto 4: Atene), ospedali, uffici pubblici, banche, impianti sportivi, ecc.
Un'altra situazione in cui è necessaria la presenza di un vero e proprio percorso tattile da seguire è quella in cui sono presenti dei pericoli seri, come avviene su una banchina ferroviaria o della metropolitana (foto 5).Un'altra situazione di rischio si verifica in presenza di scalinate, soprattutto in discesa: per ovviare a ciò, una precisa disposizione di un Decreto ministeriale impone di porre prima del primo gradino una segnalazione percepibile sotto i piedi (foto 6). La stessa segnalazione è prevista in tutti i casi in cui si passa da una zona pedonale ad una zona percorsa dai veicoli, quando manca il gradino. Ciò si verifica in presenza delle rampe costruite per facilitare la mobilità delle persone su sedia a ruote (foto 7) o, ancora di più, quando il marciapiede si trova allo stesso livello della strada, con il confine segnato solo da una striscia bianca. In quest'ultimo caso questa striscia deve essere resa percepibile a chi non vede mediante le apposite piastrelle del segnale di pericolo, lo stesso utilizzato per segnare il bordo delle banchine ferroviarie.


Un linguaggio sotto i piedi

I segnali tattili non possono essere adottati a casaccio o in modo diverso da luogo a luogo, da città a città: ciò equivarrebbe ad utilizzare una segnaletica stradale non uniforme e quindi causa di equivoci e confusioni. Ecco quindi il formarsi, attraverso le esperienze e le prove, di un vero e proprio linguaggio, con pochi, ma precisi significati.
Così, i canaletti che coprono un tipo di piastrelle danno l'intuitivo messaggio che darebbe un binario: "seguimi" e indicano quindi un certo percorso da effettuare (foto 8); al contrario, delle piastrelle recanti delle mezze palline a rilievo, piuttosto prominenti sotto i piedi, invitano a fermarsi e a non procedere oltre o, quanto meno, a prestare attenzione (foto 9).

Altri segnali che devono essere impiegati lungo un percorso, soprattutto all'interno degli edifici, sono il codice di incrocio, che induce a scegliere fra più direzioni possibili, e il codice di "servizio", che avvisa il non vedente della presenza nelle vicinanze di un oggetto che può interessarlo, come una mappa a rilievo che gli descrive il luogo dove si trova (foto 10), un telefono pubblico o la macchina per annullare il biglietto del treno. Questo linguaggio, denominato "LOGES" (Linea di Orientamento Guida e Sicurezza) è adottato in Italia in migliaia di luoghi ed è stato codificato dalle Ferrovie dello Stato e dalle Poste Italiane.

E' importante sottolineare che il profilo utilizzato in questi segnali, che negli interni possono essere costituiti da piastre di gomma, anziché di grès, come negli esterni, sono stati studiati in modo da non dare comunque fastidio ai normali pedoni e neppure a chi ha qualche problema di deambulazione, come le persone su sedia a ruote o chi ha un momentaneo impedimento (foto 11) (stampelle).

Foto 12: Il percorso tattile, che prosegue anche lungo i tre ampi fojer, fanno dell’auditorium di Roma la prima sala da concerto al mondo totalmente accessibile ad un cieco non accompagnato.



Il fiore all'occhiello

La normativa che rende obbligatoria l'installazione dei segnali per i non vedenti in tutti gli spazi ed edifici pubblici, ma anche in quelli privati aperti all'uso del pubblico, ha ormai oltre un decennio di vita; tuttavia, per ignoranza o per trascuratezza, non sono molti i Comuni e ancora meno i privati costruttori che rispettano tali norme, esponendosi anche a pesanti sanzioni che, in caso di incidenti, possono essere persino di carattere penale.

Sono da citare come esempi positivi il Comune di Roma, unica fra le grandi città, e molto parzialmente Padova e diverse realtà minori (Siena, Montemurlo (Prato), Rosignano, Mercato Sanseverino, ecc). Lodevoli e ampie sono invece le iniziative in questo settore di Trenitalia e delle altre Società del Gruppo Ferrovie dello Stato e di Poste Italiane S.p.A.: parecchie decine di stazioni ferroviarie e migliaia di uffici postali sono già attrezzati, o in procinto di esserlo, con percorsi tattili e mappe in rilievo. Anche l'Azienda Trasporti di Milano, la Metropolitana di Roma e di Napoli, la Circumvesuviana sono da citare fra gli esempi positivi. Parecchi aeroporti, piccoli e grandi, sono già stati messi a norma con il LOGES.
Moltissimo è però ancora da fare e a tal fine è senz'altro importante la diffusione della conoscenza di questi sistemi presso gli Amministratori locali, preferendo noi seguire la via della persuasione anziché quella della Procura della Repubblica.

Ma un segno incoraggiante è venuto recentissimamente da una struttura dal valore fortemente simbolico: un "tempio della musica" che è stato additato come un monumento all'integrazione sociale e al rispetto dei diritti dei più svantaggiati. Mi riferisco al capolavoro di uno dei più famosi architetti del mondo, Renzo Piano, che nel nuovissimo Auditorium da poco inaugurato a Roma, ha garantito a non vedenti ed ipovedenti la possibilità di percorrere da soli gli spazi esterni ed interni della struttura e di utilizzare tutti i servizi ivi esistenti (bar, biglietteria, guardaroba, ecc.) fino a giungere nelle tre stupende sale da concerto; e tutto ciò semplicemente con l'adozione dei percorsi tattili LOGES e delle mappe a rilievo (foto 12). Particolarmente suggestiva è stata poche settimane fa la cerimonia di inaugurazione di questi ausili, nel corso della quale una bambina cieca di sette anni ha tagliato il fatidico nastro, aiutata dal Sindaco di Roma.
Il 2003, anno europeo delle persone disabili, è terminato e senza aver conseguito risultati esaltanti: ci attendiamo però che sia iniziato un secolo nel quale i diritti delle persone svantaggiate siano pienamente riconosciuti e tutelati.






 
Cerca nel sito
 
 
Valore della differenza

Nuove rotte per l'inserimento lavorativo

Vela senza barriere

L'accessibilità del web: il diritto di comunicare

Dopo l'Anno Europeo dei Disabili

Una città per chi non vede


Giulio Nardone
Presidente Nazionale dell'Associazione Disabili Visivi
Segnala tramite email >>